Il “Teatro dell’Opera” della Contessa Pinina Garavaglia

I sogni a volte si avverano.

Lo scorso anno, avevo iniziato un post con queste parole: oggi, trovo che esse siano ancora attuali e adatte. Il sogno si è infatti ripetuto e lo scorso 28 novembre ho avuto il piacere di partecipare nuovamente alla festa in costume che la Contessa Pinina Garavaglia dà ogni anno nella sua casa.

Pinina Garavaglia è una delle grandi protagoniste della vita mondana italiana e internazionale: è una persona estremamente interessante e piacevole, poliedrica, sfaccettata, dotata di grande intelligenza, acume, sensibilità, cultura ed eleganza.

Sono grata a Pinina per avermi accolta tempo fa e per avermi aperto le porte della sua casa in più occasioni: ora, al fascino che già esisteva quando leggevo di lei sui giornali, si aggiunge tutta la mia stima personale.

La sua festa in costume ha ogni volta un tema differente e quest’anno era dedicata al Teatro dell’Opera: ogni ospite è stato invitato a scegliere e ad interpretare un personaggio, dell’opera o del balletto.

Pinina è una grande estimatrice del teatro tradizionale (non decontestualizzato né trasposto) e dunque teneva molto al fatto che ognuno compisse la propria ricerca storica: la sua idea speciale è stata quella di riunire poi il tutto per ottenere un suo teatro, personale e surreale, nel quale i personaggi – per una volta – potessero festeggiare senza finire male.

Geniale Pinina, quanto ha ragione! Avete mai notato come i personaggi delle opere siano quasi tutte vittime di destini nefasti?

Lei è riuscita a regalare a tutti loro (e a noi che li abbiamo interpretati) una serata di festa, stavolta a lieto fine.

Immaginate di essere a teatro, seduti in trepidante attesa che inizi un’opera lirica o un balletto. Immaginate la tensione e l’impazienza a malapena celate e contenute dal sipario ancora chiuso giusto pochi istanti prima che tutto inizi. Immaginate il carico emotivo che grandi autori come Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini, Georges Bizet, Pietro Mascagni, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo, Vincenzo Bellini, Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Wagner, Pëtr Il’ič Čajkovskij e molti altri ancora hanno saputo infondere in opere immortali che ancora oggi ascoltiamo affascinati.

Questo è ciò che Pinina Garavaglia ha saputo ricreare e offrire agli ospiti della sua festa: sul suo magico palcoscenico, si sono incontrati regine e buffoni di corte, schiavi e figure mitologiche, fate e corsari, faraoni e dogi, principesse e personaggi da fiaba, capitani delle guardie e innamorati celebri, maghe e gran sacerdoti. Solo la raffinata fantasia di Pinina poteva tirare la fila di tutto ciò, caratteri, epoche e luoghi molto differenti tra loro, ricavandone una straordinaria armonia!

La Contessa ha introdotto a tutti ogni singolo ospite che è intervenuto, presentando il personaggio e l’opera, dimostrando delicata attenzione verso ciascuno, cosa molto rara in tempi in cui moltissime persone tendono invece a mettere al centro solo sé stesse dimostrando un ego auto-riferito, esasperato ed esasperante. Pinina, invece, restituisce ogni volta il giusto valore al termine accoglienza e sa perfettamente cosa significhi dare autentica ospitalità.

Ovviamente, la serata è stata perfetta, da lei orchestrata magicamente – ed è il caso di usare entrambi i termini, visto che parliamo di opere musicali e che lei ha impersonato una fata.

Pinina ha infatti interpretato la Fata Confetto de Lo schiaccianoci, il celebre balletto musicato da Pëtr Il’ič Čajkovskij, scegliendo senza dubbio uno dei personaggi più belli: Clara, la bambina che riceve il soldatino giocattolo rotto per dispetto dal fratellino, e lo stesso Schiaccianoci, magicamente trasformato in un Principe, entrano nel Regno dei Dolci e vengono ricevuti proprio da lei, la Fata Confetto.

A Palazzo, la Fata Confetto si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure e si esibisce con lui in un meraviglioso pas de deux.

La Contessa Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto da <em>Lo Schiaccianoci</em> di Pëtr Il’ič Čajkovskij
La Contessa Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto da Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Un’immagine del palazzo della Fata Confetto, tutto ornato da dolcetti e caramelle, in una rappresentazione del balletto
Un’immagine del palazzo della Fata Confetto, tutto ornato da dolcetti e caramelle, in una rappresentazione del balletto

Io ho invece scelto di rappresentare Medora, protagonista femminile de Il Corsaro, melodramma di Giuseppe Verdi tratto dall’omonima novella in versi di George Byron: ad affascinarmi, è stata la storia.

Corrado, corsaro in esilio, è stanco della sua prigionia: pur vivendo con l’amata Medora, decide di andarsene e di sconfiggere il pascià Seid, suo acerrimo nemico, con un attacco a sorpresa.

Corrado, sotto mentite spoglie, irrompe nel bel mezzo di una festa, combattendo contro l’odiato Seid, ma il suo tentativo fallisce e lui viene condannato a morte. Gulnàra, prediletta di Seid, uccide il pascià e libera il corsaro: i due tornano sull’isola dove trovano Medora che, alla falsa notizia della morte dell’amato, si è avvelenata.

Quando Medora muore, Corrado si suicida gettandosi dalla scogliera.

Io nei panni di Medora da <em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi (photo credit: M. Munari)
Io nei panni di Medora da Il Corsaro di Giuseppe Verdi (photo credit: M. Munari)
<em>The Parting Of Conrad And Medora</em>, quadro di Charles Wynne Nicholls
The Parting Of Conrad And Medora, quadro di Charles Wynne Nicholls

Pinina mi ha fatto un gran dono organizzando questa festa e dandomi l’opportunità di essere Medora: come la Contessa, infatti, anch’io adoro l’opera lirica e lo devo ai miei genitori.

Ho un bellissimo ricordo di quand’ero piccina: la domenica mattina, soprattutto durante la bella stagione, mia mamma amava aprire tutte le finestre di casa nostra lasciando entrare l’aria fresca. In quelle mattinate, non mancava mai la musica diffusa attraverso un giradischi e a riecheggiare di stanza in stanza erano spesso le note delle arie di Verdi, di Rossini e di molti altri ancora.

È da allora che Madama Butterfly di Giacomo Puccini è una delle mie opere preferite: non dimenticherò mai il libretto che sfogliavo con avidità in cerca delle immagini e dei dettagli nonché la profonda impressione che la storia esercitava sulla mia fervida fantasia di bambina.

Spesso, qui nel blog e altrove, cerco di parlare del valore della storia, delle tradizioni, della cultura, patrimoni meravigliosi che non possono e non devono morire: so che nel nostro paese, oggi, ci sono tanti bisogni e altrettante emergenze e credo fortemente che la cultura sia una di queste, perché se lasciamo morire la nostra interiorità saremo tutti irrimediabilmente più poveri.

La cultura è una priorità, perché senza storia, valori, tradizioni… cosa siamo mai?

Il cervello e l’anima vanno nutriti al pari dello stomaco, altrimenti cosa resta dell’essere umano? Solo materialità priva di spessore e profondità.

Ringrazio quindi la Contessa Pinina Garavaglia per questa festa, ennesima manifestazione del suo amore per arte, storia, cultura, bellezza nonché dimostrazione concreta della sua indomabile e instancabile volontà di difenderle.

Rigoletto di Giuseppe Verdi con Medea di Luigi Cherubini dalle opere omonime
Rigoletto di Giuseppe Verdi con Medea di Luigi Cherubini dalle opere omonime
Violetta da <em>La Traviata</em> di Giuseppe Verdi
Violetta da La Traviata di Giuseppe Verdi
Il Cigno Nero da <em>Il Lago dei Cigni</em> di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Il Cigno Nero da Il Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Lucrezia Borgia dall’omonima opera di Gaetano Donizetti
Lucrezia Borgia dall’omonima opera di Gaetano Donizetti
Anna Bolena ed Enrico VIII dall’<em>Anna Bolena</em> di Gaetano Donizetti
Anna Bolena ed Enrico VIII dall’Anna Bolena di Gaetano Donizetti
Aida e Radamès dall’<em>Aida</em> di Giuseppe Verdi
Aida e Radamès dall’Aida di Giuseppe Verdi
Io nei panni di Medora da <em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi
Io nei panni di Medora da Il Corsaro di Giuseppe Verdi
Simon Boccanegra dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Simon Boccanegra dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Aida dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Aida dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Medea dall’omonima opera di Luigi Cherubini, la Principessa Jaroslavna da <em>Il Principe Igor</em> di Aleksandr Porfir’evič Borodin, l’Ospite dall’India da <em>Sadko</em> di N. A. Rimsij-Korsakov
Medea dall’omonima opera di Luigi Cherubini, la Principessa Jaroslavna da Il Principe Igor di Aleksandr Porfir’evič Borodin, l’Ospite dall’India da Sadko di N. A. Rimsij-Korsakov
Fata Ada da <em>Le Fate</em> di Richard Wagner e il Principe Azzurro da <em>La bella addormentata</em> di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Fata Ada da Le Fate di Richard Wagner e il Principe Azzurro da La bella addormentata di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Medea dall’omonima opera di Luigi Cherubini
Medea dall’omonima opera di Luigi Cherubini
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, tra Anna Bolena ed Enrico VIII dell’<em>Anna Bolena</em> di Gaetano Donizetti
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, tra Anna Bolena ed Enrico VIII dell’Anna Bolena di Gaetano Donizetti
Oberon da <em>Sogno da Una Notte di Mezza Estate</em> di J. L. F. Mendelssohn e Rigoletto dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Oberon da Sogno da Una Notte di Mezza Estate di J. L. F. Mendelssohn e Rigoletto dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
<em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi
Il Corsaro di Giuseppe Verdi
Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e Andrea Chénier di Umberto Giordano dalle omonime opere
Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e Andrea Chénier di Umberto Giordano dalle omonime opere
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, con Giasone da <em>La Medea</em> di Luigi Cherubini e Desdemona da <em>Otello</em> di Giuseppe Verdi
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, con Giasone da La Medea di Luigi Cherubini e Desdemona da Otello di Giuseppe Verdi
Fata Ada da <em>Le Fate</em> di Richard Wagner e Vittoria da <em>Tutti in Maschera</em> di Carlo Pedrotti
Fata Ada da Le Fate di Richard Wagner e Vittoria da Tutti in Maschera di Carlo Pedrotti
La Regina della Notte da <em>Il Flauto Magico</em> di Wolfgang Amadeus Mozart
La Regina della Notte da Il Flauto Magico di Wolfgang Amadeus Mozart
Lucia di Lammermoor dall’omonima opera di Gaetano Donizetti (tra le mani, libretto originale dell’opera!)
Lucia di Lammermoor dall’omonima opera di Gaetano Donizetti (tra le mani, libretto originale dell’opera!)
Violetta da <em>La Traviata</em> di Giuseppe Verdi e il Principe Cinese da <em>Turandot</em> di Giacomo Puccini
Violetta da La Traviata di Giuseppe Verdi e il Principe Cinese da Turandot di Giacomo Puccini
Radamès da <em>Aida</em> di Giuseppe Verdi e il Principe Cinese da <em>Turandot</em> di Giacomo Puccini
Radamès da Aida di Giuseppe Verdi e il Principe Cinese da Turandot di Giacomo Puccini
Radamès da <em>Aida</em> di Giuseppe Verdi
Radamès da Aida di Giuseppe Verdi
Quadro d’insieme
Quadro d’insieme
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto
Romeo e Giulietta dall’omonimo balletto di Sergej Sergeevič Prokof’ev
Romeo e Giulietta dall’omonimo balletto di Sergej Sergeevič Prokof’ev
Don Carlo dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Don Carlo dall’omonima opera di Giuseppe Verdi
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto con alcuni ospiti e la torta
Pinina Garavaglia nei panni della Fata Confetto con alcuni ospiti e la torta
Giulietta dal balletto <em>Romeo e Giulietta</em> di Sergej Sergeevič Prokof’ev
Giulietta dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Sergeevič Prokof’ev
Dorabella di <em>Così fan tutte</em> di Wolfgang Amadeus Mozart e Violetta da <em>La Traviata</em> di Giuseppe Verdi
Dorabella di Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart e Violetta da La Traviata di Giuseppe Verdi
Papagena da <em>Il Flauto Magico</em> di Wolfgang Amadeus Mozart
Papagena da Il Flauto Magico di Wolfgang Amadeus Mozart
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, con alcuni ospiti
Pinina Garavaglia, Fata Confetto, con alcuni ospiti
Figaro da <em>Il barbiere di Siviglia</em> di Gioachino Rossini e il Cigno Nero de <em>Il Lago dei Cigni</em> di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Figaro da Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e il Cigno Nero de Il Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Io, Medora da <em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi, e Lucrezia Borgia dall’omonima opera di Gaetano Donizetti (photo credit: V. Kiseleva)
Io, Medora da Il Corsaro di Giuseppe Verdi, e Lucrezia Borgia dall’omonima opera di Gaetano Donizetti (photo credit: V. Kiseleva)
Io, Medora da <em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi, e Simon Boccanegra dall’omonima opera di Giuseppe Verdi (photo credit: P. G. Mara)
Io, Medora da Il Corsaro di Giuseppe Verdi, e Simon Boccanegra dall’omonima opera di Giuseppe Verdi (photo credit: P. G. Mara)
Io, Medora da <em>Il Corsaro</em> di Giuseppe Verdi, e Oberon da <em>Sogno di Una Notte di Mezza Estate</em> di J. L. F. Mendelssohn (photo credit: V. Kiseleva)
Io, Medora da Il Corsaro di Giuseppe Verdi, e Oberon da Sogno di Una Notte di Mezza Estate di J. L. F. Mendelssohn (photo credit: V. Kiseleva)
I dolcetti preparati dalla Fata Ada di Wagner come ricordo per tutti gli ospiti: i tre confetti, dal cuore tenero, sono la dovizia di sogni e desideri (quelli con le stelle), di emozioni e sentimenti (quelli coi cuori) e la forza per realizzarli (quelli cosparsi di magica polvere glitterata). La rosa rappresenta la sublime felicità, mentre l’<em>Ouroboros</em> è un simbolo molto antico, un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. Rappresenta l’inestimabile perfezione, l’eternità e quanto c’è di più prezioso: i Valori, con l’oro della sapienza e della saggezza magica.
I dolcetti preparati dalla Fata Ada di Wagner come ricordo per tutti gli ospiti: i tre confetti, dal cuore tenero, sono la dovizia di sogni e desideri (quelli con le stelle), di emozioni e sentimenti (quelli coi cuori) e la forza per realizzarli (quelli cosparsi di magica polvere glitterata). La rosa rappresenta la sublime felicità, mentre l’Ouroboros è un simbolo molto antico, un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. Rappresenta l’inestimabile perfezione, l’eternità e quanto c’è di più prezioso: i Valori, con l’oro della sapienza e della saggezza magica.

C’è tanto bisogno di sognare e di far sognare: Pinina riesce a regalare un magico volo a tutti coloro i quali sono coinvolti e nulla assomiglia alle sue feste che restano uniche e inimitabili.

Per la durata di una sera, dimentico ogni affanno per vivere un sogno a occhi aperti: riesco a dare libero sfogo alla mia fantasia lasciandola correre a briglie sciolte. Ebbene sì, c’è ancora in me una traccia forte della bambina innamorata di Madama Butterfly.

Per merito di Pinina posso essere un’altra persona: che sia una nobildonna della Belle Époque Imperiale (come lo scorso anno) o una sfortunata eroina romantica (come la Medora di quest’anno), il periodo che precede la festa diventa per me l’occasione di una ricerca stimolante e divertente, di un gioco che culmina col trovare un personaggio e dire “sì, posso esserlo”.

Per me, questo è un regalo che non ha termini di paragone e dunque ancora grazie con tutto il mio cuore, cara Contessa Garavaglia.

Manu alias Medora

 

 

 

La pagina Facebook della Contessa Pinina Garavaglia: qui e qui l’album completo della festa.

Ringrazio Pinina per l’uso delle foto che, tranne per le poche eccezioni dettagliate in didascalia, sono opera della bravissima Silvia Cattaneo.

Il costume di Pinina da Fata Confetto e il mio da Medora (nonché quelli di moltissimi ospiti) sono opera della Sartoria Teatrale Arrigo Costumi: qui il sito e qui la pagina Facebook.

Il collier che indosso, con scultura in giada, viene dalla mia collezione personale, acquistato in Cina molti anni fa.

E ora vi saluto con due video che mostrano alcuni momenti della serata.

Il primo è un’aria tratta dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart e cantata dal tenore Francesco Cascione:

Il secondo è l’esibizione di Rigoletto su un’aria tratta dall’omonima opera di Giuseppe Verdi:

Il mio articolo sulla festa dello scorso anno: qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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