Palazzo Reale a Milano ospita gli Incantesimi del Teatro alla Scala

Tra i tanti ricordi della mia infanzia, ci sono quelli legati alla musica.

Ai miei genitori è sempre piaciuta e rammento bene quando, la domenica mattina, durante la bella stagione, mia mamma amava aprire tutte le finestre di casa lasciando entrare l’aria fresca: in quelle mattinate gioiose, non mancava mai la musica diffusa attraverso un giradischi e a riecheggiare di stanza in stanza erano spesso le opere liriche e le note delle arie di Giuseppe Verdi, di Gioacchino Rossini e di molti altri ancora.

È da allora che Madama Butterfly di Giacomo Puccini è una delle mie opere preferite e non dimenticherò mai il libretto che sfogliavo con avidità in cerca di immagini e dettagli né la profonda impressione che la storia di quella e di molte altre opere esercitavano sulla mia fervida fantasia di bambina. Un’impressione, un fascino e un incantesimo tanto forti che, quando qualche anno fa fui invitata dalla contessa Pinina Graravaglia alla festa intitolata Teatro dell’Opera, passai un intero mese a prepararmi per il personaggio che scelsi di interpretare, ovvero Medora, la protagonista femminile de Il Corsaro di Giuseppe Verdi.

Vi racconto tutto ciò per darvi la misura dell’emozione che ho provato settimana scorsa, quando mi sono ritrovata a visitare la mostra Incantesimi – I costumi del Teatro alla Scala dagli Anni Trenta a oggi.

Ve lo confesso, non è stata una visita programmata: in realtà, ero a Palazzo Reale, la sede, per la meravigliosa mostra dedicata a Caravaggio e ho scoperto che, al termine del percorso, si passa attraverso le Sale degli Arazzi che attualmente ospitano l’esposizione Incantesimi.

In cosa consiste tale mostra?

In ventiquattro straordinari costumi che sono stati selezionati e restaurati tra i numerosi abiti di scena custoditi nei magazzini della Scala, ventiquattro costumi che si devono ad alcune delle firme più celebri nella storia del teatro.

Tra tali nomi figurano Caramba, nome d’arte di Luigi Sapelli, mago del Teatro alla Scala negli anni di Arturo Toscanini; Franco Zeffirelli, uomo di spettacolo nel senso più ampio e completo possibile; Anna Anni, attenta e poetica indagatrice delle epoche storiche; i premi Oscar Piero Tosi, Gabriella Pescucci e Franca Squarciapino; Pier Luigi Pizzi, artefice di fasti barocchi; gli stilisti Gianni Versace e Karl Lagerfeld con le loro creazioni rispettivamente per i registi Robert Wilson e Luca Ronconi (trovate le foto qui sotto). E questi sono solo alcuni dei nomi che in teatro hanno sperimentato forme e materie che solo la realtà immaginifica del palcoscenico rende possibili.

Attraverso quattro sezioni tematiche, la mostra Incantesimi celebra la storia e l’identità della Scala, dagli Anni Trenta fino ai giorni nostri: ogni costume rimanda alla creazione di storici spettacoli per la regia di grandissime personalità quali Visconti, Strehler, Ronconi, Wilson, Carsen e molti altri. A indossarli, divi indimenticabili tra i quali figurano Callas, Tebaldi, Fracci, Nureyev.

L’esposizione è curata da Vittoria Crespi Morbio (storica della scenografia teatrale ed esperta dei rapporti tra arti figurative e teatro musicale) ed è una finestra sulla storia del costume che intende mostrare l’evoluzione del gusto e dello stile nonché dei tagli e dei tessuti attraverso la creatività dei più grandi costumisti e il lavoro delle maestranze scaligere.

L’allestimento (firmato da Anusc Castiglioni,  Luca Scarzella, Massimo Zanelli) evoca un palcoscenico teatrale che si estende per quattro sale, con i costumi illuminati come se abitassero la scena, come se vivessero. Sullo sfondo, scorrono le immagini dei grandi interpreti in un gioco di rimandi e suggestioni.

Il restauro e la valorizzazione di gran parte dei costumi esposti sono stati affidati all’Atelier Brancato, gloriosa sartoria teatrale che ha vestito tutti i nomi più illustri della lirica, del balletto e della prosa.

Quello tra moda e teatro è un legame stretto e affascinante che ha origini lontane e che si è fortemente consolidato a partire dalla seconda metà dell’Ottocento grazie a nomi importanti quali Charles Frederick Worth, Paul Poiret, Mariano Fortuny nonché Coco Chanel che, nel 1924, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev, disegnò i costumi per Le Train Bleu, balletto per la compagnia Les Ballets Russes su idea di Jean Cocteau.

A partire dagli Anni Venti del Novecento e per tutto il secolo, nei cartelloni delle più prestigiose compagnie d’opera e di balletto si ritrovano i nomi di Jeanne Lanvin, Pierre Balmain, Christian Dior, Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, John Galliano, Jean-Paul Gaultier, Thierry Mugler, Vivienne Westwood, Christian Lacroix, Rei Kawakubo. Tra gli italiani, brillano i nomi di Elsa Schiaparelli come antesignana e poi Fendi, Armani, Versace, Missoni, Capucci, Coveri, Gigli, Ferretti, Valentino, Marras, Ungaro, Valentino.

Suono, parola, gesto, luce, scenografia: tanti elementi concorrono a creare la magia di uno spettacolo e a essi si aggiunge il costume di scena che è importante e vive di un paradosso – come viene spiegato nella mostra Incantesimi.

Ovvero è creato per essere visto da lontano, eppure gli artisti e gli artigiani che lo creano e lo confezionano amano curarlo fin nei minimi dettagli sebbene essi possano risultare invisibili: dentro ogni costume vi sono pertanto tantissimi segreti, dagli accostamenti cromatici ai decori, dalla scelta di un tessuto alla tecnica di realizzazione, e la mostra riporta in primo piano tutto ciò, offrendo la possibilità di osservare da vicino ricchezza, sfaccettature, dettagli, multiformità, varietà.

Ecco perché ho deciso di condividere questa mostra con voi, cari amici.

Alla luce della liaison esistente tra moda e teatro, due mondi che amo, credo non potesse esistere modo migliore per iniziare il 2018 e per dare il via a un nuovo anno di A glittering woman.

Fino al 28 gennaio, le Sale degli Arazzi di Palazzo Reale a Milano ospitano bellezza e talento: se avete occasione, non perdetela, visitate questa mostra che (per giunta!) è a ingresso gratuito.

Se siete lontani, spero che questo mio racconto attraverso immagini e parole possa darvi almeno un assaggio di quelli che sono autentici incantesimi.

Manu

 

 

La mostra Incantesimi nelle mie foto, in ordine:
Opera I Troiani di Hector Berlioz, costume di Karl Lagerfeld del 1982, personaggio Didone
Opera Salome di Richard Strauss, costume di Gianni Versace del 1987, personaggio Salome
Opera Cinderella di Sergej S. Prokof’ev, costumi di Maurizio Millenotti del 2015, personaggi La Matrigna e Le Sorellastre
Opera Boris Godunov di Modest P. Musorgskij, costume di Nicola Benois del 1960, personaggio Boris Godunov
Opera La Traviata di Giuseppe Verdi, costume di Gabriella Pescucci del 1990, personaggio Violetta Valéry
Opera Idomeneo di Wolfgang A. Mozart, costume di Odette Nicoletti del 1990, personaggio Idamante
Opera La donna senz’ombra di Richard Strauss, costume di Jean-Pierre Ponnelle del 1986, personaggio L’Imperatore
Opera Edipo Re di Igor F. Stravinskij, costume di Pier Luigi Pizzi del 1969, personaggio Giocasta
Opera Lohengrin di Richard Wagner, costume di Ezio Frigerio del 1981, personaggio Lohengrin.
Opera Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi, costume di Piero Zuffi del 1964, personaggio Penelope

 

 

 

Dettagli:

Incantesimi – I costumi del Teatro alla Scala dagli Anni Trenta a oggi

Mostra di Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Associazione Amici della Scala con la collaborazione del Teatro alla Scala – curata da Vittoria Crespi Morbio

Sale degli Arazzi di Palazzo Reale, Milano – qui il sito

Fino al al 28 gennaio 2018

Ingresso gratuito

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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