Nino Ricci Grioni, il sarto dei fiori, a Belgioioso

A volte mi capita di partire da un proposito per arrivare a un altro, magari non troppo lontano dal primo, ma comunque differente: è quello che mi è successo questa settimana, per esempio.

Amo molto il vintage e chi legge questo piccolo spazio web sa che sono un’assidua frequentatrice della manifestazione che si svolge presso lo splendido Castello di Belgioioso: Next Vintage è una delle più importanti vetrine di moda d’antan e si tiene ogni anno ad aprile e a ottobre.

Ci vado non solo per piacere e cultura personale, ma anche col desiderio di condividere le mie scoperte con voi: giovedì sono andata come d’abitudine alla preview per la stampa della nuova edizione. Fino a lunedì 19, è infatti in corso l’appuntamento autunnale: il mio intento era quello di raccogliere materiale per pubblicare il solito reportage fatto di colpi di fulmine e di pezzi capaci di catturare il mio interesse e la mia curiosità.

In effetti, ho avuto il colpo di fulmine, ma stavolta tutta la mia attenzione è stata completamente catalizzata dalla mostra collaterale: ogni edizione di Next Vintage è accompagnata da un evento espositivo e stavolta è toccato al sarto Nino Ricci Grioni.

Il nome non vi suonerà forse particolarmente familiare, ma state tranquilli: sebbene io sia una grande appassionata, ho dovuto fare ricorso ai più reconditi cassetti della mia memoria. Il punto è che, nonostante questo signore sia forse meno noto di altri nomi che l’hanno preceduto nel foyer del castello, la mostra a lui dedicata è a mio avviso una delle più belle che Belgioioso abbia mai ospitato.

Perché affermo ciò? Perché l’esposizione ha pienamente soddisfatto la mia visione della moda: si racconta di una sartoria che rappresenta lo spirito più autentico di un importante capitolo di moda italiana. Si racconta il saper fare, la manualità, la passione ed è questa è la dimensione che amo.

Inoltre, la direzione del castello ha fatto una scelta di continuità e coerenza, restando vicina al tema floreale già espresso lo scorso aprile attraverso gli abiti coloratissimi di Ken Scott: scoprirete presto perché e se vorrete, in fondo, troverete anche il link del mio post precedente.

La sartoria Ricci Grioni aprì i battenti nell’aprile del 1958 a Ventimiglia: madrina dell’evento fu Nina Ricci, fondatrice dell’omonima maison di moda, la quale fu poi più volte presente agli eventi dell’atelier.

Nel giugno del 1961, considerato il successo riscosso, Nino Ricci Grioni decise di inaugurare la sede di Sanremo: negli anni, partecipò a svariate manifestazioni in Italia e all’estero e nel 1964 vinse il premio nazionale “Ago D’Oro”.

Fu inoltre amico di Emilio Schubert (grande couturier amato dalle dive internazionali e definito il “sarto delle dive”, vestì tra le altre la principessa Soraya, Rita Hayworth, Brigitte Bardot e Sofia Loren): frequentò la Costa Azzurra e i salotti migliori, con presenza di ospiti importanti come Yvonne Blanche Labrousse (conosciuta con il nome Begum Om Habibeh Aga Khan, quarta moglie di Aga Khan III) e Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia.

Nino Ricci Grioni in due foto di archivio
Nino Ricci Grioni in due foto di archivio

Lo stile delle sue creazioni era quello in voga al tempo, capi eleganti e ricercati con sapienti drappeggi che incorniciavano la figura: se osservati da vicino, gli abiti di Nino Ricci Grioni rivelano tutta l’accuratezza dei dettagli con ricami estremamente minuziosi.

Il peso di alcuni suoi capi è davvero considerevole in quanto venivano talvolta utilizzati anche più di 50 metri di stoffa: inoltre, acconciature e cappellini venivano creati appositamente per l’abito ed erano proposti in rigoroso abbinamento.

L’ispirazione per le sue creazioni veniva dal corpo femminile: difficilmente il grande sarto disegnava preventivamente, molto più spesso gli abiti venivano creati direttamente sui manichini e sulle indossatrici. A seconda di come cadeva il tessuto, lui creava: grande importanza veniva data alla scelta dei tessuti tra i quali seta pura, broccati, damaschi e tulle di altissima qualità, tutti sempre impreziositi dagli immancabili fiori.

Già, perché Nino Ricci Grioni amava molto i fiori che erano spesso fonte di ispirazione per lui: non è un caso che il suo atelier fosse a Sanremo, città molto importante da questo punto di vista. Ecco spiegato il perché dell’appellativo “il sarto dei fiori”, ecco svelata la continuità del tema floreale.

La collezione in mostra a Next Vintage è privata: i capi appartengono alla famiglia e non sono mai stati esposti prima se non in occasione degli eventi dell’epoca e, naturalmente, indossati dalle donne che ebbero la fortuna di poterli portare. Si tratta dunque di un evento eccezionale e di un’occasione unica e importante.

Non accontentatevi delle foto o delle mie parole: se non siete troppo lontani, fate un salto a Belgioioso e potrete constatare da vicino la qualità e la manifattura osservando che le paillette non sono in plastica bensì in madreperla, che le perline (canotiglie in gergo tecnico) sono in vetro e che i cristalli sono autentici e non sintetici. Lo vedrete coi vostri occhi grazie al luccichio e al rifrangersi della luce sui ricami che, ovviamente, erano tutti eseguiti a mano dalle brave ricamatrici dell’epoca.

In primo piano: abito <em>Baden Baden</em> ispirato alla principessa Sissi con gonna ampia in tulle di seta stampata a rose viola e bustino in velluto lavorato a canestro.
In primo piano: abito Baden Baden ispirato alla principessa Sissi con gonna ampia in tulle di seta stampata a rose viola e bustino in velluto lavorato a canestro.
Dettaglio dell’abito <em>Baden Baden</em> di Nino Ricci Grioni.
Dettaglio dell’abito Baden Baden di Nino Ricci Grioni.
A sinistra: abito il cui tessuto richiama il classico fiore delle spose detto <em>velo da sposa.</em> A destra: abito in shantung di seta indiana con gioco di pieghe nel corsetto. Entrambi sono ornati da fiori in stoffa.
A sinistra: abito il cui tessuto richiama il classico fiore delle spose detto velo da sposa. A destra: abito in shantung di seta indiana con gioco di pieghe nel corsetto. Entrambi sono ornati da fiori in stoffa.
A sinistra: abito fasciante in raso intessuto di fili d’argento con lavorazione a spire che ricordano una spiga, in stile egizio. A destra: abito in lana bouclé in stile peplo con ricco ricamo in cristalli Swarovski.
A sinistra: abito fasciante in raso intessuto di fili d’argento con lavorazione a spire che ricordano una spiga, in stile egizio. A destra: abito in lana bouclé in stile peplo con ricco ricamo in cristalli Swarovski.
Un regale completo da gran sera: mantello con maniche a pipistrello (la linea è ispirata ai kimono giapponesi) e abito con gonna in taffetà riccamente lavorato. Il nome di questo assieme è <em>Rosa Nera</em> e fu dedicato da Nino Ricci Grioni all’omonimo fiore che venne ibridato per la prima volta proprio in quegli anni.
Un regale completo da gran sera: mantello con maniche a pipistrello (la linea è ispirata ai kimono giapponesi) e abito con gonna in taffetà riccamente lavorato. Il nome di questo assieme è Rosa Nera e fu dedicato da Nino Ricci Grioni all’omonimo fiore che venne ibridato per la prima volta proprio in quegli anni.
Ancora il completo <em>Rosa Nera.</em>
Ancora il completo Rosa Nera.
In primo piano: a sinistra, abito corto in broccato ricamato con fili d’oro e con lungo strascico in raso; a destra, abito in pregiato tessuto d’organza con ricami arricchiti da <em>paillette</em> e cristalli.
In primo piano: a sinistra, abito corto in broccato ricamato con fili d’oro e con lungo strascico in raso; a destra, abito in pregiato tessuto d’organza con ricami arricchiti da paillette e cristalli.
Abiti in organza di seta pura ispirati a un viaggio spagnolo. Anche i luoghi geografici erano fonte di ispirazione per Nino Ricci Grioni.
Abiti in organza di seta pura ispirati a un viaggio spagnolo. Anche i luoghi geografici erano fonte di ispirazione per Nino Ricci Grioni.
Completo da cerimonia in tessuto lamé con fiori
Completo da cerimonia in tessuto lamé con fiori
Abito da sposa in prezioso raso tessuto a telaio (oggi praticamente introvabile): il davanti è ricamato in pizzo con applicazione di cristalli. Ha un lungo strascico che può essere rimosso. Questo è l’abito indossato anche dalla pronipote di Nino Ricci Grioni per le sue nozze.
Abito da sposa in prezioso raso tessuto a telaio (oggi praticamente introvabile): il davanti è ricamato in pizzo con applicazione di cristalli. Ha un lungo strascico che può essere rimosso. Questo è l’abito indossato anche dalla pronipote di Nino Ricci Grioni per le sue nozze.
Dettaglio del retro dell’abito da sposa.
Dettaglio del retro dell’abito da sposa.
A sinistra: abito da sera in raso con frange e ricami dorati ispirati alla tradizione cinese. A destra: abito in tessuto con fili lamé. La forma ricorda quella dei tulipani tanto cari a Nino Ricci Grioni.
A sinistra: abito da sera in raso con frange e ricami dorati ispirati alla tradizione cinese. A destra: abito in tessuto con fili lamé. La forma ricorda quella dei tulipani tanto cari a Nino Ricci Grioni.
Abito rosso fiammante con preziosi ricami in cristalli neri.
Abito rosso fiammante con preziosi ricami in cristalli neri.
A sinistra: prezioso abito da gran sera ricamato in oro con coda di tulle.
A sinistra: prezioso abito da gran sera ricamato in oro con coda di tulle.
Un altro magnifico completo a fiori firmato Nino Ricci Grioni.
Un altro magnifico completo a fiori firmato Nino Ricci Grioni.
Bozzetto e complementi vari.
Bozzetto e complementi vari.
Ricami in <em>paillette</em> di madreperla, fiori e piume.
Ricami in paillette di madreperla, fiori e piume.
Un altro bozzetto, altri complementi.
Un altro bozzetto, altri complementi.
Alcune foto di archivio mostratemi delle eredi di Nino Ricci Grioni.
Alcune foto di archivio mostratemi delle eredi di Nino Ricci Grioni.

Oltre ad essere testimoni di una mostra che è un tripudio di qualità, cura, passione, attenzione alla femminilità e grande eleganza, andando a Belgioioso avrete un’altra straordinaria opportunità: gli abiti vi verranno presentati dalla nipote e dalla pronipote del grande sarto.

Se come me amate la vera moda, sarete affascinati da queste due donne piene a loro volta di eleganza e di passione, vi emozionerete davanti ai loro occhi che brillano di sincera ammirazione mentre raccontano dello zio, un uomo elegantissimo che, per ogni abito, possedeva le scarpe adatte e in tinta. Vi emozionerete ascoltando il racconto della pronipote che è cresciuta giocando con le stoffe e parlando di stile con lui.

Io mi sono sentita coinvolta – e molto – soprattutto quando mi è stato mostrato lo splendido abito da sposa che avete visto qui sopra: creato all’epoca da Nino Ricci Grioni, è stato quello che la pronipote ha scelto di indossare in tempi recenti per il suo matrimonio. Immaginate cosa significhi portare un abito di così grande valore estetico ed affettivo in occasione del giorno più bello? Secondo me è una favola che diventa realtà.

Ancora una volta, il vintage si dimostra non solo fonte di bellezza, ma anche di sentimento e sentimenti.

È stato un pomeriggio di grande arricchimento: non me ne vogliano gli espositori di Belgioioso se, per una volta, ho dato spazio soprattutto alla mostra. Sulla mia pagina Facebook e su Instagram (link in fondo) troverete comunque diverse foto di ciò che mi è piaciuto girando poi per gli stand.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

La manifestazione prosegue fino a lunedì 19 ottobre incluso, tutti i giorni con orario continuato dalle ore 10 alle 20

Next Vintage e il Castello di Belgioioso: qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Instagram e qui Twitter

I miei articoli su Next Vintage Belgioioso: edizione di aprile 2015 qui (con la mostra dedicata a Ken Scott), edizione di ottobre 2014 qui (con la mostra dedicata a Roberta di Camerino), edizione di aprile 2014 qui (con la mostra dedicata a Gianfranco Ferré), edizione di ottobre 2013 qui, edizione di aprile 2013 qui (con la mostra dedicata a Giorgio Armani).

 

 

 

Tutte le foto (con la sola eccezione delle prime due che ritraggono Nino Ricci Grioni) sono miei scatti realizzati a Belgioioso il 15 ottobre 2015

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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