Caro Babbo Natale ti scrivo (così mi distraggo un po’)

Da giovanissima non avevo mezze misure né sfumature: con gli anni ho imparato che i punti di vista – soprattutto i propri – sono fatti per essere messi in discussione, rivisti e anche sovvertiti, se e quando è necessario.

Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, avevo raccontato di non amare particolarmente le feste comandate con la conseguenza che non sono entusiasta all’idea di distribuire consigli per i regali, nello specifico per Natale.

Non ho cambiato idea sulle festività e continuo a pensare che tutto ciò che ho da dire sia già più o meno contenuto nel mio lavoro quotidiano e nei post che pubblico giorno dopo giorno qui sul blog, tuttavia, visto che mi sono arrivate diverse richieste, ho voluto mettermi in discussione e rivedere questo mio punto di vista almeno parzialmente, anche perché inizio a sentirmi un po’ come il malefico Grinch: quasi tutti sembrano essere presi dall’atmosfera natalizia che ormai si sta insinuando ovunque, quindi… che sia io la guastafeste?

Quando si è troppo controcorrente, secondo me è salutare porsi qualche domanda: credo che in questo caso la risposta sia sì, sono sbagliata io.

E credo che, a questo punto, unirmi all’aspettativa generale verso il Natale non possa che farmi bene.

Non chiedetemi, però, di fare il presepe o l’albero (ebbene, non ho fatto nessuno dei due), perché per i miracoli vedrò di attrezzarmi.

Vale lo stesso se usufruisco di quelli amorevolmente preparati da mia sorella? Penso che la mia nipotina di 6 anni abbatterà definitivamente qualsiasi mia resistenza: come rimanere impassibili davanti al suo gioioso e innocente entusiasmo?

E così, dopo aver capitolato, mi sono posta un ulteriore quesito: potendo farlo, cosa mi piacerebbe chiedere a Babbo Natale?

Qual è la mia lista dei desideri?

Cosa vorrei che portasse a coloro che amo?

Qui sotto trovate tutto ciò che mi è venuto in mente, oggetti (abiti, accessori, gioielli, libri) e anche azioni e pensieri rivolti al sociale, agli animali, all’ambiente, all’arte e alla cultura.

Alcuni spunti vengono dal mio lavoro degli ultimi mesi, altri sono idee nuove.

Pronti? Partiamo!

Se lista dei desideri dev’essere, allora mi piace che parta alla grande: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”, scriveva William Shakespeare nella commedia “La Tempesta” e io sono d’accordo.
Parto dunque con Van Cleef & Arpels la cui storia inizia proprio come la migliore delle favole, con un grande amore, quello tra Estelle Arpels e Alfred Van Cleef: dopo essersi sposati nel 1895, ispirati dal desiderio di creare qualcosa di duraturo oltre le loro esistenze, fondarono il marchio e nel 1906 aprirono la prima boutique in place Vendôme, a Parigi, di fronte al mitico Hotel Ritz.
Più di 100 anni dopo, una piccola glittering woman (la sottoscritta) vive una favola ogni volta in cui è invitata alla scoperta delle loro novità e delle loro collezioni.
Dalle loro proposte per il Natale (e per sempre), ecco alcune mie selezioni (e qui il mio articolo più recente con tutti i loro link).

Van Cleef & Arpels, anello Fil Rouge in oro rosa e oro bianco, rubini, e diamante da 5.52 carati. Collezione Palais de la Chance.
Van Cleef & Arpels, anello Fil Rouge in oro rosa e oro bianco, rubini, e diamante da 5.52 carati. Collezione Palais de la Chance.
Van Cleef & Arpels, orecchini Heket long in opale di fuoco, diamanti, onice e zaffiri gialli. Collezione Palais de la Chance.
Van Cleef & Arpels, orecchini Heket long in opale di fuoco, diamanti, onice e zaffiri gialli. Collezione Palais de la Chance.
Van Cleef & Arpels, anello Sweet Alhambra Effeuillage in oro rosa, corniola e diamante taglio tondo. Collezione Alhambra.
Van Cleef & Arpels, anello Sweet Alhambra Effeuillage in oro rosa, corniola e diamante taglio tondo. Collezione Alhambra.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, mi viene spontaneo suggerirvi i nomi di tre giovani designer legati dall’amore per la qualità e per il made in Italy.
Tre autentici talenti dei quali ho parlato più volte qui sul blog.

Il primo nome è quello di Giulia Marani.
Giulia ha scelto la maglia come suo mezzo di espressione creativa e compie una ricerca accurata sui filati e sulla loro lavorazione: le sue collezioni rappresentano una piacevole commistione tra Arte e Moda.
I capi che trovate attualmente in vendita sul suo e-shop sono nati dalla collaborazione con Giulio Zanet: c’è tanto colore e ci sono filati soffici e confortevoli come l’angora.

Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Giulia Marani
Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Giulia Marani

Il secondo nome è quello di Giulia Bruni.
La sua linea si chiama Giuliette Brown e la capsule collection per l’autunno / inverno 2014-15 comprende 23 pezzi: il tema è il bosco. Farfalle e colibrì, emblemi di spensieratezza e libertà, aleggiano soavi sui capi.
I grandi protagonisti sono i tessuti jacquard, mentre le linee hanno tutte un sapore vintage: trovati i capi in vendita sul suo e-shop.

Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 Giuliette Brown by Giulia Bruni
Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 Giuliette Brown by Giulia Bruni

Il terzo nome è quello di Mauro Gasperi.
Mauro sa scolpire forme e silhouette senza mai perdere di vista un fatto importante, ovvero realizzare una moda portabile.
La collezione autunno – inverno 2014 / 15, quella che trovate ora in vendita sul suo e-shop, è fatta di linee pulite che garantiscono leggerezza e fluidità anche grazie all’originalità dei materiali usati. Amo la lana effetto pelliccia, l’ecopelle plissettata e il motivo paisley rivisitato, ricamato in paillette oppure scomposto e stampato. Tra i colori, sono presenti due nuance che amo, il cipria e il bordeaux.

Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Mauro Gasperi
Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Mauro Gasperi

È grazie a persone come Lucilla Giovanninetti se nutro sana curiosità verso il mio prossimo: ogni volta in cui incontro una persona come lei, con un mondo ricco e sfaccettato, scatta in me l’irrefrenabile desiderio di conoscerla e di provare a raccontarne la storia.
I passaggi di Lucilla – da stilista a insegnante a creatrice di gioielli di ricerca – non mi stupiscono affatto: il suo è stato un percorso fatto di tappe concatenate.
E così, dopo aver creato abiti e accessori e aver insegnato storia e progettazione del gioiello, oggi Lucilla sperimenta tessuto e metallo creando monili contemporanei fatti per suggerire emozioni e sensazioni (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

Lucilla Giovanninetti, collana collezione EANDARE
Lucilla Giovanninetti, collana collezione EANDARE

E se Natale fosse l’occasione giusta per scoprire un piccolo angolo segreto di Milano, un luogo molto particolare che custodisce un’arte preziosa?
Verdiana e Beniamina è una “sartoria al femminile”: l’ha creata Marina Ferrari Rutta, una donna speciale che nutre da sempre grande passione per i viaggi e tanta curiosità per i molteplici e sfaccettati mondi femminili. Ha unito questi due amori e li ha declinati in un lavoro che ha tutto il sapore della bellezza non soggetta a mode.
Nel suo laboratorio, Marina parte dalla scelta di filati e materiali per giungere alla confezione di abiti e biancheria per la casa (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

Verdiana e Beniamina, un collage di mie foto scattate in occasione di una recente visita
Verdiana e Beniamina, un collage di mie foto scattate in occasione di una recente visita

Serena Ciliberti, una laurea in architettura e tanta passione per il design, è la fondatrice di Sayang Ku, brand che propone gioielli non convenzionali.
I suoi pezzi sono portatori di ironia, allegria, vivacità e personalità. Se sono di cattivo umore e tiro fuori una sua collana o un suo bracciale, mi torna il sorriso all’istante.
E poi, quando porto una sua creazione, mi succede sempre qualcosa di divertente, per esempio quella volta che, indossata una collana con cucchiaini opera di Serena, sono poi finita (ignara) all’evento di una nota marca di caffè… (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link)

Una creazione di Serena Ciliberti
Una creazione di Serena Ciliberti

Antonella Fenili, creatrice del brand ReFusefonde due delle mie passioni, i cappelli e il vintage, ricavandone spille fatte completamente a mano, piccoli oggetti raffinati, di gusto e senza tempo.
La sua collezione si chiama “Chapeau… tanto di cappello” e dietro c’è un lavoro minuzioso e una grande dedizione.
Considero le sue spille una chicca, un piccolo tesoro, un tocco di poesia, un battito d’ali di fantasia. I suoi sono segni di una bellezza romantica ma non stucchevole che sono felice di condividere (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

Antonella Fenili, collezione “Chapeau… tanto di cappello”: spilla Audrey, 1960, con cappello tipo <em>cartwheel</em> (cappello a falda larga circolare) in taffetà
Antonella Fenili, collezione “Chapeau… tanto di cappello”: spilla Audrey, 1960, con cappello tipo cartwheel (cappello a falda larga circolare) in taffetà

Ci sono gesti e abitudini che non passano mai di moda, che non sono soggetti a trend, che non hanno tempo.
Bere un buon caffè al bar. Leggere il giornale fresco di stampa al mattino. Andare a comprare il pane appena sfornato e assaggiarlo quand’è ancora caldo. Aprire per la prima volta un libro appena acquistato. Indossare capi ben fatti, secondo tradizione, per esempio un cappello: fare cappelli è un’arte nobile e lo sa bene Doria, azienda storica nata nel 1905.
I cappelli Doria 1905 mi piacciono perché raccontano la vera eleganza: non aspirano a un lusso intoccabile, da rivista (pur essendone all’altezza), bensì aspirano a vestire le teste della gente reale, uomini e donne, riportando in auge un accessorio meraviglioso che parla di artigianato, capacità e tradizione rivisitati con occhio contemporaneo.
Questo è il saper fare che non solo dobbiamo salvaguardare e proteggere, ma diffondere, con forza e decisione (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Doria 1905
Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Doria 1905

Lo scorso 28 settembre, si è svolta la premiazione del concorso Ridefinire il Gioiello: invitata a nominare un mio vincitore, ho scelto Alessandra Vitali alias Finny’s Design.
Amo la sua voglia di sperimentare con materiali inconsueti e non convenzionali, senza confini e senza preconcetti.
Alessandra è una designer originale, curiosa e dotata di grande personalità e sono molto orgogliosa di averla ospitata e presentata qui sul blog (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

Alessandra Vitali – collana Ricciolo, collezione Murano. Realizzata con un frammento di lampadario vintage in vetro soffiato e corda tecnica.
Alessandra Vitali – collana Ricciolo, collezione Murano. Realizzata con un frammento di lampadario vintage in vetro soffiato e corda tecnica.

Imisi è un’antica parola greca che significa metà. Come l’anima gemella o l’amico del cuore.
I braccialetti Imisi sono in satin con diverse finiture opache o lucide: sono colorati e alcuni modelli hanno piccoli strass o micro borchie. Sono facili da indossare e si fermano con due nodi.
Le frasi che riportano non sono citazioni né aforismi di scienziati, filosofi o artisti: “vogliamo che siano frasi semplici e attuali”, spiega Michaela, la fondatrice del brand. Frasi vicine, insomma, a noi tutti e alla vita di ogni giorno.
Le frasi nascono dalle conversazioni ascoltate per strada o sui social network, dai sentimenti che condividiamo nella vita quotidiana, dalle parole che vorremmo esprimere o sentirci dire. Sono desideri, inviti, speranze, dichiarazioni, sogni: sono messaggi che lanciamo a noi stessi e agli altri. Racchiudono voglia di comunicare e di condividere (qui il mio articolo con tutti i loro link).

I braccialetti Imisi
I braccialetti Imisi

Seguo Caudalie, maison de beauté fondata da Mathilde Thomas, da un po’ e ne apprezzo la filosofia che ruota attorno a un ingrediente: l’uva.
L’uva e la vite racchiudono molti principi naturali preziosissimi per la pelle e i polifenoli contenuti nei vinaccioli d’uva (i semi degli acini) sono i più potenti antiossidanti presenti nel mondo vegetale.
Le specialità Caudalie non contengono parabeni, fenossietanolo, oli minerali, OGM (organismi geneticamente modificati), paraffina, coloranti sintetici, sodio laureth sulfate, ftalati e materie prime di origine animale. L’azienda è contro i test sugli animali e dal 2012 è membro dell’associazione “1% for the Planet”: devolve l’1% del proprio fatturato mondiale a favore di associazioni ambientaliste.
Per questo Natale, oltre a regalare e a regalarvi gli ottimi prodotti di Mathilde, è possibile inviare un augurio buono anche per il nostro pianeta. Obiettivo: salvare la riserva di Pedra Talhada.
La riserva situata in Brasile è un tesoro di biodiversità e contribuisce all’ecosistema globale: è l’ultimo rifugio per centinaia di specie animali rare, ma oggi, purtroppo, è in pericolo.
Caudalie collabora da tempo con l’associazione Nordesta la quale desidera creare un corridoio attorno alla riserva per proteggerla: tutti noi possiamo contribuire.
Andate qui, scegliete un amico o un’amica, scrivete il vostro messaggio di auguri personalizzato, scegliete il vostro albero e inviate! Per ogni augurio inviato, Caudalie e Nordesta si impegnano a piantare un albero per la riserva di Pedra Talhada (qui il mio articolo più recente con tutti i loro link).

Mathilde Thomas davanti alla boutique Caudalie di Milano
Mathilde Thomas davanti alla boutique Caudalie di Milano

Mettete insieme il mare e le belle storie: viene fuori un’alchimia che è riuscita alla perfezione ad aMarCortese, brand che fa borse e accessori.
Le loro ispirazioni vengono dal territorio romagnolo, luogo d’origine del progetto, dalle rotte marittime ottocentesche, dal mito romantico del marinaio che gira il mondo da un porto all’altro soltanto con la propria sacca e i propri amori: simbolo di tutto è Corto Maltese, personaggio di culto del fumetto d’autore.
Il nome del primo modello di borsa firmato aMarCortese è My Ditty Mariner, una borsa trasformista che presenta diverse soluzioni e si può portare in tanti modi: a mano, come postina, zaino, sacca da marinaio, a spalla.
È fatta interamente in pelle tinta al vegetale e le fibbie esterne sono in bronzo, piccole sculture realizzate con la tecnica della fusione a cera persa.
Nel mio articolo (lo trovate qui con tutti i loro link), vi avevo mostrato la serie Pequod, ora vi mostro la serie Les Fleurs e vi invito anche a scoprire gli originalissimi gioielli sul loro e-shop.

Borsa <em>Les Fleurs</em> by aMarCortese (foto Giacomo Brini)
Borsa Les Fleurs by aMarCortese (foto Giacomo Brini)
Borsa <em>Les Fleurs</em> by aMarCortese (foto Giacomo Brini)
Borsa Les Fleurs by aMarCortese (foto Giacomo Brini)

Posai i piedi sull’aria e resse…
No, non sto delirando: ripeto a voce alta il motto di due sognatrici, Giulia Simoncelli e Jessica Piantoni, che insieme sono il nucleo e il cuore di Pokemaoke, brand artigianale tutto italiano.
Collezione dopo collezione, Pokemaoke si è fatta conoscere soprattutto attraverso le ballerine, realizzate rigorosamente in pellami pregiati e morbidissimi. Il tocco particolare è dato da elementi di varia natura che, grazie alla loro fantasia, diventano applicazioni vezzose e divertenti: bigodini per capelli, pezzi di Lego, chiavi e piccole serrature, vecchie posate, tappi di sughero, perle, figure fatte di strass, bottoni, rocchetti di filo e altri strumenti da sarta, anelli di fidanzamento, mollette da bucato. Le ballerine sono rigorosamente fatte a mano e ogni creazione è diversa dall’altra e non solo, pur avendo la stessa decorazione, la destra differisce dalla sinistra e ovviamente non esiste un paio uguale all’altro.
Negli anni, la collezione si è ampliata e comprende oggi altri accessori, dai cappelli alle t-shirt: per quanto riguarda le calzature, oltre alle ballerine, le proposte prevedono sandali gioiello, infradito, mocassini, sneaker e derby shoes (qui il mio articolo con tutti i loro link)

Derby shoes… in smoking by Pokemaoke
Derby shoes… in smoking by Pokemaoke

E veniamo a due libri.

La mia passione per la lettura è immensa e sono decine i libri che vorrei consigliarvi.

Visto che siamo in periodo natalizio e mi piacerebbe consigliare letture che lascino sentimenti forti, mi limito a un paio di consigli che vengono dalla pancia e dal 

Florisa Sciannamea è versatile e curiosa verso la vita.
Si è laureata all’Accademia di Belle Arti a Bari, ha insegnato, ha collaborato come stilista con prestigiose aziende del settore, ha ricoperto il ruolo di direttore creativo.
Recentemente ha riscoperto la passione per la scrittura e ha pubblicato il libro “Donne nell’acqua loro” che ha anche illustrato.
Il libro è, appunto, una storia di donne. Maldestre e un po’ sgarrupate, come le definisce Florisa, ma al contempo forti come alberi (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

La copertina del libro “Donne nell’acqua loro” di Florisa Sciannamea
La copertina del libro “Donne nell’acqua loro” di Florisa Sciannamea

Mi era capitato di ascoltare in TV una notizia che mi aveva fatto molto male: più di un anno e mezzo dopo, ho conosciuto la protagonista di quel fatto.
Lei, Federica Lisi, mi ha travolta con l’impeto di un fiume in piena: mi sono chiesta come avesse fatto a sopravvivere a tanto dolore, la morte del marito, il campione di volley Vigor Bovolenta, padre dei suoi cinque figli.
Poi ho letto il suo libro e tutto, improvvisamente, mi è diventato chiaro.
Mi è però venuta anche una gran paura: quella che le parole mi fossero nemiche proprio in uno degli articoli più importanti che io abbia mai scritto.
Aver conosciuto Federica è stato un dono speciale: ho provato ad aprire il mio cuore e ad ascoltare, ho provato a presentare il suo libro “Noi non ci lasceremo mai”.

È passato un anno da allora, ma, come avevo detto in quell’occasione, il suo è un libro senza tempo (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

La copertina del libro “Noi non ci lasceremo mai” di Federica Lisi Bovolenta
La copertina del libro “Noi non ci lasceremo mai” di Federica Lisi Bovolenta

Braintropy è un progetto che mi piace molto: in primo luogo perché si tratta di borse, accessorio che sta a cuore a noi donne; in secondo luogo perché c’è di mezzo tanta creatività nonché soluzioni originali.
Il brand tutto italiano presenta Patty Toy, borsa all’insegna della trasformazione (o del trasformismo) e del divertimento.
Patty Toy si compone mixando liberamente corpo borsa e pattina di chiusura per creare il proprio modello, unico e speciale: il tutto con un semplice gesto, attraverso una cerniera posta sul retro.
Un solo corpo, mille combinazioni e altrettante anime, tutto senza traslocare il contenuto: geniale!
Ho già la mia Patty Toy e sotto l’albero spero di trovare qualche nuova pattina… messaggio subliminale ma neanche troppo (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Una delle tante combinazioni di Patty Toy, la borsa trasformista di Braintropy
Una delle tante combinazioni di Patty Toy, la borsa trasformista di Braintropy

A volte non riesco proprio a scindere sentimenti e ragione. Sarà un pregio o un difetto?
Spero sia un pregio. E comunque mi sento tranquilla se a credere che passione, sogni, cuore e business si possano coniugare sono anche i Sodini, famiglia e azienda di successo.
Tra i loro pezzi, non c’è che l’imbarazzo della scelta (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Sodini
Dalla collezione autunno / inverno 2014-15 di Sodini

Non porto orologio, ma quando scopro progetti come quello di Olmo mi viene voglia di cambiare idea.
L’azienda modenese Lowell lancia il primo orologio automatico in legno naturale, completamente made in Italy, con cinturino in poliestere riciclato (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Orologio Olmo by Lowell in palissandro
Orologio Olmo by Lowell in palissandro

C’è un altro progetto che mi piace e che è anch’esso di Lowell: si chiama Pensieri Felici.
Sostengo da sempre che il pensiero felice vada agevolato, anche attraverso piccoli oggetti quotidiani che fungano un po’ da promemoria e un po’ da porta-fortuna: figuratevi, quindi, quanto possano piacermi dei gioielli che si chiamano proprio così, Pensieri Felici. Inoltre, quasi tutte le creazioni sono proposte a prezzi adatti a tutte le tasche.
Dimenticavo: c’è anche un Contratto di Felicità da firmare (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Pensieri Felici: ciondolo scarpetta silver glitter. Per eterne e romantiche Cenerentole!
Pensieri Felici: ciondolo scarpetta silver glitter. Per eterne e romantiche Cenerentole!
Pensieri Felici: catena e pendente in oro 18kt con diamanti <em>fancy chocolat</em>
Pensieri Felici: catena e pendente in oro 18kt con diamanti fancy chocolat

Vorrei che passasse l’idea che un capo non va adottato solo perché è di moda; pretendo che esso mi rappresenti e credo che questa pretesa dovrebbe appartenere a noi tutti. Meritiamo scelte coscienti!
Parlando del turbante, copricapo che porto da sempre e che oggi è un trend, scelgo quelli di due ragazze, Chiara e Manuela: attraverso il loro progetto Sine Modus danno un’interpretazione propria, diversa e originale, esplorando forme e materiali e passando anche attraverso la logica del vintage e del riuso.
Chiara e Manuela sono brave, in gamba, tenaci e non hanno paura di osare. Hanno un sogno e lo stanno inseguendo.
Certo, non è facile, ma loro non stanno sedute ad aspettare.
E ora quel sogno ha anche una casa fisica a Milano, in via Pomponazzi 22.
Potete trovare i loro turbanti, un’accurata selezione di vintage e pezzi fatti a mano (come la capsule collection di giacche in denim dipinte a mano a soggetto Frida Kahlo) nel loro negozio aperto il lunedì dalle 15:00 alle 19:30 e dal martedì al sabato dalle 11:30 alle 13:30 e dalle 14.30 alle 19:30.
Sono molto orgogliosa di loro (qui il mio articolo con tutti i loro link utilissimi per chi non è a Milano ma vuole un loro turbante).

Un turbante Sine Modus
Un turbante Sine Modus

Una giovane donna che non ambisce a farsi notare ma bada piuttosto a forma e sostanza; una laurea in filosofia con indirizzo estetico; una lunga esperienza accanto a un restauratore di tappeti antichi; tanti anni trascorsi a prendersi amorevolmente cura di arazzi bisognosi di restauro.
Non si può racchiudere una persona – soprattutto un’anima sfaccettata come quella di Francesca Porro – in una breve definizione: queste sono solo alcune delle cose che mi hanno colpita.
Francesca è la designer di LEEK Handmade Jewellery, una linea di ornamenti in corda fondati su ricerca e sperimentazione continua di colore, forma, dimensione e materia (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

LEEK Handmade Jewellery – Collana EGYPT
LEEK Handmade Jewellery – Collana EGYPT

Lo confesso: ho una predilezione assoluta per i progetti che mi regalano la possibilità di imparare qualcosa di nuovo.
È stato così con Sicis: dopo aver visto i loro gioielli fatti con la tecnica del micro-mosaico, ho avuto voglia di saperne di più. Ho scoperto la storia molto interessante di quest’arte antica, tra i Grand Tour in Italia una volta in voga tra gli aristocratici europei e Giacomo Raffaelli, il più noto mosaicista del ‘700.
Nei gioielli e negli orologi del brand ravennate c’è un mix di bellezza, arte e maestria: dopo il design e l’architettura, Sicis vuole conquistare gli amanti delle cose preziose da indossare (qui il mio articolo con tutti i loro link).

E per questo Natale lancia la limited edition Butterfly. Le farfalle, eleganti e misteriose, hanno ispirato e ispirano poeti e scrittori e hanno rapito anche la maison che le sceglie per i suoi charm interamente realizzati a mano da maestri mosaicisti che assemblano sapientemente le micro tessere di oro e smalto veneziano.

Butterfly charm <em>limited edition</em> for Christmast by Sicis Jewels
Butterfly charm limited edition for Christmast by Sicis Jewels

Chiara e io ci siamo conosciute passeggiando lungo le strade virtuali della grande rete: qualche scambio su Instagram e ci siamo andate a genio. Lei ha scoperto me e il blog, io ho scoperto lei e il suo progetto GRAZIOSIanelli.
Partiamo proprio dal nome: sono andata in brodo di giuggiole – come si suol dire – quando ho scoperto che il nome nascondeva un giochetto arguto. GRAZIOSIanelli perché tali sono, anelli davvero deliziosi, ma anche GRAZIOSIanelli perché la loro creatrice si chiama Chiara Graziosi.
E questo non è l’unico gioco di parole di Chiara: per esempio, c’è il rito del buongiorno su Instagram e sulla sua pagina Facebook. Good morning diventa good moring, da ring ovvero anello (e volendo anche da moremore ring… moring… più anelli!).
Di cosa si occupi Chiara, a questo punto, mi sembra piuttosto evidente. “Faccio anelli. Con il jeans, con la pelle e con il cuore”: così dichiara lei stessa sulla sua pagina e vi prego di fare attenzione al terzo elemento, il cuore, perché è quello fondamentale, determinante e che fa la differenza.
I suoi GRAZIOSIanelli sono pezzi unici, fatti a mano, piccole sculture da indossare fatte con passione e dedicate “a tutte quelle graziose mani che amano farsi sedurre dall’estro”, sempre per usare le parole di Chiara.
Insomma, mani che fanno cose per altre mani, le mani capaci di Chiara che fanno anelli estrosi e pieni di personalità per le mani di tutti coloro che vogliono adottarli e lasciarsi affascinare (qui il mio articolo su di lei con tutti i suoi link).

GRAZIOSIanelli, modello baccello in denim blu scuro con 11 sfere di ottone spazzolato: come scrive Chiara Graziosi, la creatrice “11 sogni messi in fila come fratelli”.
GRAZIOSIanelli, modello baccello in denim blu scuro con 11 sfere di ottone spazzolato: come scrive Chiara Graziosi, la creatrice “11 sogni messi in fila come fratelli”.

Un po’ di tempo fa, ho fatto delle ricerche attorno al ditale da cucito, un oggetto affascinante usato da millenni: ho scoperto che esiste dal Neolitico, che è un oggetto da collezione e che esiste perfino un museo.
E poi c’è Keep Out che l’ha fatto diventare un gioiello, rifacendosi a una tradizione sudamericana.
Keep Out si rifà a un antico costume: pare infatti che in America Latina, per tradizione, le donne anziane regalassero un ditale in argento a figlie, nipoti e nuore per proteggerle da ogni sorta di pericolo e per tenere lontano malocchio e magie. Il ninnolo veniva anche tramandato di generazione in generazione.
Rivisitato ai giorni nostri, il ditale di Keep Out vuole essere un piccolo portafortuna, un oggetto piacevole da indossare e che vuole agevolare sorriso e buonumore – cose che non guastano mai, come ho già scritto.
I monili sono interamente realizzati a mano, in Italia: il progetto nasce da un’azienda che vanta una solida tradizione orafa, cosa che si percepisce dalla manifattura delicata e precisa.
La collezione comprende orecchini, anelli, catenine con ciondolo, bracciali e ora anche gemelli da uomo (qui il mio articolo con tutti i loro link).

Alcune creazioni Keep Out
Alcune creazioni Keep Out

A questo punto, desidero fare una riflessione.
Oggi siamo tutti o quasi piegati dalla crisi e molti di noi tribolano col lavoro, le bollette, il mutuo da pagare e i figli da mandare a scuola.
Eppure, se ci pensiamo bene, non c’è nulla che ci manchi davvero: e se allora il nostro regalo di Natale a noi stessi e a coloro che amiamo fosse un pensiero per chi è molto più sfortunato di noi? Per chi non ha strumenti per la sopravvivenza, per chi è malato, solo, abbandonato o perseguitato? Per chi non ha diritti riconosciuti, per chi è calpestato e violato?
Pensate che questo discorso sia in contrasto con tutto ciò di cui vi ho parlato finora? No, non credo.
Credo nel rispetto e credo che ognuno debba fare ciò che sente e ciò che può. Credo nella libertà e credo che ognuno debba agire secondo propria coscienza. Cerco di non giudicare mai nessuno e meno ancora lo faccio in occasioni simili e su argomenti tanto delicati.
Non c’è nulla di male nel fare regali a sé stessi e ai propri cari per il Natale: desidero solo mettere sul piatto l’opportunità di scegliere.

Tra tante iniziative, ve ne segnalo due che mi stanno molto a cuore.

Nir Lagziel è un fashion designer di Tel Aviv, ma milanese di adozione.
Crea vestiti fatti interamente a mano con materiali pregiati, colorati grazie a pigmenti naturali. Le sue sono collezioni senza tempo, affascinanti, femminili e ricche di personalità.
Ma Nir si occupa anche di un altro progetto: è una Onlus e si chiama “Coccole di Nir”.
Nir si reca in luoghi sfortunati e porta in prima persona il suo aiuto. “Siamo arrivati al dodicesimo viaggio di Coccole Onlus e quest’anno andremo in Vietnam e Thailandia in case di accoglienza che ospitano ragazzi e ragazze con handicap o vittime di pedofilia – racconta Nir – Sono posti volutamente isolati e abbandonati dal governo, che conosce bene la realtà del turismo sessuale, ma che non vuole prendere provvedimenti, perché rappresenta purtroppo un’entrata economica. Io riesco a scoprire questi posti grazie ad amici medici che lavorano come volontari per varie organizzazioni umanitarie e sono autorizzati a vaccinare questi bambini e ragazzi. Come ogni anno, porteremo farmaci e medicine, poiché molti di loro hanno contratto virus a trasmissione sessuale. All’occorrenza, compreremo sul posto vestiti, mobili, letti, animali (una buona fonte di sopravvivenza e reddito), qualsiasi cosa possa rendere migliore la loro vita. E poi le nostre coccole sotto forma di giocattoli, quaderni, computer.”
Come contribuire a questo progetto? Ogni anno viene organizzata una raccolta di fondi, attraverso donazioni private e attraverso la vendita di una t-shirt a tema, di solito raffigurante un’immagine legata alla tradizione artistica o mitologica del paese: quella di quest’anno raffigura due cherubini al servizio degli dei ed è in vendita al costo di 20 euro in atelier da Nir Lagziel, in via Jacopo dal Verme 12 a Milano (aperto fino a Natale anche la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, tel: 0286454166). C’è anche un conto corrente per chi è lontano: contattate Nir e vi darà i dettagli.
Sul blog e sulla pagina Facebook della Onlus troverete altri dettagli e potrete seguire il racconto del viaggio.

La t-shirt e il riso che si possono acquistare presso l’atelier di Nir Lagziel per sostenere la Onlus “Coccole di Nir”
La t-shirt e il riso che si possono acquistare presso l’atelier di Nir Lagziel per sostenere la Onlus “Coccole di Nir”

Non so cosa pensiate voi dello shopping online: per me che detesto avere limiti e confini, fare acquisti sul web significa superare qualsiasi barriera ed essere in grado di cercare ciò che amo in qualsiasi parte del mondo.
Visto che amo la moda ma che prima di tutto amo i contenuti ad essa legati, qualche mese fa mi sono incuriosita davanti alla nuova strada intrapresa da eBay, ovvero l’Inspired Shopping, collegato in maniera specifica alla nuova sezione Moda.
Ma ciò che mi preme presentarvi in questa occasione è il progetto “Desideri all’asta” giunto alla quattordicesima edizione e organizzato con Amnesty International per dire “Stop alla tortura”.
Grazie al contributo di tanti personaggi del mondo della musica, dello spettacolo e della cultura, questo progetto permette di aggiudicarsi su eBay un oggetto speciale donato dal proprio artista preferito o un po’ di tempo in sua compagnia.
L’intero ricavato dell’iniziativa andrà a sostegno di “Stop alla tortura”, campagna con la quale Amnesty International continua un lavoro iniziato nel 1972 e che ha contribuito alla storica adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura nel 1984.
Oggi sono molti i governi di ogni parte del mondo che hanno tradito l’impegno a porre fine a quest’atto disumano, vietandolo spesso per legge eppure permettendolo nella pratica.
Negli ultimi cinque anni, infatti, Amnesty International ha registrato casi di tortura o di altri gravi maltrattamenti in ben 141 paesi, 79 nel solo 2014, ma, dato il contesto di segretezza nel quale le violenze sono praticate, è probabile che il numero effettivo sia più alto.
La campagna “Stop alla tortura” di Amnesty International Sezione Italiana si concentra su cinque paesi dove questa pratica è ampiamente utilizzata: Messico, Filippine, Marocco/Sahara Occidentale, Nigeria e Uzbekistan.
Al governo italiano, invece, Amnesty International chiede di introdurre finalmente il reato di tortura nel codice penale e di garantire indagini rapide, trasparenti e accurate e processi equi in caso di denunce di violazioni dei diritti umani da parte delle forze di polizia.
Se volete partecipare, qui trovate la sezione di eBay dedicata a questa importante campagna.

Tra gli oggetti che si possono qnquistare su eBay per sostenere la campagna “Stop alla tortura” di Amnesty International, c’è anche questa giacca indossata dal cantante Ligabue sul set di “Le donne lo sanno”.
Tra gli oggetti che si possono qnquistare su eBay per sostenere la campagna “Stop alla tortura” di Amnesty International, c’è anche questa giacca indossata dal cantante Ligabue sul set di “Le donne lo sanno”.

E concludo questo lunghissimo post con tre idee dedicate a chi ha un occhio di riguardo per animali, ambiente, natura, arte e cultura.

Vi racconto la storia di due agende speciali che si chiamano “Dogue” e “Gattopolitan”.
“Dogue” nasce nel 2008: una signora impegnata su più fronti, con pochissimo tempo libero a disposizione, si innamora di Kim, un cucciolo di cane abbandonato in una discarica.
Con lui scopre un mondo di gioie ed affetti: Kim è simpatico, buono e va d’accordo con tutti gli umani, coi cani e anche coi gatti e da qui nasce un’idea, quella di fare un’agenda con tutti gli amici incontrati lungo il suo percorso.
L’idea ha subito successo e viene replicata negli anni successivi: coinvolge un pubblico sempre più grande che, orgoglioso di avere il proprio “amico peloso” pubblicato e di vederlo in ogni edizione crescere e cambiare, invia con entusiasmo e trepidazione la foto del proprio amico a quattro zampe.
“Dogue”, l’agenda del Cane e del suo amico Gatto, diventa un appuntamento fisso, ma ben presto si sviluppa l’idea di creare due progetti distinti: ecco quindi che nasce “Gattopolitan” che, rispetto a “Dogue”, agenda giornaliera, viene impostata come agenda settimanale.
Come per l’edizione 2014, anche quest’anno un terzo del ricavato della vendita sarà devoluto alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Sezione di Milano che opera sotto la guida della presidente Laura Rossi: grazie al sostegno generoso dei suoi soci e all’impegno di molti volontari, si batte senza sosta per aiutare gli animali in difficoltà, abbandonati, maltrattati e non rispettati. Da sempre la Sezione si occupa di gestire il rifugio di via Redecesio a Segrate (MI) nella cui struttura ogni anno vengono salvati più di 400 trovatelli riuscendo a dare loro una sistemazione adeguata e sicura in famiglia.
Il ricavato di quest’anno verrà destinato alla ristrutturazione della pavimentazione e di alcuni box del rifugio.
Le agende costano 15 euro e si possono acquistare presso Morino Studio, Via T. Tasso 12, a Milano (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18:30) oppure presso il banchetto della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sempre a Milano in piazza S. Babila, all’altezza di via Borgogna angolo c.so Europa.

La copertina dell’agenda “Dogue” 2015
La copertina dell’agenda “Dogue” 2015

Il 24 dicembre, a Vicenza, si inaugurerà una mostra bellissima: si intitola “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh – La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”.
Si tiene presso la Basilica Palladiana e proseguirà fino al 2 giugno 2015.
Il 24 dicembre la mostra sarà aperta dalle 16 fino all’una di notte: il giorno di Natale sarà aperta dalle 15 alle 20. E se questo fosse un modo diverso di festeggiare il Natale? O magari il Capodanno, visto che sarà aperta anche il 31 dicembre dalle 9 alle due di notte e il 1° gennaio dalle 10 alle 20.
Qui trovate maggiori dettagli sul percorso espositivo e qui trovate tutte le informazioni su giorni di apertura, orari e biglietti.

La locandina della bellissima mostra che sta per iniziare presso la Basilica Palladiana a Vicenza
La locandina della bellissima mostra che sta per iniziare presso la Basilica Palladiana a Vicenza

Anche il FAI, Fondo Ambiente Italiano, propone di regalare per Natale arte e natura, ricevendo in cambio cultura: se si dona un’iscrizione al fondo, si ricevono 3 mesi di abbonamento alla rivista GEO o Focus.
Il FAI è una fondazione no profit che dal 1975 lavora per tutelare il patrimonio d’arte, natura e paesaggio del nostro Paese: ha già salvato 40 mila metri quadrati di edifici storici che oggi sono tutelati e strappati al degrado, mentre ha segnalato a Comuni e sopraintendenze competenti ben 50 mila luoghi a rischio. Un lavoro continuo e instancabile, reso possibile grazie a volontari e sostenitori.
Qui tutti i dettagli delle varie possibilità associative che partono dai 20 euro e qui il sito della fondazione.

La campagna del FAI per Natale
La campagna del FAI per Natale

Lo devo proprio ammettere: aveva ragione chi mi chiedeva la vetrina di Natale o la wish list, chiamatela come preferite. Ne avevo di cose da dire!

Spero con tutto il cuore di aver dato una mano a chi – giustamente – non ha tempo di passare in rassegna gli articoli degli ultimi mesi e può invece trovare riunite qui le idee più significative, rapidamente, con i link diretti al post e all’argomento di eventuale interesse.

E spero che siano graditi anche gli spunti su sociale, animali, ambiente, natura, arte e cultura.

Alla fine… lo vedete, abbaio ma non mordo, come si suol dire: sembro un Grinch ma ho il cuore tenero e a questo lavoro mi sono applicata con passione.

L’esercizio di positività e ottimismo mi è piaciuto e mi auguro che possa essere utile: ne sarei davvero felice.

Non approfittate, però, per chiedermi già la lista per San Valentino: ripeto, per i miracoli devo ancora attrezzarmi. Ma ci lavorerò, ve lo prometto.

Manu

 

 

 

… Non ce l’ho fatta a trattenermi, la vignetta ironica finale ci stava! <em>(Tutte le vignette di Mafalda vengono dalla pagina Facebook del simpaticissimo personaggio creato dal fumettista argentino Joaquín Lavado, in arte Quino)</em>
… Non ce l’ho fatta a trattenermi, la vignetta ironica finale ci stava! (Tutte le vignette di Mafalda vengono dalla pagina Facebook del simpaticissimo personaggio creato dal fumettista argentino Joaquín Lavado, in arte Quino)

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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Claudia Giordano
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Che dire Manu, la tua wishlist è lodevole e molto bella…Ma come sempre quando leggo di persone che non amano particolarmente il Natale mi chiedo il perchè e penso sempre che i perchè siano tanti e magari personali, così che non sempre è facile dire “Ma come non ami il Natale?” Però ti dico anche che le feste tirano fuori il lato bambino di noi…e quindi sono un’occasione da non perdere per ricordarci dei bambini che siamo stati. E vedrai che la tua nipotina in questo potrà aiutarti non poco 😉 Un abbraccio.
Claudia

Manu
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Carissima Claudia,
la tua voglia di andare oltre, di approfondire mi colpisce molto e mi piace, così come mi piace il tuo non volerti fermare a un semplice “ma come, non ami il Natale?”.
Nel mio caso, ho un’avversione generale verso tutte le feste comandate (già il nome di per sé la dice lunga, secondo me…) in quanto non amo le imposizioni in nessun senso e di nessun tipo e soprattutto non comprendo perché ci sia la necessità di essere tutti più buoni o più felici a Natale.
So che sto esprimendo concetti un po’ triti talmente sono stati detti e ridetti milioni di volte, ma faccio parte di coloro che credono che il senso del Natale sia oggi molto distorto.
Quand’ero bambina, lo aspettavo con trepidazione perché c’era in me la magia dell’innocenza e del candore: ho dei ricordi molto belli di allora, ma, da adulta, mi sono resa conto di tante ipocrisie e contraddizioni.
Guarda, capisco perfettamente che il Natale diventi un’occasione di festa e di riunione, soprattutto in tempi non particolarmente felici come quello che purtroppo viviamo, e non condanno affatto tutto ciò. E sono anche convinta del fatto che i bambini vadano tutelati, sempre, e tenuti fuori da certe riflessioni un po’ amare che subentrano in età adulta, quindi è giusto unirsi al loro gioco e farsi prendere dal loro spirito.
Tuttavia, già da diversi anni, penso che sia necessario andare oltre o almeno provarci: quest’anno ho trovato questo modo. Riunire persone che hanno talento, bravura, passione e cercare di condividere con tutti la visione di un regalo di vera qualità mi ha fatto sentire un po’ più utile e mi ha avvicinata a un concetto al quale tengo, scegliere cose fatte col cuore per regali fatti col cuore. Che sia a Natale o in altre occasioni.
In fondo, la condivisione vera e sincera dovrebbe fare parte dello spirito di questa festa, così come aiutare gli altri o praticare la solidarietà: di questi tempi, la solidarietà si può dimostrare anche spingendo chi lavora in un certo modo.
Ti abbraccio e ti ringrazio tanto,
Manu

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