Il rosso? Lo amo e lo porto perché supera le mode e dà energia!

Quando mi chiedono quale sia il mio colore preferito sono sempre un po’ in imbarazzo.

Perché? Perché la risposta è piuttosto articolata.

Prima cosa, vado a estro (o follia…) del momento: succede che, per intere settimane, io non riesca a liberarmi del nero, mentre capitano periodi in cui vesto in maniera piuttosto colorata. Passo da un estremo all’altro, insomma, come mi capita spesso e in diversi ambiti: mai mezze misure, io!

C’è da dire che, anche quando sono nel periodo total black, in genere riservo comunque al colore qualche piccolo spazio o almeno un accenno, per esempio attraverso qualche accessorio.

Sono dunque una persona che ama il colore in generale e che non può farne a meno, sia anche solo a piccole dosi.

E tra i colori non ne ho uno preferito in particolare: mi è capitato di scegliere capi e accessori azzurri, verdi, gialli, arancioni. Amo perfino il viola (tanto!), tinta disdegnata da molti: non sono minimamente superstiziosa.

Se devo invece indicare un colore che non mi è particolarmente gradito, devo ammettere che negli ultimi anni faccio molta fatica a portare il marrone: è strano, anni fa mi piaceva e lo indossavo, spesso e volentieri. Leggi tutto

Officine Erminio Toesca: dai motori alla Secret Jacket

“Racconti tutto come se fosse una favola”: qualche settimana fa, una persona che stimo ha scritto queste parole dedicate a me e a ciò che faccio. Mi sono sembrate un elogio meraviglioso e mi piacerebbe molto potermi prendere tale merito, ma non so se posso: la verità è che le storie che scelgo di raccontare sono già belle, perché con la negatività non perdo nemmeno tempo. Prendete quella che sto per raccontarvi oggi: non serve aggiungere nulla, in quanto le vicende di Erminio Toesca e del brand che da lui prende il nome sono talmente speciali da sembrare un romanzo avvincente.

Per raccontarvi tutta la storia, devo fare un passo indietro di 100 anni: era il 5 marzo 1913 quando Torino diede i natali a Erminio Toesca, figlio di Giovanni, meccanico e artigiano dalle mani d’oro, tanto da essere conosciuto con un nomignolo, ‘l rangeur, ovvero l’arrangiatore. Non esisteva infatti mezzo a due ruote che Giovanni Toesca non fosse in grado di rimettere in sesto: all’epoca, solo i più ricchi potevano permettersi il lusso di acquistare un’autovettura o un cavallo o magari addirittura una carrozza. Le biciclette venivano invece utilizzate da buona parte della popolazione torinese: essendo economiche e di facile manutenzione, erano considerate l’alternativa perfetta a un trasporto pubblico allora praticamente inesistente. Leggi tutto

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