Belle (ri)scoperte che amo condividere: Musée Christian Dior a Granville

Durante il mese di agosto, in occasione delle vacanze, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura.

Attraverso un post recente ho condiviso la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode e che si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna: un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo e oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista.

Stavolta, desidero condividere la scoperta – o meglio la riscoperta – di un altro luogo di grande ispirazione in Normandia: si tratta della casa di infanzia di uno dei più grandi couturier di tutti i tempi e che ospita ora un museo proprio a lui dedicato.

Mi riferisco a Christian Dior che nacque a Granville il 21 gennaio 1905: la villa di famiglia in cui Monsieur Dior ha trascorso anni felici ospita oggi un museo nel quale io non tornavo dal 2012 e che quest’anno ho voluto nuovamente visitare.

Granville si affaccia sullo splendido golfo di Saint-Malo: la villa in cui si trova il Musée Christian Dior è costruita sul promontorio roccioso, con una vista mozzafiato, ed è circondata da un giardino incantevole.
È sempre bello tornare in questo luogo colmo di grazia e di pace: stagione dopo stagione, ospita tra l’altro mostre sempre diverse e che mirano a tenere costantemente vivo il ricordo nonché la straordinaria eredità del grande couturier.

Prima di raccontare della mostra che ho visto, mi fa dunque piacere raccontarvi qualcosa di Monsieur Dior soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con Granville e Villa Les Rhumbs (questo il nome della casa).
Delle sue innovazioni che hanno rivoluzionato la moda ho già scritto in altre occasioni: se vi fa piacere, vi lascio il link di un mio articolo di novembre 2017 per ADL Mag.

Nato appunto a Granville nel 1905, Christian Dior cresce in una famiglia benestante, con un padre industriale e una madre appassionata dell’arte dei giardini, passione che presto condivideranno e che si manifesterà appieno proprio a Villa Les Rhumbs.
Negli Anni Venti, influenzato dai genitori, Dior studia scienze politiche a Parigi sebbene la sua vera vocazione sia l’architettura, come confesserà nelle sue memorie: si interessa anche alla musica, ma disegno e pittura diventano i suoi interessi principali tanto che, dal 1928 al 1934, insieme al suo amico Jacques Bonjean, il futuro couturier apre una galleria d’arte a Parigi alla quale sarà poi costretto a rinunciare per i problemi economici della famiglia.

Gli Anni Trenta sono infatti purtroppo sinonimo di grandi perdite per Christian Dior: nel 1931, muore la madre Madeleine, suo modello e ispirazione, e nel 1938 va persa anche la casa della sua infanzia che suo padre è costretto a vendere in seguito alla grande crisi economica del 1929. È tuttavia durante lo stesso decennio che Dior stabilisce anche il suo primo contatto con la moda.
L’amico attore Jean Ozenne nota il suo talento e lo incoraggia a vendere alcuni schizzi di abiti e cappelli; viene poi assunto come illustratore da Le Figaro Illustré; nel 1938, viene assunto dallo stilista Robert Piguet come modellista e disegnatore; parte quindi per la guerra e successivamente, nel 1941, entra da Lucien Lelong, una delle più grandi case francesi di moda.
Nel 1945 conosce Marcel Boussac: il ricco industriale crede immediatamente nel suo talento e lo aiuta ad aprire una Maison a suo nome, investendo sessanta milioni di franchi.

Il resto è storia nota: la casa di moda di Christian Dior viene inaugurata nel 1946 e il 12 febbraio 1947 il couturier rivoluziona il modo di vestire delle donne con la prima sfilata chiamata Corolle e ribattezzata dalla stampa come New Look.

Da allora, ogni anno, immette sul mercato nuove idee, creando una continua attesa attraverso 22 collezioni: si spegne prematuramente in Italia, a Montecatini Terme, il 24 ottobre 1957, a soli 52 anni e a causa di un infarto.
La sua scomparsa è una perdita immensa sebbene, in soli dieci anni, Christian Dior sia riuscito in un’impresa straordinaria, ovvero cambiare i codici della moda femminile dell’epoca (e non solo) lasciando un segno indelebile.

Ma torniamo a Villa Les Rhumbs.
Costruita alla fine del XIX secolo, la bella casa deve il suo nome al termine usato in marina per designare le trentadue divisioni della rosa dei venti, simbolo che figura in un mosaico che orna il pavimento di uno degli ingressi dell’edificio.
Nel 1906, i genitori di Christian Dior acquistano la dimora dotata di un giardino d’inverno e situata in un parco: lui vi cresce e si affeziona a questo luogo tanto da dedicargli una vera dichiarazione d’amore nell’autobiografia intitolata Christian Dior et moi.

«La casa della mia infanzia… ne serbo il ricordo più tenero e colmo di meraviglia. Cosa posso dire? La mia vita e il mio stile devono quasi tutto alla sua atmosfera e alla sua architettura.»

A partire dal 1925, Dior decide di sostituire la serra esistente con un pergolato e uno specchio d’acqua, ispirandosi alle mode dell’epoca e ai dettami dell’Art Déco.
Nell’estensione del pergolato, Madeleine Dior aggiunge un roseto che si appoggia al muro lungo quello che era chiamato Sentiero dei Dogananieri, beneficiando così di un’esposizione riparata dai forti venti salini.

Poco dopo la morte di Madeleine Dior, il marito di lei nonché padre di Christian viene rovinato dalla grande crisi economica e la proprietà viene messa in vendita: viene acquistata dalla città di Granville nel 1938 e il giardino viene aperto al pubblico.

Nel tempo, anche grazie a Jean Luc Dufresne, cugino del couturier, nasce l’idea di trasformare la villa in un luogo dedicato alla memoria di Dior: nel 1997, Villa Les Rhumbs diviene Musée Christian Dior, museo che, ogni anno, inaugura una mostra tematica che presenta creazioni legate tra loro da un tema o da un filo conduttore ben preciso.

Il roseto viene restaurato e ampliato all’inizio degli Anni Duemila; nel giugno 2012, il Museo Christian Dior ottiene l’etichetta di Maison des Illustres dal Ministero Francese della Cultura.

 

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Raccontavo che, ogni anno, il museo inaugura una mostra a tema: attualmente ospita l’esposizione Grace de Monaco, Princesse en Dior aperta fino al 17 novembre 2019.

Grace Kelly (1929 – 1982) è stata l’attrice preferita di Alfred Hitchcock: diventa Principessa di Monaco nel 1956, in seguito al matrimonio con il Principe Ranieri III, e rimane una figura leggendaria trentasette anni dopo la sua scomparsa.

In occasione del 90° anniversario della sua nascita, il museo Christian Dior di Granville ha voluto mettere in risalto la personalità e lo stile della principessa, icona eterna.

Fin dall’incontro con il Principe Ranieri, Grace mostra di gradire particolarmente le creazioni Dior.

Al ballo dato per il suo fidanzamento al Waldorf-Astoria Hotel di New York, Grace appare avvolta in un abito realizzato appositamente dai laboratori della Maison e, nello stesso anno, posa per un ritratto ufficiale, vestita con il modello alta moda Colinette immaginato dal couturier-fondatore per la sua collezione autunno-inverno 1956-1957.

Dopo la morte di Christian Dior, Marc Bohan, che diviene direttore artistico della Maison nel 1961, trova in lei l’incarnazione perfetta di un’eleganza vivace, moderna, sobria e raffinata, in simbiosi con la sua visione della moda; per contro, la principessa vede in Marc Bohan non solo il couturier adatto al glamour monegasco, ma anche un amico vicino alla famiglia.

Nel 1967, la principessa accetta di essere la madrina dell’etichetta Baby Dior e inaugura la boutique per bambini insieme al direttore artistico: decora il suo bagno personale con bottiglie di profumo della Maison e riceve a palazzo Serge Heftler-Louiche, amico d’infanzia di Christian Dior, diventato presidente di Christian Dior Parfums.

Ricca di una selezione di circa novanta abiti (accuratamente conservati nel Palazzo di Monaco), la mostra offre una doppia visione della principessa: da una parte, quella di figura pubblica, distinta e aggraziata in tutte le sue apparizioni ufficiali; dall’altra, quella di donna moderna, moglie e madre premurosa.

Gli abiti Dior e poi ritratti, fotografie, reportage, estratti di film dell’epoca, bozzetti e disegni di acconciature e toilette create per lei dal decoratore e scenografo André Levasseur, bottiglie di profumo e lettere che attestano la sua corrispondenza con la Maison: tutto racconta e celebra il fascino, la bellezza e l’eleganza di Grace.

 

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Dai balli ai viaggi ufficiali in tutto il mondo passando per gli eventi artistici e per la beneficenza, la mostra rivela la capacità della principessa di scegliere abiti sempre adeguati per ogni momento, con un senso dello spettacolo ereditato dai suoi anni a Hollywood ma stemperato dalle sobrie necessità dello status di principessa: in famiglia e nella vita privata, Grace ritrova inoltre l’attrazione verso il confort, verso una semplicità contemporanea e verso un look sportivo, ricordi della sua giovinezza americana.

Tra i suoi abiti firmati Dior, per il giorno si indovina la preferenza per gli chemisier e per i tailleur in tweed, abiti dal taglio pulito e strutturato; per la sera, Grace predilige invece ricami gioiello, abiti in mussola vaporosa e ornamenti di piume che parlano di leggerezza e delicatezza.

I numerosi abiti stampati o ricamati con fiori ricordano il suo amore e il suo gusto per il giardinaggio, un vivo interesse che condivide con Christian Dior, come vi ho raccontato.

Non solo: Granville è chiamata anche Monaco del Nord e, in effetti, i Grimaldi hanno un forte legame storico con la città in quanto, nel XVIII secolo, la famiglia reale monegasca fu governatrice della città della Normandia.

Christian Dior sapeva di questo legame tra i Grimaldi e la sua amatissima città di origine? Se lo chiede Alberto di Monaco, figlio di Grace, in una lettera che si trova esposta in mostra e che trovate nel mio secondo album fotografico qui sopra.

«Mi piace pensarlo», si risponde il Principe e io concordo con lui e mi piace a mia volta concludere con un pensiero.

Grace di Monaco era una donna del suo tempo: la moda – e lo stile Dior in particolare – erano necessari al prestigio del suo ruolo di first lady, tuttavia erano scelte in assoluta e sincera sintonia con la sua vita, attiva e impegnata al servizio degli altri.

Mi piace dunque affermare che avrebbe potuto trovare un’anima gemella nell’attuale direttore artistico della Maison, l’italiana Maria Grazia Chiuri.

Il libro The Grace Kelly Years – Princess of Monaco di Frédéric Mitterrand Graz ricorda una sua frase: «Sono fondamentalmente una femminista. Penso che le donne possano fare qualsiasi cosa decidano di fare».

Esattamente il pensiero che guida oggi il lavoro di Maria Grazia, erede del grandissimo Christian Dior.

Manu

 

 

Grace de Monaco, Princesse en Dior

Mostra aperta fino al 17 novembre 2019

Orari della mostra fino al 30 settembre: tutti i giorni dalle 10 alle 18:30 (chiusura biglietteria alle 18)

A partire dal 1° ottobre: dalle 10 alle 12:30 e dalle 14 alle 18, tutti i giorni nei periodi di vacanze scolastiche e dal martedì alla domenica fuori periodo di vacanze scolastiche (chiusura biglietteria alle 12 e alle 17:30)

Biglietto intero 9 €, ridotto 5 € (studenti, portatori di handicap, disoccupati, gruppi composti da minimo 12 persone con prenotazione)

Per il Giardino Christian Dior circostante, l’accesso è libero e gratuito, aperto tutto l’anno

Orari: da novembre a febbraio dalle 9 alle 17; marzo e ottobre dalle 9 alle 18; aprile, maggio e settembre dalle 9 alle 20; da giugno ad agosto dalle 9 alle 21

Altre info sul sito

Musée Christian Dior
1 rue d’Estouteville
Villa Les Rhumbs
50400 GRANVILLE, Normandie, France

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Laura Lavinia Frati
Reply

Articolo, foto, emozioni che hai regalato, tutto meraviglioso!
Leggerti è stato come essere sul posto con te. Amo Dior ed amo da sempre Grace Kelly, insieme alla mia Audrey è sicuramente un’altra icona di stile per me. Tra l’altro guardavo i film di Grace con la mamma e quindi puoi immaginare cosa significhi. Grazie per questo splendido artico, amica mia. 🙂😘

Manu
Reply

Sono io a ringraziarti, cara Laura, perché sì, immagino cosa significasse per te vedere i film di Grace con la tua mamma e pertanto sono felice (ed emozionata) di aver contribuito nel mio piccolo a un ricordo così bello e felice…
Ti abbraccio forte,
Manu

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