Milano Fashion Week: Nicholas K FW 2015-16

Tra i tanti aspetti insiti nel curare questo blog ce ne sono due che amo in particolar modo.

Il primo è il fatto di poter essere ogni giorno una persona diversa, o meglio, poter essere la stessa persona con tante diverse sfaccettature. E credo che questo sia un autentico lusso, perché noi donne siamo così, sfaccettate, ed è bello non doverci nascondere (vi immagino intente ad annuire).

Il secondo è la fortuna di poter incontrare ed esplorare infiniti pianeti, tanti quanti sono i brand dei quali parlo, tante quante sono le mie – e le vostre – sfaccettature, appunto.

Ho iniziato con queste riflessioni perché, nel post precedente, ho parlato di un marchio capace di dare un’ottima interpretazione del prêt-à-porter: ho sorriso accingendomi a scrivere il pezzo di oggi perché ho realizzato che vi parlerò di una collezione diametralmente opposta.

Eppure, dal mio punto di vista, non è una contraddizione né un contrasto stridente: è semplicemente l’essere sfaccettati di cui parlavo.

Amo Hanita, protagonista del post precedente, perché fa una moda quotidiana dalla quale mi sento rappresentata; amo Nicholas K, protagonista di oggi, perché mi fa sognare.

Entrambi hanno qualcosa che per me è fondamentale e imprescindibile, nella dimensione del quotidiano così come in quella del sogno: avere carattere e personalità.

Ho ammirato i fratelli Nicholas e Christopher Kunz, le due anime del brand Nicholas K, dalla prima volta in cui ho assistito a una loro sfilata, quella dello scorso 17 settembre a Palazzo Clerici.

Nicholas (donna, sebbene l’equivalente italiano del suo nome sia per noi maschile) ha studiato al Fashion Institute of Technology di New York e al Polimoda di Firenze: ha lavorato in prestigiosi uffici stile come quelli di DKNY, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e John Varvatos. Christopher, dopo aver messo in tasca un paio di specializzazioni in biochimica e in biologia molecolare, si è invece occupato di consulenza e di strategie di posizionamento sul mercato per varie aziende.

Nel 2005, hanno fondato insieme il marchio Nicholas K.

Nicholas e Christopher Kunz al termine della sfilata Nicholas K FW 2015-16
Nicholas e Christopher Kunz al termine della sfilata Nicholas K FW 2015-16

Quel 17 settembre, Nicholas e Christopher mi hanno conquistata attraverso una collezione a mio avviso meravigliosa, quella per la primavera / estate 2015, dedicata a Isabelle Eberhardt, una delle donne più coraggiose, libere di spirito ed emancipate che siano mai esistite, una vera e propria icona vissuta tra XIX e XX secolo.

In febbraio, in occasione della nuova edizione di Milano Moda Donna, ero molto ansiosa di capire se i due fratelli sarebbero stati all’altezza delle mie aspettative che, naturalmente, erano altissime a seguito del primo, stupefacente incontro: dopo aver assistito alla sfilata ambientata ancora una volta nella splendida cornice di Palazzo Clerici, posso dirvi che sì, lo sono stati e hanno definitivamente abbattuto ogni mia eventuale e rimanente resistenza.

La collezione autunno / inverno 2015-16 da loro presentata il 27 febbraio trae ispirazione da Il gabinetto del dottor Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari), un film muto del 1920: l’opera gioca moltissimo con il tema del doppio e della difficile distinzione tra allucinazione e realtà, anche grazie a una scenografia visionaria.

Nicholas e Christopher riassumono il film in tre parole – gotico, nero e steampunk – e hanno tradotto il tutto in abiti pieni di mistero e fascino che sembravano danzare al ritmo del passo delle modelle.

La palette è basata su tinte scure e profonde: rosso cupo, ruggine, canna di fucile e nero richiamano l’atmosfera gotica.

L’unica stampa presente in passerella assomiglia alla rappresentazione di un labirinto digitale.

I materiali comprendono pelle invecchiata, morbido mohair, satin di seta, tessuto gessato in lana.

Le fibbie sono in metallo industriale, i guanti in pelle d’agnello, le calze in seta (firmate, tra l’altro, Bresciani, altro marchio che gode della mia stima e del quale ho parlato più volte nel mio lavoro di redattrice).

Le scarpe sono anch’esse firmate Nicholas K, mentre i gioielli (non ho potuto fare a meno di notarli) sono frutto di una collaborazione con Huntress, un nome interessante sul quale mi ripropongo di indagare ulteriormente.

Credo di essere una persona fondamentalmente solare, eppure sono irrimediabilmente e perdutamente affascinata dal lato dark del brand Nicholas K che – secondo me – ha trovato una strada coerente per continuare il cammino intrapreso con la collezione dedicata a Isabelle Eberhardt.

“Fashion should complement, not dominate”, affermano Nicholas e Christopher: sono d’accordo con loro al punto tale che, a fine sfilata, i palmi delle mie mani sono diventati rossi a furia di applaudire.

Manu

 

 

 

Ringrazio l’ufficio stampa per l’uso delle foto che sono tutte di Andreas Rentz / Getty Images

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram di Nicolas K

La sezione New Talents del sito della Camera Nazionale della Moda dove potete trovare anche Nicholas K: qui

Se siete incuriositi dal film Il gabinetto del dottor Caligari: qui e qui

Se siete incuriositi dai gioielli Huntress: qui

Il mio articolo sulla collezione primavera / estate 2015 di Nicholas K dedicata a Isabelle Eberhardt: qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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