Sicis Jewels e il fascino senza tempo del micro-mosaico

Qualche settimana fa sono stata invitata all’apertura della nuova boutique milanese di Sicis Jewels.

Recentemente mi era capitato di scrivere in un altro post che, in occasione di presentazioni e lanci di nuovi progetti, chiedo di essere sorpresa, stupita, istruita, incantata, incuriosita, affascinata: nel caso di Sicis Jewels sono stata accontentata, perché ho visto qualcosa di davvero speciale, unico e diverso.
Non per nulla il brand è molto corteggiato anche da altre maison di gioielleria: perché?
Perché i gioielli Sicis brillano non solo grazie a materiali e pietre preziose, ma anche attraverso una tecnica raffinatissima che profuma di storia.

Forse il nome Sicis vi è familiare per quanto riguarda l’architettura e il design d’interni: siete sulla strada giusta, il brand si occupa di mosaico artistico e oggi porta la sua maestria nel mondo del gioiello.
Il giorno dell’inaugurazione della nuova boutique di via della Spiga, sono stata condotta in un modo affascinante, quello del micro e del nano-mosaico: mi fa piacere condividere con voi la storia e le tecniche che rendono questi gioielli affascinanti non solo nel risultato finale, ma anche nel percorso da intraprendere per crearli.

Mi è stato spiegato che il periodo di maggior splendore dell’arte del micro-mosaico è stato il XVIII secolo, quando i maestri mosaicisti romani esportavano le loro parure di gioielli in tutto il mondo e soprattutto presso la corte di Parigi, per le collezioni private di Maria Luisa d’Austria e di Carolina e Giuseppina Bonaparte.
Questo fatto ha solleticato la mia curiosità e così ho fatto qualche ricerca: mi era stato fatto, per esempio, il nome di Raffaelli.
Ho scoperto che Giacomo Raffaelli è stato il più noto mosaicista del ‘700: a lui si deve la creazione, nel 1775, del mosaico minuto (micro-mosaico), tecnica con la quale riprodusse L’Ultima Cena di Leonardo.
Raffaelli inventò un composto siliceo che poteva essere filato e trasformato in bacchette sottilissime dalle quali ricavò delle tessere minute: le sue opere sono oggi conservate in alcuni dei più importanti musei del mondo.

Pendenti in mosaico, Musei Civici del Castello Visconteo – Pavia (photo credit: Lombardia Beni Culturali)
Pendenti in mosaico, Musei Civici del Castello Visconteo – Pavia (photo credit: Lombardia Beni Culturali)

Per gli aristocratici dell’epoca, i gioielli realizzati con la tecnica del micro-mosaico rappresentavano un ricordo dei viaggi in Italia: era il periodo dei cosiddetti Grand Tour, quando si visitavano le città d’arte italiane per conoscerne la cultura, l’arte e le antichità.
Nacquero così vari laboratori artigianali nei quali si realizzavano souvenir di alta qualità tra i quali micro-mosaici raffiguranti soggetti neoclassici e vedute di monumenti, fiori, animali e scene di vita popolare.

Recentemente mi era capitato di rimanere incantata proprio davanti ad alcuni di questi antichi gioielli in micro-mosaico.
Avete presente le botteghe orafe che animano Ponte Vecchio a Firenze? Tra di esse ce ne sono un paio che si occupano in particolar modo di antiquariato e proprio lì mi era capitato di ammirare alcuni pezzi realizzati attraverso quest’arte mirabile che è tuttora considerata una forma di “pittura eterna”.

Il mosaico minuto è dunque una delle più antiche ed elaborate tecniche di produzione di gioielli, una tradizione andata poi quasi persa.
Sicis ha la sua sede a Ravenna, indiscussa capitale mondiale del mosaico di tutti i tempi con otto siti ai quali è stato riconosciuto lo status di patrimonio mondiale dell’UNESCO: l’azienda ha studiato minuziosamente le collezioni di gioielli del ‘700 e ‘800 conservate presso l’Ermitage di San Pietroburgo e presso i Musei Vaticani e questo progetto ha comportato 25 anni di ricerca storica e la creazione di un atelier completamente dedicato allo studio dell’arte del micro-mosaico.

Dopo anni di esperimenti e grazie all’impiego di notevoli risorse tecnologiche e umane, nel 2012 è stata finalmente presentata la prima collezione.

Sicis O’Clock – Gardenia Collection, Savane Gardenia Satin (photo credit: Sicis)
Sicis O’Clock – Gardenia Collection, Savane Gardenia Satin (photo credit: Sicis)
Sicis O’Clock – Memento Mori Collection, Tenebris (photo credit: Sicis)
Sicis O’Clock – Memento Mori Collection, Tenebris (photo credit: Sicis)

Oggi, i maestri Sicis continuano a forgiare a mano sottilissime bacchette di smalto veneziano, a sezione tonda o piatta, ottenute dalla fusione di 9 colori madre a 1.200 gradi, realizzando infinite combinazioni di colori e sfumature.
Dal taglio delle bacchette nascono migliaia di preziose nano-tessere che vengono incastonate a mano, creando pezzi unici, esclusivi e irripetibili, dall’effetto tridimensionale stupefacente.
Alcune bacchette vengono addirittura incamiciate, ovvero avvolte una sull’altra in una sorta di abbraccio: il tutto deve avvenire a una temperatura ben precisa e nel momento perfetto per far sì che i colori restino distinti e non si mischino.
Un’operazione delicatissima e che mi ha davvero affascinata.

Le creazioni Sicis presentano disegni figurativi oppure astratti e simbolici: in tutti i casi, a colpire l’occhio sono la tridimensionalità e le mille sfumature di colore ottenute grazie a una grande perizia artigianale.
Per completare un gioiello o il quadrante di un orologio servono decine di ore di lavoro, un ottimo senso del colore, una precisione millimetrica e una pazienza infinita: gli artigiani fissano ogni nano-tessera singolarmente, molto spesso eseguendo i disegni a mano libera.

Tra tutti i maestri artigiani che già lavoravano in Sicis, sono stati scelti quelli più portati a eseguire le micro-lavorazioni e il risultato non lascia spazio ad alcun dubbio.
Sono stata colpita dal fatto che due opere possono essere simili ma mai – ovviamente – perfettamente identiche per la natura stessa della lavorazione: per un occhio esperto è addirittura possibile distinguere attraverso le caratteristiche di un’opera chi sia il maestro che l’ha creata.

Sicis ha pensato anche ad alcune collaborazioni atte a dare interpretazioni stilistiche diverse.
Una di queste è stata quella con Roger Thomas, interior designer americano di fama internazionale: un’altra collezione è stata invece progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas con la moglie Doriana.

Sicis O’Clock – Flutterby Collection, Desire (photo credit: Sicis)
Sicis O’Clock – Flutterby Collection, Desire (photo credit: Sicis)
SICIS O’Clock – Memento Mori Collection, Opulentia Plus (photo credit: Sicis)
SICIS O’Clock – Memento Mori Collection, Opulentia Plus (photo credit: Sicis)

La boutique di via della Spiga 9, nel cuore del quartiere della moda di Milano, è la prima dedicata esclusivamente ai gioielli Sicis Jewels e alle collezioni di orologi Sicis O’Clock.
Dopo il negozio situato nel triangolo d’oro del lusso a Parigi e dopo la boutique aperta a Istanbul nella strada dello struscio più elegante, è ora la volta di Milano.

A mio avviso, Sicis risulta tradizionale e rivoluzionaria al tempo stesso: la miscela di antica sapienza, materiali preziosi e tecniche esclusive ha permesso alla maison di innescare una nuova epoca d’oro per il micro e il nano-mosaico.

Lunga vita all’arte, alla bellezza, all’originalità e al recupero di tecniche che non devono andare perse.

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito Sicis (e qui il sito dedicato Sicis Jewels), qui la pagina Facebook, qui Twitter.

 

 

Qualche mio scatto all’evento del 7 aprile 2014

Dal video che racconta la nascita dei gioielli e degli orologi Sicis<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Dal video che racconta la nascita dei gioielli e degli orologi Sicis 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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