Savelli, design italiano e qualità svizzera per il cellulare gioiello

“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”, scriveva William Shakespeare nella commedia “La Tempesta”. E in uno dei cartoni Disney più amati, Cenerentola cantava “i sogni son desideri di felicità”. Non c’è nulla da fare: sognare è un’attività onnipresente profondamente insita nell’uomo.

Sarà che i sogni sono spazi liberi, non hanno frontiere o strade obbligate lungo le quali camminare: nei sogni possiamo essere qualunque cosa vogliamo essere. Alcune delle cose delle quali parlo qui sul blog sono decisamente fuori dalla mia portata e probabilmente lo saranno sempre: sono sogni, appunto, o anche desideri. Tanto i sogni sono gratis e non ci sono mutui da onorare, bollette da saldare, tasse dell’università a cui far fronte: non ci sono conti da pagare e non si deve nemmeno passare alla cassa. Pensavo a tutte queste cose venerdì scorso, mentre mi presentavano dei cellulari decisamente oltre le mie possibilità ma tanto belli da farmi sognare di essere una principessa che alla sera esce, rigorosamente in abito lungo, con una microscopica clutch tra le mani: al suo interno, solo un rossetto e un cellulare gioiello. Gioiello nel vero senso della parola, come quelli firmati Savelli, prestigioso brand del segmento lusso che unisce il design italiano e la qualità svizzera.

Savelli ha infatti lanciato una linea di smartphone, il primo prodotto tecnologico creato espressamente per un pubblico femminile. Badate bene, telefono e non cover: realizzato a mano in Svizzera come un gioiello esclusivo, si veste di metalli e pietre preziose. Qualche dettaglio? Luminosi diamanti, oro rosa 18 carati scolpito e lucidato a mano, pellami esotici, ceramica high-tech resistente ai graffi, vetro zaffiro bombato che protegge gli schermi.

Dal punto di vista tecnico, i cellulari Savelli si avvalgono del sistema operativo Google Android con interfaccia grafica personalizzata: hanno una memoria di 32 GB di cui 24 disponibili per la musica, le immagini e i file. Ovviamente sono dotati di fotocamera su fronte e retro e una curiosità ulteriore è rappresentata dalle suonerie: sono state composte appositamente da Stéphane Pompougnac, artista e DJ francese che ha pubblicato più di 20 compilation.

La prima collezione Savelli si chiama Jardin Secret ed è composta da undici modelli disponibili nelle boutique più rinomate, inclusi Harrods a Londra e Pisa Orologeria a Milano. Disegnato con gusto italiano, ciascun modello ha linee sinuose: i telefoni possono anche essere personalizzati con un servizio su misura.

Modello White Ice: oro rosa 18 carati, componenti e pulsanti in ceramica bianca high-tech, coccodrillo bianco
Modello White Ice: oro rosa 18 carati, componenti e pulsanti in ceramica bianca high-tech, coccodrillo bianco
Modello Blue Jeans Ostrich: acciaio lucidato, pulsanti in oro rosa 18 carati, componenti in ceramica bianca high-tech, struzzo blu
Modello Blue Jeans Ostrich: acciaio lucidato, pulsanti in oro rosa 18 carati, componenti in ceramica bianca high-tech, struzzo blu
Modello Champagne Diamonds: oro rosa 18 carati, 395 diamanti bianchi e cognac per un totale di 4,68 carati, componenti e pulsanti in ceramica bianca high-tech, satin color champagne
Modello Champagne Diamonds: oro rosa 18 carati, 395 diamanti bianchi e cognac per un totale di 4,68 carati, componenti e pulsanti in ceramica bianca high-tech, satin color champagne
Modello Emerald Iguana: mix di acciaio lucidato e oro rosso 18 carati, componenti in ceramica bianca high-tech, iguana color smeraldo
Modello Emerald Iguana: mix di acciaio lucidato e oro rosso 18 carati, componenti in ceramica bianca high-tech, iguana color smeraldo

Lo smartphone firmato Savelli è tenuto a battesimo da alcuni personaggi importanti.

Julia Restoin Roitfeld è la musa del brand: il leggendario fotografo Patrick Demarchelier, uno dei più rinomati fotografi di moda, l’ha immortalata per la campagna pubblicitaria. Julia, modella e art director, si occupa di collaborazioni artistiche nel campo della moda: ha prestato il suo volto per importanti campagne pubblicitarie e non è raro trovarla ritratta sulle principali riviste di moda. È figlia d’arte visto che sua madre è la celebre Carine Roitfeld, una delle personalità più influenti nel panorama della moda mondiale.

Ambasciatrice del brand in Italia è invece Chiara Pisa: imprenditrice e appassionata di orologi, ha creduto da subito nel progetto, dando al brand e al suo smartphone la possibilità di essere presente nello spazio Pisa Orologeria di via Verri.

Savelli ha già messo a segno la sua prima vendita da capogiro da Harrods: un modello da 120 mila euro, nero con diamanti bianchi da sette carati con taglio baguette.

Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli
Julia Restoin Roitfeld fotografata da Patrick Demarchelier per Savelli

Qualcuno ricorda lo slogan “Una telefonata allunga la vita”? Era il 1993 e la Telecom era ancora Sip: uno spot pubblicitario mostrava un condannato a morte, interpretato da Massimo Lopez, che esprimeva il suo ultimo desiderio davanti a un plotone di esecuzione in un fortino in stile Legione Straniera. Lopez chiedeva di poter fare un’ultima telefonata che, naturalmente, finiva per risultare infinita: al primo seguirono infatti una decina di spot. Beh, forse il cellulare coi diamanti non allungherà la vita ma di certo la renderà più brillante 😉

Vi confesso una cosa. Io col cellulare ho uno strano rapporto, diciamo che non è l’oggetto che amo di più. Stare al telefono mi annoia e dunque non sono una patita che deve avere a tutti i costi l’ultimo modello. Penso dei cellulari quello che più o meno penso delle automobili: l’importante è che assolvano alla loro funzione, il resto non mi importa molto. Attualmente ho un iPhone ereditato da Enrico, la mia metà: non volevo decidermi ad abbandonare un mio vecchissimo Nokia, poi ho ceduto solo perché uso tanto Instagram e perché mi faceva comodo avere una fotocamera che stesse anche in tasca. Figuratevi che al momento ho una cover a forma di maialino, rosa shocking e di gomma: quasi quasi mi vergognavo a tirarlo fuori lì, nella bellissima Presidential Suite dell’Armani Hotel, in mezzo a tutte quelle meraviglie in oro rosa e materiali preziosi. A me la mia cover piace, ma volete mettere coi diamanti?

A proposito, per questi telefoni derogherei volentieri alla mia regola “basta che funzioni”. Chi ha orecchie per intendere… intenda! Dite che resterò con la mia cover a forma di maialino? Meno male che ci sono sempre i sogni.

Manu

 

 

Per approfondire:

Qui il sito Savelli, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui Instagram e qui il canale YouTube

 

 

Qualche ricordo dalla presentazione Savelli Jardin Secret del 21 marzo 2014 presso la Presidential Suite dell’Armani Hotel: i miei scatti

Dettaglio del modello Champagne Diamonds
Dettaglio del modello Champagne Diamonds
Lo <em>smartphone</em> Champagne Diamonds, il mio preferito, tra le mie mani
Lo smartphone Champagne Diamonds, il mio preferito, tra le mie mani

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Irene Navarra
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Articolo, come al solito, intelligente. Soprattutto perché velato da un pizzico di contestazione davvero opportuna. Una cover- maialino per il cellulare mi farebbe impazzire. Io avevo un Nokia-mucca pezzata che adoravo. E’ andato in pezzi. Schiacciato dalla portiera della macchina. Ahimè!
Bravissima, Manu! Mi sono sentita partecipe ai tuoi sentimenti. Così aggiungo citando Giovanni Pascoli: ” il sogno è l’infinita ombra del Vero” (“Alexandros”).
Alla prossima avventura.
Irene

Manu
Reply

Devo dire che riesci a leggermi come un libro aperto, cara Irene.
Te lo confesso: a volte mi sono interrogata circa l’opportunità di pubblicare o meno alcuni articoli. Talvolta mi chiedo se, in tempi come il nostro, sia giusto pubblicare cose che vanno oltre le possibilità di molti (e delle mie per prima). Ma poi mi dico che la bellezza e il sogno non vanno fermati: è aspirare al meglio che da sempre ci fa restare in movimento, attivi, pronti a trovare soluzioni. Come ho scritto in un altro post, l’Inutile spesso si rivela più utile delle cose concrete quanto al tenerci vivi.
Il tutto, però, va fatto con un pizzico di ironia e auto-ironia che non guastano mai: guai a prendersi troppo sul serio, è la fine. Proprio quel sottile velo dato dal punto di vista personale ci mantiene credibili – secondo me.
La citazione di Pascoli è meravigliosa.
Alla prossima, sì: ci conto.
Manu

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