Vi racconto (e vi mostro) perché amo tanto gli anelli

Mi diverto da sempre a scattare foto dei bijou che possiedo: da qualche anno, condivido dette foto soprattutto su Instagram e in particolare mi diverte pubblicare quelle dei miei anelli.

Tali monili mi affascinano a tal punto che, per esempio, ho scritto di alcune delle loro declinazioni possibili per SoMagazine, una delle testate con le quali collaboro: tra tutti gli oggetti che hanno funzione ornamentale, gli anelli sono forse i più significativi, sia quelli che scegliamo per noi sia quelli che regaliamo.

Ma oggi non ho intenzione di fare un trattato serio (non che quel mio articolo avesse la pretesa di essere ciò, era solo un piccolo excursus tra storia e curiosità che, tra l’altro, un giorno mi piacerebbe riprendere, approfondire e sviluppare): oggi desidero parlarvi più che altro del mio rapporto emozionale con gli anelli e condividere alcune di quelle foto che ho menzionato.

Qualche settimana fa, in un altro post, ho scritto che, per riuscire a catturare la mia attenzione, un gioiello – qualunque esso sia, più o meno prezioso – deve possedere carattere: deve essere in grado di trasmettermi una sensazione, un’emozione, deve affascinarmi, stupirmi, incuriosirmi, sorprendermi, divertirmi.

Deve coinvolgermi, insomma: non apprezzo i gioielli anonimi, scontati, banali e dunque noiosi. Guai, poi, a una mia reazione neutra o indifferente davanti a una creazione.

Ho anche raccontato che tutto ciò vale in particolare per gli anelli, monili che mi accompagnano quotidianamente e che io considero molto importanti, una parte integrante del mio modo di presentarmi agli altri.

Sono importanti anche perché faccio un ampio uso del linguaggio del corpo: adopero la mimica facciale (e infatti nelle foto vengo quasi sempre immortalata con espressioni inqualificabili e indefinibili) e gesticolo parecchio. Le mie mani sono sempre in vista, dunque, in quanto sono uno dei mezzi attraversi i quali comunico: occhi, viso e mani competono con le parole che pronuncio (o che scrivo).

Considerata la mia passione, negli anni ho collezionato anelli di tutti i tipi e alcuni pezzi, i primi, risalgono all’adolescenza. Ho infatti iniziato attorno ai 15 anni e oggi possiedo una collezione piuttosto ricca, non tanto per valore economico quanto piuttosto per varietà di forme, materiali, provenienze.

Tra gli anelli che amo indossare figurano quelli divertenti e giocosi, quelli che in genere fanno sorridere chi mi incontra: ne ho di buffissimi, come potete vedere qui sotto.

Anelli con piatti di spaghetti, con pacchetti di popcorn, con occhi che si muovono, con oggetti vari in miniatura. Indossare creazioni spiritose e accattivanti, piccoli divertissement, spesso fornisce lo spunto per conversazioni anche con persone appena conosciute, incuriosite da oggetti tanto particolari.

Amo molto anche gli anelli seri, diciamo così, con simboli, monete, piccoli ricordi, iniziali. Tra questi ci sono quelli che considero pezzi di cuore e ai quali sono affezionata in modo viscerale.

E poi ho un’enorme passione per gli anelli-scultura, vere e proprie opere d’arte da indossare.

Penso che i gioielli in generale e gli anelli in particolare finiscano con il diventare pezzi di noi, della nostra vita, del nostro cuore, di momenti speciali e significativi, di chi ce li ha donati e, in alcuni casi, di chi li ha fatti per noi (come mi capita con alcuni designer dei quali ho avuto la fortuna e l’onore di scrivere). Sono spesso veicolo di ricordi e di legami.

Ecco perché li amo tanto.

Ecco perché mi piace fotografarli e condividerli.

Ecco perché, stavolta, in questo post, le immagini superano di gran lunga le parole.

Manu

 

 

 

Le foto che seguono sono in ordine rigorosamente… sparso: non seguono alcun criterio né cronologico né di altro tipo, sono state semplicemente ripescate qua e là dai miei account social.

Mi piaceva il fatto che delineassero una raccolta variegata, variopinta, eterogenea. Semplicemente.

Troverete alcuni anelli ripetuti più volte e proposti in varie situazioni, a riprova di un rapporto che si snoda e si prolunga nel tempo.

Concludo con le creazioni di alcuni designer che ho ospitato nel tempo in questo mio spazio web, a riprova del fatto che non vendo fumo, mai, e che parlo solo di ciò che sposo davvero io per prima 🙂

Anello Alysha Laurene – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/occhi-national-geographic-alysha-laurene/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Alysha Laurene – ne parlo qui
Anello Alysha Laurene – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/occhi-national-geographic-alysha-laurene/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Alysha Laurene – ne parlo qui
Anello con ditale Keep Out – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/keep-out-il-ditale-gioiello-portafortuna/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a> e <a href="http://www.aglitteringwoman.com/keep-out-mette-fuori-combattimento-la-sfortuna/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello con ditale Keep Out – ne parlo qui e qui
Anello Eleonora Ghilardi – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/eleonora-ghilardi-sculture-da-indossare/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Eleonora Ghilardi – ne parlo qui
Anello Lucilla Giovanninetti – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/lucilla-giovanninetti-e-la-metamorfosi-del-talento/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Lucilla Giovanninetti – ne parlo qui
Anello Agnese Del Gamba – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/divertissement-agnese-del-gamba/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Agnese Del Gamba – ne parlo qui
Anello Serena Ciliberti – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/serena-ciliberti-sayang-ku/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Serena Ciliberti – ne parlo qui
Anello Zimarty – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/zimarty-wearable-architecture/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Zimarty – ne parlo qui
Anello Sophie Cochevelou – ne parlo <a href="http://www.aglitteringwoman.com/le-creazioni-di-sophie-cochevelou/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">qui</a>
Anello Sophie Cochevelou – ne parlo qui

 

 

 

… To be continued! 😉

 

 

 

Se siete curiosi:

Qui potete trovare il mio articolo sugli anelli per SoMagazine.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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