Feeling like a princess, la quotidianità del lusso secondo MAD Zone

Un paio di settimane fa, ho pubblicato un articolo dedicato a MAD Zone, la creatura di Tania Mazzoleni.

Creatura è il termine giusto, credetemi: MAD Zone è uno spazio vivo, un po’ negozio, un po’ salotto (nel senso più autentico del termine), un po’ laboratorio di moda, arte e design.

L’avevo descritto come “in continua evoluzione”: sono tornata mercoledì scorso per un vernissage e ho avuto la prova che è davvero così, lo store cambia e si evolve continuamente proprio come una creatura vivente.

Ho trovato un allestimento completamente diverso rispetto alla mia precedente visita, sorprendente e – ancora una volta – favoloso: Tania ha infatti pensato che MAD Zone dovesse celebrare l’estate con un evento molto speciale intitolato Feeling like a princess, la quotidianità del lusso.

La volontà dell’iniziativa è quella di rappresentare il mondo del lusso contemporaneo come la possibilità di riconoscere e portare con sé la bellezza ogni giorno, con eleganza, naturalezza e un tocco di ironia: Tania ha voluto mettere in scena l’idea di una moderna principessa, anticonvenzionale e dalla personalità dirompente, e l’ha fatto attraverso le creazioni oniriche e visionarie della stilista inglese Mihaela Teleaga, attraverso lo storico marchio di borse e accessori Leu Locati e attraverso le opere del ritrattista e illustratore Roberto Di Costanzo.

Visto che l’idea di lusso contemporaneo di MAD corrisponde anche alla mia, sono felice di condividere con voi racconto e foto del vernissage di mercoledì 8 giugno.

Inizio parlando della stilista Mihaela Teleaga che ha fondato il marchio Catch Michelle nel 2013 con il desiderio di unire le sue due grandi passioni – l’arte e la moda: Michelle è la traduzione del suo nome in francese, Catch rappresenta l’urgenza di realizzare i propri sogni.

Gli aggettivi onirico e visionario risultano estremamente adatti per descrivere le sue creazioni.

La collezione primavera / estate 2016 è un omaggio ad alcune delle teorie di Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi: non solo, gli abiti sono veri quadri su seta e le stampe sono state create in collaborazione con l’artista romeno Mihai Criste, pittore surrealista. Insieme hanno dato vita a una serie di scene influenzate dalla narrativa antica ma declinate in una raffigurazione moderna e accattivante, tra tinte vivaci e nuovi simboli (tra le foto trovate alcuni dettagli degli abiti, come i novelli Adamo ed Eva che ascoltano musica in cuffia in un Paradiso Terrestre a tinte pop).

Nel curriculum di Mihaela figurano studi in arte, moda, design, storia del costume e sartoria e uno stage importante presso Vivienne Westwood.

Per Leu Locati – nome che è una perla preziosa nel panorama del Made in Italy – l’approdo in via Brera, sede di MAD, è una delle selezionatissime occasioni durante le quali la collezione di borse si mostra al di fuori dello storico laboratorio-atelier di via Cosimo del Fante dove, da oltre 100 anni, accessori la cui perfezione supera il tempo vengono realizzati rigorosamente a mano.

Era il 1908 quando, nel cuore della vecchia Milano, Luigi Locati, uomo appassionato d’arte e di cose belle, aprì una piccola attività artigianale dedicandosi con amore alla decorazione delle copertine in pelle di libri sacri.

Luigi Locati era un artigiano attento con una spiccata sensibilità artistica e imprenditoriale: riusciva a far coesistere mondi apparentemente lontani, unendo la complessa bellezza del decoro delle copertine dei libri e la realizzazione a mano delle cartelle per il clero passando per i preziosi sacchettini ricamati a piccolo punto che le dame della nobiltà tanto amavano portare in occasione delle cerimonie e degli eventi dell’epoca.

Nacque così in lui un profondo interesse per la produzione di articoli in pelle e per il ricamo e si determinò la scelta di abbandonare la strada del decoro sui libri: decise di dedicarsi a tempo pieno all’arte di lavorare pelle e tessuti per proporre contenitori in grado di aumentare l’eleganza e il fascino delle donne.

Così è stato e, decennio dopo decennio, le creazioni Leu Locati si sono viste tra le mani di vere icone come Grace Kelly, Lady Diana Spencer e la Regina Elisabetta II d’Inghilterra: ammirando l’archivio storico del marchio, si possono trovare borse da sera e cerimonia, articoli e accessori da viaggio e anche bisacce, cinture e caricatori per proiettili forniti all’esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale.

La costante ricerca di forme inedite nonché l’intuito di Luigi e dei suoi successori hanno decretato un successo che non si è mai appannato.

<em><strong>Feeling like a princess</strong></em> – gli abiti della stilista Mihaela Teleaga, le borse Leu Locati, le opere di Roberto Di Costanzo e le lampade di Marcello Albini
Feeling like a princess – gli abiti della stilista Mihaela Teleaga, le borse Leu Locati, le opere di Roberto Di Costanzo e le lampade di Marcello Albini

Il percorso tracciato da Feeling like a princess si completa infine con Roberto Di Costanzo.

L’artista romano ha presentato una serie di ritratti a china, grafite e sanguigna e di dipinti a olio: la raccolta – circa una cinquantina di opere – si chiama “La Belle Société” e mostra la bella società italiana tra lusso e moda, ricercatezza e mondanità. Vi sono i volti e le storie di un’Italia alla costante ricerca della bellezza e del benessere, tra riservatezza e ostentazione, nobiltà e finzione, con tutte le sfumature che si frappongono: Roberto è capace di cogliere ogni personalità e restituirne l’essenza con profonda autenticità.

Le opere sono state realizzate tra Roma, Parigi e Milano durante i soggiorni degli ultimi anni: nei suoi incisivi disegni emerge la ricerca dell’espressione e dello studio anatomico; nelle tele a olio vengono narrati, grazie a vivaci pennellate, personalità e caratteri che lo hanno ispirato. Sono stati ritratti, tra i tanti soggetti in mostra, anche l’étoile Carla Fracci e lo stilista Vittorio Camaiani nonché esponenti della cultura e del lusso, della nobiltà e del design, della scienza e della letteratura.

Molti sguardi accolgono dunque noi osservatori in quella che Roberto ha definito – durante una nostra chiacchierata – una quadreria, a ricordo di un vivace collezionismo d’altri tempi: questo termine seicentesco veniva infatti usato per definire collezioni di dipinti che rivestivano le pareti fino al soffitto e che venivano accostati secondo dimensioni, effetti cromatici o temi. Ho amato che Roberto abbia rispolverato questo termine.

Dopo l’Accademia di Belle Arti di Roma con indirizzo scenografia teatrale, spinto dal grande amore per il cinema, Roberto Di Costanzo ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia dove, seguito dal maestro costumista Piero Tosi, si è diplomato in scenografia, costume e arredamento per il cinema. Ha al suo attivo numerose mostre personali e attualmente è docente di storia del costume presso l’Accademia del Lusso e l’Accademia Italiana: conduce inoltre seminari di disegno e pittura.

Sono rimasta particolarmente affascinata dalla veridicità dei disegni che raffigurano dettagli anatomici: Roberto mi ha spiegato che usa questi studi anche con i suoi studenti di moda perché “non si può costruire un abito senza conoscere l’anatomia umana”. Sacrosanta verità.

L’inaugurazione di <em><strong>Feeling like a princess</strong></em> mercoledi 8 giugno presso MAD Zone con alcuni dettagli delle stampe degli abiti di Mihaela Teleaga e delle borse Leo Lucati (incluso uno stupendo pezzo d’archivio, finemente ricamato, indossato da Tania Mazzoleni)
L’inaugurazione di Feeling like a princess mercoledi 8 giugno presso MAD Zone con alcuni dettagli delle stampe degli abiti di Mihaela Teleaga e delle borse Leo Lucati (incluso uno stupendo pezzo d’archivio, finemente ricamato, indossato da Tania Mazzoleni)
Sopra: Roberto Di Costanzo tra le sue opere | Sotto: Tania Mazzoleni, anima di MAD Zone, con le modelle che indossano alcuni degli abiti firmati Catch Michelle in occasione del vernissage <em><strong>Feeling like a princess</strong></em>
Sopra: Roberto Di Costanzo tra le sue opere | Sotto: Tania Mazzoleni, anima di MAD Zone, con le modelle che indossano alcuni degli abiti firmati Catch Michelle in occasione del vernissage Feeling like a princess

Cosa hanno in comune questi tre mondi (moda, sapienza artigianale, arte) uniti da Tania per Feeling like a princess?

Hanno in comune un’idea di lusso e di bellezza che supera ogni concezione di valore materiale.

Mihaela Teleaga crea abiti che sono anche opere d’arte da indossare e fare vivere, esattamente come avviene con le borse Leu Locati, un concentrato di studio e di continuo perfezionamento di tecniche che sono parte della cultura e della storia d’Italia. Roberto Di Costanzo condensa il sapere di generazioni di artisti e arricchisce il mondo del ritratto con il suo istinto, la sua interpretazione e il suo sguardo.

Intorno a loro, MAD Zone ha inoltre costruito una scenografia anch’essa ricca di talento: il design – ulteriore mondo che si aggiunge – è ben rappresentato da Marcello Albini, architetto e designer, e da due sue creazioni che giocano con la luce, entrambe impreziosite da cristalli Swarovski.

Si tratta di Medusa, lampada a sospensione in vetro soffiato prodotta da La Murrina, dalla luce cangiante e ipnotica, e di Heidi, scultura luminosa ispirata al mare e prodotta da Italamp, ideata insieme alla designer Emanuela Venturini.

Io insieme a Silvia Stefanini, stylist e fashion editor, durante il vernissage di <em><strong>Feeling like a princess</strong></em>
Io insieme a Silvia Stefanini, stylist e fashion editor, durante il vernissage di Feeling like a princess

Non posso che chiudere con l’invito che rinnovo ogni volta: non accontentatevi delle mie parole, pretendete di più e – se potete – andate a vedere di persona.

Entrate con curiosità nella dimensione del nuovo lusso tracciata da MAD Zone, il lusso vero, quello fatto di bellezza, conoscenza e valore intrinseco e autentico, perché ci sono tesori costosi e ci sono, invece, tesori preziosi.

La differenza sembra sottile ma in verità è fondamentale: Tania è bravissima a trovarne del secondo tipo.

Manu

 

 

 

 

Tutte le foto dell’evento Feeling like a princess vengono dalla pagina Facebook di MAD Zone

 

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

MAD Zone si trova in via Brera 2 a Milano

Orari di apertura: lunedì 15:30 – 19:30 | dal martedì al sabato 10:30 – 19:30

Qui trovate il sito di MAD Zone, qui la pagina Facebook e qui l’account Instagram.

Qui trovate il mio precedente articolo su MAD Zone.

Qui trovate il sito e qui la pagina Facebook del marchio Catch Michelle.

Qui trovate il sito e qui la pagina Facebook di Leu Locati.

Qui trovate il sito e qui la pagina Facebook di Roberto Di Costanzo.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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