Estate 2014: parte 2, la Bretagna oltre il mare
Forse, la Francia era da sempre nel mio destino – chiamiamolo così.
E so con precisione quando iniziò l’amore nei suoi confronti: andavo alle elementari e cominciai a studiare il francese.
Mi assegnarono una corrispondente, una pen friend, come si usava dire in tempi non ancora maturi per SMS, messaggi e-mail, WhatsApp e altre diavolerie del genere: ricordo ancora perfettamente che la mia amica di penna abitava ad Annecy, in Alta Savoia.
Ricordo l’attesa ansiosa delle sue lettere che arrivavano per posta; ricordo che scrivevo le mie, molto semplici, con grande attenzione. Ricordo i due libri di francese di quegli anni, quello con gli esercizi e il sussidiario (si chiama ancora così?): avrò sfogliato il secondo un milione di volte, quasi consumandolo, avida di scoprire i suoi misteri, cercando di decifrare cosa ci fosse scritto col (poco) francese allora in mio possesso.
Alle superiori, la professoressa di francese mi fece innamorare del linguaggio della pubblicità: lei ne era assolutamente affascinata, sosteneva che quel particolare codice rispecchiasse la società. Ora, a distanza di parecchi anni, ho capito quanto avesse ragione e, ancora oggi, mi è rimasta l’abitudine, soprattutto quando sono in Francia, di ascoltare la pubblicità alla radio e di guardare i cartelloni per strada: noto come alcune cose e alcune strutture siano restate immutate e come altre, invece, si siano evolute di pari passo coi tempi.
Aveva proprio ragione, cara professoressa Volpati, e mi piacerebbe tanto poterglielo dire, mi piacerebbe ringraziarla per questo straordinario strumento che mi ha donato. Dare strumenti è spesso più importante di una lezione di grammatica: quest’osservazione della pubblicità mi serve ancora oggi, facendo sì che io tenga aggiornato il mio francese.
La Francia è l’unico paese al mondo in cui il computer è l’ordinateur: era ed è rimasto così. Ed è il paese in cui le parole, quelle straniere, tendono a essere francesizzate. Un esempio? Compilation, nella pronuncia, non è “compilescion” ma diventa “compilasion”. Fareste mai altrettanto in italiano? Eppure io trovo che tutto ciò non sia un male, anzi, trovo che i francesi facciano bene a difendere e conservare la propria lingua.
E io la amo, amo che il tramonto sia le coucher du soleil, romantica espressione che suona come “il sole che va a dormire”. E amo che il mare si declini al femminile, la mer.
Insomma, come vedete, l’incanto iniziato durante gli anni delle elementari non è mai finito.
Manu
Che io adori il mare è fatto risaputo, ormai, ma devo ammettere che la Bretagna, grande protagonista del viaggio che ho fatto in Francia insieme a mio marito Enrico quest’estate, non è solo sale e oceano: l’entroterra è ricco di storia, arte, bellezza, architettura, buona cucina, mercatini e molto altro ancora.
Questo è un piccolo assaggio 🙂
Le foto che mi ritraggono sono opera di Enrico. Tutte le altre sono miei scatti.
Se vi ho incuriositi e se volete approfondire, nonchè qualche mio piccolo suggerimento:
Qui trovate il sito ufficiale della Francia; qui la parte dedicata alla Bretagna.
Qui trovate il sito ufficiale del Turismo in Francia, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui Instagram e qui il canale YouTube. Qui la pagina dedicata alla Bretagna sul sito.
Qui trovate Tourisme Bretagne, il sito ufficiale del turismo in Bretagna: il link è per la versione in italiano, ma il sito è in ben 7 lingue (bretone incluso, ovviamente).
Qui trovate la pagina Facebook Fans de Bretagne.
Qui trovate il sito della cittadina di Dinan.
Qui trovate il sito della cittadina di Josselin e qui il sito del suo bellissimo castello.
Qui trovate il sito della cittadina di Lannion.
Qui trovate il sito della cittadina di Lantic.
Qui trovate il sito della cittadina di Pleumeur Bodou e qui la pagina dedicata al delizioso castello di Kerduel.
Qui trovate il sito della cittadina di Saint-Brieuc.
Qui trovate il sito che dà le informazioni sui vide grenier, i mercatini dell’usato, in tutta la Francia.
Nella cittadina di Dinan, abbiamo mangiato bene alla Crêperie Ahna: la specialità sono le galette, ovvero le crêpe salate (veramente superbe), ma non mancano, ovviamente, anche quelle dolci.
Nella cittadina di Josselin, abbiamo mangiato bene a Le Bistrot: non ha un sito, ma lo trovate nella piazza della cattedrale, al numero 6 di place Notre Dame. Qualsiasi cosa sceglierete dal menù, cadrete sempre bene 🙂
Nella cittadina di Saint-Brieuc, abbiamo mangiato bene al Restaurant Aux Saveurs Bretonnes: fa cucina a base di prodotti bretoni e abbiamo provato diversi piatti, tutti buoni. Anche loro non hanno un sito: li trovate in rue Fardel vicino a Place au Lin.
Il mio post parte 1 sulla Bretagna… lato mare: qui
… to be continued!
(prossima puntata: il viaggio in Francia continua con… Parigi!)
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Manu
Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.
Glittering comments
Cara manu io penso che tu sia stata in un lontano passato una fata o una streghetta buona…Hai la capacità attraverso la musica delle tue parole cosi’ fortementi descrittive e grazie anche alle suggestive ed insolite (a volte)immagini ad evocare in modo possente l’atmosfera della “tua” Bretagna.Un pizzico di follia tutta francese,i manichini perfettamente a loro agio in un contesto inusuale,i vecchi bottoni(mi ricordano tanto mia nonna che ne aveva a migliaia e con cui giocavamo a tombola a Natale),le bancarelle (e mi dispiace chiamarle cosi…sono cosi’ deliziose e civettuole)che espongono frammenti di un passato ancora cosi’ palpitante e amato,gli interni delle chiese,i paesaggi..tutto è cosi'”FRANCESE”..che non avresti bisogno di dare indicazioni sul luogo.Quello che mi colpisce è anche il mare..cosi’ diverso dal mio..il mio è un mare MASCHIo,possente,che ruggisce e si placa come dopo un amplesso amoroso lasciandosi sfiorare dalla luce ,ma solo in superficie.Il mare che tu fotografi è diverso…tranquillo,cremoso,romantico e con un pizzico di dolce malinconia..un mare “FEMMINA”….grazie di tutto ciò di cui ci fai partecipi
un abbraccio grande…..
Quando leggo i tuoi commenti, cara Florisa, mi perdo piacevolmente in un mondo in cui le parole non sono vuote, bensì riecheggiano meravigliosi significati.
E se arrivo a te – e spero ad altri – così, come tu lo percepisci e come lo sai descrivere… posso dire di essere felice, perché è esattamente come vorrei arrivare?
Mi ha fatto letteralmente impazzire il confronto tra il tuo mare, maschio che ruggisce e quello da me fotografato, femmina un po’ romantica e malinconica… Ecco, ancora una volta hai centrato in pieno ciò che volevo esprimere. Anche se, quando in Bretagna il mare è arrabbiato, ruggisce come solo una donna arrabbiata sa fare… E scommetto che tu sai anche questo!
Grazie per ciò che mi doni coi tuoi commenti che per me sono ulteriori occasioni di approfondimento dei miei pensieri.
Ti auguro una meravigliosa settimana,
Manu
P.S.: pagherei per poter vedere i bottoni di tua nonna… Chissà che meraviglia!
Sono sicura che tu arrivi a tutti cosi’ come arrivi a me…le tue descrizioni sono racconti fluidi ,sono narrazioni in cui parole e immagini sono specchi riflettenti le stesse emozioni….anche senza vedere ,ma solo leggendo si percepisce la Bretagna,Cosi’ come senza leggere ,ma solo facendo scorrere le immagini si percepisce comunque un commento silente.Il mio MARE…Ulisse lo ha percorso in lungo e in largo…i Mostri marini che ha affrontato per tornare a casa sembra che ci siano ancora,sotto nuove vesti,ma ci sono..Le sirene ammaliatrici ora si chiamano scafisti…e trasformano il mio MARE in una tomba silenziosa tutti quelli che cercano una nuova casa per vivere.
Purtroppo mia nonna che tanto mi ha insegnato è morta tanti anni fa portandosi dietro la sua fantasia febbrile ..i suoi bottoni spettacolari frutto di almeno 60 anni di raccolta ,sono andati persi ,gettati da mani frettolose e incapaci di riconoscere la bellezza.
Un grandissimo abbraccio..ti seguo come un segugio
Mi inchino con rispetto davanti al dolore del mare trasformato in una tomba silenziosa: è una tragedia tanto immane da far risultare banale e scontata qualsiasi parola. Servono solo fatti.
Mesi fa, sono stata invitata alla serata di consegna del Premio Inno alla Vita, istituito in onore e in nome di Madre Teresa di Calcutta: il premio speciale è stato conferito ai cittadini di Lampedusa, costantemente impegnati e coinvolti sul fronte degli sbarchi dei disperati che cercano di raggiungere le nostre coste. Come ho raccontato qui sul blog, a ritirare il riconoscimento è stato uno tra i volontari delle tante tragedie successe sull’isola: davanti al suo racconto, mi sono sentita piccola e molto inutile.
Mi dispiace infinitamente che il patrimonio di tua nonna (raccolto in 60 anni!) sia andato disperso: il fatto che non ne sia stato compreso l’enorme valore mi addolora.
Pensieri tristi, oggi, necessari e tristi… per fortuna mi hai strappato il sorriso col paragone del segugio 😉
Ti abbraccio anch’io,
Manu