Una domenica speciale parte 2: il Circo delle Pulci

Eravamo rimasti al racconto della mattinata trascorsa domenica al mercatino di Porta Genova (potete leggerlo qui): ecco il resoconto del pomeriggio, dove in qualche modo sono state ancora presenti… le pulci. Sono infatti passata dal mercato delle pulci al Circo delle Pulci, per la serie “mi piacciono i posti ad alto tasso di creatività e immaginazione”.

Cos’è il Circo delle Pulci? Il nome fa riferimento all’omonimo spettacolo itinerante che ebbe successo tra Ottocento e Novecento e ne riprende tutta la bizzarria in forma moderna. E’ un misto tra un circo e un mercato: da una parte ci sono artisti che si esibiscono dal vivo, dj set, installazioni e piccoli workshop; dall’altra c’è l’area market che propone espositori vintage e hand made; si aggiunge anche una food court che spazia dalle pizze al sushi passando per i cannoli siciliani. Il Circo è itinerante, come da tradizione, e per questa edizione ha scelto una location tipicamente estiva: le piscine Argelati di via Segantini, proprio dietro Ripa di Porta Ticinese. E per fortuna, un sole meraviglioso ha benedetto la giornata, cancellando definitivamente il grigiore invernale grazie all’allegria di questo popolo variegato.

La locandina
La locandina

Tra le attrazioni, sono rimasta colpita dalla disco armadio: tre minuti di musica dentro un armadio-discoteca. Ci si entra in due, lo spazio è minuscolo e il caso regola la scelta musicale: rock, funky, punk, classico, folk, elettronico… tutto può capitare! Un esperimento da provare, per affidarsi una volta tanto al caso.

Per quanto riguarda la parte espositiva, ho trovato curiosa e divertente la proposta della “Brick (Cabin) Lane”: facendo riferimento alla via londinese famosa per il suo mercato, la zona cabine della piscina è stata trasformata in un’area dove ogni espositore ha allestito la propria cabina come se fosse un mini negozio.

L’area “Brick (Cabin) Lane”
L’area “Brick (Cabin) Lane”

A questo punto voglio raccontarvi di un po’ di cose che mi sono proprio piaciute.

Partiamo dalle creature del marchio Cacciagrossa di Susanna Marabini: avete presente i vecchi trofei di caccia, le teste impagliate di poveri animali? Ecco, dimenticatevele, perché Susanna ha una nuova visione: i suoi trofei sono fatti a mano ed in cartapesta. Le teste di rinoceronti, alci, zebre e altri animali ancora sono realizzati con una tecnica tradizionale che vede aggiungersi strato su strato per un risultato finale pieno di colore e ad alto tasso di fantasia. Se volete saperne di più, questo è il suo sito: http://www.cacciagrossa.co/

Le creature del marchio Cacciagrossa di Susanna Marabini
Le creature del marchio Cacciagrossa di Susanna Marabini

La zia Epi fa piccole creazioni piene di poesia: coccarde e passerotti delicati diventano anelli che tengono compagnia. La creatrice, Giulia Epifani, è una ragazza deliziosa e – incuriosita – mi sono fatta raccontare l’origine del nome del marchio: un’amica ha iniziato a chiamarla scherzosamente così, aggiungendo l’appellativo “zia” alle prime tre lettere del suo cognome. Al nomignolo lei si è affezionata (come la capisco, vedere nome del mio blog) ed è diventato un brand. Potete trovarla sul suo blog http://laziaepi.blogspot.it/ oppure provare a chiederle l’amicizia su Facebook https://www.facebook.com/laziaepi

Le creazioni di Giulia Epifani alias la zia Epi
Le creazioni di Giulia Epifani alias la zia Epi

Francesca Mancini mi ha davvero colpita perché non avevo mai visto nulla di simile alle sue creazioni fatte… col riso! Bianco, nero o rosso, tutte varietà naturali: Francesca ascolta ed interpreta la natura con una grande pazienza, assemblando chicco per chicco. Il risultato è sorprendente ed i suoi pezzi possono anche ricordare creature marine come ricci e spugne. Se volete sapere di più di lei e di Giardinoblu, il suo marchio, potete seguirla sul suo sito http://www.giardinoblu.com/home.html, sul blog http://giardinoblublog.com/ o ancora sulle pagine Facebook https://www.facebook.com/giardinoblu/timeline e https://www.facebook.com/pages/Francesca-Mancini-Rice-Jewellery/1442998145989247?sk=timeline

Francesca Mancini e i gioielli organici di Giardinoblu
Francesca Mancini e i gioielli organici di Giardinoblu

I cerchietti di Illy Trilly sono forse stati pensati per le bambine, ma diciamo che piacciono anche a quelle più grandicelle, come me. L’origine del marchio è una storia deliziosa: due amiche di lunga data fanno una vacanza insieme con due bimbi appena nati e una grande scatola da cucito piena di fili colorati. Per Ilaria, una delle due, il passatempo è diventato una professione: fil rouge del suo progetto è la pelle che di volta in volta viene unita a materiali diversi. Per conoscere meglio Ilaria il suo sito è http://www.illytrilly.com, oppure c’è la pagina Facebook https://www.facebook.com/ILLYTRILLY

I cerchietti di Illy Trilly
I cerchietti di Illy Trilly

Ho trovato Eleonora e Valentina nella parte “Brick (Cabin) Lane”. Il loro brand si chiama Wake up accessories e la dichiarazione d’intenti è più che chiara e riecheggia il loro nome: “svegliarsi presto e scegliere piccoli dettagli da indossare”. Potevo forse trattenermi? Mi sono provata praticamente tutti gli orecchini vintage anni ’80 e avrei voluto continuare coi loro bellissimi colletti fantasia, ma mi sono data un contegno: diamine, ero lì per il reportage! Vi consiglio di fare un giro sulla pagina Facebook di queste due ragazze, https://www.facebook.com/wakeupaccessories

Mi diverto a provare orecchini vintage anni ’80 da Wake up accessories
Mi diverto a provare orecchini vintage anni ’80 da Wake up accessories
Mi diverto a provare orecchini vintage anni ’80 da Wake up accessories
Mi diverto a provare orecchini vintage anni ’80 da Wake up accessories

La tappa successiva, sempre nella zona “Brick (Cabin) Lane”, è stata da Ellis Palmi, ormai una mia amica. Ellis è una ragazza piena di verve e il suo marchio parla di una femminilità non urlata e mai ostentata, perché le sue donne sono principesse. Il suo marchio, Carillon Design, comprende deliziose tovagliette, teli da spiaggia, cuscini e altro ancora: i colori sono pastello, a volte giocano con le fantasie, come quelle azteche, e propongono frasi e detti scherzosi per farci sorridere. Trovate Ellis sul suo blog  http://carillondesign.wordpress.com/ oppure sulla sua pagina Facebook https://www.facebook.com/carillondesign

Le tovagliette di Ellis Palmi e del suo brand Carillon Design
Le tovagliette di Ellis Palmi e del suo brand Carillon Design

Anche Daria Amodio è un’amica. La prima volta che l’ho vista, mi sono perdutamente innamorata delle sue creazioni che sono ispirate ai quadri e alle illustrazioni dello spagnolo Fernando Vicente e a Frida Kahlo, oppure sembrano strizzare l’occhio a vecchie tavole anatomiche. Ci sono i ciondoli, le spille che diventano anche ciondoli e gli anelli, tutte creazioni tutt’altro che banali. Dimenticavo: il suo brand si chiama Charlie Zero. La vera storia non me l’ha ancora raccontata, quindi sarà la scusa per un approfondimento. Voi, intanto, guardate la sua pagina Facebook  https://www.facebook.com/pages/Charlie-Zero/333972043388659

Le creazioni Charlie Zero by Daria Amodio
Le creazioni Charlie Zero by Daria Amodio

I ragazzi di Scarlet Virgo sono una mia passione da tempo: li ho conosciuti grazie a Stefano Guerrini e al lavoro che faccio per il suo magazine WBIS. A loro abbiamo dedicato un pezzo che potete leggere qui. Federico e Celine hanno dato vita al loro brand nel 2009 e propongono collezioni di pezzi unici che mixano creatività, ricerca e rispetto per l’ambiente: non per nulla il loro motto è “unusual accessories for unconventional people”. Da non perdere i loro portamonete fatti con le vecchie musicassette. Trovate Scarlet Virgo qui http://www.scarletvirgo.com/ e qui https://www.facebook.com/scarletvirgocreativelab

Gli zaini Scarlet Virgo di Federico e Celine
Gli zaini Scarlet Virgo di Federico e Celine

Bene, se questo racconto sulla domenica al Circo vi ha convinti, non perdetevi le prossime date. Fedele alla sua anima itinerante e vagabonda, in data 1 e 2 giugno il Circo si sposta al Festival Neverland Art & Music di Porto Cesareo – Lecce (http://www.facebook.com/neverlandartmusicfestival?ref=ts&fref=ts), mentre il 16 giugno tornerà a Milano, alla Galleria d’Arte Garage in via Maiocchi.

E come dicono loro… “venghino, siori, venghino!”

Manu

P.S.: l’ultima sorpresa, il Circo me l’ha svelata al suo esterno, col caravan di Barbara Bigozzi. Barbara ha lavorato a lungo nel mondo della moda ed è un’appassionata di caravan d’epoca: ha unito le due cose trasformando un Airstream Safari del 1970 in un atelier mobile ed itinerante. Il suo brand si chiama Costumi e il caravan comprende una parte “shop”, eclettica boutique, e una parte “shot”, luccicante camerino per trucco, parrucco e styling. La vostra glittering woman poteva forse resistere ad un’idea così scintillante? Se Barbara vi incuriosisce (a me sì, un sacco) la trovate qui https://www.facebook.com/costumishop?fref=ts

Lo scintillante caravan di Barbara Bigozzi e del suo brand Costumi
Lo scintillante caravan di Barbara Bigozzi e del suo brand Costumi

 

Personal look: nelle foto indosso turbante Flapper

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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