La storia delle fibbie in un libro e in una mostra a cura di Bianca Cappello

Che cosa accade quando una grande professionista e un prestigioso museo uniscono le loro forze? Beh, non può che nascere un valido progetto espositivo, bello quanto interessante.

Non vi tengo con il fiato in sospeso e vi rivelo subito i due nomi: la grande professionista è Bianca Cappello, preparatissima storica del gioiello, mentre il prestigioso museo è Palazzo Morando, l’istituzione meneghina dedicata al racconto di tutto ciò che è Costume, Moda e Immagine.

Lunedì 8 luglio, sono stata all’anteprima stampa della nuova mostra ‘Fibbie! Moda, Arte e Gioiello’ curata da Bianca insieme a Luca Ghirardosi: a ospitare la mostra è appunto Palazzo Morando e lo farà fino al 15 settembre 2019 con un progetto promosso dall’Accademia di Belle Arti di Brera.

Considerata sin dall’antichità un gioiello funzionale in grado di completare ogni outfit e rappresentare un fondamentale indicatore di status symbol, la fibbia porta con sé una straordinaria e affascinante storia: è, insomma, un vero e proprio oggetto parlante e narrante.

Dopo aver pubblicato un libro su tale argomento insieme a Samuele Magri (storico dell’arte e della moda), Bianca è ora la curatrice insieme a Ghirardosi (docente di Brera) di un progetto che mette in mostra tante splendide fibbie da scarpa, da cintura e da cappello, in un percorso che dal Settecento porta alla contemporaneità e ne racconta la storia, l’evoluzione e le diverse valenze tra Moda, Arte, Design e Gioiello.

Il progetto è inoltre completato da una sezione intitolata ‘Visione del Futuro’: protagonisti di tale sezione sono i suggestivi prototipi di fibbie realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera in occasione del workshop ‘Splendide Fibbie’, anch’esso a cura di Bianca.

Accennavo, poche righe fa, al fatto che Bianca è anche l’autrice di un libro sulle fibbie: mi riferisco al volume ‘Storia della fibbia tra Moda e Gioiello (1700-1950) attraverso la collezione Pennasilico’, un avvincente viaggio nella storia del costume pubblicato da Skira Editore.

Anche in questo caso, ero stata alla presentazione stampa tenutasi lo scorso 28 marzo all’Accademia di Brera: se ho atteso finora a parlarne è per due buoni motivi, ovvero perché sto leggendo il libro e perché Bianca mi aveva accennato che vi sarebbe stata la mostra a Palazzo Morando, pertanto era mio desiderio presentare a voi, miei amati lettori, il bel progetto della nostra storica nel suo percorso completo.

Dapprima con Samuele Magri e ora con Luca Ghirardosi, Bianca ha condotto uno studio attento che intreccia costume, arte e gioiello per tracciare un inedito percorso visivo e di ricerca mostrando come le fibbie – da scarpa, da cintura, da pantalone, da mantello, da cappello, ecc. – siano state nel corso dei secoli fondamentali indicatori di status sociale e attente spie dei cambiamenti del gusto, sempre al passo con innovazioni estetiche, tecnologiche e materiche.

Il volume è prezioso grazie alla selezione di fibbie provenienti dalla collezione Pennasilico, una tra le più importanti al mondo, e grazie a una ricerca iconografica ricca di ritratti e illustrazioni d’epoca che contestualizzano questo oggetto nell’abito e sul corpo, testimoniando l’evoluzione della moda, del costume e della società con un punto di vista alquanto inedito e originale, svelando un segreto: le fibbie – che a molti possono apparire come semplici dettagli – possono in realtà essere cariche di significati e implicazioni.

«Il dettaglio è importante quanto lo è l’essenziale. Quando è inadeguato, distrugge l’intera creazione.»

Ad affermarlo era il grandissimo couturier Christian Dior ed è questa sua frase che si trova aprendo il bellissimo volume di Bianca e Samuele.

Senza rovinare la lettura del libro a coloro che vorranno acquistarlo, permettetemi di spendere però qualche parola sulla collezione Pennasilico che ho potuto conoscere proprio grazie a Bianca e al suo lavoro.

La collezione nasce prima dei coniugi Paola ed Enrico Pennasilico quando, verso la fine dell’Ottocento, una signora inizia a collezionare fibbie: la donna dedica più di 50 anni alla raccolta di esemplari in giro per l’Europa e, alla sua scomparsa, i figli propongono l’acquisto della collezione ai Pennasilico.

All’epoca dell’acquisizione, la collezione comprendeva circa 5-600 fibbie montate su piccoli pannelli in raso: l’importante lavoro dei Pennasilico è stato quello di dare un senso e un significato culturale – e non solo estetico – alla collezione e il tutto è stato ulteriormente coronato dall’incontro con Bianca.

Il libro che ne è scaturito unisce un grande lavoro a un’estrema leggibilità (e godibilità), suscita curiosità e sa anche divertire attraverso tanti aneddoti: risulta essere dunque uno strumento indispensabile per tutti gli addetti ai lavori, per i collezionisti e per gli appassionati di moda, arte, gioiello e accessori.

Ma torniamo alla mostra ‘Fibbie!’ di Palazzo Morando: perché ne consiglio vivamente la visita?

In primis perché il connubio tra le fibbie e l’edificio che le ospita risulta perfetto: Palazzo Morando è una sorta di capsula temporale grazie a ciò che tuttora ospita – arredi, suppellettili, sculture, decorazioni parietali, ritratti, vedute della città: tutto ciò si fonde con le teche contenenti le fibbie in un dialogo fluido e del tutto naturale, in un continuo scambio tra una fibbia sapientemente tratteggiata in un dipinto e un modello del tutto simile contenuto in una vetrina.

La mostra dà inoltre la preziosa opportunità di vedere fibbie che provengono da importanti collezioni come la già menzionata Pennasilico, ma anche dagli archivi di storiche maison del gioiello e del bijou: permettetemi di menzionare tra tutte Ornella Bijoux la cui fondatrice Maria Vittoria Albani si è spenta recentemente (qui trovate il mio sentito omaggio).

E consentitemi di aggiungere che vedere le fibbie di Maria Vittoria nelle teche è stata una grande emozione per me che avevo l’immenso onore di conoscerla personalmente (e di stimarla), ma sono certa che l’imperitura bellezza delle sue creazioni giungerà allo stesso modo a tutti i visitatori della mostra.

L’ultimo motivo (last but not least) riguarda la curatrice: Bianca Cappello è una giovane donna, ma è già ben conosciuta nell’ambito degli esperti e studiosi del gioiello. È apprezzata, stimata e anche amata perché, oltre a essere competente e appassionata, è anche una persona deliziosa dal punto di vista umano.

Sono certa che anche questo arriverà ai visitatori della mostra perché, quando una persona lavora con autentica passione e sincero slancio, tali sentimenti impregnano tutto ciò che fa.

Sebbene non sia quasi necessario, aggiungo che l’ingresso alla mostra è gratuito: trovo meraviglioso che un luogo come Palazzo Morando voglia dare accesso a bellezza e cultura a tutti, con assoluta democrazia.

Cosa posso dire di più? Non perdete questa mostra!

Manu

 

 

 

Fibbie! Moda, Arte e Gioiello
Mostra a cura di Bianca Cappello e Luca Ghirardosi
Un progetto promosso da Accademia di Belle Arti di Brera
9 luglio – 15 settembre 2019
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Via Sant’Andrea 6, Milano
Orari di apertura: martedì – domenica 9.00-13.00 / 14.00 – 17.30 / lunedì chiuso
Ingresso gratuito

Le sezioni in cui si articola la mostra:

La Moda del Settecento e dell’Ottocento: una selezione di fibbie provenienti dalla prestigiosa collezione di Enrico e Paola Pennasilico che annovera pezzi firmati dalle più importanti aziende di gioielli e bijou per la moda di tutto il mondo, tra le quali Fabergé, Tiffany & Co., Piel Frères, Theodor Fahrner e William B. Kerr.
La Moda del Novecento: inedite fibbie provenienti dalle Raccolte di Palazzo Morando, splendidi pezzi tra i quali quelli realizzati da Giuliano Fratti, grande firma del gioiello fantasia italiano, soprannominato ‘il re dei gioielli matti’. Accanto a esse, ad arricchire ulteriormente il percorso espositivo, sono in mostra fibbie provenienti dagli archivi degli storici laboratori artigianali milanesi specializzati nella produzione di bijou e accessori per la moda, come Viganò, Ottavio Re, Bijoux Bozart, De Liguoro e Ornella Bijoux.
Arte: presenta fibbie provenienti dalla collezione Marco Marinacci, depositario dei prototipi realizzati negli Anni Sessanta dalla storica fonderia bolognese Fondarte in collaborazione con vari artisti contemporanei, tra cui Giorgio de Chirico, Salvador Dalí e Franco Russo affiancate dalle cinture con fibbia d’artista realizzate da Claudio Orciani negli Anni Novanta in collaborazione con Mario Ceroli, Arnaldo Pomodoro e Valeriano Trubbiani.
La Moda Contemporanea: una selezione curata da Maristella Campi, giornalista di Condé Nast, con case di moda italiane quali Paola Bonacina, Giancarlo Petriglia e Daniele Amato che hanno reso la fibbia un elemento distintivo del loro brand.
Visione del Futuro: protagonisti della sezione sono i suggestivi prototipi di fibbie realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera in occasione del workshop ‘Splendide Fibbie’ a cura di Bianca Cappello.

La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera.

Ricordi dall’inaugurazione dello scorso 8 luglio:
nella prima foto, io e Bianca Cappello davanti all’ingresso e alla locandina della mostra;
nel secondo album, varie fibbie in mostra (scorrete con le frecce laterali);
nel terzo album, alcune creazioni degli studenti di Brera (scorrete con le frecce laterali).

 

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Storia della fibbia tra Moda e Gioiello (1700-1950) attraverso la collezione Pennasilico
Libro di Bianca Cappello e Samuele Magri
Edizione bilingue (italiano-inglese), 168 pagine, 385 colori, cartonato, € 40,00 – potete trovarlo qui
Codice ISBN 978-88-572-3991-0

Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, è docente, coordinatore e curatore di conferenze e seminari sulla Storia del Gioiello, attività che completa con pubblicazioni su questo argomento.
È curatore di mostre per musei ed enti pubblici ed è consulente curatoriale di collezioni museali.
Per la casa editrice Skira ha pubblicato anche ‘Storia della Bigiotteria Italiana’ (2016), ‘Il Gioiello nel Sistema Moda. Storia, Design, Produzione’ (2017) (qui il mio articolo), ‘Carta preziosa. Il design del gioiello di carta’ (2017) (qui il mio articolo).

Samuele Magri, storico dell’Arte e della Moda, è docente presso IED Milano e per varie istituzioni fiorentine
È relatore di incontri ed eventi su questi temi.

 

 

 

Le mostre curate da Bianca Cappello e delle quali ho parlato: qui Handmade Dreams, qui la monografica su Carlo Zini, qui Bijou di Boemia, qui la monografica su Maria Vittoria Albani di Ornella Bijoux.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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