Concatenazioni, Chiò e Laura Branca in mostra allo Spazio E di Ghemme

A cosa pensiamo usando il termine concatenazioni?

Lascio spazio al vocabolario Treccani, mio costante punto di riferimento.

Concatenazióne s. f. [dal lat. tardo concatenatioonis]. – 1. L’effetto del concatenare o del concatenarsi; fig., connessione, stretta relazione di reciproca dipendenza: ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la c. (Manzoni). 2. In genetica, termine usato talora come sinon. di associazione genica, per traduzione dell’ingl. linkage.

La parte che mi interessa particolarmente è quella che dice connessione, stretta relazione di reciproca dipendenza. Perché concatenazione si riferisce proprio a questo, a un mondo di connessioni e di relazioni tra persone, pensieri, emozioni.

Tant’è che Concatenazioni e precisamente ConCatenAzioni è il titolo di una mostra che mette in dialogo due artiste, Chiò e Laura Branca. E che indaga le connessioni esistenti tra loro.

La mostra viene inaugurata venerdì 22 settembre. Resta aperta fino a domenica 19 novembre 2023 presso lo Spazio E di Ghemme, in provincia di Novara.

Qualcuno ricorderà forse di aver già sentito il nome Chiò qui in A glittering woman – e non sbaglia. Sono dunque felice di dare spazio a un nuovo capitolo del suo viaggio.

E sono curiosa di conoscere Laura Branca e il suo lavoro nonché il dialogo tra le due artiste perché per me le relazioni e le connessioni sono importanti.

Qui di seguito lascio spazio al testo critico di Simona Bartolena, un testo che ha ulteriormente solleticato la mia curiosità. Spero che questa curiosità rappresenti la concatenazione tra me e voi, cari amici.

Manu

 

C’è qualcosa che accomuna le ricerche, per molti aspetti tra loro assai diverse, delle due artiste messe in dialogo da questa mostra: l’intimità – un’intimità silenziosa, avvolgente, dolcissima sebbene mai fragile – del loro approccio alla realtà circostante. Uno sguardo discreto che indaga il mondo senza mai giudicarlo, che narra la sfera privata senza ostentazione, che dice tanto della quotidianità senza eccessi declamatori.

Quelle di Chiò e di Laura Branca sono opere che aprono motivi di riflessione importanti e che si impongono al nostro sguardo e alla nostra mente senza mai aggredirci, richiamano la nostra attenzione con garbo, quasi con un sussurro.

Simile è anche il loro rapporto con la materia: entrambe scelgono i materiali da impiegare nella massima libertà, spesso trovandoli quasi per caso, guardandosi intorno.

Sebbene una (Chiò) si muova nello spazio circoscritto della propria abitazione e l’altra (Laura) cerchi risposte dal dialogo con la Natura, tutte e due le artiste agiscono in un loro territorio privato, un territorio che riflette innanzi tutto il loro sentire, la loro sensibilità.

<em><strong>ConCatenAzioni</strong></em> – sopra: Laura Branca, <em>Il dono</em> / Sotto: Chió, <em>Serendipità</em>
ConCatenAzioni – sopra: Laura Branca, Il dono / Sotto: Chió, Serendipità

Nelle sue sculture dalle forme sinuose, biomorfe e dinamiche, Laura Branca coniuga materiali classici dell’arte plastica, terracotta, marmo e bronzo, a elementi recuperati nel paesaggio come radici, cortecce, sabbia, ma anche ferri arrugginiti e plastica. Naturale e artificiale, materie nobili e frammenti di scarto si incontrano tra le sapienti mani dell’artista, capaci di trasformarli in nuove forme ibride, dagli equilibri inaspettati, che evocano elementi naturali, senza mai cedere alla tentazione della figurazione, schiacciando, anzi, l’occhio all’astrattismo.

Il complicato intreccio di oggetto trovato e forma progettata sottende tutte le opere create dalla scultrice e ne costituisce senza dubbio il punto di forza. Proprio da quell’incontro nasce il loro fascino e hanno origine la tensione dinamica e il senso di energia latente che le caratterizza.

«Lo spazio vuoto assume un significato importante nelle mie opere – spiega l’artista – e l’aria che le attraversa è energia propulsiva quando i corpi si sfiorano e si sollevano da terra, per me sono carezze visive».

Attenta da sempre alle possibilità espressive della materia, Chiò si è accorta dello straordinario potenziale degli oggetti che la circondavano nel quotidiano durante il periodo di quarantena a cui siamo stati tutti costretti nel 2020. Ne è nata soprattutto la serie delle Parole in quarantena, che reca in sé la summa della ricerca di un’artista sempre abile a sfuggire alle classificazioni e alle categorie, autonoma e originale nel pensiero, libera in una creatività che si muove sempre nei territori del racconto intimo, della visione.

Nel progetto, 40 parole desuete diventano protagoniste di libri-scultura, oggetti che trasformano la carta in materia plastica, una materia che l’artista stessa tratta «come fosse marmo», confrontandosi faccia a faccia con lei, cercando un contatto fisico, ora gentile, ora veemente. La ricerca introspettiva e sempre lirica di Chiò trova terreno fertilissimo in questa riflessione sull’importante cambiamento sociale di cui siamo stati testimoni e, più in generale, sul valore delle parole e di ciò che esse rappresentano.

Sebbene bruciate, tagliate, piegate, trasformate in altro da sé, le pagine di un libro continuano a farsi vettore di conoscenza, a essere strumento di idee, di concetti. La carta per Chiò è il mezzo con cui si trasportano le parole. E nelle parole, si sa, c’è storia, c’è memoria, c’è sapere, c’è racconto, c’è conoscenza, c’è relazione. C’è Poesia.

Simona Bartolena

 

ConCatenAzioni

Dove: Spazio E di Enrica Pedretti, Via Interno Castello 7, Ghemme (NO)

Inaugurazione: venerdì 22 settembre 2023 ore 18,30

Date: dal 23 settembre al 19 novembre 2023

Orari: giovedì 16 – 22; da venerdì a domenica 11 – 22

Qui trovate il profilo Instagram di Laura Branca

Qui trovate il profilo Instagram di Chiò

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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