Con Exposure sfila il talento degli stilisti di domani

Non è mai troppo presto per sostenere un talento nascente: a mio avviso, se il sistema scolastico fosse più concreto nel sostenere chi è bravo e se fosse in grado di portare avanti in maniera più decisa chi ha voglia di fare, ci sarebbe in giro molta più gente competente e appassionata.

Educare e dare supporto è una precisa responsabilità delle vecchie generazioni verso le nuove: è compito di queste ultime avere rispetto degli strumenti ricevuti facendoli fruttare al meglio.

In ragione di queste mie convinzioni e proprio perché credo nella scuola e nella sua importanza, oggi vado a pescare il talento proprio lì, alla fonte, in quello che considero essere un vivaio promettente: mi riferisco ad Accademia del Lusso.

Da un po’ di tempo, sto collaborando con loro nell’ottica di un certo progetto condiviso (non anticipo nulla per scaramanzia) e devo dire che ne sono felice: mi piace il loro approccio improntato all’immediatezza e alla vicinanza a quella che è la realtà professionale di oggi.

Accademia del Lusso si occupa infatti di formazione in modo innovativo e si propone come luogo d’incontro tra le esigenze del mercato del lavoro e le aspirazioni di chi intende intraprendere una carriera nella moda e nel design: forma figure destinate ai settori principali – stile, management, comunicazione – e proprio grazie all’approccio dinamico si rivela una buona scelta sia per i giovani diplomati e laureati sia per chi già lavora nel settore e vuole ulteriormente specializzarsi o aggiornare le proprie competenze.

In quest’ottica di concretezza e dinamismo, al termine di ogni anno accademico, AdL organizza una sfilata con la quale presenta i lavori degli studenti del corso di Fashion Design.

Cos’è la moda oggi o cosa dovrebbe essere? Dovrebbe offrire una visione attenta della contemporaneità con uno sguardo proiettato in un futuro dove la creatività porta alla rinascita di linee versatili e ricche di personalità: questo è lo spirito che ha animato Expo(sure), il fashion show che si è svolto alla Pelota di Milano, spazio polivalente situato in via Palermo.

Gli studenti sono stati chiamati a dimostrare capacità di osservazione critica e manualità, regola e immaginazione: pensare e fare si sono resi visibili in passerella esprimendosi attraverso una proposta di stile concreta e attuabile, una capsule collection composta da tre modelli per ogni studente realizzati nell’ottica di una precisa cultura progettuale e sulla base di un tema comune denominato, appunto, Expo(sure).

Expo(sure): per arrivare al risultato finale, serve tanto lavoro
Expo(sure): per arrivare al risultato finale, serve tanto lavoro

Exposure è un vocabolo dalle molteplici sfaccettature: può voler dire rivelazione, esposizione o, nel caso delle idee, indica l’essere a contatto con le stesse. Nel linguaggio fotografico, indica la posa della pellicola.

Nessuno meglio di Barbara Sordi, direttore creativo nonché docente, supervisor e tutor AdL, può raccontarne il cuore del progetto: “Expo(sure) è esprimersi ed esprimere il proprio DNA creativo, senza temere confronti. Expo(sure) è occasione per svelare la propria identità stilistica senza cadere nell’eccesso, la propria consapevolezza del mercato e delle sue regole. Grafismi contemporanei si fondono con superfici plasmate per creare un nuovo minimalismo, contemporaneo e d’effetto”.

Il nome rimanda dunque all’esposizione e alla rivelazione di sé come soggetto che vuole portare avanti un’innovazione, dalle silhouette da reinventare a un approccio inedito verso materiali e superfici: queste ultime sono state lavorate come origami, declinate in colori pastello uniti al bianco (fortemente presente) e al nero.

I lavori dei neo stilisti sono stati inoltre esaltati da una cornice scenografica che ha rafforzato il messaggio di semplicità e minimalismo che ha fatto da filo conduttore e comune denominatore: il percorso della sfilata è stato caratterizzato dalla luce, elemento che riprende, come concetto, le tappe della vita nonché del processo creativo, nascita – sviluppo – morte – rinascita.

Sfilata Expo(sure), creazione di Alessandra Visioli
Sfilata Expo(sure), creazione di Alessandra Visioli
Sfilata Expo(sure), un’altra creazione di Alessandra Visioli
Sfilata Expo(sure), un’altra creazione di Alessandra Visioli
Sfilata Expo(sure), creazione di Andriana Besevic
Sfilata Expo(sure), creazione di Andriana Besevic
Sfilata Expo(sure), creazione di Astrid Coltrè
Sfilata Expo(sure), creazione di Astrid Coltrè
Sfilata Expo(sure), creazione di Claudia Dazio
Sfilata Expo(sure), creazione di Claudia Dazio
Sfilata Expo(sure), creazione di Giulia Soldà
Sfilata Expo(sure), creazione di Giulia Soldà
Sfilata Expo(sure), dettaglio della creazione di Giulia Soldà
Sfilata Expo(sure), dettaglio della creazione di Giulia Soldà
Sfilata Expo(sure), creazione di Maryse Koutouan
Sfilata Expo(sure), creazione di Maryse Koutouan
Sfilata Expo(sure), dettaglio della creazione di Rusika Weligama
Sfilata Expo(sure), dettaglio della creazione di Rusika Weligama
Sfilata Expo(sure), quadro d’insieme delle creazioni di Giulia Carena – Jang Bing Jie – Gloria Zingali – Alessia Cori
Sfilata Expo(sure), quadro d’insieme delle creazioni di Giulia Carena – Jang Bing Jie – Gloria Zingali – Alessia Cori

Credo che i ragazzi abbiano ben compreso e che abbiano lavorato bene: nelle loro creazioni vedo personalità e identità, contemporaneità e sguardo al futuro, pulizia di linee e di forme.

Non vedo eccessi né (inutili) esibizionismi.

Penso che alcuni di questi ragazzi siano decisamente pronti ad affrontare il mercato: non mi stupirei di vederne qualcuno già nelle prossime edizioni di Milano Moda Donna o mi piacerebbe vedere qualche loro capo andare in produzione per la prossima primavera / estate.

È quello che auguro loro, con tutto il cuore, ed è per questo che oggi, molto volentieri, do loro uno spazio in questo luogo virtuale che desidera sostenere il talento. Sempre.

Manu

 

 

 

 

Tutte le foto sono di proprietà di Accademia del Lusso

 

 

 

 

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Qui trovate l’album completo della sfilata SS 2016 Expo(sure).

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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