Saint Laurent e quel confine (sottile) tra magrezza e malattia

Giorni fa, ho letto una notizia che ha catturato la mia attenzione: in Inghilterra, una pubblicità della maison Saint Laurent è stata proibita in quanto la protagonista della foto è una modella troppo magra.
La Advertising Standards Authority (in acronimo ASA), l’agenzia indipendente che regola il mercato pubblicitario inglese, ha giudicato che la protagonista apparisse decisamente sottopeso, precisamente «the model appeared unhealthily underweight in the image».
L’immagine in bianco e nero era apparsa sull’edizione britannica della rivista Elle appartenente al gruppo editoriale Hearst: la modella, sdraiata per terra, indossa un abito corto che lascia vedere gambe lunghissime e magrissime.
Non so che impressione faccia a voi, ma vi dirò la mia opinione: più che uno scatto glamour, mi sembra che la ragazza sia a terra, in quella posizione, con gli occhi chiusi e le braccia sulla testa, perché ha perso i sensi.
La maison francese ha contestato le accuse, naturalmente, ma sembrerebbe non abbia dato una risposta ufficiale all’ASA la quale, nelle motivazioni a fronte della censura, scrive «the ad was irresponsible», ovvero «la pubblicità era irresponsabile».
Da tempo sostengo che nella moda regni una certa ipocrisia: tutti si schierano contro anoressia e disordini alimentari eppure molti stilisti, brand e maison continuano a scegliere ragazze magrissime, a volte scheletriche. Anzi, più che sceglierle creano proprio la richiesta.
Sono felice che l’ASA abbia preso questa posizione, facendo una scelta coraggiosa e dicendo a voce alta ciò che molti, guardando la foto, avrebbero pensato: quell’immagine è irresponsabile.
E mi auguro di non vederla mai su nessuna rivista italiana con lo scopo di pubblicizzare degli abiti (assurdo!): il fatto di averla pubblicata, nonostante la cosa mi ripugni, è una scelta precisa.
Ho voluto infatti dare spazio alla notizia per sottolineare che è sempre possibile fare scelte indipendenti e di rottura.
Business is business, si dice, ma ogni tanto – per fortuna – qualcuno ci mette anche un po’ di coscienza.

Manu

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Giorgia
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A me questa ragazza fa una brutta impressione: avrebbero potuto mettere l’abito su un manichino o su una gruccia, forse sarebbe stato meglio.
Sai chi sia la modella?
Giorgia

Manu
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Carissima Giorgia,
ti ringrazio molto per il tuo commento che, tra l’altro, mi dà la possibilità di sanare una mia precedente mancanza, ovvero quella di non aver citato il nome della modella.
La foto ritrae Kiki Willems, modella 18enne, ed è stata scattata da Hedi Slimane, direttore creativo di Saint Laurent, per la campagna pubblicitaria primavera / estate 2015. Se cerchi Kiki su Google, troverai altre immagini e vedrai che, in effetti, è tanto magra: costituzione o forzatura? Mah…
Sono contenta che tu mi abbia dato l’opportunità di tornare sull’argomento e di citare il suo nome, non averlo fatto contribuisce a toglierle ulteriormente personalità…
Per quanto riguarda il parallelo tra modella, manichino e gruccia, devo dirti che altre persone hanno detto qualcosa di simile commentando le mie condivisioni di questo post sui canali social.
Metto i link di queste discussioni perché sono venuti fuori molti spunti interessanti: qui, qui, qui, qui e qui.
Infine, ecco il link per chi volesse leggere la decisione originale dell’ASA: qui.
Ancora grazie per il tuo commento davvero prezioso,
Manu

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