C’è tempo per un altro desiderio? Anzi… per un Desirù!

Lo confesso: il fatto che la mia passione per gli accessori inizi ad essere conosciuta mi fa piacere e sono contenta quando vengo interpellata per testare nuove creazioni che poi posso presentare qui sul blog. È una passione sincera, quindi sono felice di condividerla.

Sono curiosa, ormai lo sapete, e, da buona collezionista quale sono, esiste sempre un nuovo pezzo da desiderare e da aggiungere a quelli che già ho, soprattutto quando si parla di bijou. Recentemente mi hanno presentato una nuova linea di bracciali: si chiamano Desirù e credo che io abbia impiegato giusto un paio di minuti per innamorarmene.

Adesso vi racconto perché.

Primo motivo: la storia. Desirù nasce in una sera d’estate, a Milano, da uno scambio di idee “tra persone simili e diverse, uniche ma come tanti, semplici e complesse al tempo stesso”. L’idea è quella di creare un simbolo che possa stare bene al polso di tutti: segue uno studio e la ricerca dei materiali più adatti. Lo slogan è composto da tre verbi, un invito coerente col pensiero di base e che diventa il messaggio del brand: “distinguiti, decorati, differenziati”.

Secondo motivo: i materiali, le finiture, le caratteristiche. I bracciali Desirù sono realizzati con tessuti detti chirimen che da millenni vengono utilizzati per confezionare i kimono: mi sono informata e ho scoperto che con chirimen si intende una seta sintetica tradizionale giapponese. Dovete sapere che nutro da sempre una passione viscerale per le culture orientali. Ho attraversato il Vietnam da nord a sud, sono stata a Taiwan, ho assaggiato la Cina e mi sono innamorata di Shanghai: uno dei miei sogni è visitare il Giappone e dunque tutto ciò che me lo ricorda mi è gradito. Per incontrare il gusto di tutti, la prima collezione Desirù è fatta da tre bracciali tinta unita (nero profondo, viola intenso, verde acido) e da otto bracciali caratterizzati da fantasie floreali. La componentistica metallica è interamente in acciaio inossidabile, anallergica e priva di nickel: il bracciale è chiuso da un piccolo moschettone e ha una stellina con l’iniziale D. Ogni bracciale è disponibile in due misure e un ulteriore tratto distintivo è dato dai bottoni: sono ricoperti con eleganti tessuti colorati. E infine c’è un altro dettaglio per me non trascurabile: i bracciali Desirù sono realizzati in Italia.

Terzo motivo: a ciascuno il suo. Ogni modello ha un nome fantasioso: qualche esempio? “Abbraccio rosso”, “Zucchero filato”, “Non sono io il più tenero”. E ogni modello ha il suo significato, a seconda del colore predominante. Il blu? Il colore della calma. Il rosso? Simbolo dell’energia vitale. Il viola? Rende seducenti.

Quarto motivo: il prezzo. L’idea è stata quella di creare un oggetto semplice e allo stesso tempo elegante e raffinato: un bracciale che potesse stare bene al polso di tutti e che avesse un prezzo accessibile. Detto fatto: i Desirù costano 12 euro. Fanno eccezione solo due modelli, venduti rispettivamente a 15 euro (con ciondolo Gingerbread Man) e a 18 euro (con ciondolo a forma di cuore).

Quello che ho ricevuto in dono io giusto un paio di giorni fa si chiama “Fuochi nella notte”: la base è nera con fantasie floreali tendenzialmente rosse, così come rosso è il bottone. Il nero viene definito come il colore dell’eleganza ma anche della ribellione e della segretezza.

Lusingata, merci 🙂

Ho già spiegato la mia idea circa il Natale: non mi piacciono i suggerimenti studiati ad hoc, preferisco parlare di cose che si possano usare sempre e che mi sento di consigliare ogni giorno dell’anno. Direi che il bracciale Desirù è arrivato al momento giusto e si va a unire a tutti i brand di cui vi ho parlato finora, giorno dopo giorno. Lo ripeterò, a costo di essere noiosa: se potete, appoggiate nomi emergenti. Aiuta tutti noi perché aiuta la creatività, la fiducia, l’economia e l’ottimismo.

Se poi si tratta di spendere 12 euro, come in questo caso, per aggiudicarsi un oggetto delizioso e che non ci stancherà dopo le feste… ben venga, no?

Manu

 

 

“La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!”

Johnny Depp – ovvero Il Cappellaio Matto – in “Alice in Wonderland” di Tim Burton

 

 

Per entrare nel mondo Desirù:

Qui il sito, qui l’e-shop, qui Twitter.

Inoltre, se siete di Milano o se sarete a Milano prossimamente, tenete gli occhi aperti e cercate L’Ape Desirù: fino al 19 gennaio, un moving shop sarà in giro per le vie del capoluogo meneghino 🙂

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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