Qualche mia idea a proposito di essere – o non essere – un buon docente…
Oggi vorrei raccontarvi due storie.
Sono aneddoti personali e riguardano il rapporto avuto con un paio di docenti incontrati durante i miei percorsi da studentessa.
Quand’ero alle elementari e alle medie, la matematica mi piaceva.
Non quanto le materie letterarie che sono da sempre la mia grande passione, ma anche la matematica mi incuriosiva e mi affascinava.
L’idillio tra noi si spezzò alle scuole superiori, esattamente in quarta, quando alla mia classe fu assegnato un professore terribile, un po’… nazista (passatemi il termine), uno di quelli a cui cambiavano sezione ogni anno per via delle proteste di genitori e studenti.
Il nazistoide aveva regole ferree e un po’ assurde: sul banco non dovevamo avere nulla se non una biro, il quaderno e il libro.
Se solo vedeva, per esempio, un innocente portapenne, lo stesso volava giù dalla finestra.
A una riunione con genitori (preoccupati) e studenti (arrabbiati), enunciò la propria teoria che voleva che lui fosse un genio (incompreso, probabilmente) e noi dei poveri stupidi. Leggi tutto