Dimensione Danza: dal contest Lose Control alla collezione GoAskGinger

Sono una che si butta, quindi ho pochissimi rimpianti legati a cose che avrei voluto fare: sono piuttosto un tipo da rimorsi, quelli sì, perché a volte ho fatto proprio delle gran stupidaggini, lo ammetto. I pochi rimpianti che ho sono legati all’adolescenza, età in cui dovevo sottostare a quanto veniva deciso dai miei (severissimi) genitori. Volete conoscere due miei rimpianti legati a quell’epoca? Non aver imparato a suonare uno strumento (il piano) e non aver studiato danza. Quanto ho fantasticato attorno a tutù, calzamaglie, cache-cœur, scarpette con la punta di gesso… Avrei voluto avere l’allure delle ballerine classiche, vestirmi di quei colori pastello che mi facevano sembrare tutto così etereo, avere le gambe affusolate e muscolose e il collo del piede perfetto: invidiavo perfino le dita dei piedi spesso massacrate e incerottate. Sono e sono sempre stata goffa, un eterno brutto anatroccolo mai diventato cigno, altro che eterea, eppure non so cosa avrei dato per condividere il sudore, il sacrificio, la fatica di cui si alimentavano le amiche che danzavano (sono un po’ contorta, lo so, a me le cose non danno soddisfazione se non sono guadagnate con impegno). Avete presente il film “A Chorus Line”? Ecco, io mi ci immedesimavo quasi fino alle lacrime. Provate dunque a indovinare quale fosse all’epoca uno dei miei brand preferiti… Dimensione Danza, un vero must!

A distanza di tanti anni, proprio Dimensione Danza mi ha invitata a una sua giornata fatta per diffondere un paio di progetti speciali. Apoteosi! Il brutto anatroccolo ha avuto la sua piccola rivincita: chi l’avrebbe mai detto quando, a 14 anni, appiccicavo il naso alle vetrine del negozio? Leggi tutto

error: Sii glittering... non copiare :-)