Un motivo speciale per sostenere Buzzi Ospedale dei Bambini Milano…

Dalla pagina Fb dell’Associazione OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus

Ci sono questioni che toccano profondamente le mie corde più intime.
Tra tali questioni figura la malattia e, in particolare, l’approccio alla malattia e al dolore fisico.
Ho conosciuto il dolore in più occasioni e l’ho provato sulla mia pelle, letteralmente, soprattutto a causa di un grave incidente che ho subito da bambina: tutt’oggi porto le cicatrici indelebili, i segni di un’ustione che quasi mi privò della vita.
Credetemi se dico che, nonostante fossi piccolissima, il trauma è stato tanto forte che piccoli frammenti di quella terribile esperienza sono impressi nella mia memoria, sprazzi di dolore e momenti di angoscia (ero stata ricoverata in camera asettica e avevo paura) che sono perfino più profondi delle cicatrici fisiche che, da adulta, non ho infine voluto togliere.
Sostengo (sorridendo) di essere stata ricompensata per quel tragico incidente attraverso la fortuna di un’ottima salute; eppure, ho conosciuto la malattia attraverso tante (troppe…) persone care che fanno parte della mia vita. Alcune non ci sono più, purtroppo, ma sono presenti più che mai nel mio cuore.
L’ustione ha segnato la mia pelle e ha anche forgiato il mio animo: la mia soglia del dolore è abbastanza alta e sopporto piuttosto bene la sofferenza fisica ma, per paradosso, se sono disposta a sopportarla su me stessa, mi è invece difficilissimo accettarla in coloro che amo.
Un conto è soffrire in prima persona, un altro è veder soffrire coloro che amiamo: per quanto mi riguarda, preferisco di gran lunga essere io a provare dolore… non so, forse così ho l’illusione di poterlo controllare e di poterlo vincere ancora, così come è già stato.
Naturalmente, detesto vedere soffrire specialmente i bambini (non solo quelli che conosco e amo) e il loro dolore mi fa stare male quasi fisicamente proprio perché sono stata una bambina che ha conosciuto la sofferenza.
Dovete sapere che il luogo in cui mi salvarono la vita è il Buzzi di Milano, quello che allora come oggi è chiamato l’Ospedale dei Bambini: qualche settimana fa, mentre guardavo un programma in televisione, ho visto una pubblicità che parlava di Una Culla per la Vita, progetto nato in seno all’Associazione OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus.
La pubblicità raccontava come alcuni bambini, quando nascono, hanno bisogno di un aiuto in più per partire per quell’affascinante viaggio che è la vita: si tratta di neonati critici, magari nati prima del termine e sottopeso oppure con malformazioni o patologie. Grazie a interventi tempestivi, alcuni possono riprendere subito il loro viaggio, altri hanno bisogno di continuare a ricevere cure speciali.
Una Culla per la Vita
collabora con i professionisti dell’Ospedale Buzzi accanto ai bambini e alle mamme per accompagnarli verso una cura più serena, in un ambiente a loro misura: quando ho visto quella pubblicità… mi sono commossa fino alla lacrime.
Perché mi sono sentita di nuovo piccina.
Perché so cosa vuol dire avere bisogno di un ambiente a misura dei più piccoli visto che ho sperimentato cosa sia l’angoscia della degenza in ospedale per un bambino.
Perché anch’io ho avuto bisogno di un aiuto per proseguire il mio viaggio che sì, poi è stato meraviglioso.
Perché, come vi ho detto, non sopporto il dolore dei bambini.
Perché, per tutti questi motivi, ogni volta in cui c’è la possibilità di dare un aiuto, mi metto in gioco volentieri e cerco di dare il mio sostegno con tutto il cuore: so che quel che faccio non è altro che aggiungere una piccola goccia, ma sono convinta che il mare – soprattutto se inteso in senso metaforico – sia fatto da tante, tantissime microscopiche gocce.
Dunque, scrivere questo post è stata una decisione semplice quanto spontanea.
E ora chiedo a voi: volete fare un dono, non solo a qualcuno, ma prima di tutto a voi stessi?
Prendetevi un attimo per guardare il sito dell’Associazione OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus (qui) o la loro pagina Facebook (qui): trovate tutti i progetti e le iniziative per migliorare sia la cura dei bambini ricoverati al Buzzi sia il sostegno alle loro famiglie.
Oppure potete andare sul sito del progetto Una Culla per la Vita (qui): troverete i traguardi del progetto e alcune storie…
Se volete saperne di più, potete anche chiamare il numero 02 57995359 oppure andare direttamente in via Castelvetro 28 a Milano.
Non vi chiedo nulla, credo non ve ne sia bisogno: vi chiedo solo di guardare e informarvi e in questo consiste il regalo che propongo di fare a voi o meglio a noi stessi – ben oltre il Natale ormai imminente.
Poi, se volete (e sottolineo se)… si può per esempio anche donare il 5×1000 a OBM Onlus – C.F. 97376440158.
Da anni e ogni anno, scelgo con attenzione e cura un’associazione alla quale devolvere il mio 5×1000: so a chi lo donerò nei prossimi anni…
È ora di restituire (e non solo amandola e onorandola ogni giorno) l’opportunità che mi è stata data tanti anni fa: quella di una seconda vita, una chance che ho anche grazie all’Ospedale Buzzi.

Manu

*** Un immenso grazie di cuore a chiunque vorrà condividere questo post ***

Creatività a quattro mani tra mamma e figlia con byMo design

Avviso: state per leggere l’ennesima delle storie di talento che amo raccontare qui in A glittering woman ed è una di quelle che hanno tutti gli elementi che preferisco.

Partiamo?
C’era una volta…
No, scusate: ci sono oggi due donne, precisamente una già adulta (che si chiama Laura) e una ancora bambina (che si chiama Viola).
A legarle è uno dei rapporti più intensi che esistano: sono mamma e figlia.

Dalla mente creativa di Laura Moalli, designer e fondatrice del marchio byMo design, nasce You are my Person: potrei forse descriverla come una linea di t-shirt, ma sarebbe limitativo poiché è il risultato di un lavoro a quattro mani e due cuori, quelli di Laura stessa e di Viola, la sua bambina di 9 anni.

Le t-shirt, in cotone bianco e rigorosamente Made in Italy, variano per la lunghezza delle maniche: lunghe, a tre quarti oppure corte.
Ciò che le rende particolari è il fatto di essere dedicate espressamente alle mamme e alle loro bambine: ogni modello, infatti, è disponibile sia per la mamma sia per la figlia, a partire dai 2 fino agli 11 anni, e Laura deve ringraziare la sua bambina perché le stampe che ornano le maglie sono la riproduzione dei disegni che Viola ha realizzato qualche anno fa, quando aveva tra i 5 e i 7 anni.
Viola è dunque una giovane artista in erba che Laura ha saputo riconoscere e coinvolgere in un progetto che, adesso, è il loro. Leggi tutto

Quando moda e cibo se ne vanno a braccetto

Forse, leggendo il titolo di questo post, avete pensato all’eccessiva magrezza di alcune modelle e magari avete pensato che l’accostamento tra moda e cibo sia un paradosso evidente e una stridente contraddizione.

Forse, se un pochino mi conoscete e se avete letto qualche mio precedente post, sapete che ho preso posizione altre volte su quella magrezza e quindi ora temete di sorbirvi l’ennesima filippica.

Nulla di tutto ciò: stavolta desidero trattare il lato più ludico, creativo e divertente di questo rapporto perché stilisti e brand si sono spesso ispirati al cibo e non solo oggi, sull’onda di Expo 2015.

Le ispirazioni gastronomiche si sono spesso intrecciate non solo con l’abbigliamento ma anche col gioiello e tutto ciò per un motivo molto semplice: il cibo è sempre stato sinonimo di vita e molti alimenti (mi viene in mente il melograno) hanno assunto significato di buon auspicio, diventando portafortuna in grado di augurare salute e ricchezza.

Nel ‘900, il secolo che ci siamo lasciati alle spalle, molti stilisti e designer hanno creato abiti e bijou divertenti portando avanti il connubio moda e cibo: penso per esempio a Moschino e poi a Ken Scott, Sharra Pagano, Ornella Bijoux (ricordate, ho parlato di tutti e tre qui sul blog). Leggi tutto

Milano dalle app di Art Stories ai libri di Ada Cattaneo

In questi giorni, sono letteralmente galvanizzata dall’atmosfera che respiro: non solo sento la primavera in me, ma la noto attorno, la osservo invadere Milano, la mia città.

Stavolta non mi riferisco solo al risveglio della natura, ai cespugli e agli alberi fioriti che punteggiano ogni aiuola spezzando allegramente il ritmo monotono di cemento e asfalto: mi riferisco maggiormente al fermento culturale che sta animando le ultime settimane (e voglio escludere certi brutti episodi dei quali non ho alcuna voglia di parlare in questa sede).

Prima è stata la volta della Design Week, adesso è in corso l’Expo: inoltre, sono finalmente stati terminati i lavori sulla Darsena e nella Galleria Vittorio Emanuele II. Giorgio Armani e Miuccia Prada, due stilisti da sempre fortemente legati al capoluogo lombardo, hanno inaugurato i loro spazi dedicati ad arte, moda e cultura, l’Armani/Silos e la nuova sede della Fondazione Prada.

Amo da sempre il luogo in cui sono nata e cresciuta e trovo che, pur in mezzo a innegabili limiti e difetti, offra moltissimo: non apprezzo chi se ne lamenta a vanvera, soprattutto chi qui è stato accolto e ha trovato un lavoro, ma ammetto che, nell’ultimo decennio, anch’io ho sofferto di una certa negatività che si era impossessata della città e di noi abitanti.

Mi sembra che ora le cose stiano cambiando e che ci siano elementi concreti affinché Milano torni a essere una delle capitali della vita culturale e sociale italiana. Sono orgogliosa di stare qui e cercherò di godere di tutto ciò, di avere una parte attiva e di dare il mio piccolo contributo, nella speranza che questo fermento non si arresti.

Sapete, questa atmosfera ritornata vivace mi porta a un’ulteriore considerazione: non occorre andare dall’altra parte del mondo per scoprire cose nuove, spesso è sufficiente guardare con occhi diversi ciò che è sempre stato attorno a noi. Basta attingere alla bellezza che ci circonda, cosa in fondo non difficile in Italia. Leggi tutto

Mukako e la scatola che restituisce tempo

Ultimamente, quando qualcuno mi chiede di dare una definizione del mio blog, sorrido.

Un po’ perché ho sempre provato antipatia per le definizioni, un po’ perché mi chiedo io stessa come si dovrebbe definire un blog che, piuttosto che di un genere unico e prestabilito, tende piuttosto a occuparsi del talento e del saper fare qualsiasi forma essi assumano.

Ogni volta in cui scrivo di detestare la suddivisione per generi e i limiti che spesso ci imponiamo da soli sono serissima e gli articoli presenti su questo blog ne sono una prova lampante e concreta: qualche giorno fa, per esempio, ho parlato di un progetto di design che include perfino dei sex toy, oggi mi accingo a parlare di infanzia, anzi, di primissima infanzia, di tutti quei bambini che ancora necessitano dei pannolini.

So perfettamente che qualcuno si chiederà “pannolini su un blog che comunque parla principalmente di moda?” e so altrettanto bene che se qualcuno tra i miei amici di lungo corso, quelli che mi conoscono bene, sta leggendo queste righe, probabilmente esploderà in una sonora e fragorosa risata: la Manu e i neonati, tutto nello stesso articolo? Quasi più buffo della possibilità che i pannolini stiano su un blog di moda.

In effetti, tra gli amici, sono piuttosto nota per una certa allergia verso i bambini, allergia che ammetto di nutrire: non sono ai livelli di Erode, intendiamoci, ma in effetti non sono madre, non ho mai desiderato esserlo e non dimostro particolare pazienza o slancio verso i pargoli.

Però è altrettanto vero che sono zia e che ho una nipotina che adoro (e alla quale ho cambiato qualche pannolino) ed è vero che alcune mie care amiche sono mamme e che quindi so bene quanto sia difficile e non economico destreggiarsi tra pannolini, pappe e quant’altro. Leggi tutto

Art Stories: la bellezza dell’Italia raccontata ai bambini

Sono profondamente convinta di un fatto: i presupposti per diventare adulti curiosi verso la vita e aperti verso il mondo si devono creare nell’infanzia e questo è un compito che spetta alle figure preposte all’educazione, ovvero famiglia e scuola. Se si vuole costruire una casa solida, a contare sono le fondamenta: allo stesso modo, quella infantile è l’età fertile durante la quale si pongono le basi per diventare gli adulti che saremo.

Tra i ricordi che serbo gelosamente, ci sono proprio quelli d’infanzia e devo dire che sono stata una bambina molto fortunata: sia i miei genitori sia gli insegnanti che ho incontrato hanno sempre coltivato e spronato in me fantasia, creatività, sete di conoscenza. Devo dire grazie a loro se sono cresciuta amando l’arte e i viaggi e se sono curiosa – anziché essere spaventata – verso tutto ciò che non conosco. Ricordo con gioia le gite, con mamma e papà e con la scuola, i musei e le mostre, l’abbonamento alla biblioteca di zona, i laboratori creativi, le prime volte al cinema e a teatro. Ricordo la sorpresa, lo stupore, l’entusiasmo.

Oggi i mezzi si sono fatti infiniti e sono favorevole a qualsiasi strumento venga usato con garbo, testa e misura.

Ho una nipotina che ha appena compiuto sei anni: la adoro e quindi, pur non avendo figli, sono molto sensibile su questo argomento. Mi sorprendo ogni volta che la vedo giocare con le bambole e costruire storie immaginarie, così come sorrido nel vedere le sue piccole dita scivolare leggere e sicure sullo schermo del tablet per giocare con le app a lei dedicate. Mia sorella e mio cognato sono genitori molto attenti e sono felice di vedere come sappiano dosare con intelligenza gli strumenti che mettono in mano ad Alissa. Lei, come tutti i suoi coetanei, sarà un’autentica nativa digitale e auguro a tutti i bimbi di avere familiari che sappiano amministrare per loro e insieme a loro libri, giochi classici e nuove opportunità. Leggi tutto

Milano Fashion Week, i ricordi: giorno 3, incontri e persone – parte 1

Pensavo a una cosa: uno dei vantaggi di scrivere della fashion week a settimana terminata è che, grazie a un secondo sguardo nonché alla rielaborazione nel frattempo avvenuta, colgo dettagli che mi erano sfuggiti alla prima occhiata. E questo mi piace, mi piace che escano nuovi dettagli e che cose, persone, collezioni e incontri abbiano un secondo piano di lettura.

Oggi continuo il viaggio nei ricordi col giorno 3, venerdì 21 febbraio: un giorno decisamente dedicato agli incontri e alle persone. In alcuni casi, sono state nuove conoscenze; in altri, invece, sono state splendide riconferme, persone che – stagione dopo stagione – non smettono di sorprendermi con la loro personalità riflessa in collezioni sempre più belle e mature.

Visto che la giornata è stata molto lunga e molto piena, ho deciso di dividerla in due parti: questa è la prima nella quale troverete Debora Zavaglia, Sonatina, Divisione Protagonista e Furla. Leggi tutto

Knitwits: contro il freddo, l’arma dell’ironia e del divertimento

Ho cercato di ignorarlo fino a quando ho potuto e devo ammettere che lui, a oggi, è stato magnanimo: di chi sto parlando?

Dell’inverno, il momento dell’anno che più detesto: abbiamo avuto un principio di stagione clemente, ma da qualche giorno l’aria si è fatta più pungente, preannunciando il grande freddo.

Sono freddolosa da morire, detesto la neve, soffro a causa delle giornate corte e per la mancanza di luce, non scio e non pratico sport invernali: se mi copro troppo mi sento un piccolo Omino Michelin, se non mi copro abbastanza tremo come una foglia.

Non ho pace, insomma, e sì, sono una di quelle persone che d’inverno hanno le mani perennemente gelate (non vi dico come sono ora che sono seduta qui al pc, le mie dita sembrano dei ghiaccioli).

Mi tocca dunque cercare motivi per amare l’inverno, o quanto meno per cercare di sopravvivere fino al disgelo – sigh: stamattina ne ho trovato uno meraviglioso e si chiama Knitwits.

Conoscete già questo brand americano che sta conquistando grandi e piccini in giro per il mondo?

Tutto è cominciato con la creazione di marionette da dito e il successo è arrivato quando l’azienda ha deciso di portare gioco e divertimento su prodotti moda: è così che sono nati cappelli, paraorecchie e guanti, ognuno animato da personaggi che compongono un vastissimo cast.

Lo zoo KnitWits passa dagli animali della savana a quelli polari: non mancano personaggi di fantasia come lo yeti, il Bigfoot e l’unicorno. Leggi tutto

error: Sii glittering... non copiare :-)