Cartoline da Milano al tempo di Instagram / PARTE 3

A volte ritornano: capita con le persone, coi ricordi… e anche coi post. Come in questo caso.

Per la prima e la seconda puntata di questo post, occorre tornare rispettivamente al 30 luglio e al 24 dicembre 2013. È passato tanto tempo, dunque.

Tutto era scaturito da una riflessione: da ragazzina, soprattutto quando andavo alle medie, partivo per le vacanze estive con una lunga lista di indirizzi, lista che serviva a ricordarmi a chi dovessi mandare le cartoline. Guai a non mandarle e guai a non riceverle, era una sorta di rito.

A mio avviso, oggi è Instagram a svolgere in modo virtuale parte della funzione che le cartoline svolgevano allora fisicamente. Pensateci: Instagram non serve forse a condividere, attraverso immagini e fotografie, ciò che ci piace, ciò che facciamo e i posti in cui andiamo? Le stesse cose che facevamo con le cartoline.

È identica perfino la gara: allora vinceva chi raccoglieva più cartoline, attestandosi un po’ come il leader del gruppo, proprio come oggi accade coi like. Leggi tutto

LUMAS arriva a Milano: art wants to be seen

Non è un mistero il fatto che io non creda nella divisione in compartimenti rigidi e che non abbia simpatia per i ghetti, soprattutto quelli auto-costruiti e anche nel caso in cui siano di lusso: per questo rifiuto di guardare solo alla moda. Proprio pochi giorni fa, in un altro post, ho citato la lezione di una mia insegnante in IED secondo la quale occorre essere vasi pronti a essere riempiti da stimoli disparati, soprattutto se ci si occupa di ambiti creativi.

Ricordo che a scuola, alle medie e poi alle superiori, ero molto incuriosita dalle materie scientifiche e soprattutto da vari processi che ci facevano studiare, come l’osmosi e il principio dei vasi comunicanti: ad affascinarmi non era solo il fenomeno di per sé stesso, fisico, chimico o biologico, bensì il concetto intrinseco di comunicazione, trasferimento e influenza. Ero interessata a tutti gli scambi di materia e a tutte le trasformazioni dell’energia.

Oggi, non faccio altro che applicare quegli stessi concetti a ciò che amo: sostengo che anche la creatività sia liquida e che quindi possa consentire un passaggio e uno scambio reciproco tra campi che hanno membrane permeabili – arte, fotografia, moda intesa come forma di comunicazione e non come mero consumismo.

Sono sempre più convinta che i compartimenti siano un’invenzione dell’essere umano e che barriere e limiti esistano laddove vogliamo crearli e vederli.

Per tutti questi motivi sono felice di essere stata invitata all’inaugurazione della galleria LUMAS a Milano, la prima sede italiana di un network internazionale che ha uno sguardo molto particolare su arte contemporanea e fotografia, ambiti che amo molto. Fare incursioni nel mondo dell’arte mi dà energia, mi dà nuovi spunti e stimoli, quindi accolgo con gioia questo arrivo. Leggi tutto

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