Milano Fashion Week: Chicca Lualdi FW 2015-16

Se c’è una cosa che mi infastidisce è il moderno bisogno di creare clamore, soprattutto quando è inutile e vuoto: a mio avviso, non è necessario creare nessuno strano artificio per sottolineare ciò che è destinato a brillare.

E, forse, scalpore e sensazionalismo nascono proprio dal bisogno di evidenziare cose che non riuscirebbero a brillare in altro modo.

Devo ammettere, purtroppo, che tale atteggiamento appartiene spesso al mondo della moda: alcuni credono che, per decretare il successo di una collezione, sia necessario creare attesa, scandali, eccessi oppure spettacolo a tutti i costi.

Non sono d’accordo, perché la vera eleganza, la vera bellezza, il vero talento attirano gli sguardi per loro stessa natura e non hanno bisogno di essere urlati: chi urla, talvolta, non ha in realtà nulla da dire.

Per questo l’esistenza di Chicca Lualdi mi consola: stagione dopo stagione, la stilista è ormai una certezza e non mi delude mai quanto a classe, buon gusto e charme.

Oggi vi presento la sua ricetta per l’autunno / inverno 2015 – 2016, ovvero la collezione che ho visto sfilare un paio di settimane fa a Palazzo Clerici in occasione di Milano Moda Donna.

Chicca fissa ispirazioni ben precise: per gli abiti, guarda ai volumi anni ’60 e al grande stilista André Courrèges dal quale prende il taglio preciso e definito delle silhouette, rivisitate e reinterpretate con moderni tessuti dalla trama compatta.

Adotta così decisi interventi di colore, li alterna a geometrie di tagli e fa un sapiente mix di materiali.

Il riferimento è invece agli anni ’70 per i volumi di cappotti, gonne, pantaloni (dal fondo flare e dalla vita alta) e per le camicie di chiffon.

Il suo è un accenno volutamente delicato: estrapola la linearità dei volumi rivisitandoli con freschezza e femminilità, ma evita di fare riferimenti troppo marcati e scontati al decennio che oggi ispira buona parte della moda.

La stilista porta in passerella infinite sfumature di blu, dal navy al denim (altro che il grigio di un film oggi in voga); ad esse, affianca anche tinte piene di calore come il bordeaux che ricorda un bicchiere di buon Beaujolais nonché tocchi discreti e quasi neutri (verde salvia e alcune tonalità polvere).

I tessuti che usa sono preziosi: crêpe di lana, sablé (detto anche sabbiato, un tessuto con un aspetto granuloso ma uniforme), mohair, double di cahmere, twill e chiffon di seta, duchesse jacquard.

L’organza ha applicazioni in renna e la pelliccia – visone, astrakan e cincillà – si presta a giochi cromatici o tridimensionali facendo leva su particolari effetti: c’è anche la volpe per cappotti e giacchine che assumono un’aria vezzosa.

Segnalo infine un ritorno che a me è molto gradito (ne sono una grande utilizzatrice), quello del dolcevita: Chicca lo propone rigorosamente bianco.

Chicca Lualdi al termine della sua sfilata: non solo è brava, ma è anche bella, luminosa e raffinata come le sue ragazze.
Chicca Lualdi al termine della sua sfilata: non solo è brava, ma è anche bella, luminosa e raffinata come le sue ragazze.

Parrebbe che Chicca Lualdi e io la pensiamo allo stesso modo quanto all’inutilità del clamore.

La stilista prosegue sicura con la sua scelta di proporre una moda pulita ed essenziale, semplice ma non banale, sofisticata ma non algida: rifiuta la moda sopra le righe e fa spazio a un equilibrio di creatività, quotidianità, funzionalità e buon gusto.

Il pensiero portante è la proposta di capi fatti non per stupire, ma per piacere e affascinare: Chicca vuole diffondere l’idea che non bisogna infatuarsi di un capo, bensì amarlo a lungo. È un messaggio di stile e personalità che guarda a qualità ed essenza e che trova riscontro in ottimi materiali, accostamenti ricercati, raffinate tecniche sartoriali, armonia di tagli e colori, fresco rigore.

Sulla sua passerella sfila dunque un prêt-à-porter che non è improntato a un consumo veloce ed impulsivo di capi (consumo che oggi diventa spesso quasi bulimico), anzi, al contrario vi si oppone perché quella che anima la stilista è una sana passione per tutto ciò che è estetica basata su contenuti, capacità artigianale, ricerca, sperimentazione, genio creativo e rispetto dei tempi.

Tutto ciò, insomma, che dovrebbe essere la reale ambizione di ogni stilista, oggi come ieri, di ogni creatore capace di avere un occhio al futuro e uno ai grandi maestri del passato.

Manu

 

 

 

Ringrazio l’ufficio stampa per l’uso delle foto che sono tutte di Piero Biasion, grande fotografo dall’occhio sensibile

Trovate invece alcune foto fatte da me alla sfilata sul mio account Instagram – link diretto qui in fondo

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito e qui la pagina Facebook di Chicca Lualdi

Io e le collezioni più recenti di Chicca Lualdi: qui il mio racconto della sua collezione primavera / estate 2015, qui quello della collezione autunno / inverno 2014 – 2015, qui quello della collezione primavera / estate 2014

La sezione New Talents del sito della Camera Nazionale della Moda dove potete trovare anche Chicca Lualdi: qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

The Fashion Commentator
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Cara Manu,
Come darti torto!
L’eleganza sussurrata dalla ricerca dei tessuti e dalla sobrietà delle forme è il punto di forza del minimalismo di Chicca Lualdi che si dimostra sempre essere una stilista colta con riferimenti eccellenti all’arte e al design. Mi dispiace solo non vedere una sua sfilata da tanto tempo perché non capito più a Milano nei giorni di apertura della FW.
Brava lei e grazie a te per averci reso partecipi di cotanta bellezza attraverso la tua sensibilità.
Un abbraccio
Ale

Manu
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Grazie di cuore, Ale.
Prendo con gioia l’abbraccio (che ricambio) e mi faccio riscaldare dalle tue belle parole: sentir parlare di sensibilità mi emoziona.
Buona domenica,
Manu

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