La primavera (in tutti i sensi) di Giulia Rositani

Giorni fa, varcando il portone di casa per iniziare una nuova giornata, ho avuto una sensazione ben precisa: l’aria era cambiata e le mie narici si sono riempite di un odore diverso, più leggero e sottile.

Non so spiegare bene quell’odore né so dargli un nome: è semplicemente l’odore che, per me, segnala l’arrivo della primavera.

Ogni anno, lo percepisco e lo annuso come se fossi una bestiola che si risveglia dopo il lungo letargo.

Ogni anno, da quel momento, qualcosa cambia: la primavera e la rinascita che essa porta con sé è così forte che è ben identificabile perfino a Milano e, tra asfalto e cemento, sbucano prepotenti i segnali della nuova vita, come la forsizia che fiorisce gialla in cespugli disseminati per tutta la città.

Immancabilmente, mi tornano in mente versi di poesie studiate a scuola e ce n’è una alla quale sono particolarmente affezionata.

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole”: sono i versi iniziali di una poesia di Giovanni Pascoli, L’aquilone. La sento talmente mia che, ancora oggi, a distanza di anni, la ricordo distintamente.

Voglia di poesia, di leggerezza, di spensieratezza; voglia di colore, di rinnovata bellezza, di gioia di vivere; per me la primavera è questo e mi porta al bisogno di circondarmi di persone come Giulia Rositani. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Giulia Bruni incontra Filippa Lagerbäck

Sono felice di ritornare a parlare qui sul blog di una persona che stimo molto: Giulia Bruni.

Giulia è brava, bella e solare: è designer, stylist, imprenditrice, blogger e mamma, una donna multitasking, insomma, proprio come piace a me, piena di energia e di voglia di fare.

Qualche mese fa, avevo parlato della collezione per l’autunno / inverno 2014 – 2015 che ha segnato il suo esordio personale: dopo molte esperienze maturate collaborando con brand internazionali, Giulia ha infatti deciso che era giunto il momento di lanciare il suo marchio che ha voluto chiamare Giuliette Brown, giocando col proprio nome.

Il progetto è nato il 14 febbraio 2014, il giorno di San Valentino: non sono superstiziosa ma romantica sì, molto, quindi mi piace pensare che questa data le porterà una gran fortuna.

Lo scorso settembre, nell’ambito di Milano Moda Donna, sono andata a trovare Giulia per scoprire le sue proposte per la prossima bella stagione e devo dire che, ancora una volta, è riuscita a sorprendermi, presentando una novità stuzzicante, la collaborazione con Filippa Lagerbäck, nota conduttrice televisiva, svedese di nascita ma innamorata del nostro paese nel quale vive e lavora. Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

Sandra Bacci, Giorgio Leone e la felicità condivisa

Molti sostengono che gli amici siano la famiglia che scegliamo.
Io so solo che sono stata molto fortunata quanto a famiglia e amici.
Il mio papà è un uomo schivo e solido, un gran lavoratore: mi ha sempre insegnato cosa significhi l’onestà e non a parole, ma coi fatti. La mia mamma è piena di amore ed è un riferimento chiaro e incrollabile: con me e con mia sorella non ha fatto l’amica, ma la mamma, differenza assai importante. Mia sorella è una complice, una compagna, una confidente: non sono mai stata sola perché ho sempre avuto lei.
Credo che sia merito di mia mamma e di mia sorella, due figure femminili per me fondamentali, se sono cresciuta guardando alle donne non come rivali ma come alleate. E devo a loro se, fin dall’infanzia, ho sempre cercato l’amicizia delle altre donne credendo fortemente nella forza e nella complicità che possono unirci.
Ho continuato a cercare vicinanza, aiuto, solidarietà e posso dire di aver avuto la fortuna di godere di molte amicizie femminili belle e importanti, alcune passeggere, altre durature e che ancora oggi mi accompagnano. Leggi tutto

Sodini: quando sono i sogni a dare forma al mondo

Ve lo dico subito: mettetevi comodi perché oggi ho un sacco di cose da dire. Lasciatemi riordinare le idee e regalatemi un po’ del vostro tempo, perché il blogger day organizzato da Sodini, celebre e stimato brand italiano specializzato in bijou, ha scatenato in me un sacco di sentimenti e pensieri.
Ho parlato tantissime volte della mia grande passione per il mondo del bijou. Tutto è iniziato quando avevo circa 15 anni: ricordo benissimo, per esempio, che all’epoca passai un’estate a studiare in Inghilterra, precisamente a Canterbury. Lì c’era un negozietto delizioso, che mi affascinava, pieno di oggetti provenienti da tutto il mondo. Conservo ancora due paia di orecchini che comprai in quel posto, sacrificando alcuni dei pochi spicci che avevo in tasca: se li guardo ora li trovo un po’… da figlia dei fiori (sono in legno dipinto, stile naïf) eppure allora mi piacevano tanto e oggi non oso buttarli. Stanno lì, anche se non li uso più, e sono un caro ricordo.
Da allora, la mia collezione è cresciuta a dismisura, tanto che non ho un normale portagioie, ma alcuni mobili atti a conservare tutti i pezzi che possiedo. Il primo di questi mobili è una cassettiera dell’Ikea, alta e stretta, con 18 cassetti, 12 bassi e 6 alti: era in legno grezzo ed Enrico, mio marito, l’ha dipinta in bianco e azzurro (i colori della nostra camera da letto). Poi c’è un’altra cassettiera, cinese, un vecchio mobile da farmacia: è un regalo di Enrico, uno dei primi da fidanzati (ha capito tutto fin da subito) e contiene orecchini e anelli. È venuto quindi il turno di un altro mobile a cassettoni, in questo caso grandi e profondi: un cassettone contiene delle scatole, larghe e piatte, dove tengo i pezzi più ingombranti; l’altro cassettone contiene la maggior parte dei bracciali che possiedo. Leggi tutto

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