Gioielli e Ornamenti di Gianfranco Ferré visti Sotto un’altra Luce

È grazie ai miei genitori che ho avuto una bella infanzia, felice al punto tale che le esperienze di quegli anni si sono poi trasformate in splendidi ricordi e sono diventate le basi delle mie odierne sicurezze di persona adulta.

Tra i tanti ricordi pieni di tenerezza, calore e divertimento, figurano anche i primissimi approcci con la moda: per esempio, ricordo la mia prima borsetta (ero davvero piccina e a testimoniarlo ci sono alcune foto negli album di famiglia) e ricordo altrettanto bene quando mia sorella e io trascorrevamo interi pomeriggi a disegnare figurini, immaginando anche di frequentare gli stilisti che erano famosi in quegli anni, Maestri del calibro di Giorgio Armani, Valentino, Gianni Versace, Ottavio Missoni, Franco Moschino, Gianfranco Ferré.

Ebbene sì, eravamo due bambine dotate di grande fantasia e di idee già chiare ed ecco perché affermo che la moda è una malattia con la quale sono nata.

Immaginate dunque la gioia che provo oggi ogni volta in cui ho la possibilità, il piacere e l’onore di essere testimone di eventi che celebrano la vita e il lavoro di coloro che – da sempre – sono per me modelli e icone.

Immaginate l’emozione che ho provato mercoledì mentre, seduta in una delle meravigliose sale di Palazzo Madama a Torino, ascoltavo con estrema attenzione grandi professionisti impegnati a presentare una mostra importantissima che si intitola Gianfranco Ferré – Sotto un’altra Luce: Gioielli e Ornamenti.

Francesca Alfano Miglietti (curatrice della mostra), Rita Airaghi (direttrice della Fondazione Gianfranco Ferré), Maurizio Cibrario (presidente Fondazione Torino Musei), Guido Curto (direttore di Palazzo Madama) e Franco Raggi (architetto ideatore del progetto di allestimento) hanno raccontato a una platea emozionata e curiosa il progetto della mostra allestita nella Sala del Senato di Palazzo Madama e aperta dal 12 ottobre 2017 al 19 febbraio 2018.

Organizzata e prodotta da Fondazione Gianfranco Ferré e Fondazione Torino Musei, l’esposizione presenta in anteprima mondiale 200 oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda creativa del grandissimo e celeberrimo stilista italiano: per Ferré, l’ornamento ha infatti sempre rappresentato una passione legata in modo inscindibile alle collezioni moda ed è stato il risultato di un approccio appassionato e spesso innovativo, con un’attenzione mai inferiore rispetto a quella da lui riservata all’abito.

La locandina della mostra e sotto un ritratto del Maestro Gianfranco Ferré
La locandina della mostra e sotto un ritratto del Maestro Gianfranco Ferré

A riassumere perfettamente lo spirito e l’essenza della mostra dedicata a Gianfranco Ferré è – naturalmente – la curatrice Francesca Alfano Miglietti, teorica e critica d’arte.

«Ferré costruisce una zona franca all’interno di un proprio mondo di riferimento, elaborando ogni oggetto sulla scia di un sistema di classificazione generale di concetti che diventano oggetti. E così pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili.
Per Ferré l’ornamento non è il figlio minore di un prezioso, ma un concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente.»

Gli oggetti in mostra, realizzati per sfilate dal 1980 al 2007, sono raccontati come complemento dell’abito e suo accessorio ma vengono anche esposti insieme ad alcuni capi in cui è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima.

Anche in questo caso, l’attenzione di Gianfranco Ferré ai materiali si rivela determinante in quanto parte essenziale della sua ricerca.

Gianfranco Ferré – collana con leoni AI 93-94
Gianfranco Ferré – collana con leoni AI 93-94
Gianfranco Ferré – collana in legno PE 93
Gianfranco Ferré – collana in legno PE 93
Gianfranco Ferré – collana PE 97
Gianfranco Ferré – collana PE 97
Gianfranco Ferré – bracciale con pappagallo PE 93
Gianfranco Ferré – bracciale con pappagallo PE 93
Sopra: Gianfranco Ferré – bracciale colonna PE 97 / Sotto: Gianfranco Ferré – AI 2002
Sopra: Gianfranco Ferré – bracciale colonna PE 97 / Sotto: Gianfranco Ferré – AI 2002

Oltre alla mostra, devo dire di aver trovato estremamente interessante il progetto espositivo stesso che è stato realizzato dall’architetto Franco Raggi.

Detto progetto gioca sul contrasto esistente tra la Sala del Senato di Palazzo Madama, ambiente di vertiginosa altezza e di immenso pregio architettonico, e le strutture minimaliste ed essenziali in ferro e vetro dell’allestimento, create appositamente per mettere in risalto la fantasiosa bellezza dei gioielli disegnati dal Maestro Ferré i quali, contenuti all’interno di gabbie e non delle classiche vetrine che spesso creano distanza e possono frenare l’emozione, sembrano librarsi in volo staccandosi dalla penombra (qui, qui, qui e qui trovate alcuni degli scatti che ho realizzato mercoledì).

E se qualcuno si sta chiedendo perché l’unione tra Gianfranco Ferrè (mondo moda) e un’istituzione come Palazzo Madama (mondo arte), prendo in prestito le parole di Guido Curto, il direttore.

«La mostra dedicata ai Gioielli e Ornamenti ideati da Gianfranco Ferré ci offre l’occasione di conoscere e ammirare questo grande stilista ‘sotto un’altra luce’ perché ne svela il lato più intensamente ed emotivamente artistico, in una progettazione che non cerca il lusso ostentativo e la mera apparenza, bensì la sostanza di una espressione poetica correlata ai materiali e alle forme intensamente vivide di colori e di ‘luce’, appunto.
Da questa correlazione strettissima con le cosiddette Arti Decorative, detto alla francese, o Arti Applicate, all’inglese, ma non certo Arti Minori, come vorrebbe la dizione italiana, nasce una mostra che vede la sua ‘prima’ al Museo di Arte Antica di Palazzo Madama, a Torino. Un museo che, si parva licet, è il Victoria & Albert Museum italiano, per la sua ricca collezione e per una programmazione espositiva dove l’Arte è declinata nei più svariati materiali, tecniche e stili.»

Applausi, applausi e ancora applausi a Curto per questo discorso ricco di intelligenza, cultura e sensibilità – così ricco da farmi battere il cuore!

Sottoscrivo ogni singola parola (per me non esistono Arti Minori, l’Arte si può semplicemente esprimere in molti modi) e concludo con un invito: andate a godere di cotanta bellezza.

Andate a godere della sapiente ironia che ha caratterizzato il lavoro di Gianfranco Ferrè – come ha ben ricordato Franco Raggi.

Andate a godere dell’eredità importante del Maestro, eredità che non sono solo gli abiti che ci ha lasciato, bensì l’eredità della sua metodologia, anche perché il valore della presenza non è certo cessato con la scomparsa fisica di Ferré – come ha ben sottolineato Francesca Alfano Miglietti.

Ed è proprio quella presenza che a me ha dato tanta emozione, la stessa presenza della quale parlavo in principio raccontando della mia infanzia e di un grande amore – per la moda, per l’arte e più in generale per la bellezza – nato allora.

La presenza e l’essenza del Maestro si sentono infatti forti e chiare in questa mostra e, mentre mi guardavo attorno con il sorriso ammirando il risultato complessivo dato dal matrimonio tra quella meravigliosa sala e gli incredibili gioielli, ho formulato un pensiero: sì, a Gianfranco Ferré tutto ciò sarebbe piaciuto.

Manu

 

 

 

Gianfranco Ferré – Sotto un’altra Luce: Gioielli e Ornamenti

Sede: Palazzo Madama, Piazza Castello, Torino
Date: dal 12 ottobre 2017 al 19 febbraio 2018
Orari: da lunedì a domenica 10 – 18 / martedì chiuso
Prezzi dei Biglietti Museo/Mostra: intero € 12,00 / ridotto € 10,00

Gianfranco Ferré
Gianfranco Ferré nasce a Legnano in provincia di Milano il 15 agosto 1944.
Dopo la Laurea in Architettura conseguita nel 1969 al Politecnico di Milano, ottiene un primissimo successo come creatore di bijou e accessori.
Seguono la lezione fondamentale dell’India dove vive e lavora per lunghi periodi, la nascita del suo Prêt-à-Porter femminile – nel 1978 – e la fondazione della società che porta il suo nome.
Al lancio dell’abbigliamento maschile, nel 1982, e alla creazione di una gamma articolata di collezioni e accessori realizzati su licenza, si aggiunge l’esperienza dell’Alta Moda, tra il 1986 e il 1989, con la presentazione delle collezioni a Roma.
A seguire, il Maestro riceve il prestigioso incarico presso la maison Christian Dior: Gianfranco Ferré diventa Direttore Creativo per le linee femminili dal 1989 al 1996.
Negli anni successivi, vengono sviluppate numerose altre linee e si susseguono altrettanti significativi progetti.
Nel marzo 2007, lo stilista viene nominato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Gianfranco Ferré si spegne prematuramente il 17 giugno di quello stesso anno.

La Fondazione Gianfranco Ferré
La Fondazione nasce nel 2008 con lo scopo di conservare, ordinare e mettere a disposizione del pubblico – in primo luogo sotto forma di archivio virtuale – tutto ciò che documenta l’attività creativa dello stilista.
A ciò si affianca l’obiettivo di promuovere e svolgere iniziative che abbiano attinenza con la filosofia di Gianfranco Ferré, con la sua cultura progettuale e con la sua concezione della moda e dell’estetica.
La Fondazione si occupa inoltre della cura e della gestione dell’archivio vestimentario che comprende circa 3.000 tra capi e accessori appartenenti alle collezioni Gianfranco Ferré Donna, Uomo e Alta Moda.
Il sito della Fondazione Gianfranco Ferré: qui

Palazzo Madama e il Museo Civico d’Arte Antica
Nel cuore di Torino, Palazzo Madama è uno degli edifici monumentali più rappresentativi del Piemonte e riassume in sé tutta la storia della città.
Attualmente ospita il Museo Civico di Arte Antica, creato nel 1863 con oltre 70.000 opere databili dall’Alto Medioevo al Barocco: dipinti, sculture, codici miniati, maioliche e porcellane, ori e argenti, arredi e tessuti.
Il sito di Palazzo Madama: qui

 

Note di Gianfranco Ferré da interviste, lezioni e cartelle stampa di collezioni

«Credo che il gioiello sia l’elemento più immediato per esprimere un desiderio di bellezza innato, senza tempo, antico quanto la storia dell’umanità, radicato nella nostra sensibilità perché capace di tradurre in realtà emozioni e sensazioni. Il gioiello ha avuto in passato straordinarie valenze rappresentative, come simbolo di ricchezza, potere, prestigio, autorità. Ora è soprattutto manifestazione di personalità. È un mezzo per la rappresentazione di sé. Come l’abito e forse più dell’abito.»

«Nel mio processo di elaborazione creativa, anche quando è applicato all’oggetto-gioiello, si manifesta una grande passione per la ricerca. È nella mia natura partire dalla preziosità autentica, dall’appeal senza tempo insito nel riverbero dei metalli nobili, nei riflessi incantati delle pietre dure, nei bagliori magici del cristallo più puro. È una dichiarazione d’amore, fedele e mai dimenticata, per tutto ciò che è scritto nel DNA del lusso autentico.
A questo si affianca il gusto, in me ugualmente innato, per la sperimentazione che si esprime, per esempio, nella reinterpretazione di materie ‘povere’, storicamente estranee alla cultura del gioiello, come la paglia, la rafia, il legno, il cuoio, la rete.
Oppure dei materiali figli della cultura industriale, come l’intera gamma dei metalli – dal ferro da fonderia, al rame, al bronzo – o il plexiglas, la resina, o ancora la pasta di vetro.
Materie che per me sono fondamentali per conferire al lusso una connotazione nuova, più articolata e fluida, più sfumata, più ricca e stimolante.»

«Nel gioiello, un mondo. O meglio il mondo. Da sempre oggetto di incommensurabile valenza simbolica, per me il gioiello concretizza un’infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche da cui traggo ispirazione.
In ciò non sento la minima differenza tra ‘sognare’ un abito o un gioiello. Perché è del tutto simile l’impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali.»

Ecco, in queste frasi sono contenute alcune delle ragioni per le quali amo immensamente il Maestro Ferré.

 

 

Amo condividere e la condivisione è l’intento che anima ogni mio gesto, soprattutto in questo spazio virtuale: in tale ottica, mi fa piacere lasciarvi tre documenti che contengono alcune ulteriori testimonianze a corredo di quanto vi ho raccontato nonché il link al catalogo della mostra edito da Skira.

Buona lettura

Il perché della mostra – di Rita Airaghi: qui

La narrazione di Gianfranco Ferré – di Francesca Alfano Miglietti: qui

Note sull’allestimento – di Franco Raggi: qui

 

 

 

 

 

Altri miei incontri con l’Arte del Maestro Gianfranco Ferré: qui una mostra di suoi capi che ha accompagnato l’edizione di aprile 2014 di Next Vintage Belgioioso, qui alcuni suoi gioielli visti al salone Origin Passion and Beliefs in giugno 2014, qui alcuni suoi pezzi visti a Palazzo Reale a Milano in occasione della mostra Gioielli alla Moda in novembre 2016.

Nota ulteriore del 27 ottobre 2017: qui il mio articolo per ADL Mag, il blogazine di Accademia del Lusso.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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