Il settimanale Gioia! (col punto esclamativo) compie un anno
Un anno fa, ero stata invitata al party organizzato per festeggiarne il rilancio; esattamente un anno dopo, sono stata invitata alla serata in onore del suo primo compleanno. Di chi o di cosa parlo? Del settimanale Gioia! e il punto esclamativo non sono io a mettercelo.
Lo scorso anno, la casa editrice Hearst ha deciso di rifondare il buon vecchio Gioia (senza punto esclamativo), testata storica ma bisognosa di un restyling, esattamente come capita talvolta a noi donne: avete presente quando ci guardiamo allo specchio e intuiamo che è giunto il momento di cambiare taglio di capelli o di provare un nuovo colore di rossetto? Ecco, a volte succede anche ai giornali, perché i tempi cambiano e corrono, anzi, galoppano. E in questi casi non serve il parrucchiere o il make-up artist, ma un buon direttore e un buon team.
Come avevo già raccontato lo scorso anno, ho molti ricordi legati a Gioia: rammento bene quando mamma e io andavamo a comprarlo insieme, soprattutto d’estate, quando ero a casa da scuola. Diventavo pazza se in allegato c’erano i gadget: facevo a gara con mia sorella per accaparrarmeli e in un armadietto del bagno conservo le miniature di profumo collezionate anche grazie a quegli omaggi. È stata sicuramente una tra le prime riviste a far sì che crescesse in me il senso della moda: ora, a distanza di tanti anni, mi sono ritrovata a festeggiarne prima il rilancio e poi il primo compleanno. Chi me l’avrebbe mai detto allora? Leggi tutto