La moda che verrà # 11: Sergio Daricello primavera / estate 2014

Come ho già raccontato, sono una blogger e anche una redattrice per alcune testate. Nonostante la mia scrittura sia fondata sempre e comunque su emozioni e sensazioni, quando scrivo per le testate che mi danno fiducia (grazie sempre!) cerco di rimanere più neutra e di adottare un codice più formale: diciamo che mi sento maggiormente legata al dovere di cronaca e di informazione.

Qui, invece, sono una blogger e posso auto-concedermi il lusso di sbilanciarmi e di lasciarmi andare all’entusiasmo. Questo è un blog personale, non una testata giornalistica: la scrematura è già alla fonte, dato che parlo solo di ciò che scelgo liberamente e personalmente. L’informazione c’è, spero, ma non riesco a slegarla dall’entusiasmo che provo nel condividere con voi tutto ciò che amo.

Tutto questo per dirvi che oggi vi racconto di uno stilista di cui mi sono innamorata fin dal primo istante in cui ci siamo guardati negli occhi: il suo nome è Sergio Daricello.

E a quel primo istante posso dare anche una data precisa: 24 giugno 2012. Allora Sergio era direttore creativo per Giuliano Fujiwara e presentava la collezione uomo primavera – estate 2013, la prima firmata per il brand italo-giapponese. Da allora ho seguito Sergio nelle sue successive collezioni per Fujiwara (qui la donna primavera / estate 2013 e qui l’uomo autunno / invero 2013-14), fino alla sua decisione cruciale: dare vita al brand che porta il suo nome.

Siciliano di origini, Sergio frequenta l’università di giurisprudenza, ma alla fine decide di dedicarsi alle arti grafiche e visive attraverso un corso di pittura e restauro pittorico. La sua passione è tuttavia la moda e così prende la decisione di trasferirsi a Milano per seguire il corso di design di moda presso l’Istituto Marangoni: consegue il diploma nel 2002 col massimo dei voti.

Inizia subito il suo percorso professionale nel mondo della moda, con una forte propensione ed attenzione verso il sistema del made in Italy. Il suo esordio di stilista per brand riconosciuti internazionalmente avviene con l’assunzione presso la maison Etro dove all’interno dell’ufficio stile affianca Kean Etro nella creazione delle collezioni uomo. Successivamente lavora presso l’ufficio stile uomo di Dolce&Gabbana prima linea con il ruolo di fashion designer e approda poi in Gianni Versace: dopo aver ricoperto per breve tempo la funzione di assistente stilista per la prima linea, diventa responsabile stile uomo apparel & accessories per le linee Versace Jeans e poi Versus. Diventa infine direttore creativo di Giuliano Fujiwara, responsabile delle collezioni abbigliamento uomo-donna, accessori uomo-donna ed eyewear.

A seguito di tutte queste esperienze importanti e del bagaglio di conoscenze tecniche acquisite, Sergio decide di lanciare il suo progetto personale.

Sergio Daricello in un bellissimo ritratto
Sergio Daricello in un bellissimo ritratto

Qual è il suo progetto nel lanciare la nuova linea? Sergio Daricello vuole rafforzare la tendenza al “Prêt-à-Couture”, a metà strada tra il concetto di Haute Couture e quello di Prêt-à-Porter: la peculiarità sta nel dettaglio sartoriale e nella scelta di tessuti di alta gamma attraverso un prodotto che integra la ricerca stilistica, la portabilità e l’unicità propria della nostra sartorialità. La moda, l’arte e l’architettura rappresentano alcune delle eccellenze per cui l’Italia è universalmente riconosciuta: il nostro grande patrimonio culturale è la fonte primaria di ispirazione per Sergio, da sempre legato al mondo artistico per inclinazione personale, formazione e background familiare. Il made in Italy ha quindi un ruolo assolutamente centrale per il suo brand: il designer intende puntare sulla produzione interamente nostrana con tracciabilità di tutta la filiera fino al prodotto finale.

Ecco perché mi sono innamorata di Sergio quel giorno di giugno 2012: in lui risiede un grande amore per la moda, una notevole preparazione, una ricerca continua, un desiderio forte di andare contro qualsiasi stereotipo. È un grande lavoratore, ha lavorato e lavora duramente, studia, si evolve, ha un immaginario immenso dal quale estrae ispirazioni sempre nuove, diverse, sorprendenti. Ama l’italianità che ha sempre caratterizzato il suo percorso, fin dagli esordi, e oggi porta a compimento questo amore con una linea che lo dichiara in pieno.

La sua prima collezione guarda a un momento cinematografico ben preciso: nel 1972, al Festival di Cannes, il maestro Federico Fellini presenta fuori concorso il suo film “Roma” e l’episodio del defilé in Vaticano diventa per Sergio Daricello l’ispirazione principale della collezione primavera / estate 2014. Da qui parte la ricerca del designer: alta sartoria e abiti clericali sono legati da sempre in una contraddizione che vede opporsi la supposta semplicità della chiesa allo sfarzo delle creazioni degli stilisti e l’ossimoro si trasforma in uno spunto creativo. Da una parte c’è l’austerità delle linee nette e decise, dall’altra c’è la ricchezza delle linee arrotondate che richiamano le curve delle chiese barocche: il contrasto diventa la peculiarità della collezione. I materiali utilizzati sono sete, mikado e organze di pura seta per i capispalla che riprendono le linee trapezoidali degli abiti talari: la cappa papale e arcivescovile viene reinterpretata con le trasparenze dell’organza. Gli abiti hanno proporzioni che richiamano gli anni ’50 e mescolano sete, cotoni, tulle lavorati e chiffon tecnici con ricami floreali applicati. Le gonne hanno tre vestibilità: a corolla con pence, pencil-skirt a vita alta e svasate a livelli che riprendono i tagli e le sovrapposizioni di tutta la collezione. I pantaloni hanno linee a sigaretta e sono in sete rigide o in cotone operato. I top e le camicie sono in seta, organza tecnica, cotone con ricami applicati e sete stampate. I colori predominanti sono il bianco, il nero e il rosa antico. Anche le stampe sono un chiaro richiamo al mondo ecclesiastico talvolta rivisitato: guardate per esempio l’ostensorio reinterpretato in chiave psichedelica. Sergio ha voluto inoltre onorare le sue origini con un omaggio all’affresco “Apoteosi di Palermo”, opera del pittore siciliano Vito D’Anna, considerato un capolavoro della pittura barocca siciliana. L’affresco, datato 1760, è dipinto sulla volta del salone da ballo di Palazzo Isnello a Palermo ed è un’allegoria trionfale, con al centro il Genio di Palermo, antico nume tutelare della città (ringrazio Sergio per avermi offerto la possibilità di conoscere quest’opera e di imparare qualcosa di nuovo).

I capi simbolo della collezione sono la tuta effetto see-through, totalmente in organza con dettagli in pelle e mikado, il trench in mikado con doppia funzionalità d’uso (il mio preferito!) e l’abito bustier. Venite a scoprirli nelle bellissime foto qui sotto opera di Francesco Brigida con lo styling di Monika Kropfitsch.

E se volete seguire Sergio nella sua avventura, ecco tutti i suoi canali digitali: qui il sito, qui la pagina Facebook, qui l’account Twitter e qui quello Instagram.

Manu

 

IL RACCONTO FOTOGRAFICO / PARTE PRIMA: IL LOOKBOOK

Foto Francesco Brigida – Styling Monika Kropfitsch

La tuta effetto see-through, totalmente in organza con dettagli in pelle e mikado
La tuta effetto see-through, totalmente in organza con dettagli in pelle e mikado
L’ostensorio reinterpretato in chiave psichedelica
L’ostensorio reinterpretato in chiave psichedelica

Stampe omaggio all’affresco “Apoteosi di Palermo”, opera del pittore siciliano Vito D’Anna
Stampe omaggio all’affresco “Apoteosi di Palermo”, opera del pittore siciliano Vito D’Anna

L’abito bustier
L’abito bustier

Uno dei tre colori di collezione: il rosa antico
Uno dei tre colori di collezione: il rosa antico

Il mio capo preferito in assoluto: il trench in mikado con doppia funzionalità d’uso
Il mio capo preferito in assoluto: il trench in mikado con doppia funzionalità d’uso
Il mio capo preferito in assoluto: il trench in mikado con doppia funzionalità d’uso
Il mio capo preferito in assoluto: il trench in mikado con doppia funzionalità d’uso

 

IL RACCONTO FOTOGRAFICO / PARTE SECONDA: DIETRO LE QUINTE DEL LOOKBOOK

Ho avuto un privilegio immenso: Sergio mi ha voluta con sé quando ha scattato il suo lookbook. Ecco qualche immagine presa dal mio Instagram. E per finire, un piccolo ricordo della serata di presentazione ufficiale dello scorso 20 settembre.

Francesco Brigida all’opera
Francesco Brigida all’opera

Francesco Brigida all’opera
Francesco Brigida all’opera
Francesco Brigida all’opera
Francesco Brigida all’opera
Questa foto me l’ha scattata Sergio: io che sollevo le gambe alla modella nel tentativo di strapparle il sorriso. Ci sono riuscita!
Questa foto me l’ha scattata Sergio: io che sollevo le gambe alla modella nel tentativo di strapparle il sorriso. Ci sono riuscita!
Alla presentazione del 20 settembre 2013: i capi con la stampa in omaggio all’affresco “Apoteosi di Palermo”, opera del pittore siciliano Vito D’Anna
Alla presentazione del 20 settembre 2013: i capi con la stampa in omaggio all’affresco “Apoteosi di Palermo”, opera del pittore siciliano Vito D’Anna
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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Donatella
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Deve essere stato emozionante lanciare una linea propria dopo che hai lavorato per grandi marchi della moda: le linee della collezione mi piacciono tanto, anche se è difficile scegliere, i pezzi che mi sono piaciuti di più sono la tuta effetto vedo-non-vedo, il cappotto-trench in mikado e le stampe “classicheggianti”… in bocca al lupo al tuo amico!

Lo stile di Artemide
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emanuela
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Hai ragione, cara Donatella: credo anch’io che sia un’emozione nonché una soddisfazione immensa mettere il proprio nome e la propria faccia in un progetto.
Sergio ha un talento splendido e io gli auguro tutto il meglio: mi fa piacere che i capi ti siano tanto piaciuti e concordo sui tuoi pezzi preferiti.
Riferirò tutto a Sergio, ne sarà felice 🙂
Grazie!!!
Manu

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