Osoppo Theatre Valentina Cortese, il primo al mondo dedicato all’attrice

Venerdì 14 ottobre ho partecipato alla conferenza stampa con la quale è stata annunciata la nascita di Osoppo Theatre Valentina Cortese, il primo teatro al mondo a portare il nome della grande attrice italiana scomparsa nel 2019 a 96 anni.

Il Teatro si trova a Milano nell’omonima via Osoppo al civico 2, all’angolo con piazzale Brescia: immaginate un palcoscenico di 70 mq con una platea di 299 posti, tende e poltrone in velluto blu, un atrio dove sostare, un guardaroba e un piccolo bar adiacenti al Centro Culturale. Non mancano ingresso e posti per persone con disabilità – com’è giusto che sia.

È questo lo scenario di Osoppo Theatre Valentina Cortese, destinato a ospitare un ricco calendario di spettacoli, serate teatrali e cinematografiche, mostre, eventi, dibattiti così come piace ad Antonio Zanoletti, il direttore artistico.

Insieme a Elisabetta Invernici, giornalista e storica del costume, Zanoletti condivide da dieci anni il progetto dedicato alla diva non solo nostra, ovvero italiana, ma internazionale (qui avevo già parlato di un’altra loro iniziativa).

«Sfida di Osoppo Theatre Valentina Cortese – spiega Zanoletti –  è la creazione di un “ponte fra culture”: per questo anche la volontà di chiamarsi THEATRE e non TEATRO, non certo per bizzarria esterofila.»

Per la stagione 2022 / 23, il sipario si apre a novembre per chiudersi a fine maggio con un cartellone per grandi e piccini che accenderà un faro di umanità nel quartiere, un punto di riferimento per chi ama pensare, discutere, ascoltare.

Inizia così anche il percorso celebrativo del centenario dalla nascita di Valentina Cortese (1923 – 2023) che vedrà Invernici e Zanoletti impegnati nel realizzare una catena di momenti artistici per restituire un’immagine “più da vicino” di Valentina Cortese, quella autentica, laboriosa, amata.

Proprio in quest’ottica, in occasione della conferenza stampa e attraverso la presenza e la voce di Diana De Marchi (Consigliera Comunale, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, Consigliera Delegata al Lavoro e Politiche Sociali Città Metropolitana di Milano) è stata annunciata ufficialmente la notizia che, mercoledì 2 novembre, il nome di Valentina Cortese sarà iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale, un onore immenso riservato solo alle più importanti personalità.

Pensate, solo 14 persone ogni anno godono di questo onore e mi fa piacere sottolineare che il nome di Rosa Genoni (persona importantissima anche per la moda, ho parlato spesso di lei, come sa chi mi fa il dono di leggere questo sito) è già iscritto, se non erro dal 2015.

Un paio di scatti che ho realizzato lo scorso 14 ottobre alla conferenza stampa di Osoppo Theatre Valentina Cortese: in alto (da sinistra a destra) Diana De Marchi, Antonio Zanoletti e, in basso, la sala e il palcoscenico del teatro
Un paio di scatti che ho realizzato lo scorso 14 ottobre alla conferenza stampa di Osoppo Theatre Valentina Cortese: in alto (da sinistra a destra) Diana De Marchi, Antonio Zanoletti e, in basso, la sala e il palcoscenico del teatro

Prima di lasciarvi a una lettera con cui Antonio Zanoletti racconta meglio il cuore di questa iniziativa, vorrei però condividere con voi, miei cari amici, un paio di riflessioni.

Durante la conferenza stampa, Elisabetta Invernici ha menzionato un fatto molto triste: dopo 84 anni, chiude il Teatro Nuovo di piazza San Babila.

La notizia è avvilente perché il Teatro Nuovo era aperto dal lontano 1938, inaugurato dalla voce e dalla presenza dei fratelli De Filippo in «Ditegli sempre sì» e «Natale in casa Cupiello»; nel tempo, sono saliti su quel palcoscenico interpreti immensi che lo hanno reso un pilastro della trinità del teatro privato con l’Odeon (già defunto da tempo, ahimè) e il Manzoni che quest’anno festeggia gloriosamente i suoi 150 anni.

Questa chiusura dolorosa per la memoria, la tradizione e la cultura avviene tra silenzi e indifferenza (se non credete a me ecco l’articolo del Corriere della Sera) ed è ancora più sconcertante pensare che il palazzo che lo ha ospitato per decenni (e che tra l’altro è tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come «monumento nazionale italiano») accoglierà d’ora in poi solo attività commerciali tra cui il ristorante di Salt Bae con le bistecche vip (perdonatemi ma non perdo tempo a parlarne, se volete dettagli vi rimando a un altro articolo del Corriere).

L’ho già detto in altre occasioni, non sono Biancaneve e so benissimo che i soldi sono necessari e muovono il mondo, ma non posso non provare tristezza se penso al baratto tra teatro e costose bistecche, tra cultura e soldi, tra tradizione e ostentazione a mio avviso fuori luogo in un momento difficile per tutti (o quasi) in cui bistecche da migliaia di euro sono solo un miraggio.

E vi racconto a mia volta tutto ciò perché sono felice che l’Osoppo Theatre Valentina Cortese rappresenti una risposta a un generale impoverimento culturale, inserendosi nella grande tradizione del teatro privato.

Questa risposta non viene data attraverso capitali esorbitanti né strizzando l’occhio a scelte furbette (o ruffiane, come preferite) per quanto riguarda i titoli da mettere in scena bensì attraverso qualità, impegno e passione: come ha ricordato Antonio Zanoletti alla conferenza stampa del 14 ottobre «sono i contenuti che contano e si può fare cultura con umiltà».

Non è vero che noi, pubblico, vogliamo solo intrattenimento di basso livello: lo sostengono persone come Zanoletti e lo sottoscrivo anch’io nel mio piccolo.

A proposito di queste scelte e di questa passione, mi fa piacere fare l’ultima segnalazione: una delle opere in cartellone questa stagione è «Amarsi male» di François Mauriac, dramma che fu interpretato da una giovanissima Valentina Cortese agli esordi, vista da Paolo Grassi (impresario teatrale, direttore teatrale, giornalista) e segnalata a Giorgio Strehler che la scritturò per il Piccolo Teatro.

Nulla è per caso e povero è chi non ha memoria… ora taccio e lascio la parola ad Antonio Zanoletti.

Manu

 

 

«In questa epoca della disinvoltura – scrive Antonio Zanoletti – pare che non sia più possibile mettere in pratica la cultura se non applicando quella dell’intrattenimento; pare che oggi debba essere svago e ciò che non è divertente non è cultura, ma noia. L’invito che facciamo è quello di incontrare se stessi attraverso la riflessione e l’introspezione che il teatro può offrire, evitando la cultura di superficie dove “il comico” la fa da sovrano e “il serio” desta interesse solo se segue il gioco di moda e diventa buffone.»

La lettera completa di Antonio Zanoletti: qui

Il calendario della stagione 2022 / 23: qui

La stagione di prosa 2022 / 23: qui

Gli altri eventi: qui

Osoppo Theatre Valentina Cortese
Via Osoppo 2 – ang. Piazzale Brescia
Milano
Tel +39 351 783 53 59
info@osoppotheatre.com
Sito qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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