Sono (già) passati dieci anni…

Ho pubblicato i pensieri che seguono il 10 settembre in Instagram.
Ho il desiderio che restino anche qui, visto la velocità (che tutto cancella) dei social network…

In questi giorni ricorre per me un anniversario dolceamaro: dieci anni fa, nel settembre del 2011, finivo di lavorare per un’azienda che, senza avere nessuna concreta difficoltà, in nome del profitto, lasciò a casa diverse decine di persone, sottoscritta inclusa.

Non voglio fare la gradassa: ammetto che mi parve un dramma – ed era in effetti un problema non lieve – e confesso che in quei momenti provai paura, smarrimento, angoscia. E una grande delusione.
Sentivo mancarmi l’aria ed ero terrorizzata dal fatto di non essere più una ragazzina e dalla consapevolezza che questo inconfutabile dato anagrafico non mi avrebbe certo aiutata.

Fu l’uomo che più amo al mondo a farmi vedere la questione sotto tutt’altra prospettiva, proponendomi di prendere il tutto come un’occasione per chiedermi cosa volessi fare davvero. E questo è uno dei motivi per cui lo amo tanto, anche perché aveva ragione: in effetti, ero lavorativamente infelice.
Non amavo niente del percorso che avevo costruito fino a quel momento, nonostante lo avessi costruito con diligenza e senso del dovere ma il punto era proprio quello: non c’era traccia di passione, neanche minima.

Ho allora usato la buonuscita ricevuta dalla mia ex azienda scommettendo e investendo su me stessa: sono tornata sui banchi di scuola, mi sono rimessa a studiare e ho conseguito alcune nuove specializzazioni, stavolta nell’ambito che davvero amavo (l’ho raccontato qui).
E poi ho ricominciato, da zero o quasi.

Senza boria, ve l’assicuro, posso dire di essere orgogliosa di me stessa.

In questi dieci anni non ci sono stati molti giorni facili. Non ci sono stati trionfi epocali. Ci sono state sconfitte, lacrime, paure, difficoltà, passi avanti e poi passi indietro.

Eppure, ciò di cui sono orgogliosa è di averci provato, e da sola, senza santi in paradiso, sono orgogliosa di aver provato con energia, entusiasmo e passione, sono orgogliosa di non essermi risparmiata, mai, e di averci messo tutta me stessa, sempre.

La verità è che, a parte lo stipendio fisso (e le ferie pagate e le malattie riconosciute, mica poco, lo so), in quell’azienda io ci morivo giorno dopo giorno perché quel lavoro mi faceva orrore, mi uccideva e mi spegneva un po’ alla volta.
(Per essere del tutto onesta: lo stesso discorso vale per qualsiasi azienda in cui io abbia lavorato da dipendente fino a quella. Nessuno di quei lavori mi ha mai davvero rappresentata. Il problema non erano le singole aziende, ma quel modo di lavorare.)

Oggi, dieci anni dopo, non è tutto rose e fiori, ma almeno faccio cose che mi rappresentano e vivo settimane che non mi portano solo ad attendere il week-end o le ferie estive o il premio presenza.
Ho un unico rimpianto: non avere avuto il coraggio di ammetterlo prima e di fare spontaneamente io una scelta coraggiosa, magari a un’età in cui ricominciare sarebbe stato indubbiamente più facile e avrebbe avuto esiti forse migliori.
A ogni modo… non sono una da rimpianti, dunque direi che, alla fine, l’anniversario è sì dolceamaro, ma va bene così.

Perché la domanda da pormi, a questo punto, è una sola: tornerei indietro? Se potessi tornerei a quel lavoro e a quei giorni?
Vi lascio immaginare la risposta.

Manu

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Laura
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Ciao tesorina, che meraviglioso articolo e che grande aiuto può essere per chi lo legge.
La mia società si è trasferita a Napoli, noi dipendenti dopo un periodo di cig che ti avevo raccontato, siamo stati licenziati e mi sono ritrovata disoccupata e non certo più ragazzina.
Però ora iniziato un nuovo percorso, supportata da una persona di grande esperienza e da una società abbastanza importante, ti racconterò tutto di persona.
Ma torniamo a te, alla tua forza, a quello che riesci a trasmettere con la tua immagine, con quello che scrivi, alla capacità di coinvolgimento che crei. Oltre a considerarti una carissima amica, per me sei davvero un punto di riferimento, non è un caso se molti dei bijoux che posseggo me li hai fatti scoprire tu.
Io so bene dei tuoi momenti difficili, alcuni li ho vissuti con te, eppure non traspare nulla dai social ed io non ti nego che quando sono un po’ giù di morale o mi faccio prendere dalle paranoie “oh Dio sto invecchiando, no, non voglio” vado a sbirciare le tue foto in IG e mi fai sentire subito giovanissima, la mia “lady Curiosità” si ringalluzzisce e passa tutto.
Meno male che hai perso il lavoro, per te e per chi ti segue e che continuerà a seguirti.
Ciao zia Glitter (come dice Mia) un abbraccio fortissimo.😊👋❤

Manu
Reply

… ecco. io faccio di tutto per fare la forte, per fare quella che non si commuove, poi arrivi tu e mi fai piangere puntualmente! 😀 😀 😀

A parte gli scherzi, devo ringraziarti, cara Laura.

Il primo ringraziamento è per essere stata testimone e aver accolto alcuni miei momenti di sconforto anche abbastanza pesanti, come ben citi anche tu.
Mi dispiace che tu te li sia beccati 😀 e ti ringrazio per il tuo ascolto… e pazienza!
Hai ragione, è molto molto difficile che io lasci trapelare qualcosa tramite social. Forse a volte mi sono “confessata” qui nel blog, anzi, togliamo il forse, è così, incluso il presente post.
Se via social non dico nulla non è perché io voglia fare l’eroina oppure quella dalla vita perfetta, è invece perché non voglio essere un peso, non voglio tediare e rattristare nessuno; penso che i social debbano essere fonte di positività e dare incoraggiamento alle persone, non deprimerle – e qui arriviamo al secondo ringraziamento.

Ti ringrazio per le bellissime parole che hai scritto, per pensare che io possa essere un punto di riferimento e che io possa essere d’aiuto a qualcuno.
Io non la vedo mai così, non penso né di essere un esempio né un punto di riferimento, dunque rimango stupita quando leggo parole come le tue, quando leggo commenti come quelli ricevuti sotto il post in Instagram, quando leggo i tantissimi messaggi privati che ricevo ogni giorno via social, persone che mi chiedono un consiglio o esprimono apprezzamento.
Ecco, queste sono le cose di cui sono orgogliosa di questi dieci anni, essermi aperta al mondo e avere ricevuto tanto. Di tutto questo sono molto grata.

Auguro tutto il meglio a te, Laura, e a chiunque stia passando un momento di cambiamento.
A volte il cambiamento viene naturale, altre volte è più sofferto, ma alla fine credo di poter fare un’affermazione: il cambiamento è necessario ed è vita.
Chi resta immobile rischia qualcosa di molto peggio, rischia di appassire e di spegnersi.
E cambiamento non vuol dire per forza stravolgere la propria vita, però occorre essere aperti alle evoluzioni, anche le più piccole.

Ti abbraccio e… ne parleremo davanti a un caffè o a un tè o a una tisana.
Manu

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