Origin Passion and Beliefs: a Vicenza si punta sul talento

Uno dei motivi per i quali ho fondato questo blog è il mio amore verso il talento: non possiedo, purtroppo, la meravigliosa capacità di creare, quindi la ammiro negli altri. Visto, però, che ho tanta passione e che con le parole qualcosa riesco a combinare, ho pensato che il mio talento potesse essere (forse) quello di raccontare le capacità altrui: sono affascinata dalle mille forme che il talento può assumere e sono ammirata davanti ai risultati estremamente diversi ai quali può giungere. Sono stata dunque molto felice quando la direzione della Fiera di Vicenza mi ha invitata a prendere parte alla prima edizione di Origin Passion and Beliefs, manifestazione che si è svolta in maggio in concomitanza con VicenzaOro.

Origin Passion and Beliefs è prima di tutto un’idea: si concretizza in un innovativo laboratorio espositivo dedicato all’universo dell’accessorio moda. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Not Just A Label (NJAL), una piattaforma inglese di scouting di talenti internazionali nata nel 2008 da un’idea di Stefan Siegel.

Ma qual è l’idea di base, secondo me innovativa e vincente? Quella di mettere in mostra non solo il talento, ma anche di dargli possibilità concrete e strumenti effettivi. All’interno di Origin, i 100 designer selezionati, provenienti da 38 paesi, hanno incontrato il saper fare made in Italy, cogliendo opportunità commerciali e di networking: accanto ai designer emergenti e ai brand indipendenti, il salone ha infatti ospitato i super supplier, ossia fornitori specializzati, produttori, fondazioni che promuovono arte e artigianato, istituti di formazione. Origin è diventata così una piattaforma di interconnessione che ha unito in maniera sinergica tutte le diverse competenze e i diversi aspetti del mondo della moda e dell’accessorio: idee, creatività, tecnica, materiali, diffusione.

La prima edizione è partita decisamente col piede giusto: ho colto una miriade di stimoli e ispirazioni sotto forma di colore, forma, materia. Ho toccato, guardato, ascoltato. Ho subito compreso che sarebbe stato impossibile riuscire a vedere tutto e ancora di più parlare con ogni espositore (mi ci sarebbero voluti molti più giorni dei due che avevo a disposizione), quindi ho deciso di lasciarmi guidare da sensazioni ed emozioni.

Ecco cosa ho raccolto.

Per quanto riguarda alcuni dei creativi incontrati, ho intenzione di approfondire la conoscenza in seguito attraverso post dedicati: questo è un assaggio, nella speranza di incuriosirvi e coinvolgervi così come lo sono stata io. Proprio a tale scopo, in fondo all’articolo trovate tutti i link dei brand citati.

Io in treno, destinazione Vicenza
Io in treno, destinazione Vicenza
Conoscere di persona <strong>Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois</strong> è stata per me una grande emozione. Prima di tutto, perché li seguo da ottobre 2012, quando li ho conosciuti grazie a Stefano Guerrini e al lavoro che faccio insieme a lui per il suo magazine WBIS. Secondo, perché ho scoperto che sono due persone fantastiche, piene di entusiasmo e prive di qualsiasi atteggiamento altezzoso.
Conoscere di persona Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois è stata per me una grande emozione. Prima di tutto, perché li seguo da ottobre 2012, quando li ho conosciuti grazie a Stefano Guerrini e al lavoro che faccio insieme a lui per il suo magazine WBIS. Secondo, perché ho scoperto che sono due persone fantastiche, piene di entusiasmo e prive di qualsiasi atteggiamento altezzoso.
Per l’autunno / inverno 2014-­15, la collezione <strong>Arnoldo][Battois</strong> dedica attenzione sempre maggiore al lavoro artigianale e all’unicità del fatto a mano. L’ispirazione ha due matrici diverse: da una parte l’<em>Arts and Crafts</em> e il movimento <em>Bauhaus</em>, dall’altra il passionale mondo folk messicano, ricco di colori. C’è un grande utilizzo di materiali pregiati e di lavorazioni di altissimo livello artigianale, come mosaici di cavallino e nappa con bombature a rilievo di ispirazione anni ’30 e plissettature frammentate da squame delicate.
Per l’autunno / inverno 2014-­15, la collezione Arnoldo][Battois dedica attenzione sempre maggiore al lavoro artigianale e all’unicità del fatto a mano. L’ispirazione ha due matrici diverse: da una parte l’Arts and Crafts e il movimento Bauhaus, dall’altra il passionale mondo folk messicano, ricco di colori. C’è un grande utilizzo di materiali pregiati e di lavorazioni di altissimo livello artigianale, come mosaici di cavallino e nappa con bombature a rilievo di ispirazione anni ’30 e plissettature frammentate da squame delicate.
Morbidi e leggeri pitoni variano nei toni dell’ottanio, del grigio-glicine, del nero e del verde oliva: cavallini vellutati e setosi si accendono di giallo e di arancio, spezzati da tagli netti di nero. Leggerezza e morbidezza sono gli elementi che caratterizzano volumi dalle geometrie scomposte: la <em>doctor bag</em>, la cartella, la <em>cabas</em>, la sacca, la <em>pochette</em> e la borsa da viaggio vengono reinterpretate in chiave contemporanea per soddisfare le diverse esigenze del quotidiano. La maestria di Silvano e Massimiliano contempla virtuosismi straordinari: la <em>shopping bag</em>, per esempio, prevede l’uso di stecche di balena, esattamente come i corsetti di una volta. Il risultato? La borsa resta morbida senza perdere mai la sua forma originale.
Morbidi e leggeri pitoni variano nei toni dell’ottanio, del grigio-glicine, del nero e del verde oliva: cavallini vellutati e setosi si accendono di giallo e di arancio, spezzati da tagli netti di nero. Leggerezza e morbidezza sono gli elementi che caratterizzano volumi dalle geometrie scomposte: la doctor bag, la cartella, la cabas, la sacca, la pochette e la borsa da viaggio vengono reinterpretate in chiave contemporanea per soddisfare le diverse esigenze del quotidiano. La maestria di Silvano e Massimiliano contempla virtuosismi straordinari: la shopping bag, per esempio, prevede l’uso di stecche di balena, esattamente come i corsetti di una volta. Il risultato? La borsa resta morbida senza perdere mai la sua forma originale.
La designer di gioielli <strong>Olga Košica</strong> e il graphic designer <strong>Rok Marinšek</strong> sono la coppia creativa dietro l’etichetta di gioielli <strong>Olgafacesrok</strong>.
La designer di gioielli Olga Košica e il graphic designer Rok Marinšek sono la coppia creativa dietro l’etichetta di gioielli Olgafacesrok.
Ispirato dall’arte contemporanea, dalla scultura, dalla pittura e dalla natura, il loro lavoro nasce combinando materiali, tecniche e tecnologie recenti come la stampa 3D. Olga e Rok si completano a vicenda attraverso i loro background differenti che si traducono in creazioni mozzafiato.
Ispirato dall’arte contemporanea, dalla scultura, dalla pittura e dalla natura, il loro lavoro nasce combinando materiali, tecniche e tecnologie recenti come la stampa 3D. Olga e Rok si completano a vicenda attraverso i loro background differenti che si traducono in creazioni mozzafiato.
Sapete cosa mi ricorda il lavoro di questi due designer? Qualcosa a metà tra le meraviglie della Natura, baccelli e bozzoli prodigiosi, e le creature stupefacenti in stile <em>Avatar</em>.
Sapete cosa mi ricorda il lavoro di questi due designer? Qualcosa a metà tra le meraviglie della Natura, baccelli e bozzoli prodigiosi, e le creature stupefacenti in stile Avatar.
<strong>Helen Rödel</strong> è il marchio creato da <strong>Guilherme Thofehrn</strong>, executive director, e <strong>Helen Rödel</strong>, designer: la loro idea è quella di riunire il meglio di entrambi. Le loro collezioni sono senza tempo: <em>“creiamo non solo per il presente ma anche per il futuro”</em>, mi ha detto Guilherme. I due vengono dal sud del Brasile, precisamente da Porto Alegre: lì il lavoro a maglia si fonde con la tradizione locale e sviluppare design e produzione in loco permette a Helen e Guilherme di creare reddito e di contribuire a rafforzare l’economia regionale. I loro colori sono di un’allegria contagiosa.
Helen Rödel è il marchio creato da Guilherme Thofehrn, executive director, e Helen Rödel, designer: la loro idea è quella di riunire il meglio di entrambi. Le loro collezioni sono senza tempo: “creiamo non solo per il presente ma anche per il futuro”, mi ha detto Guilherme. I due vengono dal sud del Brasile, precisamente da Porto Alegre: lì il lavoro a maglia si fonde con la tradizione locale e sviluppare design e produzione in loco permette a Helen e Guilherme di creare reddito e di contribuire a rafforzare l’economia regionale. I loro colori sono di un’allegria contagiosa.
<strong>Marit Ilison</strong> è un’artista multidisciplinare: si muove tra moda, costumi, installazioni ed esibizioni di design e musica. <em>“Il mio obiettivo principale”</em>, dichiara, <em>“è quello di creare esperienze e sensazioni memorabili”.</em>
Marit Ilison è un’artista multidisciplinare: si muove tra moda, costumi, installazioni ed esibizioni di design e musica. “Il mio obiettivo principale”, dichiara, “è quello di creare esperienze e sensazioni memorabili”.
Io mi sono innamorata dei suoi colori, delle forme, dei materiali e delle lavorazioni esemplari.
Io mi sono innamorata dei suoi colori, delle forme, dei materiali e delle lavorazioni esemplari.
La <em>maison</em> <strong>Tatyana Parfionova</strong> fonda il suo lavoro ventennale su artigianalità, creatività e qualità.
La maison Tatyana Parfionova fonda il suo lavoro ventennale su artigianalità, creatività e qualità.
L’artigianalità è garantita da un team che lavora alla realizzazione di ogni singolo dettaglio. La creatività è a 360°: oltre alla realizzazione dei modelli, la stilista (che è anche autrice di libri e pittrice) crea le stampe che caratterizzano i capi. La qualità è tangibile e soddisfa esigenze estetiche e funzionali: la scelta dei tessuti viene sempre fatta con un orientamento <em>eco-friendly</em>.
L’artigianalità è garantita da un team che lavora alla realizzazione di ogni singolo dettaglio. La creatività è a 360°: oltre alla realizzazione dei modelli, la stilista (che è anche autrice di libri e pittrice) crea le stampe che caratterizzano i capi. La qualità è tangibile e soddisfa esigenze estetiche e funzionali: la scelta dei tessuti viene sempre fatta con un orientamento eco-friendly.
In casa Parfionova, ogni tessuto ha una propria origine, ogni disegno ha la sua storia e ogni abito ha la sua anima.
In casa Parfionova, ogni tessuto ha una propria origine, ogni disegno ha la sua storia e ogni abito ha la sua anima.
Molto presto dedicherò un post alla collezione autunno / inverno 2014 – 2015 della <em>maison</em> Parfionova: c’è contenuto e dunque c’è pane per i miei denti.
Molto presto dedicherò un post alla collezione autunno / inverno 2014 – 2015 della maison Parfionova: c’è contenuto e dunque c’è pane per i miei denti.
<strong>Silvia Ti</strong> ha ereditato il senso del colore dalla madre, pittrice; ha sviluppato l’istinto per la creazione delle forme nell’azienda di famiglia, un negozio storico di arredi, tessuti e complementi nel cuore di Mantova.
Silvia Ti ha ereditato il senso del colore dalla madre, pittrice; ha sviluppato l’istinto per la creazione delle forme nell’azienda di famiglia, un negozio storico di arredi, tessuti e complementi nel cuore di Mantova.
Ha iniziato quasi per gioco a intrecciare materiali ordinari, stringhe per scarpe, cordoni, fettucce elastiche che prendono forma sotto le sue mani e diventano oggetti simili a sculture, in insolite combinazioni di colori e materiali.
Ha iniziato quasi per gioco a intrecciare materiali ordinari, stringhe per scarpe, cordoni, fettucce elastiche che prendono forma sotto le sue mani e diventano oggetti simili a sculture, in insolite combinazioni di colori e materiali.
Lavora a mano libera, lo strumento che usa è la sapienza delle sue dita che sanno trasformare corde colorate in una miriade di pezzi unici: borse dalle forme scultoree, gioielli tessili, paralumi, contenitori intrecciati, tappeti.
Lavora a mano libera, lo strumento che usa è la sapienza delle sue dita che sanno trasformare corde colorate in una miriade di pezzi unici: borse dalle forme scultoree, gioielli tessili, paralumi, contenitori intrecciati, tappeti.
<em>“Amo lavorare con le mani e dare nuova vita a materiali poveri”</em>, dice Silvia. <em>“È una sfida sempre piena di sorprese. Non so mai del tutto cosa sto costruendo fino a quando non ho finito, e nessun oggetto è mai del tutto simile a un altro. Per questo non mi annoio.”</em>
“Amo lavorare con le mani e dare nuova vita a materiali poveri”, dice Silvia. “È una sfida sempre piena di sorprese. Non so mai del tutto cosa sto costruendo fino a quando non ho finito, e nessun oggetto è mai del tutto simile a un altro. Per questo non mi annoio.”
<strong>Harem Royal</strong> è il brand creato da <strong>Srdjan Matijasevic</strong> che dichiara che il suo lavoro <em>“bilancia il bisogno di seduzione dell’Oriente con la fame di potere dell’Occidente”</em>. Basta guardare i suoi pezzi per capire cosa intenda, osservare l’importanza delle forme sposata con la leggiadria dei materiali di origine naturale.
Harem Royal è il brand creato da Srdjan Matijasevic che dichiara che il suo lavoro “bilancia il bisogno di seduzione dell’Oriente con la fame di potere dell’Occidente”. Basta guardare i suoi pezzi per capire cosa intenda, osservare l’importanza delle forme sposata con la leggiadria dei materiali di origine naturale.
“The Garden Collection” rivela il fascino che la Natura esercita sul designer in quanto fonte di complessità e curiosità: la sua fragilità e la sua bellezza sublime vengono trasformate in una forma d’arte. Le pelli esotiche e le ali di farfalle, falene e libellule sono riciclate o vengono da fonti etiche e legali oppure sono antiche.
“The Garden Collection” rivela il fascino che la Natura esercita sul designer in quanto fonte di complessità e curiosità: la sua fragilità e la sua bellezza sublime vengono trasformate in una forma d’arte. Le pelli esotiche e le ali di farfalle, falene e libellule sono riciclate o vengono da fonti etiche e legali oppure sono antiche.
Sono rimasta assolutamente stregata da questo bracciale firmato <strong>Themonik</strong>: il calco è fatto su pelle di coccodrillo sulla quale il metallo è stato colato a caldo. L’effetto è assolutamente realistico.
Sono rimasta assolutamente stregata da questo bracciale firmato Themonik: il calco è fatto su pelle di coccodrillo sulla quale il metallo è stato colato a caldo. L’effetto è assolutamente realistico.
L’incontro con <strong>Chiara Scarpitti</strong> è stato folgorante, uno dei miei amori a prima vista. Chiara è una designer specializzata in gioiello contemporaneo e, nonostante sia giovanissima, la lista di riconoscimenti ricevuti e mostre alle quali ha partecipato è piuttosto impressionante.
L’incontro con Chiara Scarpitti è stato folgorante, uno dei miei amori a prima vista. Chiara è una designer specializzata in gioiello contemporaneo e, nonostante sia giovanissima, la lista di riconoscimenti ricevuti e mostre alle quali ha partecipato è piuttosto impressionante.
Le sue opere esplorano i diversi aspetti del contemporaneo: ibridano la tecnologia con un approccio umanistico e le tecniche di produzione più innovative e avanzate con un’elevata capacità artigianale.
Le sue opere esplorano i diversi aspetti del contemporaneo: ibridano la tecnologia con un approccio umanistico e le tecniche di produzione più innovative e avanzate con un’elevata capacità artigianale.
La sua filosofia? <em>“La composizione tecnica ed estetica del manufatto diventa modello metaforico per la ricostruzione del mondo sociale e politico. Il cambiamento che si configura all’orizzonte annuncia una trasformazione dei processi di produzione materiale e immateriale.”</em>
La sua filosofia? “La composizione tecnica ed estetica del manufatto diventa modello metaforico per la ricostruzione del mondo sociale e politico. Il cambiamento che si configura all’orizzonte annuncia una trasformazione dei processi di produzione materiale e immateriale.”
<strong>ElleBj</strong> e io c’eravamo già incontrati: qui sul blog potete trovare anche un esperimento che ho fatto con loro, indossare un anello per raccontare le sensazioni che mi ha comunicato. ElleBj propone forme ispirate al corpo: <strong>Pamela Ferrario</strong>, general manager, racconta che il brand ama creare gioielli che possano vestirlo. Il brand è molto legato al territorio e alle sue risorse: made in Italy significa per loro artigianato, creatività, attitudine alla bellezza e alla qualità.
ElleBj e io c’eravamo già incontrati: qui sul blog potete trovare anche un esperimento che ho fatto con loro, indossare un anello per raccontare le sensazioni che mi ha comunicato. ElleBj propone forme ispirate al corpo: Pamela Ferrario, general manager, racconta che il brand ama creare gioielli che possano vestirlo. Il brand è molto legato al territorio e alle sue risorse: made in Italy significa per loro artigianato, creatività, attitudine alla bellezza e alla qualità.
<strong>Michelle Lowe-Holder</strong> ha una storia lunga e affascinante, quasi avesse già vissuto due o tre vite.
Michelle Lowe-Holder ha una storia lunga e affascinante, quasi avesse già vissuto due o tre vite.
Canadese di nascita con studi negli Stati Uniti e in Inghilterra alla prestigiosa Central Saint Martins, ha collezionato esperienze importanti nel campo moda, tra le quali una con Topshop.
Canadese di nascita con studi negli Stati Uniti e in Inghilterra alla prestigiosa Central Saint Martins, ha collezionato esperienze importanti nel campo moda, tra le quali una con Topshop.
Nel 2010, Michelle dà una svolta al suo lavoro: punta tutto sul patrimonio dell’artigianato, sul riuso creativo e sulla produzione interamente fatta in Inghilterra.
Nel 2010, Michelle dà una svolta al suo lavoro: punta tutto sul patrimonio dell’artigianato, sul riuso creativo e sulla produzione interamente fatta in Inghilterra.
Le sue creazioni sono apprezzate in moltissimi Paesi e sono state pubblicate in diversi libri.
Le sue creazioni sono apprezzate in moltissimi Paesi e sono state pubblicate in diversi libri.
I colori di <strong>Fondazione Bonotto</strong>, uno dei <em>super supplier</em> di <em>Origin</em>.
I colori di Fondazione Bonotto, uno dei super supplier di Origin.
La Fondazione Bonotto nasce nel 2013. Tra i suoi obiettivi: promuovere attività intellettuali ed artistiche contemporanee, organizzare mostre e seminari, sostenere studi relativi alla storia e alla critica d’arte contemporanea, sviluppare il rapporto tra il sistema dell’arte e il mondo della produzione artigianale e industriale.
La Fondazione Bonotto nasce nel 2013. Tra i suoi obiettivi: promuovere attività intellettuali ed artistiche contemporanee, organizzare mostre e seminari, sostenere studi relativi alla storia e alla critica d’arte contemporanea, sviluppare il rapporto tra il sistema dell’arte e il mondo della produzione artigianale e industriale.
Fiore all’occhiello di <em>Origin Passion and Beliefs</em> è stata la mostra dedicata a <strong>Gianfranco Ferré</strong> che <em>“disegnava collane e cinture che regalava alle amiche quando ancora frequentava il Politecnico”</em>, come racconta Rita Airaghi, direttrice della Fondazione Gianfranco Ferré che raccoglie circa 400 oggetti-bijou creati per le sfilate e più di 200 bracciali.
Fiore all’occhiello di Origin Passion and Beliefs è stata la mostra dedicata a Gianfranco Ferré che “disegnava collane e cinture che regalava alle amiche quando ancora frequentava il Politecnico”, come racconta Rita Airaghi, direttrice della Fondazione Gianfranco Ferré che raccoglie circa 400 oggetti-bijou creati per le sfilate e più di 200 bracciali.
Gli elementi creati dal Maestro ed esposti nella rassegna di Vicenza a cura di Maria Luisa Frisa catturano sicuramente l’attenzione: bracciali-scultura in legno di balsa scurito e lucidato lavorati ad intaglio, collane-totem con pendenti geometrici in legno wengé realizzati per la sfilata primavera / estate 1993 ispirata alla giungla e poi collane e bracciali con una base in schiuma di poliuterano espanso rivestita in nappa laminata oro per l’autunno / inverno dello stesso anno.
Gli elementi creati dal Maestro ed esposti nella rassegna di Vicenza a cura di Maria Luisa Frisa catturano sicuramente l’attenzione: bracciali-scultura in legno di balsa scurito e lucidato lavorati ad intaglio, collane-totem con pendenti geometrici in legno wengé realizzati per la sfilata primavera / estate 1993 ispirata alla giungla e poi collane e bracciali con una base in schiuma di poliuterano espanso rivestita in nappa laminata oro per l’autunno / inverno dello stesso anno.
Rita Airaghi spiega che sono <em>“oggetti con la funzione di decorare il corpo, pensati in relazione alle collezioni presentate e che comunicavano con gli abiti in modo mai casuale”</em>.
Rita Airaghi spiega che sono “oggetti con la funzione di decorare il corpo, pensati in relazione alle collezioni presentate e che comunicavano con gli abiti in modo mai casuale”.
<strong>Carmina Campus</strong>, il brand creato da <strong>Ilaria Venturini Fendi</strong> per realizzare borse e accessori con materiali di riuso, è stato l’altro ospite speciale di <em>Origin</em>. La comunissima lattina è la protagonista della collezione <em>Space Waste</em> che Ilaria Venturini Fendi e Maria Luisa Frisa hanno selezionato per questa mostra. Il look <em>spaziale</em> è dato dall’effetto tridimensionale dei fondi di lattina in alluminio replicato su borse dalla struttura bombata, su bauletti, <em>shopping bag</em> e <em>mini-bag</em> a forma di dado. La pelle è recuperata dai campionari dei pellettieri e i tessuti sono trovati nei fondi di magazzino. <em>Space Waste</em> è una sorta di proiezione del nostro immaginario verso un nuovo futuro in cui coltivare speranze di sostenibilità e forse è anche l’inconscio desiderio di liberarci dell’enorme fardello dei nostri rifiuti spedendoli lontanissimo da noi, verso un vuoto siderale: la collezione ci ricorda però che viviamo ancora su questo pianeta e che dunque dobbiamo salvarlo a tutti i costi.
Carmina Campus, il brand creato da Ilaria Venturini Fendi per realizzare borse e accessori con materiali di riuso, è stato l’altro ospite speciale di Origin. La comunissima lattina è la protagonista della collezione Space Waste che Ilaria Venturini Fendi e Maria Luisa Frisa hanno selezionato per questa mostra. Il look spaziale è dato dall’effetto tridimensionale dei fondi di lattina in alluminio replicato su borse dalla struttura bombata, su bauletti, shopping bag e mini-bag a forma di dado. La pelle è recuperata dai campionari dei pellettieri e i tessuti sono trovati nei fondi di magazzino. Space Waste è una sorta di proiezione del nostro immaginario verso un nuovo futuro in cui coltivare speranze di sostenibilità e forse è anche l’inconscio desiderio di liberarci dell’enorme fardello dei nostri rifiuti spedendoli lontanissimo da noi, verso un vuoto siderale: la collezione ci ricorda però che viviamo ancora su questo pianeta e che dunque dobbiamo salvarlo a tutti i costi.
Nato nel 2006 col motto <em>“creare senza distruggere”</em>, il progetto Carmina Campus continua a fare ricerca sui materiali: è partito da un’intuizione di Ilaria Venturini Fendi che, dopo tante gratificanti esperienze come designer nell’azienda di famiglia e successiva conversione alle tematiche ecologiste, ha trovato la sua personale soluzione, ovvero unire le conoscenze professionali passate alla sua nuova visione su un futuro sostenibile. <em>Waste</em> in inglese è il rifiuto, ma è anche lo spreco, e questo è il tema della ricerca di Carmina Campus. Grazie alla ricchezza delle sue idee e al sapiente lavoro di artigiani che la seguono in questo approccio non omologato, Ilaria Venturini Fendi crea oggetti unici in cui convivono l’usato e il non usato, il prezioso e il povero, il gioco e la funzionalità, il <em>kitch</em> e il minimale, il raro e l’ordinario.
Nato nel 2006 col motto “creare senza distruggere”, il progetto Carmina Campus continua a fare ricerca sui materiali: è partito da un’intuizione di Ilaria Venturini Fendi che, dopo tante gratificanti esperienze come designer nell’azienda di famiglia e successiva conversione alle tematiche ecologiste, ha trovato la sua personale soluzione, ovvero unire le conoscenze professionali passate alla sua nuova visione su un futuro sostenibile. Waste in inglese è il rifiuto, ma è anche lo spreco, e questo è il tema della ricerca di Carmina Campus. Grazie alla ricchezza delle sue idee e al sapiente lavoro di artigiani che la seguono in questo approccio non omologato, Ilaria Venturini Fendi crea oggetti unici in cui convivono l’usato e il non usato, il prezioso e il povero, il gioco e la funzionalità, il kitch e il minimale, il raro e l’ordinario.
Io intenta a fotografare l’installazione del progetto Carmina Campus.
Io intenta a fotografare l’installazione del progetto Carmina Campus.

Cosa ne dite, questo piccolo viaggio in Origin vi è piaciuto?

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Origin Passion and Beliefs – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter

VicenzaOro – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter

Not Just A Label (NJAL) – qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui Instagram

Arnoldo][Battois – qui il sito

Olgafacesrok – qui il sito

Helen Rödel – qui il sito

Marit Ilison – qui il sito

Tatyana Parfionova – qui il sito

Silvia Ti – qui il sito

Harem Royal – qui il sito

Themonik – qui il sito

Chiara Scarpitti – qui il sito

ElleBj – qui il sito (e se volete qui c’è il mio precedente incontro con loro)

Michelle Lowe-Holder – qui il sito

Fondazione Bonotto – qui il sito

Fondazione Gianfranco Ferré – qui il sito

Carmina Campus – qui il sito

Se volete leggere un altro mio articolo su Origin e su Next Jeneration Jewellery Talent Contest 2014, lo trovate qui

 

 

 

Tutte le foto sono miei scatti

Personal look: nelle foto indosso turbante Sine Modus (dettagli qui), gioielli antichi provenienti dall’Afghanistan (dalla mia collezione personale) e mini-bag Patty Toy firmata Braintropy (della quale vi parlerò presto)

 

 

 

Se vi va, potete seguire A glittering woman su Facebook | Twitter | Instagram

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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