Couturier Maestri d’Arte, un concept store dalla Sicilia a Milano e oltre

Un bozzetto della location di Couturier Maestri d’Arte

Credo che, grazie a questo sito e attraverso tutti i miei canali social, sia ormai nota quella che è la mia più grande passione: il talento.
Sostenere la capacità in ogni sua declinazione e contribuire a far conoscere e circolare le varie forme che il talento può assumere; tutto ciò è quasi una missione che mi dà gioia, lo confesso.

È dunque con estremo piacere che condivido la notizia dell’inaugurazione a Milano di un progetto che ha tutto il potenziale per cambiare le attuali logiche del mercato per quanto riguarda cultura e moda (e io lo spero vivamente).

Il progetto al quale mi riferisco si chiama Couturier Maestri d’Arte e non è un negozio e nemmeno una casa di moda: tra mecenatismo contemporaneo e incubatore d’impresa, quello che l’imprenditrice siciliana Raffaella Verri ha ufficialmente presentato alla stampa lo scorso 28 febbraio nel concept store posto tra Largo Donegani e via della Moscova è piuttosto un progetto imprenditoriale che, dando voce a creativi emergenti, mira a rilanciare il concetto di lusso.

Si punta infatti su due elementi – unicità e valore dell’esperienza – per contrastare l’omologazione, vendere manufatti unici, esportare genialità italiana e – perché no – creare un nuovo fermento creativo: protagonisti del concept store e del racconto sono giovani stilisti, artisti, fotografi e creativi.

Couturier Maestri d’Arte propone prodotti e servizi di elevato livello qualitativo e, se la cifra stilistica del progetto è l’eleganza della Sicilia di una volta, il linguaggio è invece molto attuale.

«Eccellenze dell’arte, della moda, della fotografia, del gioiello, dell’architettura, ma non solo: attraverso una selezione accurata di artisti e brand vorrei raccontare l’infinito patrimonio culturale e artistico siciliano. I veri protagonisti saranno talenti capaci di lavorare sull’unicità che caratterizza ogni persona»
Così racconta la Verri ed ecco perché parlo di mecenatismo contemporaneo.

Come ho avuto modo di constatare io stessa in occasione della presentazione stampa (e condivido qui sotto un paio di foto scattate quel pomeriggio), il nuovo concept store riproduce fedelmente un antico salotto aristocratico siciliano, ricostruito nei minimi dettagli grazie al lavoro e alla ricerca dell’architetto Sebastiano Provenzano.

Provenzano ha infatti ripreso le cromie di decorazioni e ornamenti che caratterizzavano le antiche residenze nobiliari e ha creato uno spazio caratterizzato da una sequenza di pannelli che ripresentano i decori dei soffitti a cassettoni tipici delle dimore siciliane, portando a Milano il fascino incredibile di una terra culturalmente ricchissima e talvolta vittima – ahimè – di stereotipi e pregiudizi.

Lo scopo è – lo ribadisco – quello di ospitare abiti e opere d’arte, gioielli e sculture (tutto rigorosamente in vendita), ma è anche quello di condurre gli ospiti in un viaggio sensoriale.

«Volevo che lo spazio incarnasse il senso del progetto – continua Raffaella Verri – e comunicasse l’anima di una terra così intrisa di storia ma che troppo spesso viene descritta in modo sbagliato. Per raccontarla ho scelto di ricreare i fasti delle dimore borboniche ma anche di dare la parola alla tecnologia: Couturier Maestri d’Arte si ispira al passato ma guarda al futuro con tantissimo entusiasmo».

 

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Il concept store di Milano è – come racconta la stessa Verri – un episodio pilota: l’idea (ambiziosa come piace a me) è quella di una serie di retail in franchising che sorgeranno in diversi angoli del mondo poichè, proprio in qualità di imprenditrice, Raffaella tiene a precisare che Couturier Maestri d’Arte non è solo progetto di moda, ma d’impresa.

Il progetto evoca nel nome l’eleganza degli atelier di una volta e punta su una selezione accurata operata da Monica Mirri, direttore artistico, per costruire una nuova idea che va oltre la moda e mira a costruire un nuovo gusto.

È un racconto in continua evoluzione che, partendo dal passato, si proietta nel futuro facendosi portatore di un alto valore d’impresa, pronto a cogliere le sfide della contemporaneità e offrire esperienze e prodotti unici: non solo teoria, dunque, non solo belle parole, bensì concretezza e realtà, ciò di cui hanno bisogno i cosiddetti designer emergenti (ovvero di spazi dove poter vendere ma rispettando la loro natura).

La experience in negozio è anche tecnologica grazie all’ausilio di schermi che vengono usati per condividere i temi e le evocazioni che faranno via via da trait d’union tra i prodotti presentati.

«Vi è una drammaticità in quest’isola che non ha eguale in alcun luogo del mondo.»
Così scriveva Hugo von Hofmannsthal (poeta, scrittore e drammaturgo austriaco, 1874 – 1929) parlando della Sicilia; e queste sono le parole che Raffaella Verri ama citare per parlare del primo step di «un progetto che, partendo dal background socioculturale e artistico di una terra magnificamente piena di contraddizioni, tenterà di riportare in auge un sistema valoriale scevro da qualsiasi confine temporale».

«Vorrei che mio padre fosse fiero di me. Voglio onorare la sua memoria dando una voce nuova alla terra che tanto amava.»
Così infine conclude e io sono certa che sì, cara Raffaella, suo padre apprezzerebbe questo progetto così come è piaciuto a me che tanto amo il talento e che tanto ne vedo in Couturier Maestri d’Arte, in varie forme e in vari modi.

Perché di negozi ce ne sono tanti, ma di luoghi dove vivere una nuova esperienza estetica e culturale no e allora auguro tutto il meglio a questa avventura.

Manu

 

 

Per concretizzare a mia volta…

Trovate il concept store Couturier Maestri d’Arte nel bel palazzo che si trova all’angolo tra via della Moscova e Largo Donegani, precisamente subito dopo aver superato le vetrine UniCredit, con vetrina e ingresso diretto su strada da via della Moscova.

Qui potete seguire la pagina Facebook e conoscere anche i nomi e le storie dei creativi che fanno parte del progetto: tra di essi segnalo Sergio Daricello, stilista al quale sono legata da lunga conoscenza e amicizia (e del quale ho parlato anche qui e qui nel blog).

Raffaella Verri si laurea in Filosofia a Palermo e successivamente consegue due master, uno in Gestione di Impresa presso la Luiss Management e uno in International Business Communication presso l’Accademia di Comunicazione a Milano.
In questi anni le sue passioni mettono radici ancora più profonde: dopo un dottorato di ricerca in comunicazione e nuove tecnologie presso l’Università IULM di Milano, si dedica alla realizzazione di una serie di progetti imprenditoriali in settori diversificati.
Il suo percorso si basa su uno studio rigoroso che va oltre le dinamiche meramente economiche e commerciali: nasce così una vera e propria filosofia, una visione che ha presupposti soggettivi ma intenti molto concreti e prende forma l’idea di raccontare una personale visione della realtà nella quale ogni elemento deve coincidere e coesistere con l’altro.
Tutto questo porta alla nascita di Couturier Maestri d’Arte.

Direttore artistico del progetto è l’architetto Monica Mirri che vanta una lunga esperienza nel mondo dell’arte come allestitrice di numerose iniziative.
Tra le più significative figurano Nobilis Officinae presso Palazzo dei Normanni a Palermo; la realizzazione e l’allestimento dell’apparato espositivo per il Museo Archeologico Regionale Salinas di Palermo; l’allestimento temporaneo per la mostra dell’Enciclopedia Treccani a Roma; la progettazione e l’allestimento della mostra Inquietudine del Volto a cura di Vittorio Sgarbi; la consulenza per la Regione Sicilia della mostra nel Mezzo del Mezzo – arte contemporanea nel Mediterraneo presso Palazzo Belmonte Riso a Palermo.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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