The Sewing Crew, amore per il cucito in chiave contemporanea

Non ho creduto – nemmeno per un istante – alla favoletta che voleva che ne saremmo usciti migliori.
Sì, mi riferisco alla pandemia.

Siamo forse usciti migliori dalle tragedie che hanno costantemente costellato la storia dell’umanità?

L’essere umano dimentica e se, da una parte, ciò è la nostra maledizione (non impariamo…), dall’altra è forse anche ciò che in un certo senso ci preserva, che ci spinge avanti facendoci affrontare il futuro e l’ignoto come se fosse la prima volta, con slancio e con intonsa fiducia, come se non avessimo mai vissuto drammi e sventure, come se non avessimo dolorose cicatrici.

In fondo, il motto «andrà tutto bene» è figlio di questa nostra predisposizione che oserei definire genetica, insita nel DNA umano…

Ma se non ho creduto al fatto che saremmo stati migliori e poco al fatto che sarebbe andato tutto bene (il prezzo che abbiamo pagato non è certo poca cosa), ho invece sempre sperato nel fatto che avremmo comunque trovato la forza di andare avanti, dimostrando quella propensione verso il futuro che da sempre salva l’umanità.

Questo è il momento di guardare avanti, di creare nuove opportunità, di credere in chi ha l’energia di imbarcarsi in nuove avventure.

E sono dunque molto felice di parlarvi di The Sewing Crew (TSC), un progetto che nasce dalla passione per il cucito e dal desiderio di avvicinare le persone a questa nobile arte con un approccio contemporaneo, fresco e semplificato.

Mi fa piacere sottolineare come dietro a TSC vi sia un attento studio del settore del ‘fatto a mano’, così come ha avuto modo di raccontarmi Flavia Fantoli, la fondatrice del progetto.

«L’obiettivo principale di TSC – mi conferma Flavia – è quello di avvicinare al mondo del cucito le persone che amano dedicarsi alle attività manuali e che vogliono regalarsi dei momenti di svago, ma che allo stesso tempo non hanno tempo o modo di recuperare tutte le informazioni e tutti i materiali.»

Ed è proprio in quest’ottica che nascono i kit di cucito di The Sewing Crew, kit nei quali si trova tutto il necessario per realizzare in completa autonomia, senza particolari studi e competenze, il capo di abbigliamento scelto sul sito.

All’interno dei kit, infatti, viene inserito non solo il tessuto adatto per realizzare il capo e che la persona può scegliere tra le diverse fantasie proposte, ma anche le istruzioni illustrate con le descrizioni che, passo dopo passo, guidano chiunque fino alla perfetta confezione del proprio capo. I kit sono infatti suddivisi in tre livelli: facile (per chi è alle prime armi), intermedio (per chi già se la cava) ed esperto (per chi ha già buone nozioni).

In ogni kit è presente il cartamodello da ritagliare nonché tutti gli accessori fondamentali per cucire, ovvero forbici, metro, ditale, aghi, spilli, tele e nastri adesivi, penna termo-solubile, scucifilo, filo per cucire e imbastire, etichetta personalizzabile, bottoni automatici e sbieco.

L’idea innovativa è proprio questa: offrire dei kit davvero completi (non per nulla il motto del progetto è «a kit is all you need») che permettano di creare da zero il capo di abbigliamento scelto ed è proprio in questo che Flavia ha condotto uno studio molto accurato e scrupoloso.

«A oggi non ci sono realtà web che offrano esattamente lo stesso prodotto», mi ha spiegato Flavia e ha ben ragione di sostenerlo: i principali concorrenti sono rappresentati per lo più da aziende che offrono kit per fare la maglia e per questo le potenzialità del progetto sono molto alte.

«Il caso di successo dal quale TSC trae ispirazione è We Are Knitters che offre kit per fare la maglia: nata come realtà locale spagnola grazie a un’idea di due giovani neolaureati e partendo da un fatturato annuo di 20k€, We Are Knitters si è trasformata nel giro di nove anni in una realtà internazionale con un fatturato di 15M€ (dati 2020).»

Un altro aspetto molto importante del progetto The Sewing Crew riguarda l’attenzione ai materiali: «i tessuti proposti derivano da fibre di origine naturale (*) e sono prodotti sul territorio italiano, così da proporre un prodotto Made in Italy di vera qualità», mi ha detto Flavia con giusto orgoglio.

Lo sguardo è per il momento principalmente rivolto al mercato italiano: il sito e tutti i materiali di supporto sono disponibili però anche in lingua inglese, poiché l’obiettivo è quello di espandere il business a livello europeo nel medio periodo e a livello mondiale nel medio/lungo termine.

Passione, studio, lungimiranza: ecco quali sono gli ingredienti che mi hanno convinta e che permettono di includere The Sewing Crew in quel mio discorso iniziale. Se questo è – come ho scritto – il momento di guardare avanti e di credere in chi ha l’energia di imbarcarsi in nuove avventure, Flavia e il suo team rientrano a pieno titolo in tutto ciò.

Se poi sottolineo che si tratta di un team giovane e al femminile… beh, capirete perché io sia ancora più contenta di dare il mio supporto.

Non mi resta che lasciarvi tutti gli estremi per unirvi al progetto: qui trovate il sito, qui la pagina Facebook e qui il profilo Instagram.

E vi lascio con un augurio: sentitevi come Rosa Genoni o Coco Chanel, due donne che attraverso l’arte dell’abito e della sartoria hanno scritto capitoli importanti dell’emancipazione femminile già cento anni fa.

Sono troppo pretenziosa citando cotante pioniere?

I sogni non sono mai troppo ambiziosi, ecco perché sostengo volentieri persone come Flavia Fantoli e progetti come The Sewing Crew.

Manu

 

(*) Approfitto del progetto per fare una precisazione che mi sta molto a cuore. The Sewing Crew propone popeline e rasatello di cotone e poi voile e tela di viscosa e la precisazione riguarda proprio la viscosa, visto che sento spesso liquidare questo tessuto come sintetico. Ciò non è esatto: è vero, la viscosa non fa parte delle fibre naturali, come per esempio cotone, lana, seta, tuttavia si differenzia da fibre artificiali quali il poliestere poiché il materiale di base è di origine naturale. La viscosa viene infatti estratta dalla cellulosa che è ottenuta da diversi tipi di legno tra i quali quelli di faggio e bambù. Attraverso il processo di filatura a umido si ottiene un materiale estremamente versatile e modellabile, facile da tingere e lavorare: per questo motivo la viscosa si utilizza spesso in capi quali camicie, t-shirt, bluse e sciarpe. Si può pertanto affermare che la viscosa è il materiale più naturale fra quelli sintetizzati dall’uomo: se la domanda è «è ecologica?», la risposta è «dipende» – ovvero dipende dal procedimento che viene utilizzato per la sua produzione.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Laura
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Trovo questa idea, una vera genialata. Ho scoperto recentemente che tantissime donne giovani e meno giovani lavorano a maglia e che è veramente un mondo.
Anche cucire a macchina può essere un piacevole oltre che utile passatempo per molte, solo che magari non si ha il tempo o non si può sostere i costi di un corso.
Brava Manu! 😊👍

Manu
Reply

Sono felice di questo tuo entusiasmo , cara Laura!
Credo molto in questo progetto e mi piace tanto l’energia di Flavia e del suo team.
Continuerò a seguirle e sarò felice, nel mio piccolo, di dare loro voce, visto che so che ci saranno interessanti sviluppi e novità…

E hai ragione sul fatto di lavorare a maglia: per fortuna, è ancora oggi una passione molto praticata.
Non per nulla, proprio in questi giorni, stanno facendo il giro del mondo delle immagini a mio parere bellissime: quelle del campione olimpico Tom Daley che, dopo aver conquistato la medaglia d’oro nei tuffi sincronizzati da 10 metri, si rilassa facendo l’uncinetto. Un grande!
E oggi ho letto che un suo maglione è stato messo all’asta per raccogliere fondi per la lotta contro il tumore al cervello… che dire, un campione nello sport e nella vita.

Un abbraccio,
Manu

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