SS 2020 cosa ho visto, vissuto, amato / 3° parte: Simona Marziali e MRZ

Esistono persone, cose, luoghi, situazioni – o collezioni – delle quali è facile innamorarsi in un istante: è ciò che mi è successo lo scorso 19 settembre, quando ho assistito alla sfilata con la quale Simona Marziali ha presentato la sua collezione primavera / estate 2020 al Circolo Filologico nell’ambito della Milano Fashion Week.

Per Simona Marziali la passione per la moda è arrivata presto e, dopo il diploma al liceo scientifico, si è laureata a Roma presso l’Accademia Internazionale di Alta Moda e Arte del Costume Koefia: ha poi conseguito un master in maglieria a Firenze.

A soli 21 anni, Simona ha iniziato la sua carriera professionale lavorando come knitwear designer per diverse aziende (fra le quali Gilmar e Diesel): lo ha fatto per oltre 12 anni e, grazie alla sua incessante voglia di affrontare nuove sfide, ha percorso varie tappe fino a creare nel 2012 il suo brand MRZ, in partnership con l’azienda di famiglia, il maglificio Tomas che vanta 40 anni di esperienza produttiva nel settore.

Nel 2018, Simona è stata la vincitrice del concorso Who Is On Next, promosso da Vogue Italia e AltaRoma, e a gennaio 2019 ha presentato la sua collezione proprio nell’ambito della prestigiosa manifestazione nella capitale.

Il suo MRZ è un brand capace di interpretare le tendenze più attuali in una dimensione originale e raffinata: introduce una proposta (e una visione) estremamente contemporanea nella quale gli elementi sportswear incontrano il femminile e il sartoriale, insieme a un inedito uso della maglieria che è il DNA e l’essenza del brand.

Qualità, dettagli, colori, forme, Made in ltaly in chiave internazionale, capacità di parlare al presente con lo sguardo rivolto verso il futuro: queste sono le caratteristiche di MRZ. Leggi tutto

SS 20 alla Milano Fashion Week, cosa ho visto, vissuto, amato / 2° parte

Oggi è il 7 dicembre, ovvero Sant’Ambrogio.

Per Milano è una ricorrenza particolarmente importante e sentita: Aurelio Ambrogio è stato una delle personalità più importanti del IV secolo e la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a san Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa. Assieme a san Carlo Borromeo e a san Galdino è patrono del capoluogo meneghino del quale fu vescovo dal 374 fino alla morte.

Per noi milanesi Sant’Ambrogio è anche il giorno in cui si fa e si accende l’albero di Natale e infatti, mentre scrivo queste righe, il mio mini alberello illuminato mi fa compagnia e questo mi fa soffermare sul fatto che, esattamente tra 18 giorni, è Natale.

Solo 18 giorni a Natale? Di già? Ma com’è successo? E dov’è volato via il tempo?

Finora mi è sembrato che il tempo si prolungasse all’infinito grazie a un autunno particolarmente clemente: da qualche giorno, invece, è arrivato il freddo e, in un attimo, il ritmo è cambiato e ci siamo ritrovati a pensare al Natale.

Lo so, tutti i pensieri vanno ai regali da acquistare nonché ai vari eventi (pranzi, aperitivi, cene) organizzati per salutare e fare gli auguri ad amici, colleghi, parenti, compagni di calcetto, palestra eccetera eccetera: l’idea dell’estate si allontana sempre più dai nostri pensieri e dunque verrò forse tacciata come folle a parlarvi di SS 20 ovvero spring / summer 2020.

A Milano, dal 17 al 23 settembre, durante la Fashion Week, sono state presentate le collezioni donna per la primavera / estate del prossimo anno: io confido sulla curiosità insita in ciascuno di noi e scommetto che, in fondo, non dispiace dare un occhio alla moda che verrà, anche perché le giornate più lunghe, la luce e il tepore che accompagneranno il ritorno della bella stagione… non sono certo pensieri spiacevoli, giusto?

Anche perché desidero raccontare non dei ‘soliti noti’, chiamiamoli così, quei nomi ai quali sono naturalmente grata per aver fatto conoscere lo stile italiano in tutto il mondo ma ai quali tutti danno facilmente spazio; no, ecco, io vorrei parlare di ‘nomi più freschi’, nomi che fanno parte di un nuovo panorama, di un ricambio generazionale auspicabile poiché la moda italiana ha tanto bisogno di guardare verso il futuro.

E la mia speranza è che, magari, i ‘nomi freschi’ dei quali vi parlo possano offrire spunti proprio per i regali natalizi… perché no? Leggi tutto

Russian Fashion Display, l’evento che ha portato la moda russa a Milano

L’avevo preannunciato in un post via Instagram: sabato 16 novembre, Milano ha ospitato un evento molto particolare, una serata di sfilate a cui è stato dato il nome di Russian Fashion Display.

Il progetto è nato perché, affacciandosi al mercato internazionale, il desiderio della moda russa è quello di farsi conoscere non solo per cultura e tradizione secolari ma anche per la propria apertura alle tendenze più contemporanee: la serata, svoltasi presso La Stamperia di via Pietrasanta con il supporto del magazine Esque, ha avuto come ospiti esperti di moda (vari buyer, designer, modelli, talent scout) e anche tanti appassionati che hanno potuto apprezzare proprio questo scambio tra culture, russa, europea e mondiale.

Al progetto Russian Fashion Display hanno partecipato sedici designer di abbigliamento e cinque brand di borse provenienti da Russia, Ucraina, Lettonia e Bielorussia: dopo la serata, ho ricevuto e ora volentieri condivido il comunicato stampa con voi, cari amici, in quell’ottica che tanto mi piace di libera circolazione delle idee e del talento. Leggi tutto

SS 2020 alla Milano Fashion Week, cosa ho visto, vissuto, amato / 1° parte

SS 2020 ovvero spring / summer 2020: a Milano, dal 17 al 23 settembre, durante la Fashion Week, sono state presentate le collezioni donna per la primavera / estate del prossimo anno.

Lo so, in questi giorni è infine arrivato l’autunno e tutti noi pensiamo a tazze di tè o cioccolata fumanti, al profumo delle caldarroste, alle foglie gialle e rosse, all’inverno che arriverà a breve dopo questa stagione intermedia in versione ridotta.

L’idea dell’estate si allontana sempre più dai nostri pensieri, anche se quest’anno abbiamo vissuto una bella stagione prolungata da sud a nord.

Io, però, confido sulla curiosità insita in ciascuno di noi: scommetto che, in fondo, non dispiace dare un occhio alla moda che verrà, anche perché le giornate più lunghe, la luce e il tepore che accompagnano il ritorno della bella stagione… non sono certo pensieri spiacevoli, no?

E poi mi piacerebbe raccontare non dei ‘soliti noti’, chiamiamoli così, quei nomi ai quali sono naturalmente grata per aver fatto conoscere lo stile italiano in tutto il mondo ma ai quali tutti danno facilmente spazio; no, ecco, io vorrei parlare di nomi più freschi, nomi che fanno parte di un nuovo panorama, di un ricambio generazionale auspicabile poiché la moda italiana ha tanto bisogno di guardare verso il futuro.

Inizio a presentarvi tre brand (Alcoolique, Francesco Paolo Salerno, Le Piacentini) tra i quali ho identificato un comune filo rosso: quello di una femminilità spiccata e molto ben definita ma lontana anni luce dall’essere esasperata e urlata. Questi brand raccontano piuttosto un carattere deciso ed estroso, sempre raffinato – esattamente come piace a me. Leggi tutto

Dior SS 2020: a proposito di Christian, Catherine e certe affinità elettive

Collezione Dior SS 2020 (photo credit pagina Facebook Dior)

Ho smesso di credere alle coincidenze e al caso da molto tempo.
Per carità, non fraintendetemi, non credo che le nostre vite siano predestinate e che tutto sia scritto; al contrario, credo nel libero arbitrio e nella volontà personale; credo fermamente che ognuno di noi scelga i propri pensieri e le proprie azioni essendone dunque artefice e responsabile.
Credo però anche che pensieri, sogni e desideri possano essere trasformati in azioni concrete e possano portare a situazioni e incontri che sembrano il frutto di coincidenze ma che, in realtà, abbiamo appunto agevolato o creato noi stessi proprio attraverso quelle azioni.
Credo infine al fatto che esistano delle cosiddette affinità elettive ovvero delle somiglianze che ci portano istintivamente verso qualcuno o qualcosa in base a un comune sentire.

Ecco, il racconto che desidero condividere oggi nasce proprio da tutto ciò.

Come ho già raccontato, durante il mese di agosto, in occasione delle vacanze, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente, e sono tornata a visitare anche quella che è stata la casa di infanzia di uno dei più grandi couturier di tutti i tempi.
Mi riferisco a Christian Dior, nato a Granville il 21 gennaio 1905: Villa Les Rhumbs, la casa di famiglia in cui Monsieur Dior ha trascorso anni felici, è oggi un museo a lui dedicato.
Granville si affaccia sullo splendido golfo di Saint-Malo: la villa in cui si trova il Musée Christian Dior è costruita sul promontorio roccioso, con una vista mozzafiato, ed è circondata da un giardino incantevole.
Se volete, potete leggere qui il post in cui ne parlo dettagliatamente, incluso il racconto della bellissima mostra attualmente in corso, dedicata a Grace di Monaco: io, invece, vorrei ora concentrarmi proprio sul giardino.

A partire dal 1925, Christian Dior decide di sostituire la serra esistente con un pergolato e uno specchio d’acqua, ispirandosi alle mode dell’epoca e ai dettami dell’Art Déco.
Nell’estensione del pergolato di Villa Les Rhumbs, Madeleine Dior, la sua amatissima madre, aggiunge un roseto che si appoggia al muro lungo quello che veniva chiamato Sentiero dei Dogananieri, beneficiando così di un’esposizione riparata dai forti venti salini.
Il giardino, dunque, è un luogo chiave per la villa e per Monsieur Dior: l’amore per i fiori ha costantemente influenzato la sua vita come anche il suo lavoro e i suoi abiti, dalle forme ai nomi passando per le decorazioni e i tessuti, con una preferenza per rose e mughetti.

E qui si innesta quella che io considero una non coincidenza e un’affinità elettiva: Maria Grazia Chiuri, Direttore Creativo della Maison Dior dal 2016, ha presentato martedì 24 settembre a Parigi la collezione primavera / estate 2020 ispirandosi a Catherine Dior, sorella di Christian, a lui fortemente legata anche e proprio dall’amore per fiori e giardini.

Mi sono emozionata davanti all’omaggio reso da Maria Grazia a una figura femminile così importante per il couturier e sono colpita dal fatto che ciò sia avvenuto esattamente nella stagione in cui anch’io sono tornata nella splendida residenza in Normandia.
Ecco perché ho scelto di raccontarvi tutto ciò, anche perché ho immensa stima del lavoro che Maria Grazia sta facendo in Dior e ho molto apprezzato il risultato di questo suo omaggio diventato la collezione Dior SS 2020. Leggi tutto

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