Dudalina e le sue camicie, dal Brasile con amore

Quando mi hanno parlato per la prima volta di Dudalina e mi hanno spiegato che è un brand brasiliano, mi è immediatamente suonato un campanellino dentro alla testa: primo perché il Brasile è da tempo un paese da tenere d’occhio, in quanto è una delle potenze economiche emergenti, con un potenziale elevatissimo; secondo perché questo meraviglioso paese sudamericano sarà anche lo scenario di due dei più grandi appuntamenti sportivi dei prossimi anni, il campionato mondiale di calcio del 2014 e i Giochi della XXXI Olimpiade che si terranno a Rio de Janeiro nel 2016. Il Brasile cresce e punta in alto, insomma.

Il percorso di Dudalina inizia nel 1957 e combacia con una grande storia d’amore, quella tra Duda e Adelina, i due fondatori: dalla fusione dei loro nomi nasce il nome del brand (e io a queste cose non so proprio resistere, mi fanno impazzire!). L’amore tra Duda e Adelina è stato estremamente fertile, sotto tutti i punti di vista: ha dato i natali a ben 16 figli nonché alla più grande fabbrica di camicie di tutta l’America Latina. Facendo ricerche, ho scoperto che la signora Adelina è mancata nel 2008, a 82 anni, dopo una vita dedicata alla famiglia e all’azienda. Leggi tutto

La moda che verrà # 14: Ludovica Amati primavera / estate 2014

Sono un’istintiva e – purtroppo – non dissimulo nemmeno bene. Se una persona non mi piace, mi irrigidisco: si capisce e si vede subito – dal mio viso e dai miei occhi – e non è una buona cosa, almeno non sempre. Occorrerebbe un po’ più di diplomazia, lo so, anche perché non sono una ragazzina. Se al contrario scatta quella scintilla che mi fa innamorare, la persona in questione cattura immediatamente tutta la mia attenzione: questo è altrettanto visibile. Insomma, per me è difficile mascherare i miei veri sentimenti, anche quando si tratta di rapporti indiretti e non strettamente personali. Per la designer Ludovica Amati, ho provato un’immediata simpatia: ho percepito la sua emozione e la sua passione quando l’ho sentita parlare in occasione della conferenza stampa d’apertura del White (il mio articolo qui) e da quel momento sono stata assolutamente impaziente di assistere al suo fashion show.

Da più di dieci anni, White Milano è una delle fiere leader a livello internazionale nel campo della moda contemporanea: lo scorso settembre, ha riconfermato il proprio impegno a favore dei nuovi talenti del design italiano inserendo la sfilata di Ludovica Amati all’interno del calendario milanese del prêt-à-porter. L’evento, patrocinato dall’assessorato alla Moda e Design, ha rappresentato l’esordio sulle passerelle della giovane designer, entrata nell’orbita di White tramite la collaborazione con A.I. Artisanal Intelligence, fucina di creatività romana impegnata nel portare al salone milanese le nuove promesse dell’artigianato italiano. Leggi tutto

Jekoo Vision lancia John Doe by Anonimus

Qualche tempo fa mi hanno dedicato delle parole che mi sono annotata. “Io credo che sia facile parlare di grossi marchi perché propongono cose costantemente belle. Difficile è scovare piccoli tesori alla portata delle tasche di tutti. E questo tu lo sai fare.” Era un messaggio privato di un’amica della quale vi svelerò solo il nome, Letizia, e ve lo dico perché quel nome equivale al sentimento che le sue parole hanno saputo scatenare in me. Letizia ha proprio ragione: è abbastanza facile trovare belle cose se si hanno budget importanti a disposizione. Non voglio fare l’ipocrita: a tutti, me inclusa, piacciono le cose belle e costose nonché il lusso, ma trovo che in tempi difficili come il nostro sia altrettanto piacevole trovare cose belle e di qualità a un prezzo abbordabile. Siete d’accordo? Ecco perché mi fa particolarmente piacere condividere con voi un progetto nel quale sono stata coinvolta: riguarda gli occhiali, da vista e da sole, e si chiama Jekoo.

Dovete sapere che sono alquanto sensibile circa questo argomento: sono miope da sempre e porto gli occhiali dalla prima elementare. Non sapete quanto abbia odiato gli occhiali da piccina: perché era una cosa imposta (e io detesto le imposizioni) e perché tanti anni fa non c’era certo l’assortimento che esiste oggi. Vi confesso una cosa: in principio spesso arrivavo in classe e toglievo gli occhiali che mia mamma mi aveva scrupolosamente posizionato sul naso, li riponevo nel vano sotto al banco e li recuperavo prima di uscire da scuola (se mia mamma legge questa cosa mi uccide, anche se sono passati tanti anni). Ho fatto pace con gli occhiali solo da adulta e oggi li alterno alle lenti a contatto: la mia “vendetta” è che molte delle persone che allora mi chiavano quattrocchi arrivano adesso a comprare occhiali con finalità puramente estetiche, con lenti neutre e non graduate, perché portare gli occhiali è diventato cool. Le montature, infatti, sono ormai bellissime, accontentano tutti i gusti e rappresentano una grande attrattiva per molti, tanto da diventare perfino un vezzo per qualcuno. Jekoo diventerà senza dubbio uno dei miei riferimenti preferiti per tre ottimi motivi: la qualità, la piacevolezza estetica e i prezzi equilibrati. Leggi tutto

Stonefly e la quarta edizione del premio Cammina con l’Arte

Nelle scorse settimane ho ricevuto un comunicato stampa con un notizia di quelle che piacciono a me: per il quarto anno consecutivo, Stonefly rinnova la collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa.

La Fondazione Bevilacqua La Masa agisce nel Triveneto e offre uno dei programmi di sostegno agli artisti più antichi in Europa. Ogni anno, attraverso un bando di concorso, la Fondazione assegna un numero prestabilito di studi d’artista ad altrettanti giovani: i ragazzi possono utilizzare questi spazi per un anno, dando vita a degli atelier personali che diventano luoghi di sperimentazione e di confronto diretto con i colleghi e con la critica del settore. Stonefly collabora attivamente assegnando ogni anno un premio a uno di questi giovani artisti, il Premio Cammina con l’Arte. A mia volta e nel mio piccolo, seguo questo progetto per la terza edizione e per la prima volta lo ospito (orgogliosamente) sulle pagine di A glittering woman. Leggi tutto

Metti un giorno d’autunno

Questo non è un post di moda e non parla nemmeno di arte o di design o di tutte quelle cose che amo.

È solo un post che mi va di scrivere, così, di getto, senza pensarci molto, in una domenica pomeriggio in cui dovrei lavorare e in cui il tempo è un po’ grigio. Dovrei lavorare, già, ma il pensiero va a ieri che invece era una meravigliosa giornata di sole, sorprendentemente calda per essere fine ottobre.

Amo molto l’estate e la bella stagione, credo di averlo dichiarato più volte anche qui sul blog, eppure la stagione che più mi affascina e più mi ispira è l’autunno. Adoro la sua esplosione di colori caldi: tutte le gamme del verde e del marrone, l’oro, l’arancio, il rosso e il giallo. La natura sembra in fiamme.

L’autunno mi fa stare bene e mi fa sentire a mio agio: mi sembra di essere avvolta in un involucro che mi protegge e mi coccola, piacevolmente. Mi viene voglia di camminare tra le foglie, di mangiare castagne, di accendere un camino e perdermi in un libro, di bere un buon bicchiere di vino, di chiacchierare con gli amici, di prendermela con calma anziché essere sempre di corsa. Mi fa venire voglia di cose semplici e vere, di gusti, sapori, odori semplici.

Come ieri: ho mollato tutto e me ne sono andata col mio Enrico a godermi l’autunno e un giorno tutto per noi. Un pranzo in un posto carino in campagna, una passeggiata in centro a Cremona, cittadina bella e tranquilla. Leggi tutto

Ntrippi Bags: le borse “in trip” che “intrippano”

Tutti usiamo Google per fare varie ricerche. Penso avrete notato un fatto: ogni ricerca effettuata resta nella memoria del nostro pc e ci resta fino a quando non si cancellano i file temporanei e non si svuota la cache del browser. Ci faccio caso soprattutto quando, a distanza di tempo, mi capita di ripetere una ricerca che avevo fatto tempo prima: io, magari, al momento non me ne ricordo, ma Google è lì pronto, zac!, a ricordarmelo. Ecco, la mia testa funziona esattamente come Google: se prima di andare a dormire non svuoto bene bene il mio cervellino, durante la notte lui continua a ripropormi i pensieri del giorno. E così stento a prendere sonno, cosa che ultimamente mi succede spesso e che mi è successa anche ieri sera. Il pensiero di ieri sera era il seguente: riuscire finalmente a presentarvi il progetto di due ragazze siciliane, due ragazze che ho incrociato tempo fa. Il loro progetto si chiama Ntrippi Bags e merita di essere raccontato, sempre nell’ambito del mio chiodo fisso del voler sostenere il talento e il saper fare.

Dietro al nome Ntrippi Bags ci sono Martina Patti e Anna Foti. Hanno entrambe percorsi scolastici attinenti alla moda (si sono laureate a Catania presso l’Accademia Euromediterranea al corso quadriennale di fashion designer) e, dopo essere state a Londra come stagiste presso alcuni stilisti emergenti, hanno deciso di provare a fare qualcosa di loro: vista la crisi e considerate le poche risposte lavorative ai curricula che avevano inviato, Martina e Anna hanno deciso di non stare ad aspettare, di rimboccarsi le maniche e di passare all’azione (brave, mi piace!). Attualmente sono in fase sperimentale: con grande umiltà, voglia di fare e concretezza, stanno tastando il terreno, sperimentando, osservando, proponendo, proprio per capire se esistano i presupposti che consentano loro di fare qualcosa più in grande. Si sono fatte conoscere in qualche sfilata: per due mesi a partire da settembre, le loro borse sono state selezionate per il Sed Store di Roma, un concept store completamente dedicato ai designer emergenti. Leggi tutto

Meo Fusciuni e la poesia dell’aromatario

Oggi ho voglia di parlare di profumi, di ricordi, di memoria. Di cose buone. Voglio raccontarvi di Meo Fusciuni e del suo mondo.

Meo Fusciuni si occupa di profumeria artistica: l’idea del marchio nasce nel novembre del 2009 e non definisco Meo né naso né profumiere, perché lui si definisce “aromatario”. Mi avevano fatto il suo nome qualche mese fa: da allora ho iniziato a seguirlo su Facebook e poi ho avuto l’opportunità di ascoltare un suo intervento alla conferenza stampa del White a inizio settembre (qui il mio articolo).

È stato proprio in quell’occasione che l’ho sentito definirsi “aromatario”: siccome sono curiosa come una scimmia (ormai lo saprete), ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che in Sicilia, nel ‘700, col quel termine si definivano gli speziali, ovvero coloro che usavano le piante a scopo medicinale. Meo è siciliano e dunque l’uso dell’espressione segna un recupero e un legame con la terra di origine.

Dopo quella conferenza stampa, colpita da diverse cose che aveva detto, è scattata in me la voglia incontenibile di conoscerlo di persona e di scoprire il suo mondo e così sono andata a trovarlo al suo stand al White: lì ho trovato lui e Federica Castellani, le due persone speciali dietro a questo piccolo brand. Sono loro personalmente a seguire tutto con amore e cura: Meo e Federica (che si occupa della progettazione della grafica e dell’immagine del marchio) mi hanno donato tantissimo e mi hanno aperto questo loro mondo.

Non mi hanno fatto provare i loro profumi: me li hanno fatti vivere e non solo al momento. Il profumo dei cartoncini tester mi ha inebriato nuovamente quando ho aperto la borsa a casa, a fine giornata; sono tuttora sulla mia scrivania e mi riempiono di ricordi appena metto piede in studio. Dopo un mese, riescono a raccontare una storia che sento anche in questo momento, mentre scrivo. Leggi tutto

Alice Tamburini: così materica, così poetica

Durante la settimana della moda, ho ricevuto un messaggio da un amico: mi invitava ad andare a curiosare alla presentazione di una sua ex-compagna di studi. Mi fido molto di lui e quindi gli ho dato ascolto: sono felice di averlo fatto, perché è grazie a Roberto Neri che ho scoperto Alice Tamburini e la sua Collezione Materica.

Alice ha una formazione da architetto (e sempre più spesso, ultimamente, mi capita di incontrare persone che si muovono ai confini tra moda e architettura): la passione per la materia, soprattutto quella dei tessuti ricercati, e per le forme strutturate si può rintracciare in queste sue origini. Per lei l’abito è una sorta di moderna armatura, una struttura che conferisce identità alla figura e le piace definire il suo lavoro “aggressione della materia”: a emozionarla sono soprattutto gli artisti e tra loro chi riesce a deformare la forma e chi sa creare opere senza tempo. È questo ciò che vuole a sua volta realizzare, ovvero abiti senza tempo, vere opere in movimento: vuole dare voce a un desiderio umano, quello di rendere concreto ciò che è friabile ed eterno ciò che è transitorio e vuole applicarlo alla moda per farla passare da cosa effimera e stagionale a cosa duratura e senza tempo. Le sue ispirazioni? “Alberto Burri coi suoi Cretti, Antoni Gaudí con la Sagrada Família (simbolo delle magnifiche cattedrali gotiche ma anche simile ai castelli di sabbia costruiti dai bambini in riva al mare), i giardini di Roberto Burle Marx (architetto paesaggista e botanico brasiliano) e gli abiti scultorei di Roberto Capucci”. Devo dire che il nome di Capucci in mezzo a grandi artisti e architetti non mi sorprende affatto. Leggi tutto

La moda che verrà # 13: Blue Fashion Beach estate 2014

Sì, lo so che sto seriamente rischiando di farmi detestare: l’inverno è quasi alle porte e io invece parlo di costumi, eppure vorrei invitarvi a fare un giochino insieme a me. Non so se capiti anche a voi: se devo fare una cosa che non mi esalta ma penso a una cosa bella che farò o che verrà poi, provo un po’ di sollievo. Ecco, questo è il gioco che voglio proporvi: è vero, stiamo andando verso la brutta stagione, ma se pensiamo per dieci minuti ai costumi e quindi al sole e al mare… magari un sorriso viene fuori, no? Sono dell’idea di provare sempre a capovolgere le situazioni sfavorevoli con un tocco di positività 🙂 Ci proviamo, procedo? Oggi vi racconto alcune collezioni di beachwear che sono andate in passerella lo scorso settembre, durante la settimana milanese della moda, in particolare quelle di Blue Fashion Beach che raggruppa Tezuk, Pin-Up Stars, Agogoa, Emamò, Flavia Padovan, Raffaella D’Angelo e Parah. Me le sono godute tutte al Superstudio13 di via Bugatti, con la sola eccezione di Parah che – purtroppo – ho perso causa sovrapposizione con un altro evento. Leggi tutto

Next Vintage Belgioioso edizione ottobre 2013

Il vintage non è un argomento nuovo qui su questo blog: è una delle mie passioni e ve ne ho già parlato in più occasioni. Ho iniziato a sviluppare questo forte interesse alcuni anni fa: ben presto si è trasformato in una passione che ha contagiato anche il mio amore per i bijou, facendo sì che io iniziassi a interessarmi ai gioielli d’epoca o risalenti ad almeno 20 – 30 anni fa. Cosa mi affascina? Il fatto che questi pezzi abbiano già una loro storia e un vissuto ai quali aggiungo nel tempo i miei ricordi personali. Una delle manifestazioni che più attendo ogni anno è il Next Vintage che si svolge al Castello di Belgioioso: ricordate, vi avevo parlato dell’edizione dello scorso aprile qui. Next Vintage si svolge infatti due volte l’anno con un’edizione primaverile e una autunnale: è sempre un’ottima occasione per fare ricerca e per imparare qualcosa di nuovo.

Il termine “vintage” era in uso nel settore vinicolo, coniato in origine per definire i vini vendemmiati e prodotti nelle annate migliori: è poi diventato termine di uso comune e più ampio, nonché sinonimo dell’espressione “d’annata”. Oggi si definiscono vintage tutti quegli oggetti che siamo stati prodotti almeno vent’anni prima del momento attuale: pertanto, essendo nel 2013, è ormai vintage tutto quello che risale a prima del 1993. Proprio così, i primissimi anni ’90 si possono già considerare vintage: il tempo vola, vero? Occhio, dunque, a ciò che buttiamo via: potrebbe essere diventato prezioso, ricercato da appassionati e intenditori. Leggi tutto

Happiness back to Milano: Pantera Rosa & felicità

Mi piace essere considerata una persona seria, ma non credo di essere seriosa: mi piace un sacco ridere, divertirmi, svagarmi e fare cose leggere.

Però, anche nel divertimento, amo trovare una logica, anche minima e semplice: mi sembra che non vi sia nulla di strano, così come non c’è nulla di strano se nella moda mi piacciono i brand che hanno un progetto, un sogno, una visione, un’idea, un percorso.

Il progetto può partire da un’ispirazione semplice, lo ripeto, non deve essere necessariamente legato a chissà che cosa, alla letteratura, all’arte o a qualcosa di estremamente elevato: non sono una snob, non sono in cerca dell’ago d’oro nel pagliaio né del pisello sotto strati di materassi di piume.

Premesso tutto ciò, vi voglio raccontare di un evento che ho avuto modo di apprezzare durante la settimana della moda: mi sono divertita, sono stata bene, mi sono rilassata in un’atmosfera piacevole e coinvolgente e mi è piaciuto il progetto che trovo molto trasversale, con spunti lievi e divertenti e altri più forti.

Mi riferisco all’evento “Happiness back to Milano” che ha voluto celebrare la Pantera Rosa, personaggio che adoro fin da quando ero piccina. Leggi tutto

La moda che verrà # 12: The Wandering Collective primavera/estate ’14

Dovete sapere che nutro enorme rispetto per tutti coloro che riescono ad avviare un processo creativo che ha come risultato un nuovo abito, una borsa, un gioiello e anche una macchina, un quadro, una foto, un libro, un palazzo. Per me essere capaci di creare qualcosa che prima non esisteva è la cosa più magica che esista e anche la più difficile. Il mio rispetto sale proporzionalmente quando il processo si moltiplica per tre e tre sono le persone che lavorano e creano in contemporanea: ho sempre creduto che sia difficile coordinarsi e intendersi, ma da qualche stagione seguo un trio a cui piace smentire questa mia idea, vista la grande naturalezza con la quale riescono a unire le loro tre fervide e diverse creatività in un unico progetto. Sto parlando di Valentina Brugnatelli, Gianluca Soldi e David Wyatt alias The Wandering Collective: tre persone, un collettivo, un’armonia unica nella quale ognuno dei tre mantiene la propria personalità, un concerto del quale si riesce a godere la sinfonia ma anche le singole note dei tre musicisti. Signore e signori, ecco la primavera / estate 2014 pensata da Valentina, Gianluca e David. Leggi tutto

La moda che verrà # 11: Sergio Daricello primavera / estate 2014

Come ho già raccontato, sono una blogger e anche una redattrice per alcune testate. Nonostante la mia scrittura sia fondata sempre e comunque su emozioni e sensazioni, quando scrivo per le testate che mi danno fiducia (grazie sempre!) cerco di rimanere più neutra e di adottare un codice più formale: diciamo che mi sento maggiormente legata al dovere di cronaca e di informazione.

Qui, invece, sono una blogger e posso auto-concedermi il lusso di sbilanciarmi e di lasciarmi andare all’entusiasmo. Questo è un blog personale, non una testata giornalistica: la scrematura è già alla fonte, dato che parlo solo di ciò che scelgo liberamente e personalmente. L’informazione c’è, spero, ma non riesco a slegarla dall’entusiasmo che provo nel condividere con voi tutto ciò che amo.

Tutto questo per dirvi che oggi vi racconto di uno stilista di cui mi sono innamorata fin dal primo istante in cui ci siamo guardati negli occhi: il suo nome è Sergio Daricello.

E a quel primo istante posso dare anche una data precisa: 24 giugno 2012. Allora Sergio era direttore creativo per Giuliano Fujiwara e presentava la collezione uomo primavera – estate 2013, la prima firmata per il brand italo-giapponese. Da allora ho seguito Sergio nelle sue successive collezioni per Fujiwara (qui la donna primavera / estate 2013 e qui l’uomo autunno / invero 2013-14), fino alla sua decisione cruciale: dare vita al brand che porta il suo nome. Leggi tutto

La moda che verrà # 10: Vladimiro Gioia primavera / estate 2014

L’ho scritto anche sulla mia pagina Facebook: i successi delle persone che stimo mi danno carica, mi fanno sperare in giorni migliori, giorni in cui il vero talento e il vero saper fare diventino le uniche discriminanti. Mi piace usare queste parole per introdurre Vladimiro Gioia, stilista giovane ma già affermato: ho avuto il piacere di conoscerlo di persona e sono stata colpita dalla sua passione unita a semplicità e umiltà. Nelle sue parole ho percepito grande preparazione, notevole perizia e immenso amore per ciò che fa.

Dopo anni trascorsi a lavorare per l’azienda di famiglia, alcune stagioni fa Vladimiro ha dato vita a una linea che porta il suo nome. Le sue creazioni sono state subito notate da Domenico Dolce e Stefano Gabbana che hanno scelto alcuni suoi capi per Spiga 2, il loro negozio ubicato al civico 2 di via della Spiga a Milano: è lo store multibrand dove si possono trovare le proposte dei nomi più promettenti del panorama moda di tutto il mondo. Da lì passano molte celebrità e tra coloro che si sono innamorate di Vladimiro c’è Anna Dello Russo, spesso fotografata con i suoi capi. Leggi tutto

Van Cleef & Arpels: il mio pomeriggio da vera glittering woman

Ebbene sì, questa volta la vostra glittering woman ha proprio esagerato quanto a lucicchìo: sono passata al brillare dei diamanti e che diamanti! Ero già stata invitata altre volte a presentazioni di gioielli (parlo di metalli nobili e pietre preziose), ma mai mi era capitata un’esperienza come quella che ho vissuto grazie a Van Cleef & Arpels, maison di alta gioielleria che produce meraviglie fin dal 1906.

Quando giovedì 3 ottobre sono arrivata nella splendida boutique di via Pietro Verri, ho scoperto che quello che avevano pensato per me e per altre mie colleghe blogger era un meraviglioso pomeriggio a base di champagne, raffinatissime prelibatezze e gioielli da sogno, messi a nostra completa disposizione senza alcun filtro o barriera. Nel salotto privato al primo piano, al centro del tavolo, c’erano vassoi colmi di bracciali, anelli e collane che noi eravamo libere di provare e fotografare mentre ci scambiavamo impressioni: è stato un pomeriggio davvero speciale, pieno di bellezza e di chiacchiere piacevoli. Un pomeriggio divertente e rilassante, un po’ come nei film, un po’ come tutte abbiamo sognato da bambine… Leggi tutto

ElleBj: indossare un anello e ascoltare le sensazioni che ti dà

Amo essere donna con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro. A volte sento dire ad altre “se rinasco, voglio essere uomo”: io no, non ci penso nemmeno, nonostante le difficoltà e a volte la fatica di essere donna, nonostante le paure e la lontananza anni luce da una reale parità con gli uomini. Amo le infinite possibilità dell’essere nata in un corpo e con un cuore di sesso femminile, amo perfino le mie contraddizioni, le mie paranoie e tutto quel bagaglio di sfumature e di sentimenti che ci sono valsi il soprannome di “sesso debole” (grande stupidaggine… noi deboli?) o “gentil sesso” (già meglio).

Non mi lamento nemmeno di cose che ad altre appaiono come seccature: per me fanno parte del gioco e non vivo come un peso il prendermi cura di me stessa perché mi piace, mi diverte, mi stuzzica la fantasia. Non mi vesto per essere bella né per apparire magra né per apparire giovane (fasi superate da tempo): mi vesto per esprimere me stessa, perché attraverso gli abiti e gli accessori mi piace comunicare.

Per questo mi piacciono in particolar modo i gioielli. Colleziono bijou da quando avevo 15 anni: mi piacciono le cose strane, particolari o con un significato intrinseco. Amo i materiali più disparati: il mio criterio di scelta non è la preziosità commercialmente attribuita, bensì il valore che gli oggetti assumono per me.

Amo le forme e i messaggi più o meno nascosti: amo i ricordi o anche le cose nuove quando mi fanno sentire subito a mio agio e le sento mie. Leggi tutto

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