A Belgioioso per il vintage: curiosità e la mostra su Gianfranco Ferré

Next Vintage Belgioioso: provate a dire queste tre parole a chiunque sia appassionato di moda e di vintage e verrete ricompensati con un ampio sorriso. La mostra-mercato che si svolge tutti gli anni, in aprile e in ottobre, è un importante punto di riferimento per tutti coloro che amano la moda intesa come storia del costume e dunque come linguaggio carico di significati: io non manco mai, è un appuntamento fisso ed è la terza volta che ne parlo qui sul blog.

Mercoledì sono stata a Belgioioso per l’anteprima stampa della nuova edizione: ho deciso di prendermi i miei tempi e di farmi un regalo, dedicandomi essenzialmente a studiare e a chiacchierare. Mi sono concentrata su alcune persone che ormai sono diventate amiche e mi sono piacevolmente imbattuta in un paio di conoscenze novelle che spero possano diventare a loro volta amicizie. Sono affascinata dal fatto che tutte queste persone siano legate da un filo comune: sono appassionate di ricerca e sono instancabili nel loro lavoro. Mi sono anche deliziata con una mostra meravigliosa, dedicata al grandissimo Gianfranco Ferré.

Ma andiamo con ordine, perché mi accorgo che ci sono tante cose da raccontare.

Ho già parlato di Patrizia Fissore e del suo Tara Vintage nei miei precedenti articoli: visto che mi piace aggiungere sempre qualcosa di nuovo, condivido una curiosità appresa recentemente. Patrizia ha dato il nome Tara sia alla sua splendida labrador che alla sua attività: molti pensano sia un omaggio al celebre “Via col vento”, in quanto nel film e nel romanzo il nome è quello della proprietà terriera della famiglia O’Hara. “Ma anche se amo quel film non è così”, spiega Patrizia, “il nome significa stella in sanscrito e deriva da un percorso spirituale buddista, sentiero illuminante da anni. Tara è la protettrice del femminile ed è la divinità della compassione: rappresenta l’azione virtuosa e illuminata.” Bisogna sempre chiedersi cosa si celi dietro a un nome: andare a fondo permette di capire molte cose, anche di persone che conosciamo da tempo.

Una piccola parte della collezione di riviste d’epoca di Patrizia Fissore.
Una piccola parte della collezione di riviste d’epoca di Patrizia Fissore.
Tara Vintage nasce dalla passione per la moda della sua creatrice, Patrizia Fissore, una collezionista raffinata che nel corso degli anni ha acquistato e custodito gelosamente abbigliamento, borse e accessori dei più famosi <em>couturier</em> e stilisti del XX secolo.<br />Una curiosità: sulla prima testina a destra (una Twiggy anni ’70) c’è un cappello firmato dal modista britannico Philip Treacy, ornato da miniature del ritratto di Marilyn Monroe fatto da Andy Warhol. Alla base della testina ci sono la clutch e il porta-rossetto abbinati.
Tara Vintage nasce dalla passione per la moda della sua creatrice, Patrizia Fissore, una collezionista raffinata che nel corso degli anni ha acquistato e custodito gelosamente abbigliamento, borse e accessori dei più famosi couturier e stilisti del XX secolo.
Una curiosità: sulla prima testina a destra (una Twiggy anni ’70) c’è un cappello firmato dal modista britannico Philip Treacy, ornato da miniature del ritratto di Marilyn Monroe fatto da Andy Warhol. Alla base della testina ci sono la clutch e il porta-rossetto abbinati.
Binocolo in madreperla con custodia in cuoio, inglese, primi ‘900.
Binocolo in madreperla con custodia in cuoio, inglese, primi ‘900.
Patrizia è costantemente dedita alla ricerca: questo è un completo degli indiani d’America, composto da un bracciale e una cintura in perline. Il bracciale si chiude con un filo da avvolgere attorno ai bottoncini: la cintura ha una chiusura in alluminio fatta a mano.
Patrizia è costantemente dedita alla ricerca: questo è un completo degli indiani d’America, composto da un bracciale e una cintura in perline. Il bracciale si chiude con un filo da avvolgere attorno ai bottoncini: la cintura ha una chiusura in alluminio fatta a mano.
Un altro pezzo di Patrizia nel suo stand a Belgioioso.
Un altro pezzo di Patrizia nel suo stand a Belgioioso.

Irene Vannini è una cara amica: volerle bene, però, non mi impedisce di essere obiettiva, ve l’assicuro. Se non la stimassi professionalmente, mi limiterei ad andare a prendere un caffè con lei o andare a cena con le nostre rispettive metà: se vi parlo del suo progetto che si chiama La Spilla Allegra è perché conosco poche persone appassionate e competenti come lo è lei. Irene non conosce riposo e, come me, nutre un’autentica devozione verso il mondo del gioiello: condividiamo un’enorme passione per questo universo sfaccettato e non c’è oggetto della sua ricchissima collezione del quale lei non conosca la storia fin nei minimi dettagli, naturalmente a memoria, senza sforzo o fatica. Io mi limito a prendere appunti scrupolosamente, come un’allieva diligente, poi vado a casa, faccio ricerca e studio. E condivido con voi le meraviglie delle sue continue scoperte 🙂

La scatola delle meraviglie
La scatola delle meraviglie
Non indosso orologio, ma per questo farei volentieri un’eccezione: è un Hamilton, anni ’70, perfettamente integro e ancora dotato di scatola originale e garanzia.
Non indosso orologio, ma per questo farei volentieri un’eccezione: è un Hamilton, anni ’70, perfettamente integro e ancora dotato di scatola originale e garanzia.
Tra le specializzazioni di Irene, quella per le spille è molto forte, tanto da dare il nome alla sua attività. Ecco una piccola selezione di meraviglie: il tulipano rosso in alto a sinistra, il fiordaliso blu a destra e il garofano rosso in basso a destra fanno parte della serie <em>Invisibly</em> di Trifari e sono spille molto rare, anno 1964. Anche le altre spille sono Trifari tranne quella centrale che si chiama <em>Wishing Well</em>, Pozzo dei Desideri, ed è firmata Staret, anno 1941.
Tra le specializzazioni di Irene, quella per le spille è molto forte, tanto da dare il nome alla sua attività. Ecco una piccola selezione di meraviglie: il tulipano rosso in alto a sinistra, il fiordaliso blu a destra e il garofano rosso in basso a destra fanno parte della serie Invisibly di Trifari e sono spille molto rare, anno 1964. Anche le altre spille sono Trifari tranne quella centrale che si chiama Wishing Well, Pozzo dei Desideri, ed è firmata Staret, anno 1941.
Un’altra chicca di Irene: coppia di spille in celluloide, anni ’30. Questo tipo di spilla è chiamata <em>crib toy</em>.
Un’altra chicca di Irene: coppia di spille in celluloide, anni ’30. Questo tipo di spilla è chiamata crib toy.

Luisa Anselmi è un’altra persona che esercita su di me grande fascino: anche lei è un’intenditrice di gioielli d’epoca, molto competente, ed è un’appassionata collezionista dei pezzi di Miriam Haskell, designer americana di costume jewelry scomparsa nel 1981. Tra borse e bijou, Luisa possiede pezzi ambiti anche da prestigiosi musei. Per fortuna, il suo negozio Viola Vintage si trova a distanza di sicurezza dalla sottoscritta (a Marciana Marina): fortuna per il mio portafoglio, sfortuna per il mio povero cuore. Ma c’è sempre Belgioioso due volte all’anno 😉 E devo dire che questa volta Luisa ha aperto una vera e propria breccia nel mio cuore con un intero ripiano dedicato a Elsa Schiaparelli, uno dei miei miti nel campo della moda: chi mi segue sa quanto io usi con parsimonia tale vocabolo.

Un recente ritrovamento di Luisa subito portato a Belgioioso: bracciali italiani, manifattura toscana, anni ’60.
Un recente ritrovamento di Luisa subito portato a Belgioioso: bracciali italiani, manifattura toscana, anni ’60.
Un cappello firmato Jeanne Lanvin, anni ’50.
Un cappello firmato Jeanne Lanvin, anni ’50.
Eccola: borsa Schiaparelli, anni ’40.
Eccola: borsa Schiaparelli, anni ’40.
La vetrina delle meraviglie: tutto Schiaparelli, collana e cappello con rose, entrambi primi anni ’50.
La vetrina delle meraviglie: tutto Schiaparelli, collana e cappello con rose, entrambi primi anni ’50.

Tra le nuove conoscenze di questa edizione, brilla Silvana Venturini: ben conoscendo me e la mia passione per le persone competenti, la mia cara Patrizia ci ha presentate e così ho avuto l’opportunità di chiacchierare con lei. Silvana è una storica dell’arte e si dedica a tempo pieno alla ricerca, talvolta negli Stati Uniti, paese importante per tutti coloro che amano gli abiti e gli accessori d’annata. Silvana mi ha regalato una chicca che finora non avevo mai incontrato: le borse Collins of Texas. Il brand fu fondato nel 1946 da Enid e Frederic Collins e si affermò per la produzione di borse e accessori: oggi, quelle in legno, le Box Bag, sono molto ricercate dai collezionisti per la loro bellezza e particolarità e anche per via della dedica interna, in alcuni casi personalizzata ad hoc per l’acquirente. Silvana mi ha anche mostrato un meraviglioso cappello Elsa Schiaparelli dei primi anni ’50: senza parole. È l’anno della grande Schiap (il diminutivo datole in Francia, probabilmente per semplificare la pronuncia, e che lei stessa adottò) e della sua maison che, dopo il nuovo rilancio attraverso lo stilista Marco Zanini, impazza anche a Belgioioso: non posso che gioirne.

Nello stand di Silvana Venturini, collezione di cappelli dagli anni ’40 agli anni ’70.
Nello stand di Silvana Venturini, collezione di cappelli dagli anni ’40 agli anni ’70.
Cappello Elsa Schiaparelli, primi anni ’50.
Cappello Elsa Schiaparelli, primi anni ’50.
Collane anni ’50.
Collane anni ’50.
Una curiosità: la carrozzina è appartenuta proprio alla stessa Silvana Venturini quand’era piccina.
Una curiosità: la carrozzina è appartenuta proprio alla stessa Silvana Venturini quand’era piccina.
Particolari dello stand di Silvana Venturini a Belgioioso.
Particolari dello stand di Silvana Venturini a Belgioioso.
Ecco le borse Collins of Texas, il brand fondato nel 1946 da Enid e Frederic Collins. Queste sono in legno, anni ’60, e fanno parte della serie con insetti.<br />(simpatica coincidenza: guardate cosa c’è scritto sulla borsa in alto… <em>glitter bugs</em>!)
Ecco le borse Collins of Texas, il brand fondato nel 1946 da Enid e Frederic Collins. Queste sono in legno, anni ’60, e fanno parte della serie con insetti.
(simpatica coincidenza: guardate cosa c’è scritto sulla borsa in alto… glitter bugs!)
L’interno di una borsa Collins of Texas con lo specchietto e la dedica.
L’interno di una borsa Collins of Texas con lo specchietto e la dedica.

L’ho scritto tante volte: sono tremendamente affascinata dalle persone, sono curiosa verso il mio prossimo, ho voglia di fare nuove conoscenze soprattutto quando intuisco e sento che c’è qualcosa di interessante da scoprire. Passando davanti allo stand di Ivory Vintage & Luxury ho avuto esattamente questa impressione: sono stata attirata dall’allestimento, dal mix ben riuscito di forme e colori, dal garbo e dal gusto che gli oggetti emanavano e sono stata attirata da Vendela Wikberg e Silvia Barbieri, due autentiche lady perfettamente a loro agio in quel mondo magico. Dopo varie esperienze nella moda e nel lusso, le due giovani donne hanno deciso di aprire un loro spazio: “abbiamo sentito la necessità di aprire una boutique molto speciale e femminile per la donna che vuole sentirsi unica in un giorno qualsiasi”, dichiarano. A proposito di essere unici: nel loro stand aleggia un sentore, diffuso e delicato, che inebria piacevolmente. Quando ho fatto loro i miei complimenti, mi hanno sorriso complici dicendomi che si tratta di un piccolo segreto: questa cosa mi è piaciuta talmente tanto e mi è sembrata così intrigante che non ho voluto indagare ulteriormente. Evviva i piccoli segreti profumati!

Il raffinato allestimento dello stand Ivory Vintage & Luxury a Belgioioso.
Il raffinato allestimento dello stand Ivory Vintage & Luxury a Belgioioso.
Borse anni ’50 – ’60 in vimini e vinile.
Borse anni ’50 – ’60 in vimini e vinile.
Un’autentica, piccola chicca: quello a destra è un porta rossetti o porta smalti anni ’50. E ha ancora la sua scatola originale.
Un’autentica, piccola chicca: quello a destra è un porta rossetti o porta smalti anni ’50. E ha ancora la sua scatola originale.
Scarpe argento anni ’60
Scarpe argento anni ’60

E veniamo alla mostra che accompagna questa edizione di Next Vintage: come accennavo in principio, è dedicata a Gianfranco Ferré e consiste in una selezione di diciannove abiti, dal 1985 al 2004, di proprietà della Fondazione Sartirana Arte e attraverso i quali è possibile seguire il percorso del grande e compianto stilista scomparso nel 2007.

La mostra è fondata su alcuni concetti chiave legati alla sua attività, parole come memoria, fruibilità, ispirazione.

L’intento è quello di riscoprire il valore che la memoria ha nella moda, una dimensione che è in perenne movimento e che guarda a presente e futuro, è vero, ma che non ignora mai il passato. Ferré ha sempre concepito i suoi abiti come qualcosa che dovesse vivere nel mondo, non ha mai voluto che il frutto del suo operato finisse sepolto in luoghi inaccessibili ai più: al contrario, ha sempre fatto sì che le sue creazioni fossero fruibili da parte di tutti, dei giovani e dei non addetti ai lavori in primo luogo, attraverso esposizioni e manifestazioni come questa di Belgioioso. Credeva che la Moda, quella con la M maiuscola, potesse essere un elemento per documentarsi, un motivo di ispirazione, o anche un semplice stimolo per sognare, fantasticare e avvicinarsi alla bellezza.

Volumi aerei: organza e tulle costruiscono abiti a clessidra trasparenti come paralumi oppure si gonfiano in gonne quasi a mongolfiera, sostenute da lievi strutture.
Volumi aerei: organza e tulle costruiscono abiti a clessidra trasparenti come paralumi oppure si gonfiano in gonne quasi a mongolfiera, sostenute da lievi strutture.

Alchimia della materia: strisce e incroci di organza disegnano la più trasparente delle gonne scozzesi.
Alchimia della materia: strisce e incroci di organza disegnano la più trasparente delle gonne scozzesi.

Come dicevo per Elsa Schiaparelli, sembra essere anche l’anno di Gianfranco Ferré e non solo a Belgioioso: questa è infatti la seconda mostra dedicata al grande stilista e va ad aggiungersi a quella in corso da gennaio al Museo del Tessuto di Prato (“La camicia bianca secondo me” fino al 29 giugno).

E allora mi piace finire questo pezzo proprio con una sua frase.

“La moda è logica, metodo, sistema. È lavoro. Anzi, la moda sono tanti lavori: del disegnatore, del sarto, dell’artigiano, del tecnico.

Servono entusiasmo e dedizione. E curiosità intesa come ricerca continua di stimoli. E cultura intesa come conoscenza delle esperienze altrui, delle espressioni del sapere umano, degli altri orizzonti e delle più diverse realtà di vita. Conoscere e sperimentare, lavorare e sapere esattamente quello che si vuole.

E, soprattutto, non dimenticare mai che la moda è anche sogno.”

Non so, a me vengono i brividi di emozione.

E dunque non perdetevi Belgioioso e Next Vintage, la meravigliosa mostra dedicata a Ferré e l’ensemble di espositori di grande qualità: si va avanti fino a domenica 27 aprile, tutti i giorni dalle 10 alle 20.

Con questo articolo non ho voluto darvi un compendio risolutivo di quanto c’è da vedere, non avrei potuto nemmeno se avessi voluto: ho solo voluto incuriosirvi con alcune mie scelte e mi piacerebbe molto che ognuno sperimentasse poi coi propri occhi e col proprio cuore.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Next Vintage e il Castello di Belgioioso: qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Instagram e qui Twitter

Patrizia Fissore, Tara Vintage: qui il sito e qui la pagina Facebook

Irene Vannini, La Spilla Allegra: per qualsiasi informazione e richiesta scrivete a spillallegra@yahoo.it

Luisa Anselmi, Viola Vintage: qui la pagina Facebook

Silvana Venturini: per qualsiasi informazione e richiesta scrivete a silvent53@yahoo.it

Vendela Wikberg e Silvia Barbieri, Ivory Vintage & Luxury: qui il sito e qui la pagina Facebook

Fondazione Gianfranco Ferré: qui il sito. Qui il sito del Museo del Tessuto di Prato, sede della mostra sulla camicia bianca vista da Ferré.

Fondazione Sartirana Arte: qui il sito e qui la pagina Facebook

Elsa Schiaparelli e la sua maison: qui il sito e qui l’articolo a firma di Simone Marchetti sul debutto di Simone Zanini

Il mio articolo su Next Vintage Belgioioso, edizione di ottobre 2013: qui

Il mio articolo su Next Vintage Belgioioso, edizione di aprile 2013: qui

 

Scorcio del Castello di Belgioioso.
Scorcio del Castello di Belgioioso.
Un altro scorcio del Castello di Belgioioso.
Un altro scorcio del Castello di Belgioioso.
I silenziosi guardiani di pietra del Castello di Belgioioso.
I silenziosi guardiani di pietra del Castello di Belgioioso.
Scorcio della facciata del Castello di Belgioioso.
Scorcio della facciata del Castello di Belgioioso.
La facciata del Castello di Belgioioso.
La facciata del Castello di Belgioioso.

 

 

Tutte le foto sono miei scatti

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Cristina
Reply

Piace moltissimo anche a me il Vintage ma sopratutto la storia che emanano tutti quegli oggetti!!! Bellissimo, io sto aspettando qui a Bassano del Grappa il Vintagemania! Ti seguo!
Buona giornata
Cristina

http://www.1000waystobe.blogspot.it

Manu
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Ciao Cristina e per prima cosa fammi dire che mi fa piacere fare la tua conoscenza anche se virtuale 🙂
Sono felice di leggere che sei anche tu un’appassionata di vintage e che ne apprezzi la storia.
A proposito di Bassano, ti dico una cosa anche se, essendo tu della zona, magari la sai già: proprio in occasione di VintageMania, ci sarà la mostra “Carré Hermès, un foulard per sempre” curata dall’archivio storico di A.N.G.E.L.O., mostra che io ho visto in occasione di Milano Vintage Week e che è magnifica, te l’assicuro. Quindi… buon divertimento!
Buona serata a te,
Manu

P.S.: ora vado a curiosare sul tuo blog, mi fa sempre piacere conoscere cose nuove.

Angela Pavese
Reply

Prendo nota di nomi e date. A me piace il vintage e conservo capi che metto e indosso con cura e ogni volta li riscopro diversi riabbinabili e versatili.
Abbinare il vintage con capi moderni per outfit davvero originali.
grazie per questa bella vetrina
buon week end

Manu
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In verità sono io che ti ringrazio per aver letto e guardato, cara Angela 🙂
E poi hai scritto due cose molto importanti e davvero intelligenti, che condivido in pieno: riscoprire la versatilità dei capi e abbinare il vintage col moderno. Questa è esattamente la personalità della quale parlo spesso.
Buon week-end a te,
Manu

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