Pillole di mondo: la borsa vintage e i francobolli Sperry and Hutchinson

Scorcio della mia borsa e dei francobolli Sperry and Hutchinson

Oggi voglio raccontarvi una piccola storia curiosa.

Da tanti anni, ormai, faccio i miei acquisti non solo offline (nei negozi fisici) ma anche online (via web): uno dei primi canali che ho utilizzato è stato per esempio Etsy, marketplace di articoli che spaziano dai prodotti fatti a mano fino ai tesori vintage.
Ho un account da più di 10 anni, i miei primi acquisti risalgono al 2009 e sono grata a Etsy per avermi dato una splendida possibilità, quella di entrare in contatto con creativi di tutto il mondo senza sentirmi limitata da distanze fisiche e geografiche.
Oggi – lo confesso – demando questo compito soprattutto a Instagram che offre un’immediatezza e una facilità di ricerca davvero straordinarie: noto con piacere che molti account rimandano comunque a Etsy e ad altri marketplace similari.

Recentemente, attraverso Instagram, ho trovato una borsa Anni Cinquanta ricamata ad ago con un motivo di frutta e fiori: abitualmente, tali borse hanno dimensioni medio-piccole mentre questa ha colpito la mia attenzione per essere piuttosto grande oltre che per le sue ottime condizioni di conservazione.
Al suo interno, specificava la venditrice, c’è ancora il set originale composto da pettinino, specchio e portamonete.
Insomma, è scattato il colpo di fulmine e, dopo una breve trattativa, ho deciso di adottarla: quando la borsa è arrivata si è confermata un ottimo acquisto in quanto perfettamente rispondente alla descrizione, alle foto pubblicate e alle mie aspettative.
Al suo interno c’era il set specificato nonché un altro minuscolo dettaglio che diventa l’oggetto di questo post: tre piccoli francobolli verdi con la scritta Sperry and Hutchinson e la dicitura ‘discount or cash’.

Lo ammetto, non avevo mai visto simili francobolli ed è scattata la mia curiosità intellettuale: ho digitato il nome Sperry and Hutchinson in Google e mi si è aperto un mondo, quello che desidero condividere con voi, cari amici.

Ho scoperto che la Sperry and Hutchinson (in acronimo S&H) era una società fondata negli Stati Uniti nel 1896 da Thomas Sperry e Shelley Byron Hutchinson: la società era specializzata in francobolli commerciali, ovvero piccoli francobolli di carta dati ai clienti dai commercianti per concretizzare programmi di fidelizzazione che hanno preceduto le moderne carte fedeltà.

Singolarmente, i francobolli avevano un valore minimo equivalente a pochi millesimi di dollaro ma, quando un cliente ne accumulava un certo numero, essi potevano essere scambiati con premi quali giocattoli, oggetti personali, articoli per la casa, mobili ed elettrodomestici.
La Sperry and Hutchinson iniziò a offrire francobolli ai rivenditori statunitensi già dall’anno della propria fondazione: le organizzazioni di vendita al dettaglio che distribuivano i francobolli erano principalmente supermercati, stazioni di rifornimento di benzina e negozi che compravano i francobolli dalla S&H e li davano come bonus agli acquirenti in base all’importo dei loro acquisti.

I francobolli venivano emessi in tagli da uno, dieci e cinquanta punti, con i bordi pre-perforati e il retro gommato: gli acquirenti li accumulavano, inumidivano il retro e li collocavano in album forniti sempre dalla stessa S&H.
Gli acquirenti potevano quindi scambiare gli album pieni con i premi: a ciascun premio era assegnato un valore espresso dal numero di album completi richiesti per ottenerlo.
I francobolli verdi sono stati uno dei primi programmi di fidelizzazione; successivamente, negli Anni Sessanta, la S&H diede vita anche a una serie di francobolli rosa.

Da parecchi anni, da quando mi sono innamorata di vintage (per esempio frequentando manifestazioni come Next Vintage Belgioioso) e second hand (qui alcuni dei miei negozi preferiti a Milano), affermo con convinzione che uno dei motivi per cui amo capi, accessori, bijou e oggetti preloved è la loro capacità di essere testimoni del tempo, del costume, della moda, delle usanze, di come sia cambiata la società: ciò che è vintage veicola Storia – con la S maiuscola – e storie, quelle delle singole persone ovvero dei proprietari anche se spesso anonimi.
In questo caso, la borsa con i suoi francobolli… ‘a sorpresa’ racconta la storia di uno dei primi modi in cui si è provato a creare fidelizzazione nonché la storia di una donna che, un giorno, andò a comprare qualcosa, ricevette in cambio quei tre francobolli verdi e, forse, li dimenticò nella tasca della sua bella borsa ricamata dove li ho poi ritrovati io molti anni dopo.
Non conoscerò mai il suo volto o il suo nome né saprò cosa avrebbe voluto avere in cambio dei suoi punti S&H (mi piace però immaginarla come una estimatrice di bellezza così come lo sono io), ma la borsa e i francobolli sono passati dalle sue mani alle mie, testimoniando come una consuetudine raccontata dai libri e da Wikipedia fosse e sia estremamente vera, reale, concreta, quotidiana.
La scoperta mi ha permesso di conoscere un altro pezzo di storia del costume e del marketing, uno degli ambiti professionali in cui mi muovo, e mi ha regalato un sorriso dando soddisfazione alla mia perenne curiosità intellettuale.

Naturalmente, lascerò i francobolli nella tasca: forse stamperò anche questo post, piegherò il foglio e lo aggiungerò a beneficio della prossima proprietaria della borsa perché sono ben conscia di quanta verità vi sia in una frase che amo particolarmente.
Quale?
«Siamo i temporanei custodi degli oggetti che amiamo…»

Questo piccolo episodio non fa che riconfermare una volta di più il mio amore per il vintage e spero che l’aneddoto che – secondo me – profuma di bellezza e dolcezza sia piaciuto anche a voi.
E, oggi più che mai, abbiamo bisogno di bellezza e anche di piccole storie che parlino di continuità e di passaggio da una generazione all’altra…

Manu

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Maria Letizia Del Zompo
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Sai, proprio in questi giorni stavo pensando di partire da alcuni francobli per raccontare delle storie. Che coincidenza e che storia straordinaria la tua! Ma ormai credo poco alle “coincidenze”.
Non sono una collezionista di francobolli, ma lo era mio padre, purtroppo scomparso già molti anni fa, ma sempre vivo nel mio cuore.
Mi è tornato tra le mani uno dei suoi tanti album e ho pensato che molti dei francobolli avrebbero tante storie da raccontare, oltre a essere bellissimi. Quindi, grazie per questa storia e per come l’hai saputa raccontare.

Manu
Reply

Cara Maria Letizia,
Sono felice che tu abbia dedicato tempo e attenzione al mio blog e, in particolare, a questo post al quale tengo molto.
Sai, anch’io non credo molto alle ‘coincidenze’… ed ecco un’altra non-coincidenza.
E concludo dicendoti che mi piacerebbe leggere le storie che i francobolli di tuo padre possono raccontare, quindi sappi che ti terrò d’occhio – e non è una minaccia, è una dichiarazione di interesse.
Nel frattempo passo da te a cercare altre belle storie.
A presto, allora, e grazie.
Manu

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