Bradley Quinn ospite di Polimoda Textile Day: dialoghi sul futuro

Vi chiedete mai come sarà la moda non nella prossima stagione, ma nel futuro, ovvero come ci vestiremo tra 30 o 40 anni? Io me lo chiedo spesso, con curiosità, una curiosità non tanto legata a quali fogge o a quali abiti saranno in uso, ma piuttosto proprio all’evoluzione che essi avranno. Quand’ero piccina, fantasticavo sui film e sui libri di fantascienza chiedendomi se, da adulta, avrei mai visto cose come il teletrasporto: ora, da adulta, mi chiedo con più realismo come si evolverà il concetto del vestire e quanto esso si integrerà con tecnologia e nuovi materiali. Ad alcune di queste domande ho avuto una parziale risposta settimana scorsa grazie a Bradley Quinn e agli scenari che ha disegnato durante una sua guest lecture in Polimoda.

Polimoda, prestigioso centro di formazione, ha deciso di lanciare una nuova iniziativa: una serie di incontri atti a stimolare il dibattito sulla cultura della moda. E questo, come immaginerete, non poteva che attirare immediatamente la mia attenzione.

In ogni giornata verranno coinvolti personaggi, aziende, docenti e studenti e le tematiche saranno molto varie: dai tessuti ai colori, dalla scrittura alla fotografia, dall’illustrazione ai video. Questi eventi forniranno dunque una testimonianza diretta sulle ultime tendenze del settore ed anche un approccio pratico al mondo del lavoro.

Il 28 novembre si è tenuto il primo incontro intitolato Textile Day: il protagonista assoluto è stato il tessuto in tutte le sue declinazioni. Con mio sommo piacere, Polimoda mi ha invitata a Firenze per partecipare a questa giornata svoltasi nella sede di Villa Favard.

Il Textile Day si è sviluppato come un dialogo che ha legato passato e futuro. A dare voce al passato è stato il Professore Paolo Peri, docente Polimoda e autore del libro “Tessuti egiziani dall’età ellenistica al medioevo nelle raccolte del Castello Sforzesco di Milano”. A parlare del futuro è stato invece l’inglese Bradley Quinn, trend consultant e autore di libri come “Fashion Futures”, volume in cui traccia i nuovi orizzonti della moda tramite la ricerca dei designer più sperimentali e dei tessuti più innovativi realizzati con tecnologie all’avanguardia.

La copertina del libro Fashion Futures di Bradley Quinn
La copertina del libro Fashion Futures di Bradley Quinn
Bradley Quinn in Polimoda
Bradley Quinn in Polimoda
La copertina del libro Textile Visionaries di Bradley Quinn<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
La copertina del libro Textile Visionaries di Bradley Quinn 

Bradley Quinn è un personaggio estremamente affascinante, un autentico visionario della moda futura. Sostiene che gli abiti, per come li conosciamo e intendiamo oggi, appartengono già al passato e che la sfida è creare un dialogo tra ciò che indossiamo e le tecnologie che usiamo ogni giorno. Secondo la sua visione, la moda futura farà di noi creature più veloci, più leggere ed eco-compatibili: ci darà una nuova pelle multi sensoriale che incorporerà le tecnologie più all’avanguardia. E il fatto di indossare la tecnologia come una seconda pelle farà sì che chi la porta abbia nuove capacità fisiche ed intellettuali, incrementando anche quelle già esistenti.

Bradley Quinn durante la sua lecture
Bradley Quinn durante la sua lecture

Se state strabuzzando gli occhi, lo capisco perché l’ho fatto anch’io e vi confesso che in certi momenti, durante la lecture, ho fatto fatica a seguire Mr. Quinn in questa sua visione fantastica: lui vive davvero ad un’altra velocità, è come se vivesse già in questo futuro del quale traccia le linee con decisione, precisione e sicurezza. Le sue previsioni di trend – previsioni che prepara per molte aziende – non si spingono in là di 5 o 10 anni, ma arrivano anche a parecchi decenni di distanza.

Intenti ad ascoltare Bradley Quinn. Curiosità: quella in prima fila col cappellino nero sono io
Intenti ad ascoltare Bradley Quinn. Curiosità: quella in prima fila col cappellino nero sono io

Insieme agli studenti Polimoda, ho potuto anch’io essere testimone di queste sue proiezioni, basate su dati, studi e ricerche. Il suo discorso ci ha condotti su un territorio affascinante: partendo dal presupposto che una nuova generazione di designer sta già lavorando su forme, materiali e tessuti completamente nuovi, secondo Mr. Quinn i vestiti si trasformeranno da semplici strati passivi in strumenti tecnologici attivi. La moda del futuro connetterà i singoli individui non solo tra di loro ma anche con sistemi più ampi, arricchendo le nostre vite in modi che non abbiamo mai immaginato.

Bradley Quinn affascina la platea
Bradley Quinn affascina la platea

Se siete impensieriti da questi scenari, aggiungo un’altra cosa che mi ha colpita: Mr. Quinn sostiene che, esattamente come avviene con la pelle con la quale siamo nati, questi abiti hi-tech che indosseremo in futuro saranno belli e sensuali, calzeranno alla perfezione e ci daranno una sensazione completamente e perfettamente naturale. Saranno confortevoli, traspiranti, elastici e protettivi.

In occasione del Textile Day, è stato inaugurato anche il Polimoda Wall, un muro lungo 11 metri che attraversa l’intero foyer di Villa Favard, una narrazione che racconta tutte le iniziative dell’istituto. Il 28 novembre, il Polimoda Wall ha presentato una linea del tempo che ha raccontato la storia del tessuto dall’età Paleolitica fino agli scenari futuri di Bradley Quinn.
In occasione del Textile Day, è stato inaugurato anche il Polimoda Wall, un muro lungo 11 metri che attraversa l’intero foyer di Villa Favard, una narrazione che racconta tutte le iniziative dell’istituto. Il 28 novembre, il Polimoda Wall ha presentato una linea del tempo che ha raccontato la storia del tessuto dall’età Paleolitica fino agli scenari futuri di Bradley Quinn.

Nel pomeriggio, prima della sua lecture, mi è stata data l’opportunità di porre alcune domande a Mr. Quinn. I miei quesiti non sono stati di carattere tecnico: la mia principale curiosità era quella di farmi suggerire da lui un giusto modo per approcciare questo futuro senza esserne spaventati. Lui mi ha fatto l’esempio dell’abito da uomo: lo portava suo nonno, lo porta suo padre, lo porta lui. Sono cambiate fogge e colori, certo, perché essi sono legati ai trend ma non è cambiato il concetto, la sostanza, l’essenza dell’abito stesso. In un certo senso e da un certo punto di vista, la moda si muove lentamente: pensateci, i cambiamenti davvero sostanziali possono essere notati non di generazione in generazione bensì di epoca in epoca. Tutti quanti, nessuno escluso, siamo confortati dal passato perché è un territorio familiare che conosciamo bene e questo non è affatto sbagliato: dobbiamo però restare aperti al futuro, non esserne intimoriti, e dobbiamo aprire le nostre menti a nuovi scenari. Dobbiamo pensare a una tecnologia amica e per farlo, per esempio, possiamo pensare a quanta gente oggi vive grazie a tecnologie che anche solo 50 anni fa non esistevano.

Sempre sul tema tessile, Sandro Ciardi, Presidente di Pratotrade, con il supporto dell’azienda Gruppo Emmetex, ha allestito una grande installazione collocata nella scala monumentale di Villa Favard
Sempre sul tema tessile, Sandro Ciardi, Presidente di Pratotrade, con il supporto dell’azienda Gruppo Emmetex, ha allestito una grande installazione collocata nella scala monumentale di Villa Favard

Durante tutta la lecture, una sorta di religioso silenzio saturo di curiosità ha accolto le parole di Mr. Quinn: alla fine, i ragazzi, entusiasti, l’hanno tempestato di domande. È stato bellissimo assistere a tutto ciò, l’aria vibrava ed era carica di energia positiva della quale mi sono sentita investita: ero elettrizzata, galvanizzata, mi sembrava che la mia mente fosse più aperta e libera di correre.

Ho pensato che se tutto ciò di cui lui parla assomiglierà a questa sensazione che è riuscito a scatenare in me e in tutti… beh, spero di vivere abbastanza a lungo per poter vivere quel futuro.

Manu

 

*** Un grazie enorme e speciale allo staff Polimoda per un’esperienza davvero unica ***

*** Photo credits: tutte le foto di Polimoda Textile Day (escluse le copertine dei libri di Bradley Quinn) sono di Letizia Francini Naldi ***

 

SU POLIMODA E I SUOI PROSSIMI PROGETTI

Polimoda è un centro di formazione per il settore moda riconosciuto a livello internazionale (evviva, non è tutto negativo in Italia!). Forma tutti i principali profili del settore – dal design al marketing, dal management alla comunicazione – in costante contatto con il mondo delle imprese. Nato nel 1986 da un’iniziativa ideata e finanziata dal Comune di Firenze e Prato e dalle associazioni imprenditoriali, in collaborazione con il Fashion Institute of Technology della State University di New York, Polimoda fornisce agli studenti una formazione professionale di qualità in sintonia con le esigenze delle aziende. L’istituto si avvale di un corpo docenti formato da esperti e professionisti del fashion system: il team comprende esperti in design, moda, marketing, comunicazione, tendenze, calzature, modellistica. Il Presidente è Ferruccio Ferragamo, nome che rappresenta la moda made in Italy nel mondo: il Direttore è Linda Loppa, riconosciuta a livello internazionale come autorità nel campo della formazione moda.

Per seguire Polimoda: qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui il canale YouTube, qui il canale Vimeo.

Nel 2010, l’istituto ha lanciato PolimodaMag, un web-magazine che vuole approfondire tematiche legate alla cultura della moda: lo trovate qui.

Tra i prossimi progetti di Polimoda, c’è la conferenza IFFTI (International Foundation of Fashion Technology Institutes) che si terrà a Firenze nel 2015 proprio a Villa Favard, sede dell’istituto. La conferenza mira a promuovere un network globale tra gli istituti più avanzati nel campo della moda, dal punto di vista del design, della tecnologia e del business: IFFTI raggruppa 46 membri da 19 paesi. Polimoda è uno dei membri e, oltre a ospitare la conferenza, lancerà a gennaio una piattaforma interamente dedicata a questo progetto che vedrà il coinvolgimento dell’intera città di Firenze con una serie di installazioni, mostre e workshop.

Indovinate un po’? È mia precisa intenzione seguire la piattaforma e la conferenza. Ci aggiorniamo, dunque.

Manu

Un mio scatto: Firenze mi ha accolta con una giornata meravigliosa
Un mio scatto: Firenze mi ha accolta con una giornata meravigliosa
Un altro mio scatto: incantata davanti ai meravigliosi soffitti di Villa Favard
Un altro mio scatto: incantata davanti ai meravigliosi soffitti di Villa Favard

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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