Gli ‘Abiti da star’ di Rosanna Schiaffino sono in mostra a Milano

Nel post precedente, miei cari amici e lettori, ho fatto una confessione, ovvero quanto dispiacere io provi (anche in veste di docente) quando riscontro poco interesse verso la storia del costume da parte di tanti giovanissimi che frequentano le accademie di moda.

Capita, ebbene sì, che vi sia tale disinteresse e ho aggiunto che se mi dispiace è perché credo che sia per loro un’occasione persa: chi studia la moda e ambisce a diventare un professionista in tale settore deve invece essere molto interessato ad acquisire quegli strumenti preziosi che permettono di leggere il passato per interpretare il presente e immaginare o progettare il futuro.

Se riprendo questo incipit è perché, lo scorso 20 giugno, insieme a un piccolo gruppo di miei studenti di Accademia del Lusso, sono stata a Palazzo Morando, il museo meneghino che ospita il racconto di tutto ciò che è Costume, Moda, Immagine: scopo della nostra presenza era visitare una mostra della quale avevo già accennato in un precedente post parlando di archivi-guardaroba celebri, qui, ovvero la mostra ‘Rosanna Schiaffino e la moda – Abiti da star’ che resterà aperta fino al 29 settembre.

Nonostante la giornata fosse davvero torrida e non favorisse la concentrazione, i miei ragazzi mi hanno dato grande soddisfazione cogliendo appieno l’importanza della mostra e soffermandosi con attenzione, entusiasmo e ammirazione a osservare ricami, leggere didascalie, guardare filmati d’epoca: la mostra racconta – come dice il titolo stesso – il rapporto con la moda di Rosanna Schiaffino (1939 – 2009), splendida e celeberrima attrice italiana, è vero, ma certamente lontana dai tempi, dalla realtà e dal vissuto di giovanissimi appartenenti alla Generazione Z.

Eppure, la magia è avvenuta: i ragazzi hanno compreso esattamente ciò che ricordavo in principio, ovvero come la storia sia uno strumento prezioso per meglio comprendere il presente.

Sopra, la locandina della mostra <em><strong>‘Rosanna Schiaffino e la moda – Abiti da star’</strong></em> e, sotto, la copertina dell’omonimo volume che accompagna la mostra, a opera di Silvana Editoriale
Sopra, la locandina della mostra ‘Rosanna Schiaffino e la moda – Abiti da star’ e, sotto, la copertina dell’omonimo volume che accompagna la mostra, a opera di Silvana Editoriale

Dai vestiti che mettevano in risalto la sua figura di prorompente bellezza mediterranea fino alla scelta dello stilista Federico Forquet, allievo di Balenciaga, gli ‘Abiti da star’ di Rosanna Schiaffino sono organizzati in un percorso curato da Enrica Morini (anche lei citata nel post precedente!) e Ilaria De Palma: il guardaroba è stato acquisito da Palazzo Morando nel 2018 e la mostra è l’occasione per condividere con il pubblico questa operazione.

L’acquisizione di un intero guardaroba è un’operazione che riveste un grande valore per un museo che si pone l’obiettivo di documentare la storia del costume e della moda: questo perché gli abiti sono sì espressione di gusto personale (che, tra l’altro, si evolve nel tempo), ma sono anche testimonianza di un determinato ambiente sociale o stile di vita.

La Schiaffino è stata una delle protagoniste del cinema italiano tra gli Anni Cinquanta e Settanta: fin dai suoi esordi, furono per lei fondamentali le scelte degli abiti e degli stilisti che ne caratterizzarono l’immagine. Nel corso del tempo, al suo guardaroba si aggiunsero nomi del calibro di Yves Saint Laurent nonché protagonisti del Made in Italy quali Germana Marucelli, Carosa, Valentino, Gianfranco Ferré.

Il suo guardaroba racconta pertanto la storia di una bella ragazza che l’industria cinematografica degli anni della cosiddetta Dolce Vita trasformò in una star: visse poi una seconda evoluzione quando, abbandonata la professione di attrice, diventò una signora borghese sposando, nel 1982, l’imprenditore Giorgio Falck, uno degli eredi della dinastia dei re dell’acciaio.

Ed è bellissimo, in mostra, il racconto del rapporto di Rosanna Schiaffino con Valentino e Gianfranco Ferré.

Agli inizi degli Anni Ottanta, Rosanna Schiaffino iniziò a vestire Valentino, proprio quando era diventata la donna presente al fianco di Falck: adottò uno stile sportivo per la villa di Portofino (l’imprenditore era tra l’altro un grande appassionato di vela), mentre si affidò a Valentino per la scelta di un guardaroba adeguato non più a un’attrice bensì a una signora borghese.

In quegli anni, Valentino (classe 1932) viveva un immenso successo: aveva aperto la sua omonima maison nel 1957 e teneva alta la bandiera della haute couture proponendo uno stile inconfondibile, perfetta sintesi della grande tradizione francese e del gusto italiano.

Rosanna Schiaffino scelse nelle sue collezioni abiti da gran sera, sorprendendo il bel mondo meneghino grazie all’aggiunta di spettacolari pellicce e sontuosi gioielli, a riprova del fatto che l’estro e la disinvoltura da star ancora esistevano in lei.

Più o meno negli stessi anni, si avvicinò anche a Gianfranco Ferré e continuò a frequentare l’atelier anche quando lo stilista divenne direttore creativo della maison Dior (1989), concentrandosi sul prêt-à-porter per quanto riguardava il proprio omonimo marchio.

Insieme a una piccola selezioni di clienti affezionate, Rosanna Schiaffino ebbe il privilegio di farsi realizzare su misura proprio i modelli di sfilata prêt-à-porter, adattati e modificati in modo da risultare perfettamente armoniosi rispetto alla sua figura e alle sue esigenze.

(Sotto: le foto da me scattate in occasione della visita del 20 giugno.
Per sfogliare i tre album, usate le frecce laterali)

 

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A mio avviso, visitare questa mostra – che tra l’altro è a ingresso gratuito – è importante e interessante perché gli abiti di Rosanna Schiaffino testimoniano i suoi cambiamenti di stile dettati dall’epoca, dalla carriera e dalla vita privata, dimostrando – ancora una volta – il potere comunicativo della moda.

Ricordate? All’inizio di questo post ho esordito parlando di storia, soprattutto storia del costume, e giovani che saranno i futuri professionisti della moda.

Se me lo consentite, mi permetto di fare un piccolo passo ulteriore: credo che, in realtà, la storia del costume sarebbe preziosa un po’ per noi tutti. È vero, rappresenta uno strumento prezioso (e imprescindibile) soprattutto per chi sarà un professionista della moda, ma consente comunque a chiunque, a noi tutti, di leggere le nostre radici per comprendere chi siamo.

Racconta ciò che siamo stati, come ci siamo evoluti, come siamo cambiati e permette di scegliere come vogliamo essere e come saremo, perché conoscenza e consapevolezza sono gli strumenti migliori per conquistare la libertà di scelta.

Manu

 

 

‘Rosanna Schiaffino e la moda – Abiti da star’
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
Via Sant’Andrea 6 – primo piano, sale espositive
Fino al 29 settembre 2019, INGRESSO GRATUITO

Orari: da martedì a domenica, ore 9.00 – 13.00 | 14.00 – 17.30

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Florisa Sciannamea
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che bello leggerti Manu, mi porti per mano e riesco persino a “vedere”. Non conoscevo il rapporto della Schiaffino con gli stilisti e la moda. Di lei ho solo il ricordo da gossip della sua separazione da Falck e dell’oblio in cui poi cadde. Mi ha fatto piacere ricordarla con lo smalto dell’eleganza e della bellezza attraverso il tuo articolo <3 <3 . Grazie mia cara amichetta

Manu
Reply

Tu non sai, mia adorata Florisa, la gioia che provo ogni volta in cui trovo un tuo commento.
Perché, oltre a considerarti una persona umanamente stupenda e un’Amica (con la A maiuscola e che vorrei avere vicino fisicamente ogni giorno), so che tu sei una delle più grandi esperte e insider di moda che io conosca, dunque pensare che mi leggi è per me un onore immenso.
Ah, vogliamo aggiungere che sei anche una scrittrice che stimo immensamente?
Tornando alla Schiaffino…
Ti confesso che anch’io pensavo a lei in quanto attrice e un poco per il gossip; mi ricordavo che fosse bellissima ma no, non mi ero mai soffermata su questo suo rapporto stretto con la moda.
E dunque questo è un altro merito da aggiungere alla bella mostra di Palazzo Morando: farci rileggere la vita di una persona attraverso una lente e una prospettiva alla quale non avevamo pensato.
Grazie mia Preziosa Amica!
Un abbraccio,
Tua Manu

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