Milano Fashion Week: Mauro Gasperi FW 15-16

Sebbene io di solito fugga da abitudini e routine che per me sono sinonimi di noia e ami, invece, essere sorpresa e stupita, ammetto che esistono delle certezze dalle quali mi lascio cullare volentieri.

Per esempio, mi piace sapere che se entro in un determinato bar berrò un ottimo caffè e mangerò una fantastico croissant. Oppure, mi piace sapere che in una determinata libreria troverò quel testo introvabile altrove.

E poi mi piace sapere che, quando vengo invitata a determinata presentazioni o sfilate, vedrò cose che mi piacciono, così come mi capita immancabilmente e puntualmente con Mauro Gasperi. Ebbene sì, lo stilista è diventato una delle mie certezze in ambito moda: il suo essere misurato con guizzi di freschezza e personalità è per me diventato sinonimo di una moda nella quale mi riconosco con estremo piacere – e mai con noia.

Non mi delude mai, insomma, e non mi ha delusa nemmeno lo scorso 28 febbraio quando, nell’ambito di Milano Moda Donna, ha presentato la collezione per l’autunno / inverno 2015 – 16. Leggi tutto

Mochila Milano, la bellezza di essere unici

Ho sempre avuto un carattere passionale, tutt’altro che freddo e distaccato: mi tuffo nelle situazioni con tutto il cuore, siano esse personali o lavorative.

Ho bisogno di innamorarmi di cose, persone, progetti: incontrare Silvia Ferrari e innamorarmi di lei e del suo marchio Mochila Milano è stato naturale e immediato come bere un bicchiere d’acqua.

Una sera ero su Instagram e, come faccio di solito, navigavo tra hashtag e utenti alla ricerca di novità interessanti: d’un tratto, mi sono imbattuta in bellissime borse colorate e lì è scattata la mia curiosità.

Ho seguito le tracce, sono arrivata al profilo di Silvia e ho iniziato a disseminare like sulle sue foto: chissà, magari avrà pensato a una stalker…

Ma, non soddisfatta del contatto via web troppo impersonale per i miei gusti e visto che ho ammesso più volte di essere peggio di San Tommaso e di avere bisogno di toccare le cose con mano, ho fatto sì di poter incontrare Silvia di persona. Leggi tutto

Maria Vittoria Albani, vorrebbe adottarmi?

Ci sono momenti in cui amo follemente ciò che faccio, senza alcuna riserva; ci sono regali che hanno un inestimabile valore e non mi riferisco certo a cose materiali.

Questi momenti e questi regali sono rappresentati dal fatto di poter incontrare persone che svolgono il loro lavoro facendone un’opera d’arte: la scorsa settimana, per esempio, sono andata a fare visita a Maria Vittoria Albani, anima di Ornella Bijoux, maison storica fondata dalla mamma Piera nel lontano 1944.

Ho già pubblicato un post a proposito di Ornella Bijoux qui sul blog in occasione dell’inaugurazione di una bellissima mostra attualmente in corso al Museo del Bijou di Casalmaggiore (e che è stata prolungata fino al 2 giugno): la mostra è curata da Bianca Cappello, storica del gioiello, e ripercorre tutta la storia dell’italianissima griffe, raccontandone l’evoluzione dagli albori a oggi.

Scrivo non a caso che la signora Maria Vittoria è l’anima di Ornella Bijoux perché, dopo aver iniziato a lavorare appena quattordicenne affiancando la mamma, è ancora oggi lei a studiare, progettare e spesso realizzare tutti i pezzi: è coadiuvata dalla figlia, Simona, e da pochi e fidati collaboratori.

I conti li avrete già fatti da soli, immagino, attraverso un paio di numeri che ho menzionato, ma ci tengo a metterlo nero su bianco: la signora Albani ha 85 anni. Leggi tutto

Se proviamo a mettere i sogni nel cappello

Supponete che qualcuno voglia fare una piccola ricerca qui sul mio blog allo scopo di verificare quali siano le parole più usate.

Sono pronta a fare una scommessa sulle prime tre: credo sarebbero talento, passione, condivisione.

Talento perché ne parlo spesso e perché amo tutte le sue possibili declinazioni e manifestazioni; passione perché credo che sia il sentimento che dovrebbe governare le nostre vite, perché credo che dovremmo amare ciò che facciamo e perché credo che essa sia un grande potere, uno strumento invincibile; condivisione perché mi piace che talento e passione circolino.

Il post che state leggendo contiene tutti e tre questi elementi e racconta un evento che mi sta molto a cuore: da domani, venerdì 1° maggio, fino a domenica 3 maggio, si terrà ad Arezzo la mostra I sogni nel Cappello, una vetrina nella quale saranno protagonisti i lavori di una trentina di creativi che provengono da tutta Italia e che gravitano attorno al mondo del cappello.

Desidero spiegarvi come questa bella mostra contenga tutte e tre le parole magiche di cui sopra. Leggi tutto

La primavera (in tutti i sensi) di Giulia Rositani

Giorni fa, varcando il portone di casa per iniziare una nuova giornata, ho avuto una sensazione ben precisa: l’aria era cambiata e le mie narici si sono riempite di un odore diverso, più leggero e sottile.

Non so spiegare bene quell’odore né so dargli un nome: è semplicemente l’odore che, per me, segnala l’arrivo della primavera.

Ogni anno, lo percepisco e lo annuso come se fossi una bestiola che si risveglia dopo il lungo letargo.

Ogni anno, da quel momento, qualcosa cambia: la primavera e la rinascita che essa porta con sé è così forte che è ben identificabile perfino a Milano e, tra asfalto e cemento, sbucano prepotenti i segnali della nuova vita, come la forsizia che fiorisce gialla in cespugli disseminati per tutta la città.

Immancabilmente, mi tornano in mente versi di poesie studiate a scuola e ce n’è una alla quale sono particolarmente affezionata.

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole”: sono i versi iniziali di una poesia di Giovanni Pascoli, L’aquilone. La sento talmente mia che, ancora oggi, a distanza di anni, la ricordo distintamente.

Voglia di poesia, di leggerezza, di spensieratezza; voglia di colore, di rinnovata bellezza, di gioia di vivere; per me la primavera è questo e mi porta al bisogno di circondarmi di persone come Giulia Rositani. Leggi tutto

Stefano Bressani e le Skultoshoes, una camminata tra arte e moda

Sono una persona piuttosto ostinata: se mi metto in testa qualcosa, non mi faccio distrarre o distogliere facilmente. Non per nulla, ai tempi della scuola, alcuni insegnanti mi definivano cocciuta.

Negli ultimi anni, sono alquanto determinata per quanto riguarda la moda: mi ostino a concepirla secondo la visione ben precisa che ho in testa.

Chiamatemi illusa o folle, ma fino a quando ci saranno persone come Stefano Bressani, non cambierò idea; fino a quando artisti del suo calibro vedranno nella moda un ambito di interesse e sperimentazione, continuerò a sostenere che non esistono solo le tendenze e le collezioni di stagione; fino a quando artisti, stilisti e designer firmeranno collaborazioni che danno vita a contaminazioni interessanti, continuerò a credere che la moda è in primo luogo una forma di comunicazione e che è dotata della stessa dignità di altri linguaggi.

Per sostenere questo pensiero, oggi mi faccio forte di un bellissimo incontro, quello tra Stefano Bressani e Silvia Fabiani, designer specializzata in calzature: insieme hanno creato le Skultoshoes, un connubio perfetto tra arte e scarpe, accessori moda da sempre molto amati dalle donne e spesso anche dagli uomini.

Stefano e Silvia hanno dato vita a scarpe-scultura in tessuti innovativi e dalle forme ardite: per presentare la loro collezione artistica, realizzata rigorosamente a mano e ça va sans dire in Italia, hanno scelto Vigevano, la città che forma un binomio indissolubile col mondo della calzatura. Qui, nel tempo, si sono sperimentate innovazioni che hanno portato a invenzioni come quella del tacco a spillo (anno 1953): la bella città lombarda è anche la sede di un importante museo interamente dedicato alla scarpa. Leggi tutto

Milano Fashion Week: HORO FW 2015-16

Quanto tempo occorre affinché ci si possa innamorare di una nuova idea? Vi dico quanto ci impiego io nel momento in cui me ne viene esposta una che reputo geniale: 5 minuti.

Ebbene sì, a Luca Micco sono bastati esattamente 5 minuti perché riuscisse a farmi innamorare del suo progetto: quando l’eclettico fondatore e designer di HORO ha iniziato a raccontarmi in che modo l’oro possa trasformarsi in capi di abbigliamento (non metaforicamente, ma realmente), ho impiegato poco a capire quando la sua idea fosse innovativa e accattivante.

Luca Micco è nato a Moncalvo, una piccola cittadina nel cuore del Monferrato, in Piemonte, e si è laureato in relazioni pubbliche allo IULM di Milano: fin da bambino, è sempre stato affascinato dalla moda che è diventata un sogno nonché l’obiettivo della sua vita.

Durante la carriera accademica, la grande passione per la moda ha portato Luca ad avere diverse esperienze e stage presso designer famosi, ma la svolta è avvenuta grazie all’amicizia con l’artista Clelia Cortemiglia, allieva del grande Lucio Fontana, pittrice rinomata per le sue opere con linee e globi che si muovono su sfondi bianchi o neri, realizzate con intagli in oro zecchino: osservando i dipinti, Luca ha avuto un’intuizione d’oro, ovvero fondere l’arte di Clelia con la sua passione per la moda. Leggi tutto

Ornella Bijoux, un’autentica icona italiana

Da tempo penso che oggigiorno abusiamo di alcuni termini: icona e mito sono due esempi e c’è addirittura chi si attribuisce questi titoli da solo, cosa – a mio avviso – alquanto bizzarra.

È solo il tempo a dire chi resterà, a decretare chi ha carisma autentico e duraturo.

Quando incontro una persona come Maria Vittoria Albani mi chiedo quanti dei cosiddetti miti di oggi resisteranno col vigore, la grinta, l’energia, la capacità e l’entusiasmo che questa donna straordinaria dimostra ancora oggi, a 85 anni e dopo circa 70 anni di fulgida carriera.

Maria Vittoria Albani è una vera icona che ha contribuito a scrivere pagine importantissime della storia del made in Italy attraverso Ornella Bijoux, l’azienda di famiglia nata nel lontano 1944, griffe di costume jewellery mondialmente riconosciuta e che viene considerata una tra le più ricercate ed apprezzate da intenditori e appassionati. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Vladimiro Gioia FW 2015-16

In un recente articolo, avevo annunciato che Vladimiro Gioia, stilista che apprezzo e che seguo ormai da parecchie stagioni, avrebbe aperto un suo spazio temporaneo ubicato in viale Piave, nel cuore di Milano.

E così è stato: mercoledì 25 febbraio, durante Milano Moda Donna, ho partecipato ai festeggiamenti insieme a tanti colleghi blogger. Sono stati presenti all’evento numerosi giornalisti, fashion editor, stylist e personaggi famosi, tutti arrivati col sorriso per lui, Vladimiro, professionista di grande talento e persona piacevolissima.

Lo spazio milanese non è stato l’unico a ospitare il suo lavoro e il suo estro creativo: a pochi giorni di distanza, precisamente il 6 marzo, lo stilista si è infatti spostato a Parigi per un’ulteriore inaugurazione e così anche la capitale francese ha avuto uno showroom firmato Vladimiro Gioia.

Sono molto felice di poter raccontare di questi due successi inanellati a brevissima distanza di tempo l’uno dall’altro, perché sono il frutto di un intenso periodo di lavoro: sono due aperture importanti in città che ben si collocano nel circuito internazionale della moda.

È stato un tam-tam rimbalzato da Milano a Parigi: pensare al made in Italy di eccellenza che si diffonde mi riempie di autentica gioia, anche perché devo dirvi che, con la collezione autunno / inverno 2015 – 16, lo stilista ha fatto un ulteriore passo avanti quanto a qualità e risultati estetici di grande carattere e forte impatto. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Chicca Lualdi FW 2015-16

Se c’è una cosa che mi infastidisce è il moderno bisogno di creare clamore, soprattutto quando è inutile e vuoto: a mio avviso, non è necessario creare nessuno strano artificio per sottolineare ciò che è destinato a brillare.

E, forse, scalpore e sensazionalismo nascono proprio dal bisogno di evidenziare cose che non riuscirebbero a brillare in altro modo.

Devo ammettere, purtroppo, che tale atteggiamento appartiene spesso al mondo della moda: alcuni credono che, per decretare il successo di una collezione, sia necessario creare attesa, scandali, eccessi oppure spettacolo a tutti i costi.

Non sono d’accordo, perché la vera eleganza, la vera bellezza, il vero talento attirano gli sguardi per loro stessa natura e non hanno bisogno di essere urlati: chi urla, talvolta, non ha in realtà nulla da dire.

Per questo l’esistenza di Chicca Lualdi mi consola: stagione dopo stagione, la stilista è ormai una certezza e non mi delude mai quanto a classe, buon gusto e charme. Leggi tutto

Anna e Alex, gioielli che sono opere d’arte da portare con sé

C’era una volta una ragazza nata nel sud dell’Italia e poi trasferita all’estero: tra Los Angeles e Pittsburgh, Anna – questo il suo nome – aveva trascorso anni pieni di vita e allegria, laureandosi nel frattempo in Business Administration e specializzandosi in Marketing Internazionale.

C’era una volta un’altra ragazza nata invece a New York e chiamata Alessandra, cresciuta tra la Grande Mela, Torino, Verona e Ginevra. L’amore per il nuovo e un pizzico di destino avevano portato Alessandra, dopo aver studiato storia e giurisprudenza, a intraprendere una carriera nel settore delle pubbliche relazioni.

Tutte le favole più belle iniziano col classico c’era una volta, inclusa quella che desidero raccontarvi oggi e che non fa eccezione, tuttavia questa non è solo una storia di fantasia.

Sì, ha il profumo e il fascino delle migliori favole, però è una storia reale, solida e concreta, ed è attuale e contemporanea: c’erano una volta due ragazze e oggi sono diventate due donne di successo in molti ambiti.

Ma andiamo avanti e torniamo alle nostre protagoniste.

Dopo gli anni trascorsi a studiare e a conoscere il mondo, Anna Neri e Alessandra Sales (detta Alex) ritornano in Italia, precisamente a Roma.

Anna comincia la sua carriera lavorando per grandi aziende internazionali e, mentre sta lavorando in uno dei massimi brand mondiali del lusso, incontra Alex: entrambe hanno ruoli manageriali di grande responsabilità e lavorano per la stessa azienda. Chiamatelo destino o caso, scegliete voi. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Vladimiro Gioia SS 2015

Con questo post, completo il ciclo dedicato agli eventi ai quali ho partecipato in occasione dell’edizione di Milano Moda Donna dello scorso settembre: chiudo in bellezza raccontandovi la collezione Vladimiro Gioia SS 2015.

Last but not least, direbbero gli inglesi in questo caso e io prendo volentieri in prestito l’espressione. Lo stilista arriva in effetti ultimo in ordine di tempo tra i miei racconti di quei giorni di sfilate e presentazioni, ma non per questo è meno importante, anzi, tutt’altro: gli riservo infatti tutta la mia stima e tutto il mio apprezzamento.

Ho scritto stilista, ma potrei aggiungere anche altre definizioni, per esempio artigiano e artista, e vi assicuro che ben calzerebbero su di lui, persona che sa lavorare con mani, testa e cuore, che sa usare tutti i sensi, dal tatto alla vista; una persona abituata a lavorare sodo, con impegno e devozione.

Vladimiro, quarto di cinque fratelli, conosce perfettamente i segreti delle tecniche di lavorazione di pelli pregiate e pellicce: è cresciuto nell’ambito dell’azienda di famiglia nata nel 1989 a Rovello Porro, vicino a Como, col nome Gioia Pellicce, una realtà che fin dagli albori si è distinta per le caratteristiche insolite delle sue proposte. Le lavorazioni fatte con intarsi e incisioni a laser hanno attirato l’attenzione di brand importanti tra i quali Valentino, Burberry e Christian Dior.

Vent’anni più tardi, è nata la decisione di lanciare il marchio Vladimiro Gioia caratterizzato da un connubio ancora più stretto con l’arte: la svolta decisiva è avvenuta tra il 2009 e il 2010, quando Vladimiro è stato scelto da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per il progetto Spiga 2, la boutique ubicata al civico 2 di via della Spiga a Milano, lo store multibrand nel quale si possono trovare le proposte dei nomi più promettenti del panorama moda. Leggi tutto

Francesca Paolin, svegliarsi da un sogno per viverlo

Da quando ho iniziato a scrivere di moda sul web e su qualche magazine cartaceo, mi accade che diverse persone mi dicano “devo assolutamente farti conoscere un/una mio/a amico/a, sai, fa delle cose spettacolari”.

Le “cose spettacolari” possono essere di volta in volta abiti, gioielli o borse e il fenomeno si è accentuato da quando ho questo blog, visto che qui, principalmente, mi piace parlare di nuovi talenti.

So che qualcuno, forse, resterà male, ma devo confessare che, quando mi dicono tale fatidica frase, mi preoccupo un po’, in quanto è capitato che il giudizio sul famoso amico o amica fosse un tantino offuscato dal sentimento stesso dell’amicizia… tradotto, le “cose spettacolari” non lo erano poi tanto oppure erano già viste e riviste.

Quindi, ora mi preoccupo un po’, anche perché non c’è cosa più difficile per me del dover comunicare a una persona che l’amico al quale desidera fare da mecenate non entrerà tra i Vogue Talents. Per me è sempre un dramma dire un “no”, anche perché so molto bene ciò che si prova nel riceverne, ma la selezione è necessaria.

Certo, occorre usare un gran garbo ed essere rispettosi, perché, dietro a qualsiasi lavoro, c’è sempre sacrificio, amore, tempo speso, dedizione e molto altro. È però altrettanto vero che un “sì” detto per simpatia non fa un gran favore a chi lo riceve: è meglio un “no” onesto, ben motivato e – lo ribadisco – rispettoso che può rappresentare, magari, l’opportunità di crescere. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Alberto Zambelli SS 2015

Sono profondamente convinta del fatto che possedere talento sia un dono innato che fa parte del nostro patrimonio genetico. Credo anche che tutti nasciamo con uno o più talenti, in quanto esistono moltissime forme e moltissime declinazioni di quella che possiamo considerare una straordinaria ricchezza.

Avere talento non è dunque un merito, così come non è un demerito non averne: il merito subentra nell’essere capaci di riconoscere quale sia il nostro talento, sta nel seguirlo, nel coltivarlo, nel fidarsi di lui e di dove può condurci.

Già, perché se è vero che avere talento è un dono, è altrettanto vero che esso richiede devozione, sacrificio, impegno per crescere e svilupparsi. È come una fiamma che ha bisogno di essere alimentata per restare accesa, è come un diamante grezzo che ha bisogno di essere lavorato per brillare, è come una pianta che ha bisogno di essere curata per fiorire: nulla è gratuito, nemmeno il talento, ed è qui che fa capolino il merito, ovvero la nostra capacità di gestirlo.

Il talento deve essere rispettato: sprecarlo è un peccato, è uno schiaffo al destino, perché rientra tra le cose che – per fortuna – non si possono né vendere né comprare. Leggi tutto

Milano Fashion Week: Grinko SS 2015

Settimana scorsa, scrivendo un altro post, ho raccontato che, di solito, cerco di leggere la cartella stampa che racconta la collezione solo dopo aver visto la sfilata, per non farmi influenzare: è vero che tali comunicati sono scritti appositamente per diffondere ciò che lo stilista ha voluto esprimere, ma è altrettanto vero che è bello trovare i propri riferimenti.

Sono stata profetica, in un certo senso: oggi, vi parlo infatti di un caso in cui ciò che ho percepito è un po’ differente rispetto a ciò che lo stilista ha pensato nel progettare la propria collezione. E pensate che lo scopro solo ora, perché, completamente appagata da ciò che avevo visto sfilare, ho dato un occhio a cartella e comunicato stampa oggi, riprendendo in mano il tutto per raccontarvi la sfilata primavera / estate 2015 di Sergei Grinko, uno dei miei stilisti preferiti tra quelli appartenenti alla nuova generazione.

Questa mia personale interpretazione può significare due cose. La prima ipotesi è quella che io non capisca nulla di moda, cosa peraltro possibile e plausibile. La seconda ipotesi darebbe invece ragione a ciò che penso da sempre: la moda non è una scienza bensì un linguaggio e come tale è soggetta a molteplici interpretazioni. Leggi tutto

Milano Fashion Week SS 2015: Giulia Marani in un Click!

La mia simpatia verso la stilista Giulia Marani non è un mistero e l’ho manifestata più volte anche qui sul blog.

Quando scrivo simpatia alludo a un concetto ampio che include tutta una gamma di sentimenti, dalla carica empatica che Giulia ispira fin dal primo istante in cui la si conosce fino a una grande stima professionale che nutro nei suoi confronti. E non confondo affatto le due cose: se mi stesse semplicemente simpatica, mi limiterei a chiederle di prendere un caffè insieme, ma se ne parlo qui sul blog, invece, è perché il suo lavoro mi attrae fortemente e perché lo reputo estremamente interessante.

Lo scorso settembre, durante Milano Moda Donna, sono stata felice di andare a vedere la sua collezione per la primavera / estate 2015: si chiama Click e nasce dalla collaborazione col fotografo Andrea Tonellotto.

Giulia e Andrea condividono la passione per i dettagli apparentemente insignificanti che, colti e immortalati attraverso occhi sagaci, si trasformano in un tripudio di linee e colori fino a far nascere coloratissime composizioni geometriche che sfociano nell’astrattismo, pur essendo in realtà frammenti di vita reale. Click, dunque, come lo scatto delle macchine fotografiche: le Polaroid di Andrea ritraggono dettagli delle nostre città e dell’arredo urbano che vengono poi ulteriormente rielaborati da Giulia e introdotti nei suoi capi. Leggi tutto

error: Sii glittering... non copiare :-)