La Leggerezza va in mostra alla Galleria Rossini a Milano

Non mi stancherò mai di dichiarare la viva antipatia che nutro verso ghetti e recinti – a partire da quelli auto costruiti nei quali, talvolta, siamo noi stessi a rinchiuderci, negandoci infinite possibilità.

Non mi piacciono i compartimenti stagni e sono invece a favore della contaminazione e della libera circolazione di idee e pensieri; non ho simpatia nemmeno per classifiche e graduatorie, soprattutto quando si parla di arte e creatività, e non apprezzo definizioni come arti minori.

In aggiunta a tutto ciò, dichiaro il mio amore per la leggerezza.

Come ho raccontato in altre occasioni, quando parlo di leggerezza non mi riferisco a qualcosa che fa rima con disimpegno o superficialità, bensì a uno stato di grazia che lieve e soave solletica i sensi, con garbo e intelligenza, e che permette di «planare sulle cose dall’alto», proprio come affermava il grande Italo Calvino che a questo valore – tale lo considerava – dedicò anche un saggio.

Il saggio sulla leggerezza è la prima delle conferenze che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard nell’anno accademico 1985-86: morì prima, purtroppo, e il testo da lui preparato fu pubblicato postumo (Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio).

«In questa conferenza cercherò di spiegare, a me stesso e a voi, perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto», scriveva Calvino, quasi a dimostrare che la pesantezza del mondo – quella che oggi spesso ci ritroviamo a subire – può essere sconfitta solo dal suo contrario.

Sono profondamente d’accordo con lui ed ecco perché, oggi, vi parlo di un concorso d’arte che si intitola proprio Leggerezza.

La Galleria Rossini, punto di riferimento milanese per il gioiello sperimentale fin dal 2010 (e luogo che frequento spesso), apre le porte anche alle arti visive, in quell’ottica di assenza di recinti e compartimenti stagni della quale parlavo in principio: l’intento è quello di proporre ai collezionisti begli oggetti – dai gioielli fino alle opere d’arte – che raccontino precise tematiche e che da esse siano collegati.

Si parte dunque con la prima mostra dedicata alla Leggerezza – inaugurazione sabato 23 giugno alle ore 17 – a cura di Marina Chiocchetta e Sonia Patrizia Catena (curatrici anche del recente evento di Galleria Rossini dedicato al gioiello in carta) e si continuerà con ulteriori collettive nella prossima stagione autunnale.

Gli artisti in mostra – selezionati attraverso un concorso che vedrà dei premiati durante la fase espositiva – raccontano la leggerezza estraendo la forma dal superfluo per ottenerne l’essenza e restituire un’opera che ha in sé qualcosa di etereo.

Dialogano fra loro opere d’arte e gioielli filiformi, lievi forme geometriche o astratte o ancora segni quasi immateriali.

Ma la leggerezza di cui si parla in questa mostra non è solo materica, bensì uno stato d’animo o meglio un atteggiamento che ci rende liberi da ciò che ci ingabbia – ecco perché l’ho scelta e perché la appoggio!

Danzare sulla vita con ironia e giocosità, senza farsi appesantire dallo scafandro della nostra esistenza fra pensieri, emozioni e storie passate: è questo l’intento.

«Planare sulle cose dall’alto», per tornare al mio amato Calvino.

La Galleria Rossini parte da questo tema per iniziare una stagione dedicata al dialogo fra arte e gioiello, un modo per far conoscere l’intera produzione artistica di orafi e designer: applausi!

Perché, sovente, orafi e designer sono anche artisti che rivolgono la loro ricerca verso la realizzazione di sculture, incisioni, disegni, acquerelli, pitture.

Oltre al gioiello, infatti, esiste per loro un mondo fatto di progetti, disegni, bozzetti, opere d’arte che completano e arricchiscono la cifra stilistica di ogni artista-orafo-designer in mostra.

Senza gabbie, recinti, ghetti, compartimenti stagni.

E – grazie a ciò – io respiro, con leggerezza.

Ci vediamo sabato all’inaugurazione?

Manu

 

 

Leggerezza – concorso d’arte e mostra

Galleria Rossini
Viale Monte Nero 58, Milano

Vernice: sabato 23 giugno ore 17.00
Mostra aperta fino al 21 luglio
Orari: da martedì a sabato 10.00 – 19.00

Qui trovate il sito di Galleria Rossini, qui la pagina Facebook, qui il canale Instagram

Artisti presenti in mostra (alcuni dei quali già presenti in precedenti post qui nel sito):
Agnese Del Gamba (ne ho parlato qui) & Rossana Ruggiero, Alessandra Battista, Michela Boschetto, Myriam Bottazzi, Elisabetta Carozzi, Patrizia Cikala, Gaia Descovich, Fragiliadesign, Rosanna Frapporti, Rosaria Gallotti, Yaroslava Kellermann, MagmaLaB, Francesca Mazzotta, Anna Negrelli, Angela Nocentini, Hanna Lisa Osimo, Paola Pennacchio, Margherita Pettinato, Daniela Rancati, Flavia Rivetti, Flora Sica, Maria Tenore, Rossella Toraldo, Cristiana Turano, Monica Ungarelli, Valentina Viganò.

 

 

Sonia Catena è anche la fondatrice di Ridefinire il Gioiello, splendido progetto del quale sono media partner dal 2014: se siete interessati, date un occhio qui per il nuovo bando 2018 – 19.

 

 

 

A proposito di Calvino e del suo saggio…

«Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire.
Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.
In questa conferenza cercherò di spiegare, a me stesso e a voi, perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza; come situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro.»

Italo Calvino, Il saggio sulla leggerezza da Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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