Riparto da un libro: Salvatore Ferragamo, il calzolaio dei sogni

Salvatore Ferragamo (didascalie e crediti in fondo)

Ho mandato in vacanza il blog parlandovi di un libro; riprendo oggi le mie narrazioni (bentornati ) parlandovi di un altro volume.

«Con più di tre miliardi di fatturato l’editoria è la prima industria culturale nazionale. Ma l’importanza del mondo del libro va ben al di là dei numeri: non c’è sviluppo economico, culturale e democratico senza una solida base di conoscenza, di sapere, di istruzione.»

È una dichiarazione di qualche mese fa di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE): se mi sono appuntata le sue parole è perché sono completamente d’accordo con lui e credo che non esista modo migliore per spiegarvi perché ho deciso di ripartire presentandovi un libro.

L’importanza dei libri non conosce compartimenti o confini ed è trasversale poiché il loro valore immenso attraversa tutti i campi, ambiti e settori, comprendendo naturalmente anche la moda ed è un libro che parla proprio di moda e di Made in Italy quello che desidero introdurre oggi.

Esce infatti per Electa una nuova edizione, con una veste grafica ricercata, dell’autobiografia di Salvatore Ferragamo (1898-1960), pubblicata per la prima volta in inglese nel 1957 da George G. Harrap & Co., storico editore londinese.

Salvatore Ferragamo – il mitico Salvatore Ferragamo, direi – è un uomo che ha bisogno di poche presentazioni in quanto credo che il suo nome sia ben saldo nell’immaginario non solo di quanti amano la moda, quanto piuttosto di coloro che amano la bellezza, la qualità e il Made in Italy; è un uomo che aveva chiaro il suo destino determinato dalla sua vocazione.

«Sono nato per fare il calzolaio. Lo so e l’ho sempre saputo.»

Nato nel 1898 ad Avellino, dopo avere studiato l’arte del calzolaio a Napoli, Salvatore Ferragamo apre un piccolo negozio nel suo paese.
Nel 1915 emigra a Boston, per poi trasferirsi in California, prima a Santa Barbara e poi a Hollywood dove progetta calzature per le attrici del tempo, nomi del calibro di Gloria Swanson, Joan Crawford, Greta Garbo nonché per le prime produzioni cinematografiche diventando presto noto come il ‘Calzolaio delle Star’.
Dopo tredici anni di attività negli Stati Uniti, Ferragamo ritorna in Italia nel 1927 e si stabilisce a Firenze dove fonda l’omonima azienda che diventa famosa nel mondo, brevettando modelli e innovazioni tecniche, spaziando dalle calzature più ardite ed eccentriche, talvolta veri e propri oggetti d’arte, fino a quelle più raffinate ed eleganti e che spesso hanno anticipato sia le invenzioni di altri designer della calzatura sia il gusto del tempo.
Un precursore, un pioniere, uno sperimentatore, un visionario: ecco chi era Salvatore Ferragamo.

E Ferragamo si racconta in prima persona – la narrazione è quasi fiabesca – ripercorrendo l’avventura della sua vita, ricca di genio e di intuito: da apprendista ciabattino a Bonito, in provincia di Avellino, a calzolaio delle stelle di Hollywood (le sue calzature vestirono, oltre alle celebrità già citate, anche i piedi di Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Sofia Loren), dalla lavorazione artigianale fino all’inarrestabile ascesa imprenditoriale.

Instancabile lavoratore, sempre alla ricerca di qualcosa, Ferragamo dava vita alle sue creazioni attraverso un’esperienza di ‘ritorno alla memoria’: non vi è limite alla bellezza e alla creatività – e all’infinita varietà dei materiali che ha utilizzato per decorare i suoi modelli, tutti concepiti per far sentire ogni donna una principessa e ogni principessa una regina.

«Signore e signori, la parte meno importante di questo libro è il racconto della vita di un calzolaio italiano. Tutti possiamo scrivere la nostra autobiografia e se mi soffermo sui dettagli della mia carriera è solo perché così è più facile spiegarvi la missione alla quale sono stato chiamato: un lavoro che è la vocazione irrinunciabile della mia vita.
La vita mi ha insegnato che la Natura ci dona piedi perfetti. Se si rovinano è perché le scarpe sono difettose. Ma non è necessario sottoporsi a una simile tortura, neanche in nome della vanità. Tutti possiamo camminare felici avendo ai piedi calzature comode, raffinate, splendide.
Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono.»

Il volume – corredato da un ricco apparato fotografico e disponibile anche in versione e-book e audiolibro – ha ispirato il film di Luca Guadagnino ‘Salvatore – Shoemaker of Dreams’, presentato fuori concorso in questi giorni alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia.

La narrazione autobiografica è diventata un documentario che delinea non solo l’itinerario artistico di Ferragamo, ma anche il suo percorso umano, attraverso l’Italia e l’America, due mondi che s’intrecciano fortemente.

Il documentario ricostruisce la storia attraverso interviste alla famiglia, agli storici della moda e del cinema (tra cui Martin Scorsese), a un ‘collega’ illustre come Manolo Blahník (che ho avuto l’onore di conoscere di persona come ho raccontato qui); contiene molto materiale d’archivio, i bozzetti e i brevetti delle invenzioni tanto creative di Ferragamo, i suoi studi del piede.

Il Calzolaio delle Star – e dei sogni – era pieno di talento ed era un uomo ambizioso, quel tipo di ambizione che piace a me, mossa principalmente dall’amore per qualità ed etica, ovvero ciò che amo nella moda e ciò che sostengo non debba mai mancare.

E così si ritorna al principio: ecco perché ho scelto un libro (che consiglierò anche ai miei studenti), ecco perché ho scelto proprio Ferragamo (e se siete interessati al film sappiate che uscirà nelle sale con Lucky Red).

Manu

 

 

Salvatore Ferragamo – Il calzolaio dei sogni
Autobiografia, Electa Editore
240 pagine, oltre 60 illustrazioni in b/n, edizione in in italiano, inglese e francese
Prezzo 24 euro, ISBN 9788892820333, potete trovarlo qui

Immagini in alto in apertura:
A sinistra: Sophia Loren e Salvatore Ferragamo fotografati insieme durante la serata presso l’Open Gate Club di Roma, organizzata per celebrare il suo nuovo brevetto della pelle di leopardo marino, 28 febbraio 1955. Ferragamo prova una scarpa in merletto all’attrice.
(Photo credit: © Museo Salvatore Ferragamo)
A destra: la sfilata di modelli e abiti a Palazzo Spini Feroni del 1951. Le modelle indossano i sandali Kimo, invenzione di Ferragamo. In basso nella foto Salvatore Ferragamo e il sarto romano Emilio Schuberth, autore degli abiti.
(Photo credit: © Museo Salvatore Ferragamo, foto David Lees)

 

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Pier Luigi Giordano Sgatti
Reply

Nei giorni scorsi mi è stato regalato “Il calzolaio dei sogni” di Salvatore Ferragamo e ho iniziato a leggerlo. Nel passato leggevo circa 60 libri ogni anno ma da qualche tempo dopo 5 o 6 pagine il mio interesse si esaurisce perché non comprendo il motivo per cui l’autore lo ha scritto. Sono giunto alla metà del libro e il mio interesse aumenta pagina dopo pagina, il grande “calzolaio” pagina dopo pagina risponde alle mie domande di lettore. È un libro generoso come solo le persone oneste possono esserlo ed è un libro onesto come solo le persone generose possono esserlo.

Manu
Reply

Carissimo Pier Luigi,
Non ho parole per dire quanta gioia mi abbia donato leggere un commento tanto ben scritto e basato su argomentazioni molto solide!
Grazie, spero che parole così appassionate motivino altre persone a intraprendere la lettura di questo bel libro.

Personalmente ho un unico rammarico: aver perso la proiezione speciale del docufilm di Guadagnino che è uscito per soli tre giorni (11, 12 e 13 ottobre) nelle sale italiane. Purtroppo non sono riuscita a far combaciare i miei orari con quelli delle proiezioni.

Ancora grazie e un caro saluto, complimentandomi per la carriera da lettore davvero appassionato (60 libri ogni anno!) e augurandomi che possano presto esserci altre opere in grado di tenere vivo questo interesse.

Manu

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