Vetro, Gioielli italiani tra ‘800 e ‘900: la mostra imperdibile a Casalmaggiore

Il 2022 è l’Anno Internazionale del Vetro.

Lo ha stabilito l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una scelta importante per tutta la filiera del vetro che è un materiale antico ma che, allo stesso tempo, sa rispondere a tutte le sfide della contemporaneità.

La risoluzione A/RES/75/279 delle Nazioni Unite afferma proprio questo: «il 2022 sottolineerà il ruolo tecnologico, scientifico, economico, ambientale, storico e artistico del vetro nella nostra società, mettendo in luce le ricche possibilità di sviluppo delle tecnologie e il loro potenziale contributo per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile e delle società inclusive».

Ed è in quest’ottica che sono molto felice di dare spazio e voce alla mostra Vetro. Gioielli italiani tra ‘800 e ‘900 curata da Bianca Cappello e Augusto Panini e inaugurata al Museo del Bijou di Casalmaggiore in provincia di Cremona lo scorso 23 aprile.

Sono in mostra fino al prossimo 9 ottobre circa 300 gioielli, oggetti, disegni, foto e documenti, tutti pezzi rari, unici e inediti, provenienti da prestigiose collezioni private e dagli archivi del Museo stesso.

Vetro. Gioielli Italiani tra ‘800 e ‘900 è una mostra da non perdere per vari motivi. Leggi tutto

I miei auguri a tutte le mamme con un paio di riflessioni

Oggi è la festa di tutte le mamme e io vorrei fare un paio di riflessioni.

Ho una mamma fantastica e so che ogni figlio (o quasi) vede la propria esattamente così, fantastica.
Diciamo che alla mia devo la vita due volte, la prima per avermi partorita e la seconda per avermi salvata dopo un incidente gravissimo (ho rischiato di morire…) quand’ero piccolissima.

Ho una sorella che è mamma e anche lavoratrice e – come tutte le donne madri e lavoratrici che conosco – ci mette l’anima per tenere tutto in equilibrio, lavoro, famiglia e anche tempo e spazio per sé.

Io non sono mamma per mia scelta (dico sempre, scherzando ma non troppo, che quando è stato distribuito l’istinto materno ho sbagliato fila) ma confesso di avere un’immensa ammirazione per le donne che lo sono, perché penso che crescere un figlio sia il ‘mestiere’ più difficile e di maggior responsabilità che esista e spesso, appunto, non è condotto in esclusiva ma in aggiunta ad altri ruoli e compiti.

In nome dell’ammirazione e del rispetto che nutro per le mamme, giungo dunque al cuore della mia riflessione scaturita da due fatti diametralmente opposti accaduti negli ultimi giorni.

Da una parte c’è la vicenda di un’imprenditrice che si chiama Monica Bortolami e che ha assunto a tempo indeterminato una collaboratrice che, timorosa, le aveva confessato di essere in dolce attesa; dall’altra parte c’è invece la vicenda di Elisabetta Franchi, nome noto del settore moda, che in un’intervista si è lasciata andare a dichiarazioni che lasciano basiti quanto ad arretratezza, parlando di donne giovani che non possono avere ruoli importanti che poi lascerebbero scoperti per andare in maternità e della sua conseguente scelta di assumere donne che siano ‘anta’ e che quindi abbiano già passato matrimonio, gravidanza e magari separazione…

Non voglio commentare le parole (offensive per ogni donna, madre o meno, giovane o ‘anta’) della Franchi che ora dice di essere stata fraintesa e strumentalizzata (boh, io ho ascoltato l’intervista e mi pare che abbia detto proprio ciò di cui viene accusata, nonostante i tentativi della giornalista Fabiana Giacomotti di arginarla e di frenarla su più punti).

Desidero invece fare gli auguri a tutte le mamme rilevando – ancora una volta, ahimè – quanta strada debba ancora essere fatta affinché ognuna di noi sia davvero libera di decidere di essere madre o di non esserlo, senza discriminazioni né giudizi (o pregiudizi).

Manu

 

*** Ho pubblicato questi stessi pensieri in un post in Instagram (lì con interessanti scambi di commenti).
Ho il desiderio che restino anche qui, visto che reputo i social network utili
ma, allo stesso tempo, anche fin troppo veloci nel ‘seppellire’ pensieri & parole… ***

 

«Si diventa madri in molti modi.
Per amore o per caso, di parto naturale o di parto per adottare, per convinzione, per convenzione. […]
Il punto è che conosco donne che sono madri, madri e basta. Pure senza figli.[…]
Perché si può essere madri persino con la propria madre, o il padre, quando ha bisogno di sostegno.
Si può essere madri quando si va in giro per il mondo a educare a forme altre di maternità, quando con le proprie parole si allatta un mare di figli orfani di affetti, di radici, di vita e di terra sotto i piedi.
Si può diventare madri di figli disabili ed essere madri di mille battaglie. Morire a ogni alba per un peso troppo grande, rinascere a ogni tramonto per le piccole cose leggere che non hanno peso ma hanno valore.
Conosco madri che hanno perso i loro figli […] eppure li ritrovano in ogni angolo della loro vita.[…]
Conosco madri che sono, nelle case, nelle corsie d’ospedale, nelle scuole, nelle librerie, nei conventi, nelle associazioni di volontariato.
Madri che sono, pure senza figli.

Perché figlio è il mondo di cui si prendono cura.»
Di Alessandra Erriquez

P.S. del 10 maggio: mi fa piacere condividere il link di un articolo lucido e intelligente pubblicato da Fashion Magazine circa il caso Elisabetta Franchi…

P.S. del 16 maggio: a quanto sopra, si aggiunge ora il fatto che l’azienda di Elisabetta Franchi è stata condannata per comportamento anti-sindacale per aver minacciato sanzioni nei confronti delle lavoratrici che scioperano contro l’obbligo degli straordinari (qui maggiori dettagli)… Anche in questo caso lei dirà di essere stata fraintesa e strumentalizzata?

 

Palazzo Morando a Milano ospita la mostra Settecento! tra storia e moda

Meglio tardi che mai – recita un noto detto.

E allora sono ancora in tempo per condividere con voi, amici cari, il racconto di un’esperienza vissuta lo scorso 30 dicembre (ho confessato di essere in ritardo!): si tratta della visita alla mostra Settecento! ospitata da Palazzo Morando Costume Moda Immagine fino al 29 maggio.

Tre abiti femminili del Settecento, conservati pressoché intatti, sono i protagonisti dell’esposizione: i capi vengono presentati al pubblico per la prima volta in una mostra che illustra, da un lato, diversi aspetti dell’abbigliamento del XVIII secolo e, dall’altro, l’influenza del Settecento sull’abbigliamento contemporaneo – ed è questo l’aspetto che trovo particolarmente interessante.

Il percorso narrativo parte da questi tre abiti e li mette in dialogo con capi, tessuti e accessori dello stesso periodo. Leggi tutto

Primo maggio 2022, nono compleanno Agw

Primo maggio 2022, nono compleanno Agw ovvero A glittering woman.
E mi tocca ammettere che, ultimamente, questo mio spazio è un po’ trascurato; pensate che, l’anno scorso, ho perfino dimenticato l’anniversario

Lo dicevo giusto qualche giorno fa a una persona: in era post pandemia, fatico a ritornare ai ritmi di prima, a rientrare nei ranghi, a riprendere certe consuetudini e credo di non essere l’unica a sperimentare sensazioni di questo tipo.
Mi è difficile portare avanti anche sito e blog: a volte guardo i numeri e, francamente, mi fanno un po’ impressione quando realizzo che spesso pubblico solo uno o due post al mese. E mi fanno impressione perché non era mai successo prima.

E dire che in passato ci sono stati mesi in cui sono arrivata a scrivere fino a 22 post in un mese.
E dire che tra ciò che insegno ai miei studenti figura anche l’uso dei CMS (Content Management System) e in particolare di WordPress, strumento che serve per aprire e gestire blog e siti e che quindi rappresenta un’utilissima risorsa tecnica.

La verità è che ultimamente sono disorientata – e anche delusa – per tante cose e su diversi fronti e quindi ne soffre la creatività, tanto che ho perfino accarezzato l’idea di chiudere questo spazio, ma la vita è strana e capita che qualcuno ci venga in soccorso in modi del tutto imprevisti.

È stato ciò che è accaduto con Giorgia, studentessa universitaria che in febbraio mi ha inviato il messaggio che vedete in apertura del presente post.

E così, in un momento di grande difficoltà, le parole di Giorgia e il valore che tali parole hanno dato al mio lavoro hanno fatto sì che io cambiassi idea – oltre a commuovermi… Leggi tutto

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