Federico Pilia SS 2018: la Haute Couture nel lavoro di un giovane stilista

È iniziata oggi la Milano Fashion Week e, durante questa nuova edizione della settimana tradizionalmente dedicata alla moda, potremo scoprire le proposte di stilisti e designer per quanto riguarda gli abiti e gli accessori per la primavera / estate 2018.

Ho pensato che potesse essere di buon auspicio inaugurare tale settimana presentandovi un’anticipazione dedicata proprio alla prossima bella stagione: a tale scopo, così come mi piace fare spesso, ho scelto ancora una volta il talento di un giovane designer, anche perché credo che i suoi abiti che profumano di passione e maestria siano in grado di farci sognare un po’.

Dovete sapere che, poco prima delle vacanze, sono stata alla presentazione Haute Couture primavera / estate 2018 di uno stilista che si chiama Federico Pilia.

Federico ha una grande passione per la moda nonché un talento interessante: non solo, è un ragazzo intelligente che ha fatto scelte coraggiose e a mio avviso sensate, come optare appunto per la Haute Couture, visto che ready to wear e fast fashion sono oggigiorno settori che possono celare qualche rischio, visto che sono sempre più inflazionati e anche meno creativi (accade spesso e occorre ammetterlo, anche se la cosa mi provoca un certo dispiacere).

E così, Federico si è concentrato su pochi pezzi fatti con amore e cura: la sua capsule collection si compone di quattro outfit che, al momento, sono unici e che verranno personalizzati ad hoc per le future fortunate clienti, cosa che è possibile perché quello di Federico Pilia è vero Made in Italy, realizzato grazie all’aiuto di maestranze giovani, in gamba e appassionate esattamente come e quanto lo è lui.

Con questa collezione, lo stilista ha voluto in particolare trarre ispirazione dai canoni di bellezza degli Anni Trenta nonché dall’Art Déco, il movimento che riguardò l’arte, l’architettura e la moda a partire dal 1920 diffondendosi in Europa e negli Stati Uniti.

Per riprodurre quelle atmosfere, Federico ha condotto un’attenta sperimentazione su materiali e lavorazioni, partendo da tessuti pregiati quali duchesse, organza in pura seta, trame in macramè.

Su questi materiali, lo stilista ha poi mixato un insieme di elementi preziosi e cito per esempio i cristalli Swarovski che, su uno degli abiti, vanno a comporre un gioco floreale che viene definito e delineato da una catena dorata, così come potete vedere nelle foto qui sotto.

Federico Pilia capsule collection Haute Couture SS 2018: i quattro outfit e la lavorazione con cristalli Swarovski e catena dorata su uno degli abiti.
Federico Pilia capsule collection Haute Couture SS 2018: i quattro outfit e la lavorazione con cristalli Swarovski e catena dorata su uno degli abiti.

Alla presentazione, Federico Pilia mi ha guidata in un piacevole viaggio tra i suoi abiti, mostrandomi con giusto orgoglio i dettagli delle lavorazioni certosine che a mia volta vi mostro attraverso gli scatti che ho realizzato.

Mi ha raccontato delle ore trascorse a realizzare i ricami e le incrostazioni di perle oppure a realizzare certi decori dipinti sul tessuto: qui potete vederlo mentre è intento a tingere un pizzo a mano.

Mi ha raccontato di come siano stati necessari dodici metri di stoffa per realizzare la gonna ampia che fa coppia con la camicia in organza. La camicia è stata studiata a partire da un modello maschile, dalla linea pulita fino al collo passando per i gemelli con perle sui polsini: è il plastron centrale a sottolineare la femminilità grazie alla decorazione in pizzo.

Federico mi ha anche raccontato di come siano stati realizzati i corpetti o irrigiditi certi volumi allo scopo di ottenere l’effetto desiderato e la giusta caduta: guardate l’abito nero con le piume oppure l’abito con i cristalli, un numero infinito di cristalli Swarovski cuciti uno a uno.

Infine, mi ha raccontato di come siano state applicate manualmente le piume proprio sull’abito nero che, tra l’altro, è stato coraggiosamente realizzato con la tecnica del moulage.

Perché scrivo coraggiosamente? Perché il moulage è una tecnica manuale, antica quanto nobile, che prevede che il tessuto venga drappeggiato e scolpito direttamente sul manichino sartoriale: va da sé che richiede grande capacità ed è quindi un atto coraggioso aver voglia di cimentarsi con tutto ciò, soprattutto per un giovane che non può ancora contare su una lunga esperienza.

Il risultato? Il macramè si fonde con le piume garantendo un aspetto morbido, leggiadro e fluttuante.

Federico Pilia capsule collection Haute Couture SS 2018. Nell’ultima foto, c’è Federico con due delle sue creazioni.
Federico Pilia capsule collection Haute Couture SS 2018. Nell’ultima foto, c’è Federico con due delle sue creazioni.

Come raccontavo in principio, gli abiti sono nati dalla matita di Federico Pilia e sono stati poi da lui realizzati con l’aiuto di un team di sartoria e modellistica: cito Tamara Cartocci, Eleonora Martinis e Silvia Iotti nonché la sapiente direzione artistica di Biagio Belsito.

La capsule collection è stata racchiusa anche nel contesto della recente sfilata dell’Istituto di Moda Burgo, scuola nella quale Federico sta completando i suoi studi.

A questo punto, qualcuno potrebbe pensare che partire dalla Haute Couture sia un sogno fin troppo ambizioso per un giovanissimo stilista che sta ancora studiando; al contrario, io penso che sia un atto ardito al punto giusto.

Mi piace infatti che Federico non abbia scelto strade banali o furbette; mi piace che la sua passione sia pura al punto tale da rinunciare a possibili scorciatoie.

Avrebbe potuto scegliere qualcosa di facile e veloce, magari una collaborazione su capi di facile consumo allo scopo di riuscire a colpire un pubblico più vasto – penso per esempio a t-shirt e sneaker: lui, invece, ha scelto la strada più impegnativa. Senza ammiccamenti fin troppo scontati, senza fare il piacione, senza giocare facile.

D’altro canto, è lui a raccontare al meglio, con semplicità ma anche con grande forza e passione, il suo percorso.

«Sono nato in un piccolo paese della Sardegna e fin da piccolo sono rimasto attratto dal magico mondo della moda, sognando passerelle e sfilate. Lustrini, pizzo, raso e pietre preziose sono sempre state per me un punto di partenza sul quale fantasticare. Alcune volte, la strada ha delle deviazioni e così ho lavorato e studiato nel settore del turismo, nella speranza di poter intraprendere gli studi come stilista: poi, grazie al blog Experiencelife, ho avuto l’occasione di avvicinarmi a sfilate ed eventi e immaginavo sempre più come sarebbero stati i miei abiti. Quando partiva la musica ed entrava la prima modella, in quell’esatto momento, non vedevo l’abito di un grande stilista, ma vedevo un mondo parallelo in cui quell’abito era disegnato e realizzato interamente da me. La mia vita doveva prendere una piega diversa: ho preso il destino tra le mie mani e finalmente mi sono iscritto all’Istituto di Moda Burgo. Ho deciso di credere in me e la mia strada, ora, la disegno io.»

Bravo Federico: ti ho dato volentieri spazio perché sono sempre dalla parte del talento e di chi ha il coraggio di impegnarsi per realizzare i propri sogni. Noi ci siamo conosciuti proprio ai tempi del tuo blog e, da allora, noto che tanta strada è stata fatta.

Non mi resta che concludere con il mio augurio speciale per te: spero che presto potremo vedere sfilare i tuoi abiti su qualche red carpet prestigioso.

Penso, per esempio, a quanto starebbero bene addosso a qualche attrice in occasione di una manifestazione come la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: francamente, negli ultimi anni, da quelle parti si sono talvolta visti abiti poco interessanti o addirittura poco eleganti (secondo me) ed è un peccato, perché è un luogo – e un’occasione – che meriterebbe raffinatezza.

Dunque perché non sperare che a Venezia trovi spazio un giovane stilista come Federico Pilia, un ragazzo che non ha bisogno di trucchetti tristi (tipo esagerate nudità, spacchi letteralmente inguinali, scollature abissali) per riuscire a raccontare femminilità e bellezza?

Se la pensate come me e se volete continuare a tenere d’occhio Federico e il suo percorso, qui trovate il suo sito, qui la sua pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui quello Twitter.

Io ti seguirò, Federico.

Manu

 

 

 

 

 

Le foto sono tutti miei scatti con la sola eccezione di quella che ritrae Federico con i suoi abiti, foto per la quale ringrazio lo stesso stilista.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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