Iceberg White e l’attrazione degli opposti

Più l’aria si fa gelida e più ho bisogno di pensare al caldo e all’estate. Lo so, lo so, sono noiosa: è il secondo post a fila che inizio lamentandomi del freddo. Dai, sopportatemi un pochino, appena mi abituo (a primavera???) smetto di lagnarmi. A ogni modo, il ricordo di stamattina profuma d’estate e profuma non solo metaforicamente: ho voglia di raccontarvi il lancio del nuovo profumo Iceberg White.

Lo scorso settembre, durante la settimana della moda, Iceberg ha presentato questa sua nuova fragranza: dopo la linea maschile chiamata Burning Ice, il brand italiano ha voluto infatti proporre l’alter ego femminile. Ero stata a suo tempo invitata al lancio di Burning Ice, quindi ero piuttosto curiosa di scoprire Iceberg White e di capire come fosse stato pensato e realizzato: ho dunque accettato con piacere l’invito per il party di lancio che si è svolto nella boutique di via Monte Napoleone.

Burning Ice mi era piaciuto proprio perché – come dice il suo stesso nome – è caratterizzato da un forte contrasto tra fuoco e ghiaccio: parte con note fresche e fruttate, a base di bergamotto, mela e cardamomo, e giunge a note calde e sensuali di patchouli, ambra, muschio e vaniglia. Secondo lo stesso principio, anche la nuova fragranza femminile è un intenso miscuglio di contrasti: l’idea è quella di fondere la forza dell’iceberg con l’estrema purezza del bianco assoluto. Iceberg traccia il ritratto di una donna raggiante e luminosa, che sa giocare con gli opposti: forza e delicatezza, sensualità e raffinatezza. Leggi tutto

Knitwits: contro il freddo, l’arma dell’ironia e del divertimento

Ho cercato di ignorarlo fino a quando ho potuto e devo ammettere che lui, a oggi, è stato magnanimo: di chi sto parlando?

Dell’inverno, il momento dell’anno che più detesto: abbiamo avuto un principio di stagione clemente, ma da qualche giorno l’aria si è fatta più pungente, preannunciando il grande freddo.

Sono freddolosa da morire, detesto la neve, soffro a causa delle giornate corte e per la mancanza di luce, non scio e non pratico sport invernali: se mi copro troppo mi sento un piccolo Omino Michelin, se non mi copro abbastanza tremo come una foglia.

Non ho pace, insomma, e sì, sono una di quelle persone che d’inverno hanno le mani perennemente gelate (non vi dico come sono ora che sono seduta qui al pc, le mie dita sembrano dei ghiaccioli).

Mi tocca dunque cercare motivi per amare l’inverno, o quanto meno per cercare di sopravvivere fino al disgelo – sigh: stamattina ne ho trovato uno meraviglioso e si chiama Knitwits.

Conoscete già questo brand americano che sta conquistando grandi e piccini in giro per il mondo?

Tutto è cominciato con la creazione di marionette da dito e il successo è arrivato quando l’azienda ha deciso di portare gioco e divertimento su prodotti moda: è così che sono nati cappelli, paraorecchie e guanti, ognuno animato da personaggi che compongono un vastissimo cast.

Lo zoo KnitWits passa dagli animali della savana a quelli polari: non mancano personaggi di fantasia come lo yeti, il Bigfoot e l’unicorno. Leggi tutto

Un buon compleanno a me e tanti grazie a tutti :-) :-) :-)

Tante persone pensano che occorrerebbe festeggiare il proprio compleanno facendo qualcosa di speciale e diverso rispetto al solito.

Oggi è il mio compleanno e semplicemente lavoro, ma sono fortunata perché amo profondamente ciò che faccio: ho pensato che la “cosa speciale e diversa” potesse essere quella di festeggiare con qualcosa di insolito qui sul blog. Per esempio, fare un bel collage di miei ritratti in momenti felici appartenenti all’anno che si chiude oggi per lasciare spazio a uno nuovo.

Ma sì, diamoci questa botta di egocentrismo! Io che celebro sempre gli altri, volentieri e con tutto il cuore, per una volta celebro me stessa, anche perché ho bisogno di consolarmi: nonostante sia un’ottimista e una che vede un sacco di bicchieri mezzi pieni, nel compleanno riesco a vedere solo quello che è, ovvero un altro anno che se ne va, sigh.

Già, detesto i compleanni. Anzi, no, non è corretto: detesto il mio. Leggi tutto

Paola Frani Heritage: la tradizione guarda al futuro

Credo che ormai sia chiaro: amo le cose che profumano di tradizione. E mi fa piacere costruire percorsi, come quello che pian piano si sta sviluppando con Paola Frani, un brand che seguo sempre molto volentieri: sapete perché? Perché, oltre ad apprezzare molto ciò che la stilista e il suo team creano, mi piace il fatto che si parli di un’azienda che sa trattare gli altri come persone e non come numeri: mi fanno sentire un essere umano e mi convocano per le sfilate, per i press day e per tutte le iniziative che organizzano. Questo è un vero rapporto bilaterale (se avete colto una vena di sottile critica mi scuso, sapete che abitualmente non mi appartiene, ma quando ci vuole ci vuole). L’ultima iniziativa in cui mi hanno coinvolta insieme a tanti colleghi blogger mi piace proprio tanto, perché vede il reimpiego del loro archivio storico.

La tradizione è per Paola Frani un territorio fertile: è il filo rosso che spinge l’innovazione e la stilista lavora con questo concetto da sempre, scegliendo per ogni sua collezione ciò che potrà essere portato oggi e sempre, senza mai perdere la sua allure contemporanea. Ed è proprio con questo spirito che nasce il progetto Paola Frani Heritage, un vero e proprio percorso che si sviluppa attraverso il saper fare del marchio e il suo know how strettamente legato al mondo della sartoria, alla conoscenza delle forme, all’esperienza coi tessuti che nascono per avvolgere il corpo di donne vere, reali. Le donne sono coloro per le quali ogni capo Paola Frani è pensato, abiti confezionati con la precisa intenzione di esaltare l’eleganza e la bellezza naturale del corpo, senza eccessi spesso inutili. Leggi tutto

Dimensione Danza: dal contest Lose Control alla collezione GoAskGinger

Sono una che si butta, quindi ho pochissimi rimpianti legati a cose che avrei voluto fare: sono piuttosto un tipo da rimorsi, quelli sì, perché a volte ho fatto proprio delle gran stupidaggini, lo ammetto. I pochi rimpianti che ho sono legati all’adolescenza, età in cui dovevo sottostare a quanto veniva deciso dai miei (severissimi) genitori. Volete conoscere due miei rimpianti legati a quell’epoca? Non aver imparato a suonare uno strumento (il piano) e non aver studiato danza. Quanto ho fantasticato attorno a tutù, calzamaglie, cache-cœur, scarpette con la punta di gesso… Avrei voluto avere l’allure delle ballerine classiche, vestirmi di quei colori pastello che mi facevano sembrare tutto così etereo, avere le gambe affusolate e muscolose e il collo del piede perfetto: invidiavo perfino le dita dei piedi spesso massacrate e incerottate. Sono e sono sempre stata goffa, un eterno brutto anatroccolo mai diventato cigno, altro che eterea, eppure non so cosa avrei dato per condividere il sudore, il sacrificio, la fatica di cui si alimentavano le amiche che danzavano (sono un po’ contorta, lo so, a me le cose non danno soddisfazione se non sono guadagnate con impegno). Avete presente il film “A Chorus Line”? Ecco, io mi ci immedesimavo quasi fino alle lacrime. Provate dunque a indovinare quale fosse all’epoca uno dei miei brand preferiti… Dimensione Danza, un vero must!

A distanza di tanti anni, proprio Dimensione Danza mi ha invitata a una sua giornata fatta per diffondere un paio di progetti speciali. Apoteosi! Il brutto anatroccolo ha avuto la sua piccola rivincita: chi l’avrebbe mai detto quando, a 14 anni, appiccicavo il naso alle vetrine del negozio? Leggi tutto

Sati Bibò: in una sola borsa… mille borse

L’avevo già scritto in precedenza ma mi preme ripeterlo ancora una volta: in questo blog non darò mai spazio a cose nelle quali non creda io per prima. Per me questo presupposto è fondamentale: prima mi innamoro della persona, poi della sua idea e del suo progetto e conseguentemente di ciò che crea. Nel caso in cui non conosca personalmente il designer, il suo pensiero mi deve comunque arrivare forte e chiaro dal prodotto. Sono fatta così: per me dietro agli oggetti ci deve essere un contenuto, una storia, un’intuizione, un particolare che mi faccia scattare la scintilla e la voglia di raccontarlo. Penso che questa premessa possa essere una garanzia anche per chi mi fa il dono di leggermi: se trovate qualcosa qui, sapete che ci metto la mia faccia. Detto tutto ciò, oggi vi presento una designer che ha catturato la mia attenzione, col suo modo di essere e con la sua idea: si chiama Sabrina Carbone e ha creato il brand Sati Bibò.

Sati Bibò nasce da un progetto di impresa artigianale di Sabrina, ideatrice di un concept al quale ha dato il nome di “Interchangeable Style”: consiste in una “base”, realizzata con pellami altamente selezionati, da “vestire” con cover intercambiabili interamente lavorate e rifinite a mano con materiali che vanno dalla pelliccia al cashmere, dai filati pregiati ai cotoni, dalla seta ai cristalli. Un’idea davvero potente e geniale: un’unica borsa che cambia “abito” a seconda delle esigenze, delle stagioni, degli abbinamenti, dell’umore, delle occasioni. Una soluzione dettata dal desiderio di praticità tipico di qualunque donna: quante di noi non cambiano spesso la borsa per evitare il “trasloco” del suo contenuto – sapete bene a cosa mi riferisco, vero, care amiche? Ecco, Sabrina ha risolto il problema e ha dato la soluzione a tutte le donne che non vogliono rinunciare a essere impeccabili in ogni occasione: impeccabili, sì, e sempre diverse! Inoltre, la linea ”Interchangeable Style” è declinata in quattro modelli base: shopping grande, shopping media, secchiello e clutch. Leggi tutto

Karel Losenicky: take your passion and make it happen

Sono cresciuta col naso dentro alle riviste di moda, fantasticando sui servizi fotografici pieni di abiti bellissimi e di donne meravigliose, quelle super top model che hanno cambiato per sempre il concetto di mannequin diventando vere e proprie protagoniste. Sono cresciuta ammirando il lavoro dei fotografi, ammirando la loro capacità di catturare un attimo, una suggestione, un’idea, un volto, un’espressione e congelare tutto questo nel tempo. Per sempre.

Muovermi dentro la moda non ha cambiato quell’ammirazione, anzi, l’ha accresciuta: per me la fotografia resta un miracolo e quella di moda esercita sulla sottoscritta un incanto senza fine. Lo shooting per una campagna o per un lookbook rappresenta la cristallizzazione di un sogno: è un incontro, un delicato e raffinato equilibrio di visioni diverse. Mette insieme la magia di chi ha creato gli abiti (o i gioielli o gli accessori) e la magia di chi sa raccontarli attraverso scatti che consegnano tali creazioni all’eternità.

Ed è esattamente questo il miracolo al quale mi riferisco: la foto traduce in immagini il sogno che sta alla base di una collezione. È come se ci venisse regalata la possibilità di spiare direttamente dentro alla testa di qualcuno. Leggi tutto

Tamara Akcay, designer di gioielli, raccontata da Sara Oliani

Capita che un giorno incontri una persona. Capita che ti colpisca subito, profondamente, ma che poi ci si perda di vista. Capita che ci si ritrovi sul web, tramite amici comuni. Capita che l’amicizia cresca, forte e salda, nonostante si viva in città diverse, nonostante non ci si senta tutti i giorni, nonostante la persona in questione sia spesso in giro per il mondo. Ci sono persone che sanno entrare nella tua vita in punta di piedi e che ti rubano irrimediabilmente il cuore diventandone una parte: una di queste persone, per me, è la mia amica Sara Oliani. Il nostro è un sodalizio di anime e ci basta poco per intenderci. Come quando mi ha scritto “ho conosciuto una persona speciale a New York”: decidere insieme di tirarne fuori un articolo per questo mio blog è stato naturale come bere un bicchiere d’acqua. Lei ha lanciato l’idea, io l’ho accolta con entusiasmo. È la prima volta che ospito qualcuno e sono felicissima e orgogliosissima che sia lei: lascio la parola a Sara che ci racconta Tamara Akcay, designer di gioielli. Leggi tutto

Vittorio Brumotti e Chronotech: energia al 100%

Da qualche anno, la mondanità non mi attrae più come un tempo: da giovanissima ho adorato e frequentato molto le discoteche, i locali, le feste e tutti i luoghi in voga; al momento mi trovo più a mio agio in altre cose e in altri contesti. Mi lascio tentare raramente e la spinta decisiva in questi casi è la curiosità verso nuove esperienze: la scorsa settimana, per esempio, sono stata invitata a un evento che ha visto come protagonista Vittorio Brumotti in una performance per il marchio Chronotech.

Brumotti è un personaggio molto amato e molto conosciuto: è campione di bike trial, detentore di nove record mondiali riconosciuti dal Guinness dei Primati, personaggio televisivo. È anche testimonial Chronotech e sabato ha animato corso Vittorio Emanuele a Milano esibendosi in alcune delle sue evoluzioni: successivamente si è anche dilettato nel dare qualche suggerimento in materia di orologi. In una veste per lui nuova e inedita, all’interno del punto vendita B-HIP!, Vittorio ha dato consigli a persone scelte tra il pubblico che si è affollato fuori dal negozio. Leggi tutto

La moda che verrà # 15: Debora Zavaglia primavera / estate 2014

Sono una persona che non ha particolari problemi di socializzazione: il mio prossimo mi incuriosisce e mi piace chiacchierare. Ho una predilezione per le persone di mente aperta: facilitano la comunicazione e mi invogliano ad aprirmi. Questo è esattamente quanto mi è successo lo scorso 30 ottobre, quando ho avuto l’opportunità di conoscere Debora Zavaglia, creative designer come si definisce lei stessa – e quel creative fa la differenza, credetemi.

Debora e io ci siamo conosciute in occasione della presentazione della sua collezione per la primavera / estate 2014, collezione che incuriosisce fin dal suo nome: The Wolf’s choice, La Scelta del Lupo, quello di una delle favole più famose, ovvero Cappuccetto Rosso.

Come è già stato ampiamente sottolineato sia da critici letterari che da esperti del mondo dell’infanzia (in parole povere… non scopro nulla di nuovo), le favole contengono spesso argomenti o momenti cruenti: in Cappuccetto Rosso, il Lupo divora la nonna e il Cacciatore gli squarta la pancia per salvarla. Un giorno Debora racconta tale favola alla sua bambina più piccola la quale in effetti si spaventa: attaccatissima alla propria nonna, la piccina rimane impressionata davanti all’episodio del pasto inconsueto. Ma la nostra intraprendente stilista non si perde d’animo: il giorno dopo torna a casa con un libro, finge di leggerlo e dà alla bimba una nuova versione della fiaba. Leggi tutto

MIA’s, i bracciali per tutti coloro che amano il mare

Amo il mare con una intensità che non so nemmeno spiegare a parole: mi manca così tanto ogni singolo giorno in cui gli sono lontana che lo cerco perfino negli oggetti. Per esempio, colleziono sabbia: sì, avete letto bene. Quando so di andare in un posto in cui c’è il mare, porto con me dei barattolini e delle etichette autoadesive e prelevo campioni di sabbia, sassolini, micro conchiglie: insomma, tutto ciò che trovo in spiaggia. Mi pare che il mio primo campione sia datato 1990 (non fate troppi conti, please). E poi, insieme a Enrico, il mio amore, colleziono marinai: avete presente quelle statuette in resina che spesso si trovano nei negozi di souvenir nelle località di mare? Quelli un po’ kitsch, insomma. Noi ne abbiamo in legno, in porcellana, in ceramica, in creta, in cera: alcuni sono alti e slanciati, altri piccoli e panciuti e ce ne sono sia buffi che seri. Scommetto che non vi sorprendo nemmeno un po’ se vi confesso che il mio collezionismo “marinaro” sfocia nell’estasi quando si coniuga coi bijou: il massimo. Figuratevi, quindi, il mio entusiasmo quando ho incontrato una ragazza di nome Alessia Novelli, inventrice del marchio MIA’s.

Il brand MIA’s assomiglia tanto alla sua creatrice: spirito giovane e tanta voglia di sperimentare attraverso collezioni moda disegnate personalmente da Alessia e brevettate, come ad esempio il bracciale Love Boat, il mio pezzo preferito. Il nome è già tutto un programma o almeno lo è per chi ricorda l’omonima serie televisiva americana ambientata su una nave da crociera: per far onore al suo nome, il bracciale è composto da un cordoncino che termina con un cappio da una parte e con un’ancora dall’altra; l’ancora entra nel cappio e il gioco è fatto. Leggi tutto

La Perla Just Precious, tracce profumate di bellezza

Vi ho già detto che sono meteoropatica? Ebbene sì, il meteo ha una certa influenza su di me, lo ammetto: mi sento morire all’idea dell’inverno, del grande freddo e dell’assenza di luce. Le giornate di pioggia mi fanno venire voglia di nascondermi, mentre quelle di sole mi mettono addosso energia e voglia di fare. Oggi a Milano c’è un sole bellissimo e si sta bene, non sembra nemmeno di essere vicini alla metà di novembre: sistemando una pigna di carte ancora da visionare, mi è caduto l’occhio su una cartelletta risalente a un evento al quale ho partecipato quest’estate e ho deciso che era giunto il momento di parlarvene. Una cosa bella in una giornata bella: parlo della nuova fragranza La Perla Just Precious.

La Perla ha sempre pensato a una donna dalla sensualità sofisticata: io mi sento femminile ma non sensuale e nemmeno sofisticata, eppure questa visione mi piace in quanto è comunque esattamente all’opposto rispetto alla sensualità appariscente ed esasperata che invece non apprezzo. Il profumo è una delle espressioni più intime e pure della seduzione: le fragranze sono pensate e create per essere indossate sulla pelle e per avvolgere chi ci sta intorno, lasciano un nostro ricordo olfattivo. In sintonia con questo percorso, La Perla presenta il suo Just Precious. Leggi tutto

Bags for Dynamo Camp: Donatella Lucchi e 29 amici insieme per i bimbi

Sapete qual è uno dei miei desideri più grandi a proposito di questo blog? Vorrei riuscire a trasmettere che tutto ciò che pubblico, per quanto diverso e variegato, è legato da un filo immaginario al quale attribuisco il colore rosso.

Perché il rosso? Perché per me è il colore della passione, ovvero l’elemento che come un filo, appunto, unisce tutte le cose di cui parlo: quella messa da chi i progetti li concepisce e quella che ci metto nel farli miei e nel cercare di raccontarveli.

Giovedì 7 novembre sono stata invitata alla presentazione di un progetto nel quale amore e passione scorrono fortissimi: amore per la moda ma anche e soprattutto passione e voglia di fare qualcosa per gli altri nel modo in cui ognuno sa, può e riesce a farlo. So bene che la moda non salva la vita a nessuno ma so anche che, a volte, può servire ad aiutare qualcuno e può attirare l’attenzione su questioni importanti: ecco perché sono molto felice e orgogliosa di ospitare sul mio blog il progetto che vede protagoniste le borse create a sostegno di Dynamo Camp.

A presentare Bags for Dynamo è il marchio Donatella Lucchi Milano, nato dall’esperienza di Donatella Lucchi come fashion designer e da quella di Marta Tea Carpinelli nel campo del marketing e della comunicazione.

Il progetto ha la finalità di sostenere Dynamo Camp, una Onlus che organizza camp di terapia ricreativa, totalmente gratuiti, per i bambini affetti da patologie gravi e croniche, oncoematologiche, neurologiche, sindromi rare, spina bifida e diabete. Leggi tutto

Chirivì e la capsule collection Proserpina

A volte il mondo è proprio piccolo e pieno di coincidenze e incontri che finiscono per svilupparsi in modi non previsti. Quando ho stretto la mano ad Alessio CJ Chirivì, lo scorso giugno al Fashion Camp, mai avrei pensato che un giorno sarei stata intenta a scrivere un articolo su di lui: in quell’occasione, Alessio e io ci stavamo conoscendo per altri motivi, sempre inerenti all’ambito moda ma connessi con un’altra delle mille attività di questo poliedrico ragazzo.

Fatemi raccontare qualcosa di lui, giusto per inquadrarlo. Dopo aver frequentato per alcuni anni la facoltà di Giurisprudenza di Lecce, Alessio ha deciso di abbandonare la carriera universitaria per dedicarsi totalmente alla sua più grande passione: la moda. Una passione che ha origini radicate nella storia della sua famiglia: i suoi nonni erano proprietari di una sartoria specializzata nella confezione di abiti maschili e femminili e da lì il nostro intraprendente giovane ha saputo trovare l’ispirazione giusta per dar vita al suo progetto personale. A tal scopo, ha intrapreso il corso di studio come fashion designer presso l’Accademia Privata di Costume e Moda Rosanna Calcagnile con l’intento di approfondire le nozioni di modellistica industriale, sartoria artigianale e stile. Leggi tutto

X Factor 2013 e Testanera: scommettiamo che sarà un successo?

Scommetto che se dico X Factor catturo immediatamente l’attenzione di molti.

Seguo il programma ogni volta che posso: adoro la commistione di talento, sfide, musica, creatività, performance particolari, impegno e grande passione.

Sicuramente non sono l’unica a pensarlo, visto che X Factor è il talent show musicale forse più famoso: ideato dal produttore discografico e televisivo Simon Cowell e prodotto per la prima volta in Inghilterra nel settembre del 2004, è oggi presente in oltre 40 paesi.

A mio avviso, parte del suo successo risiede in una precisa particolarità: saper mettere in luce non solo le voci e il talento dei ragazzi, ma anche il loro carattere e la loro personalità. Ed è inutile negarlo, personalità e immagine sono per ogni artista una sorta di impronta che contribuisce ad aumentarne riconoscibilità e unicità.

Dal 24 ottobre è in corso la settima edizione italiana, ovvero X Factor 2013: anno dopo anno, il programma è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico anche qui da noi.

Questa nuova stagione vede una collaborazione importante dal punto di vista dell’immagine: per la prima volta, Testanera è official hair stylist grazie a un team di professionisti capitanato da Marco Montanari.

Forte di un’esperienza di oltre 50 anni nel settore hair care, Testanera ha il compito di aiutare i nuovi talenti a trovare il look che meglio esprima il loro carattere, contribuendo così a farli diventare le star di domani. Leggi tutto

Glittering woman va in TV a “Avanti un altro”

Vi descrivo questa scena: ero a casa e stavo lavorando a un nuovo pezzo per un magazine. Mi ha telefonato un amico, Giuseppe: mi ha detto che era stato convocato da Mediaset per partecipare a una puntata speciale di “Avanti un altro”, nota trasmissione di Canale 5 condotta da Paolo Bonolis.

Non ho fatto in tempo a congratularmi che Giuseppe mi ha detto il perché della sua telefonata: gli avevano chiesto se avesse qualcuno da portare con sé e a lui ero venuta in mente io, in quanto la puntata sarebbe stata dedicata alla moda e soprattutto al glitter.

Ecco, a questo punto sono entrata in panico: cosa dovevo fare?

Vi spiego: per mia indole non sono affatto propensa a esibirmi. Non ridete: è vero, ho un blog, ma se avete letto o leggerete qualche altro mio post noterete che difficilmente ci sono io in prima linea. Sì, si parla dei miei gusti, dei miei pensieri, della mia visione ma i post incentrati sulla mia persona sono praticamente nulli e sono pochi quelli in cui appaio in foto. Chi mi conosce bene sa che sono spigliata, ma è cosa che mi riesce solo quando mi trovo tra persone che conosco o al limite davanti un pubblico ristretto. Sul mio profilo personale Facebook e su quello Instagram pubblico mie foto, ma lo faccio come quasi tutti coloro che usano i social network. Leggi tutto

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